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Cronaca

Con 2mila miliardi di dollari Google entra tra le trillion-dollar companies

Con quasi 20 milioni di dollari incassati ogni ora nei primi 3 mesi del 2024 il colosso delle ricerche online Google entra ufficialmente a fare parte nel ristretto club delle trillion-dollar companies.

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    Con quasi 20 milioni di dollari incassati ogni ora nei primi 3 mesi del 2024 il colosso delle ricerche online Google entra ufficialmente a fare parte nel ristretto club delle trillion-dollar companies. Con 2000 miliardi di capitalizzazione. Al ristretto club oltre ad Alphabet, la compagnia che controlla Google, fanno parte anche Amazon, Meta, Nvidia e Microsoft.
    Il colosso di Mountain View ora che è entrato nel gotha ci vuole restare. Insegue Microsoft (che sta a 3 trillion), Apple (2,6 trillion) e Nvidia (2,2 trillion). Amazon e Meta sono ferme rispettivamente a 1,8 e 1,1 trillion.

    Di trillion in trillion

    Si tratta di un traguardo importante per Alphabet. Soprattutto adesso, dopo 18 mesi complessi, in cui la società era stata accusata di avere perso il treno dell’AI ed era sembrata rincorrere OpenAI. Evidentemente non era così. E le cifre lo confermano.
    In questo periodo, Google ha accelerato sull’uso delle IA in molta parte dei suoi prodotti. Ma non ha dimenticato quello che è il cuore del suo business e la fonte principale della sua forza e ricchezza. Ovvero la ricerca online e la pubblicità. Ed è infatti da lì che arrivano i soldi veri, quelli che le hanno permesso di spiccare il volo.

    Facciamo due conticini

    Ci sono 80 miliardi di dollari di entrate e addirittura 25,5 miliardi di dollari di utile operativo nel primo quadrimestre del 2024. Un dato questo che non rappresenta solo il 15% in più di entrate anno su anno, ma anche il 14% di profitto in più rispetto al quarto trimestre dello scorso anno. Ovvero il trimestre delle festività, quando le entrate dalla ricerca e dagli inserzionisti sono solitamente ai massimi. E gli azionisti gongolano. L’azienda infatti ha distribuito il primo dividendo della sua storia (non l’aveva mai fatto prima) e ha avviato un piano di riacquisto di sue azioni per 70 miliardi di dollari.

    Insomma la ricerca online paga e… subito

    Nel primo trimestre 2024, le entrate derivanti dalla ricerca e dalla pubblicità sono aumentate (ognuna) del 14% anno su anno. Quelle dagli annunci su YouTube sono cresciuti di quasi il 21% (ce ne siamo accorti purtroppo anche noi spettatori). Non solo. La voce Abbonamenti, Piattaforme e Dispositivi, dice l’azienda, è salita di un altro 18%, grazie a YouTube Premium. Con la pubblicità in tre mesi Google ha incassato oltre 46 miliardi di dollari. Come scritto sopra: circa 20 milioni di dollari di entrate ogni ora.

    E l’Intelligenza artificiale? Può attendere

    È vero Google propone agli inserzionisti alcuni strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale ma lo sta facendo piano piano. Non vuole rischiare di danneggiare la fonte principale degli incassi. Dicono: “Vogliamo essere prudenti, concentrandoci sulle aree in cui l’IA generativa può migliorare l’esperienza di ricerca, dando priorità al traffico verso i siti e verso chi vende i suoi prodotti“. E sembrerebbe proprio che abbiano ragione.

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      Cronaca

      Maltempo in Lombardia, donna muore colpita da un albero: grandine e nubifragi su Milano e provincia

      A Robecchetto con Induno la prima vittima del maltempo: una donna di 63 anni è stata travolta da un albero mentre tornava da una passeggiata. Feriti i due amici che erano con lei. Intanto Milano è stata colpita da un nubifragio improvviso, con grandine e cielo nero. Supercelle in formazione su gran parte della regione.

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        È morta così, sotto un albero abbattuto dal vento, mentre rientrava da una passeggiata nel verde con due amici. La vittima del violento fronte temporalesco che ha travolto la Lombardia si chiamava Maria Teresa, aveva 63 anni ed era residente a San Vittore Olona. A Robecchetto con Induno, in provincia di Milano, la tempesta l’ha sorpresa in un tratto di bosco: un albero si è spezzato e l’ha colpita in pieno, uccidendola sul colpo. I due compagni che erano con lei, un uomo e una donna, sono rimasti feriti. Lei è stata portata in elicottero al Sant’Anna di Como, lui all’ospedale di Legnano.

        La morte di Maria Teresa è la prima vittima accertata di questa nuova ondata di maltempo che, secondo gli esperti, potrebbe essere solo all’inizio. Il fronte di instabilità sceso dal Nord Europa ha portato nel tardo pomeriggio di ieri un nubifragio improvviso su Milano e gran parte della Lombardia. Un quarto d’ora di pioggia torrenziale, raffiche di vento fortissime e grandine hanno trasformato il capoluogo in una distesa allagata e paralizzata. I vigili del fuoco hanno ricevuto decine di chiamate in pochi minuti. Allerta meteo prorogata almeno fino a lunedì.

        Il rischio più grande riguarda la formazione delle cosiddette “supercelle”: colossi atmosferici che possono svilupparsi fino a 12 chilometri di altezza e che contengono un mesociclone, ovvero una zona di bassa pressione interna in grado di generare trombe d’aria, forti grandinate e precipitazioni estreme. A preoccupare sono anche i livelli dei fiumi, che in alcune aree stanno crescendo in modo anomalo.

        A Como la pioggia non ha dato tregua per ore. A Bergamo, Brescia e nel Varesotto si registrano danni a tetti, alberi e linee elettriche. Le temperature sono crollate di quasi dieci gradi in poche ore, segnando un’inversione brusca rispetto alla calura record dei giorni scorsi.

        Il cambiamento climatico ha accelerato l’estremizzazione degli eventi atmosferici, e ogni nuova perturbazione sembra più violenta della precedente. La Lombardia, ancora una volta, si trova in prima linea. E il maltempo non ha ancora finito di colpire.

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          Cose dell'altro mondo

          Sesso, fruste e hostess: equipaggio British Airways finisce per errore in un motel a luci rosse a Milano

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            Letti bondage, orgie in corso e sex worker alla porta: dodici membri dell’equipaggio della British Airways si sono ritrovati intrappolati in un motel a ore a luci rosse di Milano, per un errore che pare uscito da una sceneggiatura comica ma che ha avuto conseguenze serissime. Lo staff, scambiando il sobrio Mo.om Hotel con il vicino Mo.om Motel, ha mandato piloti e hostess dritti dritti in una versione lombarda di “50 sfumature di grigio”.

            Una notte da incubo (erotico)

            La vicenda è stata raccontata dal tabloid The Sun, che ha riportato le dichiarazioni di una fonte interna alla compagnia: “L’equipaggio si è ritrovato circondato da gabbie, imbracature, specchi sui soffitti e rumori… difficili da descrivere”. Il personale, esausto dopo il volo, ha cercato di dormire invano: a tenerli svegli, una rumorosa orgia non stop e l’arredamento più sadomaso che hot.

            Sex toys e “fluidi sospetti”

            Non solo bondage e gemiti: lo staff avrebbe segnalato anche presunti giri di prostituzione e droga all’interno dell’hotel, con sex worker visibili sin dall’ingresso e pronti a offrire i loro servizi… proprio ai dipendenti della compagnia. Alcuni avrebbero anche trovato “fluidi sospetti” in stanza. Il commento? “Da far rabbrividire”.

            Nessuno ha chiuso occhio

            Il danno non è stato solo all’immagine: molti membri dell’equipaggio non sono stati in grado di operare sui voli del giorno successivo. Un errore, certo, ma non a costo zero. E la compagnia si è affrettata a rispondere. In una nota ufficiale, un portavoce ha confermato l’accaduto: “Un numero ristretto di membri dell’equipaggio è stato alloggiato in camere d’albergo non approvate. Stiamo indagando per evitare che succeda ancora”.

            Le vasche a forma di… vagina

            Il dettaglio più discusso resta però l’arredamento: oltre agli specchi strategici e alle imbracature in pelle, alcune camere del Motel Mo.om sono dotate di una vasca idromassaggio a forma anatomica esplicita. Un dettaglio impossibile da ignorare. E anche da dimenticare.

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              Mondo

              Elon Musk lancia l’idea dell’“America Party”: così può fregare Trump e aiutare i Democratici

              Il sogno di Elon Musk non è solo spaziale: ora punta alla politica. E nel giorno del 4 luglio, la festa dell’Indipendenza americana, ha pubblicato su X un sondaggio destinato a far discutere: “Dovremmo creare il partito dell’America?” La proposta è quella di un terzo soggetto politico, indipendente, capace di spaccare il sistema bipartitico USA e diventare ago della bilancia alle prossime elezioni. Una provocazione? Forse. Ma anche una strategia. E Grok, la sua intelligenza artificiale, ha già fatto i conti

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                Il post di Musk ha totalizzato in poche ore oltre 30 milioni di visualizzazioni e più di 45 mila commenti. Ma non è una sparata a caso: risponde infatti a chi gli chiedeva che impatto potrebbe avere un “America Party” alle elezioni di medio termine del 2026 o, peggio per Trump, alle presidenziali del 2028.

                Musk ha una sua teoria molto chiara: non serve conquistare tutto, basta colpire bene. «Concentrarsi su 2 o 3 seggi chiave al Senato e 8-10 collegi alla Camera – ha spiegato – sarebbe sufficiente per diventare decisivi sulle leggi più controverse. Con i margini attuali, ogni voto conta».

                Grok analizza: “Basta il 5% per cambiare tutto”

                A elaborare la visione è Grok, il sistema IA integrato su X e creato proprio da Musk. Secondo Grok, un partito alternativo potrebbe ottenere tra il 5 e il 10% in diversi Stati incerti come Pennsylvania, Georgia, Wisconsin, Nevada, Michigan e Arizona. Abbastanza per spezzare l’asse repubblicano e, paradossalmente, favorire i Democratici. Esattamente come accadde con Ross Perot nel 1992, che tolse voti a Bush padre e spianò la strada a Clinton.

                Nel suo report, Grok sottolinea: “Il successo dipenderà dall’accesso alle schede elettorali e dai finanziamenti”. E sui soldi Musk non ha problemi: con il suo patrimonio personale può autofinanziare una campagna nazionale e, soprattutto, controllare direttamente la piattaforma di comunicazione più efficace: X.

                Il vero rischio per Trump

                La mossa è di quelle che potrebbero tagliare le gambe al tycoon. Perché anche un 7-8% di voti in meno in alcuni Stati chiave potrebbe fare la differenza nel Collegio Elettorale. E se Trump si ritrovasse beffato da Musk, non sarebbe solo uno smacco politico, ma personale. La guerra dei miliardari, insomma, è appena cominciata. E questa volta non si combatte su Marte, ma nei seggi americani.

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