Mondo
Elon Musk trasforma “X” in “XXX”: arriva Grok Imagine, la modalità piccante che genera porno e deepfake
Con la funzione “spicy” del suo chatbot, Musk apre la porta a contenuti sessuali espliciti. The Verge avverte: «Una causa legale in attesa di essere intentata».

Da X a XXX, il passo è stato più breve di quanto si potesse immaginare. Elon Musk, sempre più showman digitale e imprenditore “ketaminico”, ha acceso la modalità piccante di Grok Imagine, il generatore di immagini e video basato sull’intelligenza artificiale della sua azienda xAi. E, come prevedibile, la novità ha già sollevato un polverone globale.
La funzione “spicy” consente di creare foto e brevi clip di nudo, anche di celebrità, spalancando le porte al mondo dei deepfake hard e del revenge porn. L’opzione si affianca alle altre tre modalità disponibili – normal, fun e custom – ma è chiaro quale sia la più cliccata. Musk, con entusiasmo da pioniere dell’eccesso, ha celebrato su X il successo della piattaforma: «Prima 14 milioni di immagini generate, ora oltre 20 milioni». Nel frattempo, la curva continua a crescere e ha già superato 34 milioni di contenuti creati dagli utenti.
Il funzionamento è semplice e potenzialmente devastante: Grok genera un’immagine artificiale, o elabora una foto caricata dall’utente, e la trasforma in un video di pochi secondi. Tra le opzioni, la “spicy” sdogana l’erotismo esplicito. Il sito The Verge, specializzato in tecnologia, ha testato il sistema creando immagini suggestive di Taylor Swift: non perfette, ma abbastanza sensuali da riaccendere il dibattito sulla privacy delle star.
Il problema è che, a differenza di concorrenti come Sora di OpenAI o Veo di Google, Grok non pone praticamente alcun freno. Dove gli altri bloccano i contenuti sessuali o i deepfake di persone reali, l’IA di Musk «è felice di fare entrambe le cose contemporaneamente», scrive The Verge, definendo la modalità «una causa legale in attesa di essere intentata».
Non è un timore infondato: solo nel gennaio 2024, centinaia di foto false di nudo di Taylor Swift erano state diffuse sui social, provocando una bufera legale e politica. Ora, con Grok Imagine in modalità “spicy”, il rischio di nuove ondate di porno non consensuale è dietro l’angolo.
Musk, come sempre, ignora la prudenza: per lui la provocazione è marketing, e ogni scandalo è una spinta virale. Ma mentre il miliardario gioca con l’IA bollente, la linea tra innovazione e macello legale si fa sempre più sottile. E la prossima denuncia, ormai, sembra solo una questione di tempo.
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Mondo
Il rifugio dei miracoli, 100.000 animali salvati, la storia straordinaria di Lynea Lattanzio
In California, Lynea ha trasformato la sua casa e la sua intera esistenza in un rifugio per migliaia di gatti. Oggi vive in una roulotte per lasciare spazio ai suoi amici a quattro zampe.

In un tranquillo angolo della California centrale, lungo le rive del fiume Kings, sorge un luogo che sembra uscito da una fiaba: si chiama The Cat House on the Kings ed è il più grande rifugio no-kill e senza gabbie degli Stati Uniti. Qui, tra alberi, prati e casette di legno, vivono oltre 700 gatti, una manciata di cani, e persino dei pavoni in libertà. Ma tutto è cominciato con una donna e una scatola piena di gattini.
Lynea Lattanzio, ex consulente immobiliare, decise di cambiare vita dopo un divorzio difficile. Nel 1983 acquistò una grande casa su sei acri di terreno nella cittadina di Parlier, sognando pace e natura. Nove anni dopo, una richiesta del padre – cercare due gatti Manx – la portò a un rifugio dove trovò, invece, 15 cuccioli abbandonati. Li adottò tutti. Da quel momento, non si è più fermata.
Nel primo anno salvò 96 gatti, nel giro di pochi anni diventò tecnico veterinario, vendette la sua Mercedes d’epoca e l’anello di nozze per far fronte alle spese veterinarie. Nel 2002 arrivò lo status di organizzazione non profit, e nel 2004 il rifugio superava già le 500 presenze feline.
Grazie a una donazione testamentaria, Lynea poté acquistare altri 6 acri e costruire una recinzione lungo i 12 acri totali della proprietà. Oggi il rifugio comprende una clinica veterinaria, un’area per gatti FIV positivi, reparti di terapia intensiva e quarantena, e si sostiene solo tramite donazioni.
In 33 anni, The Cat House on the Kings ha salvato oltre 53.800 gatti e quasi 8.000 cani, senza contare i più di 98.000 animali sterilizzati. Non ci sono gabbie, non ci sono abbattimenti. Solo libertà, cure e una dedizione assoluta.
Lynea oggi vive in una roulotte nel giardino, lasciando l’intera casa ai suoi ospiti a quattro zampe. “Ho trovato la mia missione,” dice, “e non la cambierei per nulla al mondo.”
Mondo
Torna di moda il ciuccio… per adulti: boom in Cina tra sonno, stress e polemiche
Sempre più adulti in Cina utilizzano ciucci per rilassarsi o dormire meglio. Il prodotto, virale sui social, fa discutere medici ed esperti.

In Cina, il nuovo oggetto del desiderio per molti adulti non è uno smartphone di ultima generazione né un accessorio tecnologico: si tratta di un ciuccio, ma pensato per i grandi. A sorpresa, questo prodotto sta conquistando sempre più utenti, al punto che alcuni negozi online segnalano vendite superiori alle 2.000 unità mensili.
A renderlo virale è stato un video che ha scatenato un’ondata di commenti: chi li usa sostiene che aiutino a ridurre lo stress, favorire il sonno, combattere l’ansia e persino a smettere di fumare. Il ciuccio per adulti ha una struttura simile a quello per neonati, ma con dimensioni maggiori. Il prezzo varia dai 10 ai 500 yuan (circa 1,40-70 euro), e le varianti cromatiche del supporto soddisfano ogni gusto.
“Mi rilassa dopo una giornata difficile”, racconta un utente in una recensione. Un altro scrive: “Da quando lo uso, ho meno voglia di fumare”.
Tuttavia, la comunità medica lancia l’allarme. Zhang Mo, psicologa a Chengdu, avverte: “L’uso del ciuccio può indicare bisogni emotivi non soddisfatti. Meglio affrontare le difficoltà piuttosto che rifugiarsi in comportamenti regressivi”.
Tang Caomin, dentista della stessa città, evidenzia i possibili danni fisici: “Un uso prolungato può provocare dolori mandibolari, difficoltà nella masticazione e spostamento dei denti. Dopo un anno di utilizzo quotidiano, per più di tre ore al giorno, la dentatura può risultarne compromessa”.
Un ulteriore rischio, secondo il medico, è che alcune componenti possano essere inalate durante il sonno, con conseguenze potenzialmente gravi.
Nonostante i pericoli, l’hashtag associato a questi dispositivi ha superato i 60 milioni di visualizzazioni su alcune piattaforme cinesi, dividendo gli utenti tra sostenitori e scettici. “È una follia collettiva”, scrive un commentatore. “Una tassa sulla stupidità”, ironizza un altro.
Intanto, i ciucci per adulti continuano a vendere. E a quanto pare, succhiare un ciuccio da grandi non è più (solo) un gesto infantile, ma una controversa tendenza da milioni di click.
Mondo
Medvedev gioca con la Mano morta, Trump risponde con due sottomarini: bentornati nella Guerra Fredda
Dmitry Medvedev tira fuori la Mano morta sovietica come una carta da film horror, e Donald Trump, per non essere da meno, spedisce due sottomarini nucleari verso la Russia. La nuova Guerra Fredda è fatta di like, minacce e scacchiere atomiche.

Bastano quattordici parole su Telegram per far rivivere l’incubo nucleare. Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi vice del Consiglio di Sicurezza, ha premuto invio e il mondo si è ritrovato catapultato agli anni Ottanta. Nel suo post evoca la leggendaria Mano morta, il sistema di rappresaglia automatica sovietico capace di lanciare missili nucleari anche senza un comando umano. Una frase, e la Guerra Fredda torna a battere col suo cuore gelido.
Donald Trump non poteva ignorarlo. Ha risposto a modo suo, trasformando la diplomazia in un reality. Prima ha scherzato in diretta su Newsmax: «Quando sento la parola “nucleare”, i miei occhi si illuminano». Poi il colpo di teatro: due sottomarini nucleari statunitensi spostati più vicino alle acque russe. «Voglio solo assicurarmi che siano parole, non fatti», ha detto, con quel mezzo sorriso che suona più come una minaccia che come una battuta.
Dietro al nome da film di zombie, la Mano morta è tutt’altro che fantasia. Nome in codice Perimeter, nasce nel 1985 per assicurare alla Russia la “mutua distruzione garantita”. Monitora radiazioni, vibrazioni sismiche e silenzi sospetti da Mosca: se rileva un attacco nucleare e il comando centrale non risponde, un razzo di comando sorvola la Russia dando l’ordine di lanciare tutto il suo arsenale. Anche se il Cremlino fosse ridotto in polvere, la vendetta partirebbe comunque.
Per anni è stata un mito da romanzo post-apocalittico, poi la conferma ufficiale del generale Karakaev: «Garantisce la distruzione degli Stati Uniti in 30 minuti». Ogni volta che la Russia la nomina, mezzo mondo sente un brivido sulla schiena. E questa volta Trump ha scelto di rispondere sullo stesso terreno, mescolando arroganza e calcolo politico. L’amico di Putin si è trasformato all’improvviso in un Reagan con smartphone: “Vuoi giocare alla Guerra Fredda? Giochiamo”.
Il risultato è una scena che sembra scritta a Hollywood: Medvedev che fa la Mano morta a Trump, Trump che muove sottomarini come fossero pedine di poker nucleare. Nessuna diplomazia, solo muscoli e vanità in mondovisione. E il mondo, spettatore obbligato, riscopre che la storia non insegna mai abbastanza: la Guerra Fredda non è mai finita, ha solo cambiato piattaforma.
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