Cronaca
Calo dei tassi, un sollievo per le famiglie
Il calo dei tassi di interesse sta portando benefici significativi alle famiglie italiane, con notevoli risparmi su mutui e prestiti. Le prospettive di ulteriori riduzioni dei tassi di interesse promettono di alleviare ulteriormente il carico finanziario, favorendo una crescita economica sostenibile e il recupero del potere d’acquisto. Le decisioni imminenti della Bce saranno cruciali per consolidare questa tendenza positiva.
Il calo dei tassi di interesse sta portando notevoli risparmi per le famiglie italiane. Anche se la Bce non ha ancora ridotto i tassi ufficiali, il mercato del credito ha già iniziato a incorporare le attese di ribasso, anticipando la decisione attesa per il 6 giugno. Uno studio della Fabi evidenzia che il costo dei prestiti è già sceso dai picchi del 2023, con significativi risparmi su mutui, prestiti auto e acquisti a rate.
Risparmi su mutui e prestiti
La riduzione dei tassi di interesse ha avuto un impatto positivo sui mutui. Per un immobile del valore di 200.000 euro con mutuo a 25 anni, i risparmi ammontano a 54.000 euro, con una rata mensile ridotta di 180 euro. Una gran bella boccata d’aria per le famiglie. Il tasso medio sui mutui è sceso infatti al 3,69%, rispetto a oltre il 5% del 2023. Anche i mutui a tasso variabile, seppur con una riduzione meno marcata, attualmente mostrano tassi medi del 3,67%.
Anche i tassi sul credito al consumo sono diminuiti
Per l’acquisto di un’auto da 25.000 euro a rate, con finanziamento a 10 anni, per esempio, il costo totale è sceso a 38.835 euro, rispetto ai 48.961 euro del 2023, risparmiando 10.126 euro. Tutti interessi. L’acquisto di una lavatrice da 750 euro a rate comporta un risparmio di 144 euro, con un costo totale di 962 euro.
Sui tassi inversione di tendenza, ora si naviga verso una riduzione
Secondo Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, le banche hanno capito che era arrivato il momento di alleviare le difficoltà economiche di famiglie e imprese. Sebbene non si tornerà ai tassi zero, si prevede una riduzione del costo del denaro nei prossimi 18-24 mesi, con l’obiettivo di raggiungere un tasso di circa il 2%.
Cosa significa per la nostra economia reale
Il centro studi Unimpresa prevede che il taglio dei tassi atteso che effettuerà la Bce presumibilmente il 6 giugno contribuirà a spingere l’accelerazione del Pil italiano, che dovrebbe crescere tra l’1,2% e l’1,3% nel 2025. La crescita economica sarà favorita dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie, dalla ripresa del commercio mondiale e dall’aumento della spesa finanziata dal Pnrr.
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Storie vere
RistOrobie l’osteria tutta al femminile dove riscoprire i sapori di montagna
RistOrobie, osteria di montagna premiata da Slow Food con la Chiocciola, propone una visione più briosa e contemporanea della cucina tradizionale montanara.
E’ situata ai Piani dell’Avaro in Alta Val Brembana, in provincia di Bergamo, e rappresenta una perla della cucina di montagna gestita completamente da donne. Si chiama Osteria RistOrobie, ed è stata premiata da Slow Food con la Chiocciola. E come mai? Fondamentalmente perché questo ristorante familiare sa offrire una visione contemporanea di alta qualità della cucina tradizionale alpina lombarda. La gestione di questo locale incastonato nell’Alta Val Brembana è affidata a Paola Rovelli e Miriam Gozzi, che vent’anni fa hanno trasformato un rifugio alpino in un ristorante, portando avanti una cucina in sinergia con la natura circostante.
Tutto in famiglia a selezionare e servire il meglio della produzione locale
RistOrobie si distingue dai numerosi punti di ristoro disponibili anche nella stessa zona per l’attenta valorizzazione dei prodotti locali. Un esempio? I formaggi DOP della zona (Taleggio, Agrì di Valtorta, Stracchino all’antica e Formai de Mut) e la selvaggina, ottenuta da fonti tracciabili grazie all’adesione al progetto “Selvatici e buoni“. Le figlie di Paola, Sara e Claudia, che si sono arruolate nella gestione, hanno apportato un tocco innovativo alla proposta culinaria, introducendo, per esempio, una carta dei vini con un’ampia selezione di etichette bergamasche e valtellinesi.
Andare per Erbe per offrire sempre il meglio del territorio
Il locale abbraccia anche la tradizione del foraging. Il termina significa “Andare per Erbe” ovvero raccogliere cibo selvatico, una passione antica e tradizionale che ha conquistato anche i grandi chef e che sposa il concetto di sostenibilità nel piatto. L cucina di RistOrobie, infatti, utilizza erbe locali come parùc, ortica e tarassaco, protagoniste di piatti innovativi come la maionese all’Achillea. Provare per credere.
Storie vere
Baristi detective a Roma: il Twins bar e i mille casi risolti alla stazione Termini
Omicidio alla stazione Termini di Roma: parlano i baristi detective che in 30 anni hanno risolto più di mille casi. Il loro segreto? Clienti schedati e telecamere ovunque.
I fratelli Massimiliano e Gianluca Bagordo gestiscono il Twins bar da oltre 30 anni. Oltre a servire caffè, il loro locale è diventato un punto di riferimento per la sicurezza grazie al loro innovativo sistema di sorveglianza e alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine.
Indagini possibili grazie alle telecamere ad alta definizione
“Abbiamo contribuito a risolvere quasi mille casi tra risse, rapine ed episodi gravi,” raccontano. Uno degli ultimi casi seguito dai due detective baristi riguarda l’omicidio del 28enne Jarol Bernaola, accoltellato dal connazionale Sergio Siguas Nunez con l’aiuto di un complice. “Le nostre telecamere ad alta definizione hanno ripreso tutta la scena, dall’accoltellamento alla fuga dell’assassino, permettendo di risolvere il caso in poche ore.”
Più che un bar il Twins sembra un club super esclusivo
Il segreto del Twins bar sta nella sua rigorosa sicurezza. Dopo le 22, chiunque voglia entrare deve tesserarsi, lasciare i propri documenti e depositare eventuali zaini in guardaroba. Questa politica, concordata con l’ex prefetto di Roma Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno, permette di tenere sotto controllo chi frequenta il locale e prevenire furti e borseggi. “In tanti anni ne abbiamo viste di tutti i colori,” spiegano i due fratelli Bogardo. Tra gli episodi più curiosi, raccontano di una ragazza derubata dal fidanzato sotto i loro occhi, o del figlio che ha rubato il portafoglio alla madre. Cose dell’altro mondo…
Un tentativo di ristabilire l’ordine nel quartiere
Il loro approccio alla sicurezza non è solo dettato dalla scelta di tutelare il locale, ma anche per cercare di migliorare una zona – quella della Stazione Termini – ormai invasa da gang e criminalità. Via Giolitti, nei pressi della stazione, è considerata fuori controllo, con rapinatori, borseggiatori e spacciatori che si aggirano continuamente. “Abbiamo scelto di rinunciare ai guadagni facili e selezionare la nostra clientela. Il 90% delle persone sa che non deve fare sciocchezze, e per quel 10% che ci prova, le telecamere risolvono subito la situazione.”
Occhio vigile a disposizione delle forze di Polizia
Nel corso degli anni, i Bagordo sono stati coinvolti in numerosi casi, come l’accoltellamento dello chef Luca Battisti o l’aggressione a bastonate di una donna mentre aspettava l’autobus. Grazie alla loro sorveglianza, il Twins bar è diventato così un pilastro per la sicurezza della zona, in collaborazione con le forze dell’ordine.
Politica
Processo Open Arms: chiesti sei anni per Salvini sotto accusa per aver negato i diritti dei naufraghi
Matteo Salvini avrebbe abusato del suo ruolo di ministro per ostacolare lo sbarco di 147 migranti, ignorando i diritti umani fondamentali e cercando un guadagno politico a scapito delle vite in mare.
Il processo Open Arms che vede imputato Matteo Salvini si è trasformato in un atto d’accusa contro un ex ministro che, secondo la procura, ha sfruttato la sua posizione per perseguire fini politici, calpestando i diritti umani. Sei anni la richiesta dei pm per sequestro di persona. Le scelte di Salvini durante l’estate del 2019, quando negò l’accesso a un porto sicuro per 147 migranti soccorsi dalla nave Open Arms, non sarebbero state motivate dalla difesa dei confini, bensì dal desiderio di consolidare il proprio consenso politico, anche a costo di violare leggi internazionali e diritti fondamentali.
L’accusa: abuso di potere per fini politici
«Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare», ha esordito la procuratrice aggiunta Marzia Sabella, che non ha esitato a definire le azioni di Salvini un abuso di potere volto a ottenere un ritorno politico. Secondo l’accusa, l’ex ministro avrebbe scavalcato ogni principio di umanità e ogni norma internazionale per ergersi a difensore della sovranità nazionale, ignorando deliberatamente il diritto dei migranti a essere soccorsi e messi in salvo.
Una scelta politica mascherata da atto amministrativo
La requisitoria della procura di Palermo è stata chiara: le decisioni di Salvini non furono un atto di governo, ma una scelta personale, un’iniziativa che andava oltre la linea politica ufficiale dell’esecutivo Conte 1. L’azione dell’ex ministro, sostenuta solo in parte dal governo, è stata descritta come una mossa calcolata per rafforzare la propria immagine pubblica a scapito dei diritti umani. «Il ministro Salvini ha fatto prevalere l’obiettivo della redistribuzione dei migranti sulla salvaguardia dei loro diritti umani», ha sottolineato Sabella, ricordando come anche il premier di allora, Giuseppe Conte, avesse sconfessato queste iniziative.
Un muro contro la vita umana
Nell’estate del 2019, Salvini non si limitò a negare un porto sicuro alla nave della Ong spagnola: eresse un vero e proprio muro nel Canale di Sicilia, lasciando in balia del mare 147 persone, tra cui minori, in una condizione precaria. La procura non usa mezzi termini, parlando di «illegittima privazione della libertà personale» perpetrata ai danni di questi migranti, costretti a rimanere a bordo della nave per giorni, fino all’intervento della procura di Agrigento che ne ordinò lo sbarco.
La difesa dei confini come strumento di propaganda
La difesa di Salvini, guidata dall’avvocata Giulia Bongiorno, cerca di spostare l’attenzione su una presunta linea politica condivisa dal governo, ma l’accusa rimane ferma: quella di Salvini fu una scelta deliberata, volta a fare propaganda politica sulla pelle di esseri umani disperati. Il pm Geri Ferrara ha evidenziato come la decisione di non concedere il “place of safety” (Pos) non fosse giustificata da alcuna reale preoccupazione per la sicurezza nazionale, ma fosse piuttosto un tentativo di alimentare il consenso elettorale, sfruttando la paura e l’insicurezza diffuse nel Paese.
La responsabilità del ministro
Salvini ha invocato la difesa dei confini come scusa per le sue azioni, ma la procura ha demolito questa linea difensiva, sottolineando che «i diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini». L’ex ministro, secondo l’accusa, ha manipolato la situazione per apparire come un baluardo contro l’immigrazione clandestina, ignorando deliberatamente le convenzioni internazionali che impongono agli Stati l’obbligo di soccorso in mare. «Salvini ha trasformato una questione umanitaria in un’opportunità per alimentare la sua retorica politica», ha accusato Ferrara.
Un processo che va oltre la politica
Il processo a Palermo non è semplicemente un confronto tra linee politiche, ma un giudizio su come un ministro abbia sfruttato il suo potere per ottenere un vantaggio personale a spese dei diritti umani. «La competenza di concedere un porto sicuro era di Salvini», ha ribadito la procura, e la sua decisione di non farlo, pur di mantenere il sostegno popolare, lo pone ora di fronte a un’accusa gravissima: quella di aver anteposto la propaganda politica alla vita di esseri umani in pericolo.
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