Moda e modi
Primavera, stagione perfetta per (ri)trovare il respiro con lo yoga
Dopo mesi passati chiusi in ambienti riscaldati e routine statiche, la primavera diventa il momento ideale per riscoprire lo yoga. Non per modellare il corpo, ma per liberarlo. E per rimettere ordine nei pensieri. Bastano un tappetino, un’ora al giorno e la voglia di ascoltarsi davvero.

La primavera non è solo una stagione: è un invito.
A scrollarsi di dosso il torpore invernale, a riaprire le finestre, a respirare più a fondo. E il corpo, che è sempre più saggio della testa, lo sa prima di noi. Ci chiede spazio. Movimento. Ritmo. Ed è qui che entra in gioco lo yoga, non come moda passeggera, ma come rito gentile per rientrare in contatto con sé.
Dimenticate le posizioni acrobatiche da social o le stanze perfettamente illuminate in cui tutto sembra perfetto. Lo yoga primaverile è un’altra cosa. È stirarsi lentamente al mattino come fanno i gatti. È riaprire il torace dopo mesi chiusi su un computer. È riprendere possesso del respiro — e con lui del tempo, delle priorità, del presente.
La primavera è il periodo ideale per (ri)cominciare. Non serve essere flessibili. Non serve saper stare sulla testa. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e l’idea che il corpo non sia un nemico da domare ma un alleato da ascoltare. E magari anche l’umiltà di fare dieci minuti al giorno, se è tutto ciò che si ha. Perché anche dieci minuti, ogni giorno, fanno la differenza.
Le sequenze migliori per questa stagione? Quelle che sbloccano il respiro e riattivano la colonna. Il saluto al sole, tanto per cominciare, ma anche le torsioni leggere, i piegamenti in avanti, le aperture del cuore. Non servono ore. Servono costanza e sincerità.
A chi dice che non ha tempo, lo yoga risponde che non è il tempo a mancare, ma la priorità. E in primavera, quando tutto esplode di linfa e di voglia di nuovo, può essere il momento perfetto per rimettersi in centro. Non per cambiare, ma per tornare a casa.
I benefici? I soliti — che però smettono di essere “soliti” quando li vivi. Migliora il sonno, si riduce la tensione muscolare, si calma il sistema nervoso, si respira meglio. E poi si scopre che, più del fisico tonico, è bello svegliarsi con la schiena che non fa male e la mente che non urla.
La primavera fa il suo mestiere: fiorisce. Noi possiamo fare il nostro: respirare, distenderci, scioglierci un po’. Senza pretese, ma con presenza. Che poi è il vero miracolo dello yoga.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Benessere
Dalla camomilla al velo di olio: i segreti della nonna per preparare la pelle al sole (senza sembrare una braciola abbrustolita)
Altro che spray miracolosi e filtri da astronauta: per preparare la pelle al sole servono pazienza, costanza e quei piccoli gesti tramandati di generazione in generazione. Dal succo di carota al bagno d’avena, passando per scrub allo zucchero e oli lenitivi: i consigli di nonna tornano protagonisti, proprio quando ne abbiamo più bisogno.

C’è un momento preciso in cui capisci che la primavera ha vinto. Non è la fioritura degli alberi, né il cambio armadio. È quando ti viene voglia di stenderti al sole — magari sul terrazzo, magari ancora con i jeans — e senti la pelle pizzicare come se si stesse svegliando. Ecco, quello è il segnale. Il corpo chiede luce, ma pretende preparazione. E se la crema spf 50 è d’obbligo, prima ancora serve un gesto più antico, più delicato: prendersi cura della pelle con la saggezza di chi il sole lo rispettava, lo temeva, e lo aspettava tutto l’inverno.
Uno scrub fatto in casa (che funziona davvero)
Prima regola: mai esporsi se la pelle è ancora in “modalità coperta”. Troppo secca, opaca, ispessita. Per rinnovarla, basta un cucchiaio di zucchero (meglio se di canna), un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone. Massaggiare con dolcezza sotto la doccia, a pelle umida. Risciacquare senza strofinare. Il risultato? Morbidezza immediata e una sensazione di freschezza che batte qualsiasi esfoliante da profumeria.
Carota, l’abbronzatura comincia a tavola
Nonna lo diceva sempre: “Vuoi il colore? Mangia le carote!”. E aveva ragione. Il betacarotene stimola la produzione di melanina e aiuta la pelle a difendersi dai raggi UV. Via libera anche a albicocche, mango, zucca e spinaci. Un’insalata al giorno, e il colorito arriva (senza scottarsi).
Bagno d’avena per le pelli sensibili
Se al primo sole la pelle reagisce con rossori e pruriti, niente panico. Un rimedio naturale e antichissimo è il bagno d’avena: basta avvolgere due cucchiai di fiocchi in una garza e lasciarli in infusione nell’acqua tiepida della vasca. Effetto calmante garantito, come una carezza.
Camomilla e tè verde: tonici low cost
Dimenticate i tonici al collagene da 60 euro. Dopo la pulizia del viso, un dischetto imbevuto di infuso freddo di camomilla o tè verde fa miracoli: lenisce, rinfresca e prepara la pelle alla crema protettiva. Se aggiungete qualche goccia di aceto di mele, aiutate anche il pH naturale.
L’olio della sera
Di giorno protezione, ma la sera? Olio. Non quello per friggere, ovviamente. Un velo d’olio di mandorle dolci o argan sulle gambe, dopo la doccia, è il passaggio finale per nutrire in profondità e rendere la pelle più resistente. Massaggiato bene, tonifica anche.
Protezione sempre, anche se “è solo aprile”
Ultimo consiglio, il più importante. Non è mai troppo presto per la protezione solare. Anche con il sole velato, anche in città. Il fattore non deve essere un optional: SPF 30 è il minimo sindacale se si sta fuori più di un’ora. E no, non vale dire “tanto mi scotto solo la prima volta”: la pelle ha memoria, e i danni si sommano.
Il sole, quando lo rispetti, ti ringrazia
C’era una generazione che prendeva il sole con l’olio Johnson’s, sì. Ma c’era anche chi metteva cappelli di paglia larghi come ombrelli e preparava decotti di malva per sfiammare le guance arrossate. Oggi abbiamo mille prodotti, mille filtri, mille promesse in tubo. Ma il segreto per convivere bene con il sole è sempre lo stesso: ascoltare il corpo, nutrire la pelle, e cominciare prima che sia troppo tardi.
Che poi, come diceva nonna: “Il sole è come il vino: buono in piccoli sorsi, ma se esageri ti fa girare la testa”.
Moda e modi
Il risveglio dell’anima: perché la primavera fa bene anche alla mente
L’arrivo della primavera migliora l’umore, riduce lo stress e ci spinge a riprendere contatto con noi stessi e con il mondo. Una rinascita silenziosa che la scienza conferma.

C’è qualcosa di magico nell’aria quando arriva la primavera. Lo sentiamo sulla pelle, negli occhi che si socchiudono al primo sole tiepido, nei respiri che si fanno più profondi mentre l’odore dei fiori invade le strade. Ma non è solo una suggestione romantica: la primavera ha effetti reali e misurabili anche sulla nostra mente. È una vera e propria stagione del benessere interiore.
Il primo cambiamento parte dalla luce. Con le giornate che si allungano, aumenta la produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”. Non è un caso se molti psicologi parlano di “effetto primavera” per descrivere quel senso di leggerezza, energia e voglia di fare che ci invade dopo i mesi bui dell’inverno. Il nostro orologio biologico, messo a dura prova dal freddo e dalla mancanza di luce, torna a girare al ritmo giusto. E il buonumore non tarda ad arrivare.
Anche il nostro corpo si risveglia. Le temperature più miti ci spingono naturalmente a muoverci di più: una passeggiata al parco, una corsa leggera, perfino il semplice atto di prendere il sole su una panchina diventano piccoli gesti di cura che influiscono sul nostro equilibrio psicologico. Il movimento stimola la produzione di endorfine, altre alleate preziose del nostro benessere, capaci di combattere ansia, stress e persino forme leggere di depressione.
Non è solo una questione chimica, però. La primavera ci invita a guardare fuori, a riallacciare i legami con il mondo esterno dopo i mesi di chiusura domestica. Rivedere amici, partecipare ad attività all’aperto, vivere la città che si risveglia sono tutte esperienze che nutrono la mente. Ci ricordano che la vita è movimento, relazione, scambio.
E poi c’è il potere terapeutico dei colori. Psicologi e cromoterapeuti concordano: il verde dei prati, il giallo dei narcisi, il rosa dei ciliegi in fiore non sono solo belli da vedere, ma parlano direttamente al nostro inconscio. Il verde rilassa e riequilibra, il giallo stimola l’ottimismo, il rosa infonde tenerezza e serenità. Un tripudio visivo che agisce senza che ce ne rendiamo conto, riportando armonia laddove l’inverno aveva lasciato stanchezza e malinconia.
La primavera è anche il momento ideale per ripensare a se stessi. Non a caso, molti iniziano percorsi di crescita personale, fissano nuovi obiettivi o si concedono una pausa rigenerante proprio in questa stagione. È come se, insieme ai germogli, spuntassero anche i nostri desideri più autentici, quelli che durante l’inverno avevamo lasciato sopiti sotto il gelo delle preoccupazioni quotidiane.
Persino la scienza, da tempo, ha dato ragione a questa sensazione collettiva. Studi pubblicati su riviste di psicologia e medicina dimostrano che l’esposizione alla luce naturale, tipica della primavera, può ridurre del 50% i sintomi della depressione stagionale e migliorare significativamente la qualità del sonno, l’energia e la capacità di concentrazione.
Certo, non tutto avviene per magia. Chi si porta dietro ansie profonde o stress cronici non guarirà semplicemente uscendo in giardino. Ma la primavera offre una cornice perfetta per iniziare a prendersi cura di sé: un invito gentile, ma potente, a cambiare passo.
Quindi sì, la primavera è molto più di una stagione: è una rinascita anche dell’anima. Non resta che aprire le finestre, lasciarsi attraversare dalla brezza tiepida, e ricordare a noi stessi che la bellezza — quella vera, che cura — spesso inizia da una semplice carezza di sole.
Moda e modi
Quando la primavera ti illude e poi piove: il meteo dell’anima
Si chiama malumore meteorologico e no, non è una scusa. Dopo mesi di grigio, speravi nella svolta, nel sole tiepido e nei maglioni dimenticati nell’armadio. E invece: pioggia, vento, umidità e una voglia crescente di urlare al cielo “Ma che ti ho fatto?”.

C’è un tipo di delusione che non trovi nei libri di psicologia spicciola. Non ha a che fare con relazioni tossiche, né con il fallimento professionale. È più sottile, ma non meno fastidiosa: si chiama “malumore da primavera mancata”, ed è quella sensazione di stanchezza, irritazione e senso di tradimento che provi quando aprile ti aveva promesso il sole… e invece ti svegli con un cielo color cartoncino bagnato.
È la delusione di chi aveva già preparato le sneakers bianche, aveva scelto il trench “quello giusto” e aveva persino osato una ceretta di troppo. Perché sì, la primavera è anche una questione di pelle nuda e di aria che profuma di gelsomino. Ma basta una perturbazione, un fronte atlantico che decide di fare una sosta imprevista, e tutto crolla: torna la coperta sul divano, l’umore sotto le scarpe e il cappotto che pensavi di aver detto addio fino a novembre.
Non è solo il meteo: è il senso di ingiustizia cosmica che ti prende mentre guardi le previsioni e vedi pioggia per giorni, dopo che hai resistito a sei mesi di buio e freddo con la sola speranza che, prima o poi, sarebbe arrivato quel momento in cui ti svegli e dici: “Ecco, è primavera”. E invece no.
E allora ti incupisci. Non hai voglia di uscire, né di sorridere. Ti prende un’irritazione passiva-aggressiva verso chiunque ti dica “ma serve per la natura”. Lo sai che serve. Ma adesso serviva anche un po’ di luce, un maglione in meno, un pomeriggio a camminare senza ombrello, un cielo da fissare e sentirsi migliori.
In fondo, il meteo è lo specchio dell’umore collettivo. E se ci metti anche le allergie, le mezze stagioni che non esistono e le giornate che sembrano schizofreniche – 8 gradi al mattino, 22 a pranzo, e vento a tradimento al tramonto – capisci perché la gente si sveglia arrabbiata con la vita.
La primavera, quando si fa attendere troppo o si presenta con il muso lungo, è come quella persona che ami da sempre e che finalmente arriva al vostro appuntamento… ma dimentica di dirti che in realtà oggi non può restare.
E allora ci resti male, eccome. Anche se lo sapevi. Anche se in fondo, ogni anno, è sempre la stessa storia.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera10 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202410 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello8 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello8 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip11 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Moda e modi9 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez