Cronaca
La Swift, meglio di Wonder Woman: nelle sue mani il destino USA

Quando la realtà supera la fantasia. Eh sì… perchè una notizia del genere ti fa esclamare proprio questo. Non bastava che la Doris Day del 21° secolo – conti alla mano – fosse in grado di modificare nel breve il giro d’affari di una città toccata dal suo Eras Tour, che venisse messa all”ottavo post fra i chitarristi più influenti degli ultimi 20 anni… ora ci si mette di mezzo pure la politica. Quella che riguarda, tra l’altro, una delle superpotenze mondiali, in grado di influenzare il destino di tutti noi.
Macchina da miliardi
L’impresa pop più redditizia di sempre, più dei Beatles, dei Rolling Stones, di Madonna e degli U2. Trainati da questa insipida ragazzona americana che sembra una Barbie, ballano ricavi per un miliardo di dollari già alla fine dello scorso anno (sì, avete letto bene…). Considerando che, entro la fine del tour questa cifra potrebbe raggiungere il suo esatto doppio.
L’esempio di Milano
D’Alessandro & Galli, gli organizzatori delle date milanesi, hanno ricevuto richieste per quasi 2 milioni e 300 mila biglietti a fronte di 128 mila posti totali nelle due date di sabato e domenica, volatilizzati in mezz’ora (“Il 30% degli spettatori arriverà dall’estero, tra questi il 12% dagli Stati Uniti”, precisa D’Alessandro).
Una testimonial coi fiocchi
Il suo rapporto, apparentemente inconciliabile, con la politica è presto spiegato.Taylor è una straordinaria kingmaker perchè – come sostengono gran parte degli analisti politici – un suo eventuale endorsement sarebbe in grado di orientare addirittura il 20% dei voti. Per i non anglofili… per endorsement si intende l’attività, la dimostrazione o la dichiarazione pubblica di sostegno, approvazione portata avanti da un personaggio che contribuiscono a conferire notorietà, visibilità e credibilità. In “soldoni” (come quelli che Taylor produce) se lei dicesse ai suoi concerti che “Biden è l’unico candidato che vale la pena sostenere”… gran parte del suo pubblico maggiorenne voterebbe per l’insano vecchietto!
In stand-by per comprendere meglio lo scenario
Ora il problema è un altro. Se nel 2020 la cantante non aveva fatto mistero sulle sue simpatie per “Nonno Joe”, oggi attende per capire se valga la pena di aderire o meno alla proposta che la vorrebbero insieme a Michelle Obama e Oprah Winfrey alla conduzione di forum per vagliare i candidati alternativi a Biden.
Meglio di Wonder Woman
La Swift come Re Mida, una popstar con il superpotere chiamato Swiftonomics, in grado di spostare il Pil locale verso una temporanea prosperità. Cose quandomeno surreali come la Banca d’Inghilterra che rinvia al prossimo autunno il taglio dei tassi in vista del boom di spese dei fan per i concerti d’agosto. Mentre il Premier Trudeau ha rivolto un appello all’artista perché raddoppi le date in Canada. E la città tedesca di Gelsenkirchen che decide di ribattezzarsi “Swiftkirchen” per il passaggio del tour subito dopo le due serate milanesi di questo weekend.
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Mistero
Maria Maddalena nel Giudizio Universale: la scoperta che riscrive l’arte sacra
La restauratrice e studiosa Sara Penco identifica Maria Maddalena nell’affresco della Cappella Sistina, una scoperta destinata a riaccendere il dibattito sull’arte, il ruolo delle donne nella Chiesa e la simbologia universale del Giudizio.

Una figura nascosta, relegata al margine destro del capolavoro di Michelangelo, si rivela essere un tassello fondamentale per comprendere il messaggio del Giudizio Universale. A identificarla è Sara Penco, restauratrice e appassionata d’arte, che nel suo nuovo libro Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo (Scripta Maneant) svela l’inedita presenza di Maria Maddalena al fianco del Cristo Redentore.
Questa scoperta, frutto di un’indagine scientifica rigorosa, arriva come un fulmine a ciel sereno nel mondo dell’arte. «È mai possibile che l’Apostola degli Apostoli, la prima evangelizzatrice, sia stata esclusa da un affresco così importante?», si domanda l’autrice. Attraverso l’analisi delle fonti evangeliche, degli scritti di esperti d’arte e teologi, e perfino le parole di Papa Francesco, Penco ricompone un mosaico che sembrava incompleto.
Una figura simbolica al margine dell’opera
La Maddalena identificata da Penco è una donna bionda, vestita di giallo, raffigurata nell’atto di baciare il crocifisso. «Sebbene relegata in un angolo, Maria Maddalena è rappresentata a figura intera accanto al porta croce, che nel mio studio identifico con Cristo Redentore», spiega l’autrice. Questo dettaglio compositivo non è casuale: la croce, simbolo della fede cristiana, è speculare a quella raffigurata nella lunetta a sinistra, un richiamo potente all’idea di redenzione e speranza.

Il messaggio nascosto del Giudizio Universale
Secondo Penco, la presenza di Maria Maddalena incarna un duplice significato: la condanna del male e l’esortazione a una riflessione profonda. «Maria Maddalena, rimasta salda nella fede, diventa un esempio di rettitudine perfino per gli Apostoli», spiega. La santa rappresenta la via della salvezza attraverso l’accettazione della croce e delle sofferenze come prove necessarie per raggiungere il Regno dei Cieli.

Michelangelo: un artista tormentato e ispirato
La creazione del Giudizio Universale non fu una scelta facile per Michelangelo. «Era anziano, stanco e tormentato dalla ricerca di una spiritualità autentica», racconta Penco. Tuttavia, accettò l’incarico, trasformandolo in una missione personale: denunciare la corruzione e spingere la Chiesa verso un rinnovamento basato su ideali puri.
Un metodo innovativo per svelare i segreti dell’arte
A supporto della sua scoperta, Penco ha utilizzato un metodo brevettato, chiamato Smarticon. «È un sistema che permette di analizzare le opere d’arte attraverso il riconoscimento degli attributi iconografici e il recupero di informazioni utili all’identificazione del soggetto raffigurato», spiega. Un approccio che potrebbe rivoluzionare lo studio dell’arte, rendendolo più accessibile e dettagliato.
Il ruolo delle donne nella Chiesa e nella società
L’identificazione di Maria Maddalena nel Giudizio Universale solleva interrogativi profondi sul ruolo delle donne nella Chiesa. «Papa Francesco ci esorta a riconoscere le donne come autentiche evangelizzatrici», sottolinea Penco. Ma la sua scoperta va oltre la religione, diventando un invito universale al rispetto e alla valorizzazione dei ruoli complementari tra uomini e donne.
Con questa rivelazione, il Giudizio Universale non è solo un capolavoro artistico, ma anche un simbolo di inclusività e rinnovamento, un monito che attraversa i secoli per parlare al cuore dell’umanità.
Cronaca
Siete dei latitanti? Scappate qui… non vi prenderanno mai
Ecco i Paesi nel mondo in cui non valgono gli accordi per l’estradizione nei quali è possibile rifugiarsi per sfuggire al carcere italiano.

Quali sono i Paesi che non hanno accordi di estradizione con l’Italia o che non estradano cittadini italiani latitanti verso il nostro Paese? Il loro elenco può variare e dipendere da diversi fattori. Dalla mancanza di trattati bilaterali alle leggi nazionali che proteggono i delinquenti dalla estradizione, o per considerazioni politiche e diplomatiche.
I Paesi dove si rischia meno
Nella lista dei Paesi che spesso non hanno accordi di estradizione con l’Italia o che pongono restrizioni all’estradizione troviamo la Cina che per impostazioni politiche spesso non estrada i propri cittadini. Segue la Russia che ha una politica restrittiva riguardo l’estradizione dei propri cittadini ma non nei confronti di cittadini italiani che hanno commesso crimini. Il Vietnam come la Cina, il raramente estrada i propri cittadini così come l’Arabia Saudita che non concede l’estradizione per vari motivi, inclusi quelli religiosi e politici. L’Iran non ha accordi di estradizione con molti paesi occidentali, compresa l’Italia. La Corea del Nord è estremamente improbabile che accetti qualsiasi richiesta di estradizione.
La mancanza di cooperazione aiuta la malavita
Cuba storicamente rifiutata molte richieste di estradizione da paesi occidentali. In Somalia la mancanza di un governo centrale stabile rende difficile qualsiasi cooperazione internazionale sull’estradizione. Così pure in Siria Paese nel quale le attuali condizioni politiche e di sicurezza impediscono accordi di estradizione efficaci. Tutti i Paesi senza relazioni diplomatiche con l’Italia come Bhutan o Tuvalu, Stato insulare polinesiano, potrebbero non avere accordi di estradizione semplicemente perché non hanno relazioni diplomatiche stabilite con l’Italia.
I magnifici nove
I Paesi nel mondo in cui con certezza non valgono gli accordi per l’estradizione – e quindi quelli in cui è possibile rifugiarsi per sfuggire al carcere in Italia – sono nove in tutto: dal Nepal alla Cambogia, dalle Seychelles alla Malesia, da Capo Verde al Belize. E inoltre Giamaica, Madagascar e Namibia. In Italia l’estradizione è regolata dall’articolo 13 del codice penale italiano che stabilisce come sia regolata dalla legge penale italiana, dalle convenzioni e dagli usi internazionali. Il nostro Paese, dal 1873, ha stipulato diversi accordi di estradizione bilatere con la maggior parte dei Paesi nel mondo.
Cronaca
Emanuela Orlandi e la misteriosa cassa di Francesca Chaouqui. Quale segreto nascondono i sotterranei di Santa Maria?
Un nuovo capitolo nel caso Emanuela Orlandi emerge dai sotterranei di Santa Maria Maggiore. Monsignor Miserachs conferma la presenza della cassa, ma restano dubbi sul contenuto. La Commissione parlamentare indaga, mentre Pietro Orlandi chiede chiarezza.

La scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, continua a tormentare l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi senza risposta. Di recente, un nuovo tassello si è aggiunto alla complessa indagine grazie alle dichiarazioni di Monsignor Valentino Miserachs Grau, maestro di canto corale e canonico onorario della basilica di Santa Maria Maggiore. Durante un’audizione presso la Commissione bicamerale di inchiesta, monsignor Miserachs ha raccontato un episodio che potrebbe rivelarsi cruciale per il caso: la presenza di una misteriosa cassa nei sotterranei della basilica.
Francesca Immacolata Chaouqui, ex membro della Commissione vaticana Cosea, avrebbe infatti richiesto al monsignore l’accesso ai sotterranei per recuperare una cassa di legno che lei stessa aveva posizionato durante il suo incarico. Secondo Chaouqui, la cassa potrebbe essere collegata in qualche modo alla vicenda di Emanuela Orlandi. Tuttavia, quando fu contattato da Chaouqui e Pietro Orlandi il 4 marzo 2024, Miserachs spiegò di non avere più accesso all’area, poiché la basilica era stata commissariata. La cassa, descritta dalla donna come di legno e lunga meno di un metro, è stata chiamata “la cassa dei prosciutti”, un nome che Chaouqui e il monsignor Vallejo Balda avrebbero utilizzato per riferirsi ad essa.
Lezioni di canto e segreti nascosti
L’elemento di maggiore interesse emerso dall’audizione è la connessione tra Emanuela Orlandi e la scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, frequentata dalla ragazza. La scuola, diretta all’epoca da Miserachs, era il luogo in cui Emanuela prendeva lezioni di canto. Questo dettaglio alimenta ulteriormente il mistero: la cassa posizionata da Chaouqui potrebbe contenere documenti o oggetti relativi al caso, che potrebbero finalmente svelare verità nascoste e collegamenti finora ignorati.
Pietro Orlandi, che da oltre 40 anni lotta per conoscere la verità sulla scomparsa della sorella, ha commentato positivamente le nuove rivelazioni, auspicando che Chaouqui venga convocata ufficialmente dalla Commissione per chiarire il suo racconto. “Sono contento, l’ha detto spontaneamente e mi auguro che la chiamino per capire se il suo discorso è vero o inattendibile,” ha dichiarato Orlandi.
Un incontro pubblico per ricordare e cercare risposte
Oggi pomeriggio, in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca, si terrà un incontro pubblico dal titolo “41 anni senza arrendersi”. L’evento è stato organizzato per mantenere alta l’attenzione sul caso e per commemorare il compleanno di Mirella Gregori, anch’essa scomparsa misteriosamente nel 1983. All’evento interverranno il senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione di inchiesta, e Francesco Silvestri, deputato membro della Commissione.
Pietro Orlandi ha espresso la sua volontà di rispondere a tutte le domande e di confrontarsi con il pubblico per discutere dei tanti interrogativi che questa vicenda continua a sollevare. “Non voglio più tanto parlare io, quanto avere la possibilità di rispondere ai tanti dubbi,” ha affermato. Inoltre, ha sottolineato il legame emotivo con il caso di Mirella Gregori, ricordando che proprio oggi sarebbe stato il suo compleanno, rafforzando la necessità di verità e giustizia anche per lei.
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