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Italia

Santanchè, nuovo fallimento: liquidazione giudiziale per Ki Group Holding e 1,4 milioni di debiti

Dopo Bioera e Ki Group srl, la stessa sorte tocca a Ki Group Holding spa, azienda del gruppo “bio” un tempo guidato da Daniela Santanchè e dal suo ex Canio Mazzaro. Il tribunale parla di “insolvenza conclamata” e di “definitiva incapacità” a onorare i debiti. Nomina di un curatore e indagini in corso.

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    Nuovi guai giudiziari per la galassia imprenditoriale che fu di Daniela Santanchè. Il tribunale di Milano ha infatti dichiarato la liquidazione giudiziale – il vecchio “fallimento” – per Ki Group Holding spa, un’altra delle società del gruppo “bio” un tempo sotto la guida della ministra del Turismo e dell’ex compagno Canio Mazzaro. A stabilirlo un collegio di giudici composto da Laura De Simone, Luisa Vasile e Francesco Pipicelli.

    Non c’è soluzione

    Nell’atto di otto pagine, i giudici spiegano che la società non ha presentato “alcuno strumento di regolazione della crisi né il ricorso per omologa dell’accordo di ristrutturazione dei debiti”. In altre parole, nessuna via d’uscita. E la situazione appare chiara: “l’impresa si trova concretamente in stato di insolvenza”, con “ingenti debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro, sorti a partire da ottobre 2020”, scrivono i magistrati.

    I creditori si mettono in fila

    Il tribunale parla di “definitiva incapacità dell’impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni” e di “assenza di credito da terzi e mezzi finanziari propri” per soddisfare i debiti. Da qui la decisione di nominare un curatore, Marco Garegnani, e ordinare al debitore di depositare entro tre giorni tutta la documentazione fiscale e contabile, oltre all’elenco dei creditori.

    Se ne riparla il prossimo ottobre

    Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 ottobre, con l’udienza per l’esame dello stato passivo. La liquidazione di Ki Group Holding arriva dopo analoghi provvedimenti che, già nei mesi scorsi, hanno colpito altre società del gruppo: nel gennaio 2024 Ki Group srl e, a dicembre, Bioera spa.

    Indagata per bancarotta

    Intanto la posizione di Daniela Santanchè – già a processo per falso in bilancio e imputata per truffa legata al crac di Visibilia – torna sotto la lente della Procura di Milano. Già dopo il fallimento di Ki Group la senatrice di Fratelli d’Italia risultava indagata per bancarotta. E ora, con il crac di Bioera e Ki Group Holding, è probabile che le indagini vengano unificate in un unico fascicolo. A occuparsene sono i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, coordinati dall’aggiunto Roberto Pellicano. La stessa Gravina aveva insistito in udienza per la liquidazione giudiziale, mentre i legali della società si erano rimessi alla decisione del giudice Pipicelli.

    Ulteriori complicazioni

    Il nodo principale restano i debiti accumulati, che superano i 400 mila euro solo con il fisco, come denunciato dall’Agenzia delle Entrate. Da qui l’istanza di fallimento presentata dall’Erario stesso, convinto che la liquidazione fosse l’unica strada percorribile. Il caso, insomma, si complica ulteriormente. Con un destino giudiziario sempre più incerto per la rete di aziende bio legate alla ministra

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      Italia

      Auditel e Comscore Agosto2025, le nuove classifiche dati certificano e confermano la crescita del network LaC

      Nella rilevazione elaborata da Prima Comunicazione il gruppo editoriale in crescita di ben sette posizioni grazie a social e mobìle nella top 100 dei siti d’informazione più letti d’Italia. In Tv nuove fasce orario e incremento per il tg di punta di LaC News24 sul canale 11 ddt.

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        Un passo nettamente in avanti nella rilevazione, una posizione globale che cresce trainata dai numeri positivi dell’informazione sui social media e sul web e dall’importante incremento nel numero dei telespettatori degli appuntamenti giornalieri con il telegiornale di LaC News24. Un nuovo miglioramento, certificato dalle classifiche di settore, per il network LaC: un risultato che conferma il trend positivo di crescita e che certifica ancora una volta il ruolo di leader dell’informazione regionale e di traino in tutto il mezzogiorno d’Italia sino alla Capitale.

        Prima Comunicazione, il network LaC migliora e sale di sette posizioni

        La prima conferma arriva dalla classifica di Prima Comunicazione, la testata leader specializzata nell’analisi del mondo della comunicazione, dell’informazione e dei media in Italia. Secondo la classifica mensile certificata della top 100 dei siti di informazione, elaborata sui dati raccolti da Comscore, il network LaC nel mese di agosto guadagna ben sette posizioni classificandosi al 45esimo posto tra i siti d’informazione più letti d’Italia: un incremento importante, che segna la fiducia dell’opinione pubblica nella testata in particolar modo in questa fase storica, che ha preceduto l’inizio di una nuova competizione elettorale. In questo mese, secondo l’analisi di Prima Comunicazione, si è delineata “una stagionalità nel consumo digitale degli Italiani. Il dato medio della Social Incremental Reach di luglio 2025 è pari al 73%, e rappresenta il secondo valore più alto registrato da inizio anno dopo giugno 2025 (78%), e conferma il trend osservato anche lo scorso anno, quando giugno 2024 e luglio 2024 avevano fatto segnare le più alte percentuali di Social Incremental Reach (rispettivamente 64% e 70%)”.
        Molto più spazio, quindi, alla fruizione delle news sui social media durante le vacanze, attraverso specifici modelli di ingaggio come card, reel e carousel che hanno tamponato invece il calo di traffico diretto verso le testate, registrato principalmente da piattaforme desktop e che coincidono anche con la progressiva chiusura degli uffici per ferie.

        Auditel Italia, network LaC stabilmente in vetta alle classifiche d’ascolti

        Il dato sulle preferenze dei consumatori verso il Network LaC è confermato, anche, dal trend positivo registrato dall’Auditel nel trimestre estivo. Da maggio 2025 ad oggi, infatti, i canali della società editoriale hanno continuato a registrare trend positivi, mostrandosi saldamente in vetta alle classifiche mensili realizzate dall’Auditel. La rilevazione Auditel ha infatti registrato per tutti i mesi estivi la crescita del canale televisivo LaC Tv, che si è classificato al primo posto in Calabria con una triplete estiva confermando ancora una volta la crescita esponenziale dell’emittente: tra i prodotti in maggior crescita, l’edizione del Tg giorno, che nel suo nuovo orario delle 13.30 ha registrato un notevole incremento andando a raggiungere nuovi pubblici e spettatori. Una conferma della qualità della filiera dell’informazione targata LaC, che attraverso i suoi mezzi tv, web, social e digital continua a crescere e ad attrarre sempre più telespettatori e inserzionisti pubblicitari.

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          Italia

          Carlo Acutis: i due miracoli che hanno spalancato le porte degli altari al santio dei “millennial”

          Il primo “santo della generazione Z” è stato proclamato ufficialmente ieri da Papa Leo XIV; i miracoli riconosciuti – la guarigione completa di un bambino con una rara malformazione pancreatica e il recupero improvviso di una studentessa in condizioni critiche – hanno scosso il mondo cattolico e reso Carlo Acutis un simbolo universale di fede e modernità.

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            La canonizzazione di Carlo Acutis è avvenuta ieri a Roma, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Per la Chiesa cattolica, il giovane morto nel 2006 a soli 15 anni è ora ufficialmente santo. Per molti, però, lo era già da tempo: un ragazzo “normale”, amante della tecnologia, che ha saputo trasformare internet in strumento di evangelizzazione.

            Il percorso verso gli altari è stato segnato da due miracoli. Il primo, avvenuto in Brasile, riguarda un bambino di sei anni affetto da una malformazione congenita del pancreas. Era destinato a un intervento chirurgico complesso, viveva tra vomiti e deperimento, ma tutto cambiò il giorno in cui toccò una reliquia del giovane Carlo. Da quel momento smise di stare male: gli esami clinici confermarono che la malformazione era scomparsa e il pancreas tornato normale. Una guarigione definita “istantanea, completa e duratura”.

            Il secondo miracolo è legato a una studentessa costaricana in Italia, vittima di un gravissimo trauma cranico. Le speranze di salvezza erano minime, ma la madre, invocando Carlo e recandosi sulla sua tomba ad Assisi, raccontò di aver ottenuto una svolta. La ragazza, inspiegabilmente, migliorò fino a una ripresa considerata inspiegabile dalla medicina.

            La cerimonia di canonizzazione ha sancito il riconoscimento ufficiale di queste vicende da parte della Chiesa. Papa Leo XIV, parlando dal sagrato di San Pietro, ha ricordato come la fede di Carlo fosse radicata nell’Eucaristia e alimentata da una visione limpida: “La mia autostrada per il cielo”, amava ripetere.

            Oggi Carlo Acutis viene indicato come un simbolo di speranza per le nuove generazioni: un ragazzo della porta accanto, capace di unire rosario e videogiochi, spiritualità e web. È anche per questo che i media lo chiamano già “il santo dei millennials”.

            La canonizzazione segna un passaggio storico: non solo per la rapidità con cui è arrivata, ma perché incarna l’idea di una santità vicina alla vita quotidiana, meno distante e più accessibile. Carlo diventa così un riferimento per un’intera generazione che, pur immersa nella tecnologia, cerca ancora risposte nel mistero della fede.

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              Italia

              Italia sempre più anziana: un ultracentenario ogni tre nuovi nati, ma i giovani scompaiono dal Paese

              Secondo i dati Istat, negli ultimi dieci anni i centenari sono cresciuti del 36% e le nascite sono crollate del 26%. Il saldo demografico spinge l’Italia verso uno scenario in cui la popolazione attiva diminuisce e il welfare rischia il collasso.

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                L’Italia assomiglia sempre di più a una grande casa di riposo. La fotografia scattata dall’Istat racconta con chiarezza una metamorfosi demografica che non accenna a fermarsi: la popolazione cala, ma la fascia anziana cresce senza sosta. E all’interno di quest’ultima, il gruppo che aumenta di più è quello degli ultracentenari, insieme agli over 85.

                Dal 2014 a oggi i residenti nel nostro Paese sono scesi da oltre 60 milioni a meno di 58 milioni. In parallelo, il numero di chi ha 65 anni e più è salito da poco meno di 13 milioni a oltre 14 milioni e mezzo, con un incremento relativo del 12%. Il dato diventa ancora più impressionante se si guarda agli over 85, cresciuti del 31%, e ai centenari, che in dieci anni sono aumentati addirittura del 36%.

                Gli ultracentenari oggi sono 23.548, mentre nel 2014 erano 17.252 e appena 7.200 nel 2004. Significa che in un decennio l’Italia ha guadagnato un over 100 ogni tre e ha perso un neonato su quattro. Le nascite, infatti, nello stesso periodo sono diminuite del 26%, consolidando un trend che dura da oltre quarant’anni: il tasso di fecondità resta sotto 1,5 figli per donna, ben lontano dalla soglia di due necessaria a garantire l’equilibrio tra generazioni.

                Se da un lato la crescita della popolazione anziana rappresenta il riflesso positivo della riduzione della mortalità infantile e di una maggiore sopravvivenza oltre i 65 anni, dall’altro solleva interrogativi cruciali. Oggi un neonato ha oltre il 90% di probabilità di arrivare a 65 anni, quando fino a poche generazioni fa la quota era appena di un terzo. Ma a crescere è soprattutto la vita in condizioni di cattiva salute: chi raggiunge i 65 anni ha davanti a sé in media 11 anni in buona salute, dopodiché aumenta il rischio di malattie croniche e disabilità.

                Questo scenario mette a dura prova la sostenibilità economica e sociale del Paese. La riduzione della popolazione giovane-adulta indebolisce la componente da cui dipendono crescita e produttività. Meno lavoratori significa meno contributi per finanziare pensioni e servizi, in un sistema già sotto pressione. Se il trend non si inverte, il rischio è quello di un welfare pubblico insufficiente, con pensioni mediamente più basse e la prospettiva che solo una parte della popolazione possa permettersi di vivere a lungo e in buone condizioni.

                Gli esperti parlano da tempo di un “autunno demografico” che rischia di trasformarsi in inverno. Non basta celebrare la longevità come un traguardo: servono politiche attive che incentivino la natalità, favoriscano l’occupazione giovanile e investano in servizi di cura e assistenza. Altrimenti, la residenza per anziani rischia di diventare l’unico modello abitativo a cui guardare per il futuro dell’Italia.

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