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Salute

Pulizie di primavera? Inizia dalla cucina: 3 ricette leggere che depurano corpo e mente

Quando arriva la primavera, sentiamo tutti il bisogno di “fare spazio”. Anche nel piatto. Le verdure di stagione ci aiutano a depurarci con gusto: carciofi, asparagi, agretti e limone sono perfetti alleati per favorire digestione, energia e lucidità mentale. Abbiamo scelto tre ricette leggere, facili e veloci, che aiutano il corpo a liberarsi dalle scorie e la mente a tornare lucida, con il piacere semplice di una cucina naturale, viva, che non ha bisogno di troppe parole.

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    Tre piatti leggeri, gentili, con ingredienti che aiutano fegato e intestino a ripartire, ma anche la testa a fare ordine. Perché la vera depurazione non si fa solo col centrifugato, ma anche con il tempo che scegli di dedicarti. In cucina e altrove.

    1. Zuppetta tiepida di agretti, limone e semi di sesamo

    Un piatto detox che profuma di terra e sole. Gli agretti (o barba di frate) sono ricchissimi di sali minerali e clorofilla. Basta sbollentarli 3 minuti in acqua salata, scolarli e condirli con olio evo, succo e scorza di limone bio, una manciata di semi di sesamo tostati e, se piace, qualche goccia di tamari. Da servire tiepida o a temperatura ambiente, accompagnata magari da pane integrale tostato.

    2. Carciofi trifolati con menta fresca e limone

    Pulisci i carciofi (romani o violetti), tagliali sottili e mettili in acqua e limone. Rosola in padella uno spicchio d’aglio con un cucchiaio d’olio evo, aggiungi i carciofi, un pizzico di sale, pepe e mezzo bicchiere d’acqua. Cuoci coperto per 10-15 minuti, poi profuma con menta fresca tritata e scorza di limone. Un contorno depurativo perfetto per alleggerire qualsiasi pasto.

    3. Crema vellutata di asparagi e piselli con yogurt greco

    Fai rosolare uno scalogno tritato in poco olio, aggiungi 300 g di asparagi (puliti e tagliati a rondelle) e 150 g di piselli freschi o surgelati. Copri con brodo vegetale e cuoci per 15 minuti. Frulla fino a ottenere una crema liscia. Servi con un cucchiaio di yogurt greco, pepe nero e un filo d’olio. Se vuoi un tocco gourmet, aggiungi qualche germoglio o erba aromatica.

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      Salute

      La congestione e il bagno dopo i pasti tra miti e realtà

      Nonostante le preoccupazioni diffuse, non esistono prove scientifiche concrete che il bagno subito dopo aver mangiato porti sicuramente a congestione e annegamento.

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      Un tuffo dopo aver mangiato è pericoloso?

        Prima di tuffarsi, è bene aspettare che la digestione sia terminata: da una a tre ore a seconda della digeribilità di ciò che abbiamo mangiato e, soprattutto, in base a quanto è fredda l’acqua. Anche se non ci sono rilevazioni scientifiche definitive che colleghino il bagno a stomaco pieno all’annegamento, molti esperti suggeriscono prudenza e uso del buon senso, poiché il rischio di congestione esiste e le conseguenze potrebbero essere serie.

        Che cos’è la congestione

        La congestione è un blocco dei processi digestivi che si verifica quando il corpo viene esposto a un improvviso abbassamento della temperatura. Dopo aver mangiato, l’apparato gastrointestinale opera per assorbire le sostanze nutritive provenienti dai cibi ingeriti, richiamando sangue da altre parti del corpo, il che significa che in altre regioni potrebbe arrivarne meno. Un brusco salto di temperatura, come si verifica tuffandosi in acqua fredda o bevendo una bevanda ghiacciata, può interferire con questo processo e alterare la circolazione del sangue.

        Ma come avviene la congestione?

        Quando si verifica un abbassamento improvviso della temperatura, il corpo cerca di mantenere la temperatura corporea costante richiamando sangue al cervello. Questo può interrompere il processo digestivo e provocare disturbi circolatori, crampi addominali, nausea, vomito e, nei casi più gravi, perdita di coscienza, con il rischio di annegamento conseguente.

        La mancanza di evidenze scientifiche non neutralizzano gli azzardi

        Nonostante le preoccupazioni diffuse, non esistono prove scientifiche concrete che il bagno subito dopo aver mangiato porti sicuramente a congestione e annegamento. L’ International Life Saving Federation ha dichiarato infondata la raccomandazione di evitare il bagno dopo i pasti. Tuttavia, è sempre bene essere prudenti.

        Il consiglio dei consigli è il buon senso

        L’indicazione di base è l’attesa della fine della digestione, da una a tre ore. Tuttavia, usare il buon senso è essenziale. Se soffriamo tanto il caldo e abbiamo spesso voglia di bagnarci quando siamo al mare o in piscina, meglio evitare piatti troppo ricchi e conditi, preferendo invece piccole porzioni di piatti leggeri che danno energia senza impegnare troppo l’apparato digerente. In questo modo, si può ridurre il rischio di congestione e godersi il bagno in sicurezza.

        Alcune regole basilari da seguire

        Controllare la temperatura dell’acqua.

        Prima di tuffarsi, verificare quanto è fredda l’acqua. Un graduale acclimatamento aiuta a evitare sbalzi termici bruschi.

        Alimentazione leggera.

        Preferire cibi facilmente digeribili e in porzioni moderate, soprattutto se si prevede di fare il bagno a breve.

        Attesa consigliata.

        Se possibile, attendere almeno un’ora dopo un pasto leggero e fino a tre ore dopo un pasto abbondante prima di fare il bagno.

        Ascoltare sempre il proprio corpo

        Prestare attenzione ai segnali del corpo. Se si avvertono segni di disagio, come crampi addominali o nausea, evitare di entrare in acqua.

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          Salute

          Beauty e bambini: l’utilizzo eccessivo dei cosmetici

          Smalti e make-up per giocare a truccarsi, è bene che lo si faccia con prodotti sicuri e con ingredienti naturali. Ma il Codacons chiede di fermare la moda dei cosmetici tra i bambini per rischio “cosmeticoressia”.

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            L’associazione dei consumatori Codacons ha lanciato un allarme sulla pericolosa tendenza dei bambini, soprattutto tra i 6 e gli 11 anni, ad utilizzare troppi prodotti di bellezza non adatti alla loro età. Questa pratica, oltre a potenziali rischi per la salute, può contribuire allo sviluppo di disturbi del comportamento legati alla percezione del proprio corpo.


            La Cosmeticoressia
            È una pericolosa “moda”, nata negli Usa e sbarcata anche in Italia, legata all’utilizzo esasperato da parte di bambini (in genere tra 6 e 11 anni) di cosmetici e prodotti estetici inadatti all’età, dai sieri ai detergenti esfolianti, dalle maschere alle creme anti-age. Tutto questo, secondo il Codacons, porta a un ideale di bellezza promosso dai media e dalla società può indurre i bambini a cercare la perfezione estetica. Difatti, molti bambini passano molto tempo davanti allo specchio, correggendo difetti percepiti.

            Cosa rischia un bambino che usa troppi cosmetici?
            Molti prodotti cosmetici, anche se dedicato a un utilizzo pediatrico irritano la pelle delicata dei bambini e l’uso eccessivo può anche portare a preoccuparsi troppo del loro aspetto fisico.

            I sintomi più comuni possono essere rossore, prurito, gonfiore, eruzioni cutanee, dermatiti da contatto a causa di ingredienti come profumi sintetici, conservanti chimici (come parabeni), e coloranti artificiali che possono scatenare reazioni allergiche, soprattutto in bambini con pelle sensibile.

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              Salute

              Lunga vita alla salamandra

              Questa scoperta apre una finestra su un futuro in cui gli esseri umani potrebbero vivere molto più a lungo, fino a 100 anni e oltre, in salute relativamente buona. Ma, come sempre nella scienza, sono necessari ulteriori studi per confermare questi primi promettenti risultati e per valutare le implicazioni pratiche ed etiche di tali terapie.

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                Una proteina derivata dalla salamandra axolotl ha dimostrato di poter aumentare la durata della vita dei topi di laboratorio del 25%, e ora sarà testata sugli esseri umani. Questo è il promettente risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori di Singapore e del Regno Unito.

                Come ti rigenero un arto

                La ricerca è nata dall’osservazione della salamandra axolotl, nota per la sua capacità di rigenerare arti recisi. Gli studiosi hanno identificato la proteina IL-11 come responsabile dell’infiammazione nei tessuti, e hanno scoperto che inibirne l’azione nei topi riduce l’infiammazione e, di conseguenza, aumenta la loro durata di vita.

                Una ricerca promettente

                Il professor Stuart Cook della Duke-NUS Medical School di Singapore, in un articolo pubblicato su Nature, ha dichiarato che l’inibizione della IL-11 non solo aumenta la durata della vita dei topi del 24,9%, ma riduce anche lo sviluppo di tumori legati all’età. In pratica hanno scoperto che inibendo la proteina chiamata IL-11, si accresce la salute e come corollario la durata della vita.

                Implicazioni future: dalla nostre povere ginocchia alla fibrosi polmonare

                Attualmente, la stessa tecnica è in fase preliminare di sperimentazione sugli esseri umani per il trattamento della fibrosi polmonare. Se i risultati saranno confermati, questa scoperta potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per aumentare la nostra vita.

                La sfida tra scienza ed etica

                Tuttavia, la professoressa Ilaria Bellantuono dell’Università di Sheffield sottolinea che, nonostante i risultati promettenti, sono necessari ulteriori esperimenti sugli umani per raccogliere più dati. Inoltre, l’adozione di tali terapie su larga scala potrebbe affrontare ostacoli etici ed economici.

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