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Cronaca

Federica Sciarelli condannata per diffamazione: “Chi l’ha visto?” sotto accusa per il caso Galioto

Il tribunale di Roma ha stabilito una condanna per diffamazione nei confronti di Federica Sciarelli e Claudia Aldi per le dichiarazioni fatte nella puntata del 26 giugno 2019, in cui Galioto veniva ingiustamente accusato.

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    Federica Sciarelli, storica conduttrice della trasmissione Chi l’ha visto?, e Claudia Aldi, autrice del programma e attualmente al Tg1, sono state condannate dal giudice della V sezione penale del tribunale di Roma per diffamazione nei confronti di Massimo Galioto. Galioto era stato imputato nel processo per l’omicidio dello studente americano Beau Solomon, trovato morto nel Tevere, ma fu assolto sia in primo che in secondo grado.

    La condanna fa riferimento a una puntata di Chi l’ha visto? andata in onda il 26 giugno 2019, durante la quale Federica Sciarelli introdusse il programma esprimendo perplessità sull’assoluzione di Galioto, affermando che dai video si vedeva chiaramente chi aveva spinto Solomon in acqua. Nella stessa puntata, Claudia Aldi trasmise un’intercettazione ambientale, accompagnata da sottotitoli e commenti, che veniva presentata come una presunta ammissione di colpevolezza da parte di Galioto.

    Il tribunale ha condannato le imputate a una multa di 700 euro ciascuna, oltre alla rifusione delle spese processuali sostenute da Galioto, assistito dall’avvocato Michele Vincelli. Le due dovranno inoltre risarcire i danni subiti da Galioto, la cui entità sarà stabilita in sede civile. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

    La vicenda ha riacceso il dibattito sul ruolo delle trasmissioni televisive che, come Chi l’ha visto?, spesso si avventurano in “processi paralleli” sui media, alimentando tesi colpevoliste che non sempre corrispondono alle risultanze processuali. Questo tipo di approccio, secondo i critici, contribuisce a creare un clima di odio e a trasformare persone in “mostri mediatici” da sbattere in prima pagina, favorendo il proliferare di attacchi sui social media.

      Mondo

      Trump in missione a Detroit… per insultare Detroit! La gaffe che fa discutere nel Michigan

      La battaglia per la Casa Bianca si fa sempre più accesa, ma Trump inciampa in una dichiarazione contro Detroit. Le reazioni politiche non si fanno attendere, con il sindaco e la governatrice del Michigan pronti a rispondere colpo su colpo.

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        Donald Trump non smette mai di far parlare di sé e stavolta il suo bersaglio è stata proprio la città che lo ospitava: Detroit. Durante un discorso tenuto all’Economic Club, in un contesto cruciale come quello dell’industria automobilistica, il tycoon ha lanciato una stoccata che ha lasciato a bocca aperta molti dei presenti: “Se Kamala Harris diventerà presidente, l’intero Paese finirà per essere come Detroit. Avrete un disastro tra le mani”. Una dichiarazione pesante che ha sollevato un’ondata di critiche da parte delle autorità locali.

        Inizialmente, Trump sembrava voler fare retromarcia, descrivendo la città come “in via di sviluppo”. Tuttavia, il danno era ormai fatto, e le sue parole non sono passate inosservate. Il sindaco di Detroit, Mike Duggan, ha risposto immediatamente, definendo il commento “un insulto gratuito” e sostenendo che molte città dovrebbero seguire l’esempio di Detroit, che ha saputo rialzarsi senza l’aiuto di Trump. Anche la governatrice democratica del Michigan, Gretchen Whitmer, ha risposto su X (precedentemente noto come Twitter), assicurando che “gli abitanti di Detroit non dimenticheranno queste parole a novembre”.

        Nel frattempo, a Pittsburgh, Barack Obama ha ripreso a martellare il suo ex rivale, non risparmiando colpi ironici e sarcasmo. “Trump è come Fidel Castro”, ha affermato l’ex presidente democratico, “farfuglia per ore e fa discorsi sconclusionati”. Obama ha continuato il suo attacco ironizzando sulla presunta incapacità del miliardario di svolgere compiti comuni, come cambiare la gomma di un’auto, e ha scherzato sulla sua tendenza a lamentarsi per anni delle elezioni. Tuttavia, non ha perso l’occasione per parlare seriamente della questione economica: “La sua economia sembrava buona solo perché era la mia”, ha detto Obama, sottolineando che un ritorno di Trump al potere significherebbe “mettere le mani nelle tasche degli americani”.

        L’incontro tra Obama e Trump attraverso le loro dichiarazioni ha acceso ulteriormente il clima pre-elettorale. Da un lato, Trump continua a promettere misure estreme, tra cui la pena di morte per gli immigrati illegali che uccidono cittadini americani e l’applicazione di una vecchia legge del 1798 per espellere gli stranieri irregolari. Dall’altro, Obama ha cercato di galvanizzare l’elettorato democratico, esortando a votare Kamala Harris e dipingendo Trump come un pericolo per la democrazia americana.

        La battaglia verbale tra i due ex presidenti e le risposte dei leader locali come Duggan e Whitmer sono solo l’ultimo esempio di come la corsa alla Casa Bianca stia diventando sempre più tesa, con ogni commento che potrebbe rivelarsi decisivo nelle urne. Detroit, uno dei principali centri industriali del Michigan, stato chiave per la vittoria presidenziale, è diventata così il nuovo campo di battaglia simbolico tra i due colossi della politica americana.

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          Storie vere

          Lisa ce l’ha fatta: da randagio a poliziotto a quattro zampe di Reggio Calabria

          Lisa è stata abbandonata sul ciglio della strada, salvata e portata in canile. Quindi è stata adottata dalla Polizia di Reggio Calabria e oggi partecipa alle attività e agli eventi istituzionali.

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            Chi è Lisa? Fino al 2022 è stata una cagnolina meticcia abbandonata e trovata alla fine di un capodanno da incubo. La sua nuova vita è iniziata grazie all’intervento della Polizia di Stato di Reggio Calabria. All’inizio, appena ritrovata era stata soccorsa e accolta dai volontari dell’associazione “Dacci una Zampa Onlus“, che gestiscono il canile municipale sotto amministrazione giudiziaria. Poi è stata adottata dal Questore della città e da qualche mese fa parte a tutti gli effetti del gruppo cinofili della polizia. Partecipando agli eventi istituzionali e ai progetti dedicati alle scuole, Lisa è diventata in poco tempo simbolo di amore, riscatto e sensibilizzazione contro l’abbandono e il commercio illegale di animali. Ma le storie di riscatto canino sono infinite. Grazie al cielo.

            Max, da canile a unità cinofila anti-droga

            Max, pastore tedesco grigione di 2 anni è entrato a far parte del comando di Polizia locale dell’Unione Montana del Bassanese. Assieme a Leonardo, il suo conduttore, fa coppia fissa tra le strade del Bassanese. Addestrato a riconoscere cannabinoidi e cocaina è in grado di scovare anche eroina ed ecstasy. Nel primo fine settimana di lavoro il cane antidroga, ha mostrato le proprie doti riuscendo a scovare della marijuana nascosta nella bancarella di un ambulante e nelle tasche di un minorenne.

            Kira, salvata e diventata mascotte dei vigili del fuoco

            Nel 2023, Kira, una femmina di labrador abbandonata in un rifugio di Bari, è stata adottata dal corpo dei vigili del fuoco della città. Dopo un addestramento base, Kira è diventata la mascotte ufficiale del dipartimento. Oggi partecipa alle esercitazioni di soccorso, oltre a essere presente durante le dimostrazioni nelle scuole e agli eventi di sensibilizzazione.

            Lucky, il cane randagio che ora salva vite

            Nel 2022, Lucky, un meticcio randagio ritrovato nelle campagne vicino a Napoli, è stato addestrato come cane da soccorso dopo essere stato adottato dai volontari della Protezione Civile. Grazie al suo fiuto eccezionale, Lucky è stato inserito nelle squadre di ricerca e soccorso e ha contribuito a ritrovare persone disperse in diverse operazioni in tutta la Campania. La sua storia è diventata un esempio di come i cani abbandonati possano trasformarsi in risorse inestimabili per la comunità.

            Sensibilizzazione e adozione: un messaggio per tutti

            Le storie di Lisa, Max, Kira e Lucky evidenziano non solo il potenziale dei cani salvati dai rifugi, ma anche l’importanza di scegliere l’adozione come atto di amore e responsabilità. Oltre a contribuire alla lotta contro l’abbandono e il commercio illegale di animali, l’adozione salva vite, sia quelle degli animali che, in casi come quelli sopra, delle persone che loro aiutano grazie al loro coraggio e dedizione.

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              Politica

              Meloni superstar: quasi mezzo milione di euro grazie ai suoi libri, altro che solo politica!

              I redditi dei parlamentari italiani del 2024 sono pubblicati online: la presidente del Consiglio vede un significativo aumento dei suoi guadagni, alimentato dai successi editoriali. La differenza con gli altri leader politici è notevole, e non mancano le sorprese.

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                I redditi dei parlamentari per il 2024 sono finalmente online, e le cifre che emergono hanno già fatto parlare. Chi domina questa classifica è niente meno che Giorgia Meloni, che ha visto i suoi guadagni esplodere in un solo anno, passando da 293.531 a ben 459.460 euro. La premier non ha guadagnato solo con la sua indennità parlamentare, ma soprattutto grazie ai suoi bestseller: “Io sono Giorgia” e “La versione di Giorgia”, scritto in collaborazione con Alessandro Sallusti. Entrambi i libri hanno fatto centro, con le loro tirature capaci di portare cifre da capogiro, e con Meloni che incassa a tutto spiano grazie al gruppo Mondadori, quello di proprietà berlusconiana. Ironia della sorte? Può darsi, ma di certo non dispiace a Giorgia.

                Mentre lei può brindare ai suoi successi editoriali, c’è qualcuno che invece potrebbe guardarla con un pizzico di invidia. Chi? Matteo Salvini, ovviamente. Il vicepremier leghista dichiara un reddito di lavoro di “soli” 99.699 euro, invariato rispetto all’anno scorso. Forse c’è poco da sorprendersi, dato che Salvini non ha (ancora) pubblicato nessun libro capace di generare valanghe di vendite. In più, ha deciso di liberarsi delle azioni che aveva detenuto in A2A, Acea Spa ed Enel, per evitare polemiche, lasciandosi comunque qualche soldino da parte per le spese di ristrutturazione e misure antisismiche che gli hanno fruttato 1.346 euro di detrazioni.

                Quello che manca all’appello, almeno per ora, è Antonio Tajani, il secondo vicepremier e attuale ministro degli Esteri, che non ha ancora presentato la sua dichiarazione. Ma non preoccupatevi, c’è tempo. Anche perché la pubblicazione dei redditi dei parlamentari è un evento che si rinnova ogni anno, come un rituale dove si contano i soldi più che i voti.

                Tra i grandi leader di partito, invece, c’è chi rimane immutato. Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico, dichiara gli stessi 98.471 euro del 2023, il che la posiziona ben lontana dalle vette di Meloni. Non va meglio a Nicola Fratoianni, il leader di Sinistra Italiana, che si ferma a circa 99 mila euro, senza variazioni rispetto all’anno precedente.

                Nel cosiddetto “campo largo” troviamo anche Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, con circa 101 mila euro. Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle, come anche Matteo Renzi e Carlo Calenda, non hanno ancora consegnato i loro documenti. Anche loro avranno di che fare i conti, sia con il fisco sia con i loro elettori.

                Insomma, mentre Giorgia si gode il successo editoriale e il denaro che ne deriva, molti altri colleghi restano ancorati a stipendi più “umani”. Chissà, magari la politica italiana potrebbe vedere un’ondata di nuove autobiografie, con qualche politico pronto a lanciarsi nel mondo letterario. In fin dei conti, sembra che i libri paghino più della politica.

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