F**k Off, se non ti offendi
Di cosa parliamo quando parliamo d’amore…
Il sociologo e filoso polacco Zygmunt Bauman ha scritto che “l’amore è un prestito ipotecario su un futuro incerto e imprevedibile”. Per poterlo vivere è quindi necessario fare i conti con la nostra forte impreparazione.
Un sentimento inedito e particolare, ogni volta unico
Una frase che coglie il punto centrale della questione amorosa. Non siamo mai sufficientemente preparati di fronte all’amore. Quando ci illudiamo di esserlo, molto probabilmente non si tratta d’amore. Il vero amore è sempre inedito e particolare, per questo motivo non esistono risposte, comportamenti o schemi preconfezionati per far si che le cose vadano bene.
Privacy? Questa sconosciuta…
L’amore si porta con se i rischi e la paura di perdere… e di perdersi! Il nostro è il tempo delle di dichiarazioni urlate dei sentimenti e del privato che diventa pubblico. L’ intimità è abolita a favore di un’unica esigenza, quella di “mostrare” e di consegnare al pubblico quello che un tempo veniva custodito e protetto.
L’immagine televisiva è spionaggio intimo
I reality show hanno dato vita e il via all’esibizione delle passioni. Il Grande Fratello ne è l’esempio lampante. Penso che molte persone abbiano acceso la televisione per poter spiare comodamente dal proprio divano quello che accadeva fra un gruppo di persone: assistere alla nascita di un’amore, di un’amicizia, fino ad arrivare agli scontri furiosi, ai litigi, ai tradimenti!
Spiando l’amore degli altri
Appassionarsi dunque all’esistenza di un’altro e fuggire dalla propria per un’attimo! Non c’è niente che susciti più curiosità dell’Amore. Spiare l’amore altrui è anche il tentativo di analizzarlo, coglierne l’essenza e semplificarne la complessità. L’amore è ciò che più ci mette a confronto con le nostre mancanze, si vuole dare all’altro cio che non si ha!
Un percorso quotidiano
Si ama quando chi abbiamo davanti non si riduce solo ad un’ideale in una conferma di ciò che vorremmo che lui fosse e ciò che vorremmo essere noi. Uno specchio destinato a crollare nel momento in cui l’altro non incarna più il nostro ideale. L’amore vero è incontro, novità, sorpresa. E’ qualcosa che ci lega all’altro forse per affinità elettive, ma come scelta che si rinnova spesso con fatica, giorno dopo giorno!
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F**k Off, se non ti offendi
Mamme e papà… fate respirare i vostri figli!
Genitori con voglia di essere presenti, iperprotettivi o tentativo di sentirsi all’altezza della situazione? Quest’anno gli esami di maturità hanno scatenato un’ondata di polemiche, ma anche una doverosa riflessione comportamentale sul ruolo di genitore.
Accompagnato/a dai genitori
L’ultima tendenza è presentarsi all’esame con mamma e papà, che non mi sembra proprio essere un meccanismo che porta ad una serena maturazione. I genitori con un ruolo importantissimo nella preparazione alla maturità, nella condivisione della difficoltà e della gioia di aver terminato un ciclo educativo che consegna i ragazzi al futuro delle responsabilità, al centro del dibattito: “ come essere genitori ai giorni nostri”!
La vita in diretta
Francamente, io non riuscirei ad immaginare mio padre e mia madre accompagnarmi alla maturità agitando un mazzolino di fiori! Invece oggi la società punta alla non distinzione fra vita reale, privata, vita online! Tutto è di pubblico dominio. Il punto fondamentale non sono i genitori che amano troppo, i social o i videogiochi, ma un mondo di adulti che escludono i figli e vogliono mettersi al centro della situazione.
Partecipazione, intimità e misura nelle cose
Ai ragazzi non importa nulla, quello che conta veramente e’l’essenza più intima della condivisione con chi li ama, anche nella separazione, rafforzati nella convinzione che la partecipazione più viva e la commozione, possono e devono esistere anche nella riservatezza della propria intimità. Ed ecco la mia risposta! NO, non accompagnerò Giorgia agli orali della maturità.
Si brucia sempre tutto prima del tempo…
I genitori non staranno esagerando? E’ giusto anticipare i riti di festeggiamento che hanno sempre accompagnato la festa di laurea all’esame di maturità? Anticipare tutto, rischia di diventare il vero problema. Oggi i figli fanno feste per i 18 anni che sono più sfarzose di un matrimonio e i genitori sempre lì a controllare e togliere lo spazio, proprio mentre la vita ci chiede di fare loro spazio, chiavi in mano! Invece le chiavi continuiamo a tenerle in mano noi!
F**k Off, se non ti offendi
Giorgia e Elly, stili di opposte fazioni
Come sappiamo i comizi in politica sono importantissimi come gli outfit per la comunicazione visiva. Abiti “casti”, femminili e molto chiari per essere visti anche dalle ultime file quelli di Giorgia Meloni, giacche evidenti e jeans per parlare alla folla quelli della Schlein leader del “popolo “.
Look differenti
I look di entrambe rispecchiano perfettamente infatti i loro ruoli di partito. La Meloni sportiva padrona di casa per Fratelli D’Italia. La Schlein radical chic in “sandali” all’opposto! I loro faccia a faccia in parlamento con idee diametralmente opposte si sono fatti sentire sin da subito, così come i loro outfit e anche nelle ospitate TV entrambi hanno sempre optato per look estremamente differenti.
Rigore ed informalità a confronto
Giorgia Meloni emblema della femminilità che non è un’opinione con tailleur mannish total black e tacchi a spillo, Elly Schlein sempre informale nei suoi jeans e blazer grigio aperto con camicie in fantasia. Se la felicità fosse un colore, sarebbe molto sgargiante per entrambe! Ed ecco come i dettagli fanno la differenza, Giorgia Meloni non rinuncia mai a orecchini e bracciali, la Schlein non porta gioielli, tranne un bracciale giallo con un messaggio politico forte e chiaro, che inneggia alla verità per Giulio Regeni.
Griffe ed armocromia
Giorgia Meloni Presidente del consiglio, sempre coerente, nel faro dell’eleganza indiscussa con il suo tailleur Chanel per incontrare il Presidente francese, oppure Giorgio Armani per tutte le altre occasioni. Mentre la Schlein, che affermava tempo fa di essersi affidata ad una armocromista per scegliere lo stile che più le si addice, hanno diviso l’opinione pubblica. Ricoprendo un ruolo molto importante di governo all’opposizione che dovrebbe rappresentare la classe operaia e che invece, secondo alcuni, incarnerebbe più le fantasie radical chic rispetto ai veri valori del proletariato!
Il colore al potere
Fuori discussione è un aspetto: ogni politico da destra a sinistra, ha sempre utilizzato l’abbigliamento ma, soprattutto, i colori per attrarre l’attenzione dell’elettorato, come simboli che rimandano ad un determinato partito. Per il resto, d’altronde, rimane sempre e solo una questione di stile!
F**k Off, se non ti offendi
Fake News: dalle radici analogiche alla viralità sui social
Cari Amici, oggi sento il bisogno di parlarvi di un tema che mi preoccupa sempre di più e che, giorno dopo giorno, si sta lentamente ma inesorabilmente trasformando in un fenomeno sociale preoccupante: quello delle fake news. Viviamo in un’era in cui l’informazione è alla portata di tutti, ma proprio per questo motivo, la veridicità delle notizie che ci raggiungono è spesso messa in discussione.
Le fake news non sono solo semplici falsità. Rappresentano un pericolo per la nostra società, minando la fiducia nelle istituzioni, creando divisioni e distorcendo la realtà. Il loro impatto può essere devastante, alimentando timori spesso infondati e influenzando negativamente le nostre scelte quotidiane.
In questo nostro spazio condiviso, mi piacerebbe poter riflettere insieme su questo fenomeno, esplorandone le origini, le conseguenze e le possibili soluzioni. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un impegno collettivo possiamo sperare di contrastare efficacemente la diffusione delle fake news e proteggere la nostra società da questa minaccia insidiosa.
L’era delle fake news analogiche
Le fake news non sono un fenomeno nuovo. Prima dell’avvento dell’era digitale, le notizie false venivano diffuse attraverso mezzi analogici come giornali, riviste e radio. Questi canali avevano un controllo editoriale che, sebbene imperfetto, poteva filtrare una parte delle informazioni non verificate. Tuttavia, la manipolazione delle notizie era comunque possibile, spesso utilizzata come strumento di propaganda politica e sociale.
Strumento di manipolazione di massa
Ad esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale, la propaganda radiofonica veniva usata per demoralizzare il nemico e manipolare l’opinione pubblica. Anche i giornali, a volte, pubblicavano storie sensazionalistiche per aumentare le vendite, senza una verifica rigorosa delle fonti. Le notizie false potevano viaggiare velocemente attraverso il passaparola e i mezzi di comunicazione tradizionali, ma la loro diffusione era relativamente limitata rispetto agli standard odierni.
L’evoluzione digitale delle “bufale”
Con l’avvento di Internet e dei primi siti web negli anni ’90, le fake news trovarono nuovi canali per diffondersi. La mancanza di regolamentazione e la facilità di pubblicazione sul web permisero la proliferazione di siti di notizie false e teorie del complotto. I blog e i forum online divennero piattaforme dove informazioni non verificate potevano essere condivise e discusse senza un controllo editoriale rigoroso.
Difficile districarsi
Durante questo periodo, i motori di ricerca e i portali di notizie cominciarono a raccogliere e diffondere queste informazioni, spesso senza distinguere tra fonti affidabili e non. Questo contribuì a creare un ambiente in cui le fake news potevano diffondersi più velocemente e raggiungere un pubblico più ampio, rispetto ai canali analogici.
L’esplosione sui social media
L’avvento dei social ha trasformato radicalmente il panorama delle fake news. Piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram hanno reso possibile a chiunque diventare creatore e distributore di contenuti, portando a una diffusione incontrollata di informazioni errate
I social media utilizzano algoritmi che favoriscono i contenuti più coinvolgenti, spesso privilegiando notizie sensazionalistiche rispetto a quelle accurate. Questo crea un terreno fertile per le fake news, che possono diventare virali rapidamente, raggiungendo milioni di persone in poche ore. Inoltre, la natura interattiva dei social media permette agli utenti di condividere, commentare e reagire alle notizie, amplificando ulteriormente la loro diffusione.
Un danno concreto per l’informazione
Le fake news sui social media possono avere conseguenze significative. Durante le elezioni, possono influenzare l’opinione pubblica e alterare i risultati. In situazioni di crisi, come pandemie o disastri naturali, possono diffondere informazioni errate che mettono a rischio la salute e la sicurezza pubblica. La facilità con cui le notizie false possono essere create e distribuite, rende difficile il compito di verificare e smentire rapidamente queste informazioni.
Una battaglia anche governativa
La lotta contro le fake news è complessa e richiede uno sforzo congiunto da parte di governi, aziende tecnologiche, media e pure da parte di tutti i cittadini. Le piattaforme di social media stanno adottando nuove tecnologie basate sul’ intelligenza artificiale per identificare e rimuovere le notizie false. Allo stesso tempo, stanno promuovendo la “cultura mediatica” per aiutare gli utenti a distinguere tra informazioni verificate e fake news. I governi stanno introducendo leggi e regolamenti per responsabilizzare le piattaforme di social media e prevenire la diffusione di notizie false. Le organizzazioni giornalistiche stanno rafforzando i loro processi di verifica delle fonti e collaborando con fact-checkers indipendenti per smentire le notizie false in modo tempestivo.
Concludendo…
Le fake news, dalle radici analogiche alla propagazione sui social media, rappresentano una sfida crescente nella società moderna. La velocità e la portata con cui le notizie false possono diffondersi oggi sono senza precedenti. Affrontare questo fenomeno richiede una combinazione di tecnologie avanzate, regolamentazioni efficaci e un’educazione critica dell’opinione pubblica. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà possibile ridurre l’impatto delle fake news e preservare la verità nell’era digitale. Fatemi sapere cosa ne pensate, scrivendomi a simona@simonatagli.tv
Baci grandi
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