Italia
In arrivo un risarcimento milionario per il presunto innocente Alberto Stasi
Se la revisione del processo confermasse l’errore giudiziario, l’ex studente di Garlasco potrebbe ottenere un indennizzo senza limiti, tenendo conto dei danni morali e materiali.

E se Alberto Stasi fosse davvero innocente? Ha trascorso quasi dieci anni dietro le sbarre, con una condanna a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. Ma ora? Con le nuove indagini sull’ex amico di famiglia Andrea Sempio, l’ipotesi di una revisione del processo potrebbe cambiare la storia giudiziaria di Stasi. Se venisse dichiarato innocente, non si tratterebbe solo di un ribaltamento clamoroso della sentenza. Ci sarebbe di mezzo anche di una richiesta di risarcimento che potrebbe raggiungere cifre milionarie.
Quanto potrebbe chiedere Stasi?
Se la Corte d’Appello di Brescia decidesse di riaprire il caso, Stasi potrebbe puntare al riconoscimento dell’errore giudiziario, che permette un risarcimento illimitato, considerando non solo la detenzione ingiusta, ma anche i danni morali, biologici e di immagine.Il calcolo standard per ogni giorno di carcere ingiusto è di 235,82 euro, ma per chi ottiene un riconoscimento di errore giudiziario, questa cifra non ha un tetto massimo. Considerando che Stasi è in carcere dal 2015, già la somma base potrebbe superare 800 mila euro. Ma il vero risarcimento andrebbe ben oltre. Dovrebbero essere ricalcolati i danni psicologici, il peso sociale di una condanna che ha marchiato irrimediabilmente la sua vita. E i risarcimenti già versati alla famiglia Poggi e persino le spese legali per la revisione del processo.
Il valore di una vita sottratta
L’avvocata cassazionista Irma Conti sottolinea come in questi casi il risarcimento più importante non sia quello economico, ma la restituzione della vita e della libertà al condannato. Per Stasi, una dichiarazione di innocenza significherebbe ricominciare da zero, ma con anni di reputazione compromessa, opportunità lavorative cancellate e una storia giudiziaria che nessun risarcimento può davvero cancellare. Se l’inchiesta sulla nuova pista di Andrea Sempio dovesse portare alla revisione del processo, potrebbe aprirsi uno dei casi di errore giudiziario più rilevanti degli ultimi anni, con conseguenze sia legali che sociali. Ma la domanda è: quanta giustizia può restituire un risarcimento quando la vita di un uomo è stata stravolta per sempre?
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Italia
“Quanti palestinesi devono ancora morire?” L’urlo civile di Nanni Moretti scuote il web
Con un post su Instagram, il regista romano Nanni Moretti rompe il silenzio sul conflitto a Gaza e si scaglia contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Tra like, polemiche e dibattiti accesi, l’attore si conferma voce critica e impegnata del panorama culturale italiano. In un’epoca dominata dalla disinformazione e dal rumore di fondo, il suo gesto appare tanto semplice quanto potente. Con una sola frase, lancia un messaggio diretto a uno dei leader più controversi dello scenario internazionale e riporta l’attenzione su un dramma che riguarda tutti.

“Ma quanti palestinesi devono ancora morire perché tu sia soddisfatto e finalmente la smetta?” – è con queste parole che il regista Nanni Moretti ha scelto di intervenire pubblicamente sul drammatico conflitto in corso a Gaza. Lo ha fatto attraverso un post su Instagram, accompagnato dalla foto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, a cui ha rivolto direttamente la domanda retorica e tagliente. Non una semplice opinione, ma un preciso atto politico e profondamente umano. Un grido, quello di Moretti, che vuole scuotere le coscienze, rompere l’indifferenza e richiamare l’urgenza di un cessate il fuoco.
Un cuore fragile, ma un impegno saldo
Il post arriva a pochi mesi da un episodio delicato per il regista, reduce da un intervento al cuore dopo un infarto. Eppure, l’energia con cui Moretti torna al centro del dibattito pubblico dimostra che la sua passione civile e il suo senso di responsabilità verso il mondo non sono minimamente scalfiti. Sempre attento ai temi sociali, il regista de Il caimano e La stanza del figlio si conferma tra gli artisti italiani più compattivi e politicamente attivi, in linea con un passato segnato dal sostegno ai girotondi, alle battaglie per la legalità, e alle mobilitazioni contro l’indifferenza collettiva.
Reazioni e polemiche: il post divide il pubblico
Il messaggio ha immediatamente raccolto centinaia di reazioni, tra cui molti messaggi di apprezzamento da parte di follower che hanno ringraziato Moretti per il suo coraggio. Ma, come prevedibile, non sono mancate le critiche. Alcuni utenti hanno accusato il regista di semplificare una questione complessa, altri di prendere posizione in modo sbilanciato. I commenti al post si sono presto trasformati in un vero campo di battaglia digitale, dove si sono confrontate opinioni opposte, spesso con toni accesi, ma anche riflessioni importanti sull’etica, la politica e il diritto internazionale.
L’artista che non tace
Nanni Moretti ha sempre rifiutato l’etichetta di “intellettuale distante”. Le sue opere e le sue dichiarazioni pubbliche parlano spesso di giustizia sociale, empatia e coscienza civile. In un panorama culturale dove spesso le voci artistiche restano in silenzio per paura di esporsi, Moretti continua a esercitare il suo ruolo di coscienza critica del Paese.
Italia
Lutto per la famiglia Maduli: si è spenta Lisa Liberata Susanna, nonna dell’editore del nostro network
La comunità di Vibo Valentia si stringe attorno alla famiglia Maduli per la scomparsa della signora Lisa Liberata Susanna, madre e nonna esemplare, venuta a mancare all’età di 97 anni.

Una donna che ha rappresentato un punto di riferimento per tutti coloro che l’hanno conosciuta, distinguendosi per la sua profonda umanità, la dedizione alla famiglia e l’instancabile generosità. Residente nella zona Carmine di Vibo, era stimata e benvoluta da tutta la cittadinanza.
Unitasi in matrimonio giovanissima – a soli 16 anni – ha dedicato l’intera esistenza alla cura dei suoi sei figli e dell’intera famiglia, incarnando i valori della rettitudine, dell’amore incondizionato e del sacrificio silenzioso. Chi le è stato vicino la ricorda come una donna d’altri tempi, capace di trasmettere con l’esempio la forza dell’onestà e la dignità del vivere semplice.
La signora Lisa si è spenta circondata dall’affetto dei suoi cari, lasciando una traccia indelebile nei cuori dei familiari e di chi ha avuto il privilegio di conoscerla. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 16:00, nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Vibo Valentia.
In questo momento di lutto, LACityMag, insieme alle redazioni e a tutto il personale del network, si unisce con affetto al lutto che ha colpito l’editore Domenico Maduli e la sua famiglia, esprimendo le più sentite condoglianze per la perdita della cara nonna Lisa Liberata Susanna.
Italia
La fabbrica che batte il tempo: la Fonderia Marinelli, in attività da oltre 1000 anni
Da prima delle crociate fino ai giorni nostri, la storica fonderia di campane di Agnone continua a suonare la sua tradizione.

Se pensate che la longevità aziendale sia un fenomeno recente, vi sorprenderà sapere che esiste un’impresa che ha attraversato dieci secoli di storia. Ha sopravvissuto a guerre, rivoluzioni e trasformazioni industriali. Nel cuore del Molise, ad Agnone (provincia di Isernia), si trova la Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, la più antica azienda italiana e una delle più longeve al mondo. Fondata nel 1040, questa impresa familiare non ha mai smesso di produrre campane con tecniche medievali tramandate da generazione a generazione. Nel museo della fonderia si trova una campana risalente al 1339, una prova concreta di una storia che ha attraversato i secoli, dal Medioevo ai giorni nostri. Nonostante le innovazioni tecnologiche, il bronzo viene ancora fuso e lavorato con maestria, senza che nessuna macchina moderna riesca a sostituire la sapienza delle mani esperte degli artigiani.
Le altre eccellenze italiane
Se la Fonderia Marinelli è la più antica, l’Italia vanta altre imprese che hanno saputo conservare la propria identità e il proprio saper fare nel tempo. Tra le eccellenze italiane, spicca la Barone Ricasoli, fondata nel 1141. Nel cuore della Toscana, questa azienda vinicola è legata al Castello di Brolio, e ha attraversato quasi nove secoli di produzione, mantenendo sempre una posizione di rilievo nel settore del Chianti. Nel mondo del vetro artistico, invece, il primato va alla Barovier & Toso, attiva dal 1295 a Murano. Questa storica vetreria ha creato alcune delle murrine più pregiate e riconoscibili, con pezzi esposti nei musei di tutto il mondo. Altre realtà di lunga data includono la gioielleria Torrini, fondata nel 1369 a Firenze, e la Marchesi Antinori, che opera nel settore vinicolo dal 1385, con una tradizione familiare che si è tramandata per 26 generazioni.
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