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Cronaca

“Come Erode con il Battista”: l’affondo del cardinale Battaglia contro i potenti ai funerali di Francesco

Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, invita i leader presenti alle esequie a non dimenticare il vero messaggio di Francesco: “Ascoltate il pianto delle madri, il grido dei poveri. Se non vi basta il Vangelo, lasciatevi inquietare almeno dalla vostra coscienza”.

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    Un pastore con l’odore delle pecore. Un vento buono che ha spalancato le finestre della Chiesa. Ma, soprattutto, un uomo innamorato di Cristo e del sogno evangelico di una Chiesa povera per i poveri. Così Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli e ultimo cardinale creato da Francesco, ha voluto ricordare il Pontefice scomparso.

    Sessantadue anni, calabrese, prete di strada più che di salotto, don Mimmo – come ancora si fa chiamare – ha tracciato un ritratto vibrante di Francesco, denunciando però anche le ipocrisie che rischiano di svuotarne l’eredità: «Il rischio – ha detto – è quello di beatificarlo a parole per dimenticarlo nei fatti».

    Mentre piazza San Pietro si riempiva dei leader politici e religiosi di mezzo mondo, Battaglia ha evocato un’immagine durissima: «È la dinamica di Erode con il Battista: lo ascoltava, lo accoglieva… e poi faceva il contrario di quanto Giovanni predicava».

    E se potesse rivolgersi direttamente ai “nuovi Erode”, il cardinale direbbe: «Ascoltate il pianto delle madri, il silenzio dei morti, il grido dei poveri. E se non vi basta il Vangelo, lasciatevi inquietare almeno dalla vostra umanità, dalla vostra coscienza».

    Non è solo al mondo secolare che Battaglia rivolge il suo monito. Anche all’interno della Chiesa, ha ricordato, Francesco ha incontrato opposizioni: «Ha aperto processi, non imposto formule. Le sue riforme non erano politiche, ma evangeliche: voleva una Chiesa più utile al Regno, più vicina agli uomini».

    Alla vigilia del suo primo Conclave, don Mimmo varca quella soglia con spirito di servizio: «Con una grande responsabilità e con fiducia. Lo Spirito soffia, il Vangelo continua a sorprenderci». Se potesse chiedere tre doni per il futuro Papa? «Profezia, per osare il Vangelo. Tenerezza, per stare accanto ai piccoli. Libertà, per ascoltare il futuro».

    Guardando ai rischi che incombono oggi sulla Chiesa, Battaglia indica l’ossessione dei numeri, l’ansia da popolarità che scivola nella logica social: «Il Vangelo non conta i presenti, cerca gli assenti. Non chiede efficacia, chiede fedeltà».

    E avverte anche contro il potere: non solo quello palese, ma anche quello camuffato da buone intenzioni. «Il vero potere cristiano è la debolezza che serve, l’amore disarmato. Il rischio è farsi sedurre dal potere per “fare il bene”, ma parlando il suo linguaggio».

    Infine, la metafora che sintetizza tutto: le scarpe consumate di Francesco. «Se non usciamo, se non ci compromettiamo, il Vangelo resta un libro da sacrestia. E noi, semplicemente, diventiamo funzionari del sacro invece che compagni di strada.»

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      Storie vere

      Chiede la metà dei soldi spesi per il caffè consumato al primo appuntamento! Che tristezza…

      Dopo il primo appuntamento capiscono che la relazione non può funzionare. Lei ringrazia con comprensione. Lui le chiede la restituzione dei soldi che ha speso per la consumazione.

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        Cara Emily, dolcissima 29enne di Sydney, se tu sapessi quanti soldi noi maschietti abbiamo ‘investito’ per fare la corte alle nostre ragazze non ti scandalizzeresti così tanto… In fondo, pur essendo un gesto da biasimare, più per educazione e ‘cavalleria’ che per tirchieria – almeno vogliamo sperare – il ragazzo che hai incontrato è stato pragmatico. Magari sono mesi o anni che esce con ragazze come te e ogni volta gli tocca pagare di tasca propria. E un caffè oggi e un hot dog domani i soldi se ne vanno. Certo non è stato un gesto cortese da parte sua. E d’altra parte anche per te è stato utile per capire con chi avresti avuto a che fare se dopo il primo appuntamento si fosse accesa la scintilla dell’amore. Che amore vuoi vivere con un uomo che ogni volta che ti invita fuori a cena si porta il pallottoliere…?

        Il primo appuntamento? Non si scorda mai…

        Di sicuro Emily ha vissuto un dopo primo appuntamento in modo sgradevole. Anche perché lei era stata molto corretta. Ha comunicato in maniere gentile all’uomo di non essere interessata a proseguire la conoscenza. Ma si è trovata di fronte a una richiesta inaspettata e decisamente inusuale: la restituzione dei soldi che l’uomo aveva speso per il caffè.

        … nel breve attimo di una transazione commerciale

        La vicenda, condivisa su TikTok, ha attirato l’attenzione degli utenti, indignati per il comportamento dell’uomo. Dopo aver passato del tempo insieme e aver constatato l’assenza di una connessione, Emily ha ritenuto corretto informare l’uomo della sua decisione, preferendo una comunicazione diretta al posto del ghosting. Educata e cortese. Ma l’uomo, invece di accettare la situazione in silenzio l’ha messa sul pratico. Ha risposto con la richiesta della restituzione dei soldi, giustificandosi con l’esiguo importo speso per il caffè. Sei dollari in totale, tre dollari a testa! Eh andiamo…

        No non ti pago! Il rischio dei corteggiatori è sempre molto alto…

        La reazione di Emily è stata ferma e decisa. Ha rifiutato categoricamente di pagare, sottolineando come sia inaudito chiedere i soldi a qualcuno dopo un primo appuntamento. L’uomo, a sua volta, ha cercato di giustificare il suo comportamento, ma la sua insistenza ha solo peggiorato la situazione.

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          Italia

          Ubriaco al volante? Il passeggero ora rischia di perdere parte del risarcimento

          La sentenza 21896/2025, nata dal ricorso dei familiari di una vittima a cui era stato ridotto l’indennizzo del 30%, cambia lo scenario: chi accetta di viaggiare con un autista ubriaco si assume parte della colpa. Un principio che ridefinisce responsabilità e risarcimenti

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            Non sarà più possibile cavarsela con un “non ero io al volante”. Con la pronuncia 21896/2025 la Cassazione ha chiarito che anche il passeggero può vedersi ridurre il risarcimento se era consapevole che l’autista fosse ubriaco. Una decisione che introduce il concetto di corresponsabilità: chi accetta di correre un rischio evidente non potrà pretendere un indennizzo pieno.

            Il caso riguarda i familiari di un uomo deceduto in un incidente. In appello l’indennizzo era stato ridotto del 30% perché la vittima sapeva delle condizioni del conducente. I parenti contestavano, sostenendo che il concorso di colpa si applica solo in caso di “cooperazione attiva”. Ma la Suprema Corte ha ribaltato l’argomento: il concorso di colpa comprende anche chi, pur senza agire, sceglie consapevolmente di esporsi al pericolo.

            Il riferimento è all’articolo 1227 del Codice civile, letto alla luce dell’articolo 2 della Costituzione. Tradotto: la solidarietà sociale e la responsabilità personale valgono anche quando si sceglie di salire in macchina con chi ha bevuto troppo. Il passeggero mantiene il diritto al risarcimento, ma questo potrà essere ridotto in misura proporzionale alla sua colpa.

            Non si tratta di una novità assoluta. Già nel 2019, nel 2020 e nel 2024 la Cassazione aveva ampliato la nozione di “cooperazione colposa”, includendo chi viaggia senza cinture o accetta di farsi trasportare da un conducente privo di patente. La nuova sentenza ribadisce la linea: chi ignora le regole di prudenza non può scaricare tutto sulle spalle dell’autista.

            Il nodo resta quello della prova: per ridurre il risarcimento occorre dimostrare che il passeggero fosse davvero consapevole dello stato del conducente. Non basteranno sospetti o congetture. Ma una volta accertata la consapevolezza, la corresponsabilità diventa automatica.

            Sul piano sociale, la decisione introduce un messaggio netto: la prevenzione non riguarda solo chi guida, ma anche chi accetta di farsi trasportare. L’idea di “mettersi al sicuro” affidandosi a un amico alticcio non regge più. Per la Cassazione è una scelta che comporta conseguenze legali.

            Un monito che pesa come un deterrente. Perché, da oggi, chi sale accanto a un autista ubriaco non è più soltanto una vittima inconsapevole. È qualcuno che ha scelto di correre un rischio. E la legge gli chiederà conto di quella scelta.

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              Mondo

              Sudditi in apprensione per Re Carlo: il sovrano interrompe le cure e partono i preparativi per il funerale.

              Carlo interrompe momentaneamente le cure contro il cancro, mentre nel Regno Unito cresce l’apprensione. I preparativi per il funerale sono già in corso, ma il sovrano si sente pronto a tornare ai suoi impegni ufficiali.

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                Nelle ultime settimane, la notizia della sospensione delle cure contro il cancro per Re Carlo ha sollevato non poche preoccupazioni nel Regno Unito. Il sovrano, che aveva annunciato la sua malattia tempo fa, ha momentaneamente interrotto il trattamento medico, scatenando voci su una possibile imminente fase terminale.

                Nonostante i timori, fonti vicine alla Famiglia Reale rassicurano che questa pausa sia una decisione positiva. Re Carlo, infatti, si prepara a partire per un viaggio ufficiale di dieci giorni in Australia, con partenza fissata per il 18 ottobre. Questo segnale potrebbe indicare che le sue condizioni non siano così gravi come si temeva inizialmente.

                Parallelamente, è stato confermato l’avvio dei preparativi per il funerale di Stato, una prassi tradizionale che viene attivata anche quando la salute del sovrano non è necessariamente critica. L’operazione Menai Bridge, il nome in codice per i piani legati al funerale di Re Carlo, prosegue senza sosta, come richiesto dal protocollo reale, e ha destato non poche reazioni nei media britannici.

                Il Regno Unito resta comunque in apprensione, e la notizia che il Re si senta abbastanza in forma da sospendere le cure per adempiere ai suoi impegni ufficiali è stata accolta con sollievo. Tuttavia, resta il clima di incertezza: l’annuncio del proseguimento dell’operazione Menai Bridge ricorda ai sudditi che, nonostante l’ottimismo, il sovrano potrebbe essere più fragile di quanto non sembri.

                Tra le figure istituzionali, il sindaco di Londra e altri leader politici hanno espresso i loro auguri al sovrano, auspicando una ripresa stabile e duratura delle sue funzioni, sottolineando quanto la sua presenza e guida siano ancora fondamentali per il Regno Unito.

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