Connect with us

Cronaca

Orrore a Genova: prete pedofilo sieropositivo arrestato per violenza sui minori

Orrore a Genova per l’arresto di Don Andrea Melis, il sacerdote genovese con l’accusa di abusi sessuali su minori: è positivo all’Hiv.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Don Andrea Melis, il sacerdote genovese arrestato dai carabinieri con l’accusa di abusi sessuali su minori, è positivo all’Hiv. Lo ha ammesso lui stesso al termine della perquisizione domiciliare della sua stanza nella chiesa di via San Bartolomeo degli Armeni.

    I militari dell’Arma hanno trovato medicinali specifici contro l’Hiv e il prete ha ammesso: «Ho contratto il virus dieci anni fa in Africa». Un ritrovamento che rischia di avere un peso notevole in un’inchiesta penale in corso. Scrive il magistrato: «La pericolosità sociale del sacerdote è ancora maggiore se si pensa al fatto che è portatore di Hiv e che ha intrattenuto rapporti non protetti con la vittima degli abusi. In questo modo l’ha condannata alla stessa malattia di cui è portatore ma lo ha anche e soprattutto esposto al pericolo di Aids».

    Il pubblico ministero Federico Panichi ha fatto svolgere accertamenti sanitari sul giovane di 16 anni che per più di tre anni ha subito abusi sessuali non protetti dal sacerdote. Fortunatamente il giovane è risultato negativo. Ma il prete pedofilo rischia l’accusa di lesioni dolose gravissime per ora non contestata in attesa degli sviluppi sulle condizioni sanitarie del ragazzo.

    Nel frattempo di cercano nuove vittime del sacerdote con la passione per i ragazzini: la Procura ha lanciato un appello alla ricerca di possibili nuovi giovani che possano aver subito abusi sessuali dal sacerdote.

    Padre Andrea Melis, al momento, è accusato di abuso sessuale su minori, prostituzione minorile e di due tentate violenze sessuale. Il giudice nell’ordinanza di arresto ha evidenziato come il sacerdote «agisca sotto la spinta di pulsioni perverse, difficilmente controllabili trovando appagamento sessuale solo con il coinvolgimento di minori».

    Melis appartiene all’Ordine dei Padri Scolopi, ed era direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti oltre a essere presidente di Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie) e parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure in provincia di Savona. È qui che ha conosciuto la sua vittima.

    Il ragazzino all’epoca dei fatti aveva 12 anni, frequentava la chiesa come chierichetto. Melis aveva iniziato a fargli costosi regali. Per ogni incontro il prete dava 100 o 200 euro al ragazzo. Regalava tute di marca, una volta anche un telefonino da 800 euro. Quando poi il ragazzino, a 16 anni, si è trasferito a Genova per studiare, i rapporti sono continuati.

    Tra i suoi ex alunni ci sarebbero anche due giovani che avrebbero schivato un approccio sessuale. Il parroco, secondo la giudice che ha disposto gli arresti domiciliari, ha agito sotto “la spinta di impulsi perversi”, carpendo la fiducia dei “ragazzini attirandoli a casa sua, vicino le chiese” e facendoli “accedere a tutto ciò che un adulto proibisce”. E la sua pericolosità, secondo la giudice, “non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice”.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Cronaca

      Dai riflettori alla cronaca giudiziaria: Gabriele Bonci a processo per maltrattamenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale

      Gabriele Bonci, volto noto della cucina televisiva, è sotto processo con accuse pesanti: secondo la procura avrebbe messo in atto comportamenti di controllo, minacce e aggressioni fisiche contro la ex compagna, culminati in un episodio in cui le avrebbe infilato un dito in bocca provocando una ferita. Contestata anche la resistenza agli agenti intervenuti.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Dai set televisivi alle aule di giustizia: per Gabriele Bonci, 48 anni, il passaggio non è di quelli che si dimenticano. Il pizzaiolo romano diventato fenomeno dei social, protagonista di programmi tv e punto di riferimento per gli appassionati di lievitazioni, si trova ora imputato davanti ai giudici della V sezione collegiale di Roma. Le accuse sono pesanti: maltrattamenti, lesioni nei confronti della ex compagna e resistenza a pubblico ufficiale. Una vicenda complessa che sta ridisegnando l’immagine pubblica di uno dei personaggi più riconoscibili del panorama gastronomico italiano.

        Un anno e mezzo di presunti episodi
        Secondo la ricostruzione della procura, i fatti contestati si sarebbero verificati tra gennaio 2022 e giugno 2023. Gli inquirenti parlano di «comportamenti controllanti dovuti a ossessiva gelosia»: minacce, pressioni psicologiche e aggressioni fisiche. La donna avrebbe riferito di essere stata afferrata per i polsi, strattonata, tirata per i capelli, fino a riportare diversi ematomi sul corpo. Un quadro che, nelle carte del processo, viene delineato come un crescendo di tensioni e gesti sempre più violenti.

        Le accuse sulla presenza sotto casa e gli oggetti scagliati a terra
        Uno degli episodi contestati riguarda una visita di Bonci sotto l’abitazione della madre della ex compagna. Seduto all’ingresso del condominio, avrebbe atteso a lungo un confronto, situazione conclusa solo con l’arrivo delle forze dell’ordine. Ma non è l’unico episodio segnalato. In un’altra occasione, la donna si sarebbe recata in un bar per chiedere le chiavi di casa: secondo gli atti, lui avrebbe reagito insultandola, per poi tornare insieme nell’abitazione. Lì, la tensione sarebbe esplosa: pentole e bottiglie scagliate a terra, vetri rotti e un clima definito dagli inquirenti “altamente conflittuale”.

        L’episodio ritenuto più grave dai magistrati
        Il momento considerato più serio dalla procura risale ai primi giorni di giugno 2023. Dopo una discussione, la donna sarebbe tornata nell’appartamento, rassicurata dal pizzaiolo. Ma la situazione, secondo gli atti, sarebbe degenerata ulteriormente: oggetti rotti, parole pesanti e un gesto che ha aggravato il quadro accusatorio. Lui le avrebbe infilato un dito in bocca con forza, provocando un sanguinamento sotto la lingua. Un dettaglio che pesa molto all’interno del fascicolo, perché delineerebbe una condotta particolarmente aggressiva.

        L’arrivo della polizia e la contestazione di resistenza
        La scena avrebbe attirato l’attenzione dei vicini, che hanno chiamato le forze dell’ordine. All’arrivo degli agenti, Bonci – sempre secondo l’accusa – li avrebbe insultati e minacciati, rifiutando di calmarsi e ostacolando l’intervento. Da qui l’ulteriore imputazione per resistenza a pubblico ufficiale.

        Il processo è in corso e la posizione dell’imputato sarà valutata nelle prossime udienze. Una vicenda che, comunque vada, ha già inciso profondamente sulla narrazione pubblica di un personaggio che era diventato simbolo di creatività e leggerezza televisiva. Ora il palcoscenico è un’aula giudiziaria, e la storia da raccontare è molto diversa.

          Continua a leggere

          Politica

          Matteo Salvini avvisato: Pio e Amedeo tornano su Canale 5 mentre il vicepremier celebra “Oi vita mia” come fosse una rivelazione comica nazionale

          Dopo l’entusiasmo social di Matteo Salvini per “Oi vita mia” – «era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film» – Pio e Amedeo si preparano a tornare su Canale 5 con un nuovo programma. Per Mediaset è l’ennesima scommessa su un duo che divide, intrattiene e infiamma discussioni a ogni apparizione.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Avvisate Matteo Salvini, perché per lui sarà come Natale anticipato. Il vicepremier ha infatti celebrato sui social “Oi vita mia”, l’ultimo film di Pio e Amedeo, con un entusiasmo che farebbe arrossire perfino i fan più irriducibili del duo pugliese. «Era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film», ha scritto il ministro dei Trasporti, trasformando la pellicola in un piccolo evento nazionale. E ora che Mediaset ha ufficializzato il ritorno dei due in primavera con un nuovo show su Canale 5, il tempismo sembra perfetto.

            Il post di Salvini che accende i social
            Il commento del ministro non è passato inosservato. Anzi, è stato accolto come la certificazione definitiva che Pio e Amedeo non sono soltanto un fenomeno popolare, ma un caso politico-culturale capace di entrare nelle timeline istituzionali. Che il vicepremier abbia un debole per il loro umorismo non sofisticatissimo non è una sorpresa, ma questa volta il suo entusiasmo ha acceso una curiosità in più: cosa penserà del nuovo programma in arrivo?

            Il ritorno su Canale 5
            Dopo il successo al botteghino, i due comici tornano dunque nel prime time Mediaset con un progetto pensato per riprendere lo stile che li ha resi celebri: spontaneità, battute al limite del caos e quel loro modo di trasformare qualsiasi siparietto in una serata di paese reinventata per la tv. La rete punta forte su di loro, consapevole che ogni nuova apparizione scatena discussioni, meme e reazioni contrastanti.

            Un duo che divide ma funziona
            Pio e Amedeo, del resto, vivono da sempre in un equilibrio curioso: da un lato il pubblico fedele che li segue ovunque, dall’altro chi sussurra che la loro comicità non esattamente profonda abbia comunque trovato un posto stabile nella televisione generalista. E mentre la primavera si avvicina, cresce l’attesa per capire che tipo di show porteranno su Canale 5 e fino a che punto riusciranno a spingere il loro universo comico.

            Intanto Salvini li applaude
            Per ora, una certezza c’è: Matteo Salvini è già pronto in prima fila, telecomando alla mano. E a questo punto è facile immaginare che il nuovo show diventi per lui un imperdibile appuntamento del palinsesto. Perché quando il ministro ride, ride sul serio… soprattutto con Pio e Amedeo.

              Continua a leggere

              Cronaca

              Rigato e l’accusa choc: la testimone Skorkina in aula racconta minacce e il milione chiesto a Berlusconi nel processo di Monza

              Raissa Skorkina racconta in aula la sua versione dei fatti e descrive anche la relazione durata quattro anni con Silvio Berlusconi. Al centro del processo l’accusa a Giovanna Rigato, che avrebbe preteso prima una casa e poi un milione di euro minacciando dichiarazioni ai pm secondo l’accusa.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                L’aula del Tribunale di Monza si è collegata fino in Thailandia per ascoltare una delle testimonianze più delicate del processo che vede imputata Giovanna Rigato. A parlare è stata Raissa Skorkina, modella russa considerata una delle cosiddette Olgettine, chiamata a confermare un presunto tentativo di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Parole pesanti, pronunciate a distanza, che hanno riaperto una vicenda che intreccia denaro, relazioni personali e vecchi equilibri mai davvero spenti.

                La testimonianza dalla Thailandia
                Affiancata dal suo avvocato Mirko Palumbo, Skorkina ha ribadito davanti ai giudici un’accusa già messa nero su bianco dagli inquirenti. «Rigato lo minacciava», ha detto in modo diretto, ricostruendo il contesto in cui sarebbero maturate le richieste. Secondo l’impianto accusatorio, all’ex premier sarebbe stato chiesto inizialmente un immobile, trasformato poi in una richiesta esplicita di denaro contante. Il tutto, sempre secondo l’accusa, accompagnato dalla minaccia di rendere dichiarazioni “pregiudizievoli” ai pubblici ministeri. Una pressione che, nelle intenzioni di chi indaga, avrebbe dovuto costringere Berlusconi a pagare per evitare nuove conseguenze giudiziarie.

                La richiesta della casa e del milione
                Il passaggio chiave del racconto riguarda proprio l’escalation delle pretese. Prima una casa, poi un milione di euro. Una cifra enorme, che avrebbe rappresentato il punto di rottura definitivo. Skorkina ha confermato questa versione senza aggiungere dettagli ulteriori, limitandosi a ribadire l’esistenza delle minacce. Rigato, dal canto suo, è imputata per aver cercato di ottenere denaro lamentando presunti danni d’immagine legati al suo coinvolgimento nei procedimenti giudiziari e per l’interruzione dei contributi economici che avrebbe ricevuto in passato. Un intreccio che, secondo l’accusa, avrebbe portato all’incontro del 2016 nella villa di Arcore.

                La relazione con Berlusconi
                Nel corso della sua deposizione, Skorkina ha anche ripercorso il proprio rapporto personale con Berlusconi. Lo avrebbe conosciuto nel 2005 durante un concorso di bellezza a Porto Cervo. Da lì sarebbe nata una relazione durata circa quattro anni, sebbene entrambi fossero sposati. «Era geloso e non voleva che io lavorassi o facessi carriera. Così facevo la casalinga e lui si occupava delle mie necessità», ha raccontato la modella. Ha inoltre precisato di non aver mai partecipato a feste con altre ragazze e di non sapere nulla a riguardo, prendendo le distanze da qualsiasi altro tipo di frequentazione legata a quel periodo.

                Arcore, il 2016 e l’attesa per marzo
                Il momento considerato decisivo dagli inquirenti resta quello dell’incontro avvenuto a Villa San Martino, ad Arcore, nel 2016. È lì che, secondo l’accusa, si sarebbe consumato il tentativo di estorsione. Intanto il dibattimento è stato aggiornato al mese di marzo, quando verranno ascoltati i testimoni della difesa. Tra i nomi che potrebbero comparire spunta anche quello di Karima El Mahroug, conosciuta come Ruby, già protagonista di altri procedimenti legati alle vicende giudiziarie dell’ex premier. Un processo che continua ad aggiungere tasselli a una storia che, a distanza di anni, non smette di far discutere.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù