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Salute

Saper nuotare salva la vita: l’importanza dell’educazione acquatica

In estate con l’aumento delle attività acquatiche, diventa essenziale promuovere la sicurezza in acqua. Ogni anno, migliaia di persone sono coinvolte in incidenti acquatici, molti dei quali possono essere prevenuti attraverso una maggiore consapevolezza e un’adeguata educazione. Per questo motivo, esistono campagne nazionali di educazione acquatica con l’obiettivo di prevenire gli annegamenti e garantire che tutti possano godere delle attività in acqua in modo sicuro.

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    L’Italia, con i suoi chilometri di coste e le numerose piscine, è un Paese fortemente legato all’acqua. Ma i dati sull’annegamento sono allarmanti: secondo l’Istat, dal 2003 al 2020 sono morte per annegamento oltre 6.900 persone.
    Per contrastare questo fenomeno, Acquatic Education e Assopiscine hanno lanciato una campagna nazionale volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza in acqua, soprattutto in età pediatrica.

    Testimonial d’eccezione per un’iniziativa che punta a raggiungere un vasto pubblico: Federica Brignone, Gianluca Zambrotta, Nicola Brischigiaro e Ferruccio Alessandria si sono uniti per promuovere l’importanza dell’educazione acquatica e della prevenzione degli incidenti.

    “I genitori hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione degli annegamenti”, sottolinea Nicola Brischigiaro, ideatore della campagna e recordman mondiale di apnea. “È essenziale che siano informati sui rischi e che adottino le misure necessarie per garantire la sicurezza dei loro figli in acqua.”

    I numeri dell’annegamento in Italia sono preoccupanti, soprattutto tra i più piccoli. L’Istat riporta oltre 200 decessi per annegamento tra i 0 e i 19 anni dal 2017 al 2021. Un dato che evidenzia l’urgenza di intervenire con iniziative di sensibilizzazione e formazione.

    La soluzione? Secondo Ferruccio Alessandria, presidente di Assopiscine, è necessario un intervento normativo a livello nazionale, simile a quello adottato in Francia, dove l’introduzione di presidi di sicurezza nelle piscine ha portato a una riduzione degli incidenti del 70%.

    La campagna www.educazioneacquatica.it offre una serie di informazioni utili per genitori e operatori del settore, con l’obiettivo di promuovere una cultura della sicurezza in acqua e di ridurre il numero degli annegamenti.

    Fonte notizia trust.ansa.it / Crediti foto: Canva

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      Salute

      Beauty e bambini: l’utilizzo eccessivo dei cosmetici

      Smalti e make-up per giocare a truccarsi, è bene che lo si faccia con prodotti sicuri e con ingredienti naturali. Ma il Codacons chiede di fermare la moda dei cosmetici tra i bambini per rischio “cosmeticoressia”.

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        L’associazione dei consumatori Codacons ha lanciato un allarme sulla pericolosa tendenza dei bambini, soprattutto tra i 6 e gli 11 anni, ad utilizzare troppi prodotti di bellezza non adatti alla loro età. Questa pratica, oltre a potenziali rischi per la salute, può contribuire allo sviluppo di disturbi del comportamento legati alla percezione del proprio corpo.


        La Cosmeticoressia
        È una pericolosa “moda”, nata negli Usa e sbarcata anche in Italia, legata all’utilizzo esasperato da parte di bambini (in genere tra 6 e 11 anni) di cosmetici e prodotti estetici inadatti all’età, dai sieri ai detergenti esfolianti, dalle maschere alle creme anti-age. Tutto questo, secondo il Codacons, porta a un ideale di bellezza promosso dai media e dalla società può indurre i bambini a cercare la perfezione estetica. Difatti, molti bambini passano molto tempo davanti allo specchio, correggendo difetti percepiti.

        Cosa rischia un bambino che usa troppi cosmetici?
        Molti prodotti cosmetici, anche se dedicato a un utilizzo pediatrico irritano la pelle delicata dei bambini e l’uso eccessivo può anche portare a preoccuparsi troppo del loro aspetto fisico.

        I sintomi più comuni possono essere rossore, prurito, gonfiore, eruzioni cutanee, dermatiti da contatto a causa di ingredienti come profumi sintetici, conservanti chimici (come parabeni), e coloranti artificiali che possono scatenare reazioni allergiche, soprattutto in bambini con pelle sensibile.

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          Salute

          Lunga vita alla salamandra

          Questa scoperta apre una finestra su un futuro in cui gli esseri umani potrebbero vivere molto più a lungo, fino a 100 anni e oltre, in salute relativamente buona. Ma, come sempre nella scienza, sono necessari ulteriori studi per confermare questi primi promettenti risultati e per valutare le implicazioni pratiche ed etiche di tali terapie.

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            Una proteina derivata dalla salamandra axolotl ha dimostrato di poter aumentare la durata della vita dei topi di laboratorio del 25%, e ora sarà testata sugli esseri umani. Questo è il promettente risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori di Singapore e del Regno Unito.

            Come ti rigenero un arto

            La ricerca è nata dall’osservazione della salamandra axolotl, nota per la sua capacità di rigenerare arti recisi. Gli studiosi hanno identificato la proteina IL-11 come responsabile dell’infiammazione nei tessuti, e hanno scoperto che inibirne l’azione nei topi riduce l’infiammazione e, di conseguenza, aumenta la loro durata di vita.

            Una ricerca promettente

            Il professor Stuart Cook della Duke-NUS Medical School di Singapore, in un articolo pubblicato su Nature, ha dichiarato che l’inibizione della IL-11 non solo aumenta la durata della vita dei topi del 24,9%, ma riduce anche lo sviluppo di tumori legati all’età. In pratica hanno scoperto che inibendo la proteina chiamata IL-11, si accresce la salute e come corollario la durata della vita.

            Implicazioni future: dalla nostre povere ginocchia alla fibrosi polmonare

            Attualmente, la stessa tecnica è in fase preliminare di sperimentazione sugli esseri umani per il trattamento della fibrosi polmonare. Se i risultati saranno confermati, questa scoperta potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per aumentare la nostra vita.

            La sfida tra scienza ed etica

            Tuttavia, la professoressa Ilaria Bellantuono dell’Università di Sheffield sottolinea che, nonostante i risultati promettenti, sono necessari ulteriori esperimenti sugli umani per raccogliere più dati. Inoltre, l’adozione di tali terapie su larga scala potrebbe affrontare ostacoli etici ed economici.

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              Salute

              Siamo stanchi, anzi di più…

              La disania è un sintomo che non deve essere ignorato. Se la tua stanchezza è persistente e influisce sulla tua vita quotidiana, è importante cercare assistenza medica per identificare e trattare le cause sottostanti. Creare un ambiente di sonno adeguato e mantenere routine regolari possono aiutare a gestire la disania nell’attesa di una diagnosi medica precisa.

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                Disania quando la stanchezza è il sintomo di una patologia da controllare

                Intorpidimento, stanchezza, spossatezza e affaticamento possono essere problemi molto più gravi e pervasivi di quanto si possa immaginare. Sentirsi stanchi è un’esperienza comune, ma quando la stanchezza diventa insormontabile, potrebbe trattarsi di disania. Questo sintomo comune di molte condizioni sottostanti richiede attenzione medica per essere trattato adeguatamente. Riconoscere i segni della disania, scoprirne le cause e trattarle può essere determinante per condurre una vita lunga e sana.

                Che cos’è la Disania?

                La disania è una stanchezza estrema e persistente che può influire significativamente sulla vita quotidiana. Diversa dalla normale stanchezza, la disania è persistente e più difficile da superare.

                In cosa consiste la differenza tra la disania e la normale stanchezza

                Chi più chi meno, quasi tutti sperimentiamo l’inerzia del sonno, ma per alcuni, specialmente coloro che vengono svegliati improvvisamente, la sensazione di confusione può durare anche ore. La disania non è una diagnosi in sé, ma un sintomo di vari disturbi come la sindrome da affaticamento cronico, depressione, insonnia, apnea notturna e anemia.

                Quali sono le sue cause

                Al centro di tutto c’è la Sindrome dell’Affaticamento Cronico (ME/CFS). Questo disturbo del sonno causa un costante esaurimento di energia. Ma non solo. La disania può essere uno dei primi segni evidenti di depressione clinica. Chi ne viene colpito tende a riempire i giorni e le notti con costanti sentimenti di esaurimento. A questi sintomi vanno aggiunti casi di apnea notturna. La disania infatti causa gravi interruzioni del ciclo del sonno, portando a stanchezza cronica. Una delle cause può essere determinata da problemi di anemia. La carenza di globuli rossi, infatti, può causare disania ed esaurimento. Se la stanchezza inizia a interferire con la vita quotidiana, è essenziale consultare un medico. Diagnosticare la causa della disania può essere complicato, ma è cruciale per trovare il trattamento adeguato.

                Come alleviare la Disania

                Mentre si cerca la causa principale, ci sono alcune misure immediate che si possono prendere per alleviare la stanchezza. Per prima cosa bisogna curare l’ambiente in cui si dorme. Assicurarsi che la camera da letto sia insonorizzata e con la minor quantità di luce artificiale possibile.
                Fondamentale è spegnere i televisori e gli smartphone almeno 30 minuti prima di andare a letto per permettere al cervello di rilassarsi. E la mattina? Cos’ come la sera è necessario mantenere routine stabili in grado di ridurre l’ansia e aiutare a prevenire la disania.

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