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Politica

In tribunale i film hard della premier, ma…

Il caso della Meloni a luci rosse è sicuramente uno dei più insoliti e sorprendenti degli ultimi tempi. Mentre la politica italiana si trova ad affrontare una serie di sfide e dibattiti, questa vicenda aggiunge un ulteriore elemento di discussione e riflessione. Resta da vedere quale sarà l’esito del processo e quali saranno le conseguenze di questa straordinaria situazione. Aih Aih Aih Aih!

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    Meloni XXX
    Meloni XXX

    Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, si trova al centro di una controversia che ha del bizzarro e del sconcertante. Il 2 luglio 2024, Meloni dovrà affrontare il tribunale di Sassari in qualità di parte offesa in un processo contro un padre e un figlio di 73 e 40 anni. La loro accusa? Pubblicare su un sito pornografico statunitense dei video falsificati in cui il volto della premier è stato apposto sui corpi dei protagonisti di scene hard.

    Meloni: una parte civile determinata

    La premier non ha esitato a prendere le redini dell’azione legale, costituendosi come parte civile nel procedimento. A rappresentarla, l’avvocata Maria Giulia Marongiu, che ha avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 100 mila euro. Un gesto che dimostra la determinazione di Meloni nel perseguire la giustizia e nel sostenere le donne vittime di violenza, dato che l’intero importo sarà devoluto al fondo del ministero dell’Interno a loro dedicato.

    Un caso insolito: la cronaca dei fatti

    Il processo si svolge con rito ordinario nei confronti del figlio, mentre per il padre l’avvocato difensore Maurizio Serra ha avanzato la richiesta di messa in prova. Le indagini sono partite nel lontano 2020, quando gli investigatori sono risaliti all’utenza telefonica da cui erano partiti i dati pubblicati sul sito pornografico. Si è così scoperto che il 40enne aveva modificato dei filmati pornografici, sostituendo il volto delle attrici con quello di Meloni grazie a software di manipolazione grafica.

    La Procura: accuse e risvolti della vicenda

    Secondo la Procura, i video falsificati sono rimasti online per parecchi mesi, raccogliendo milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Un fatto che ha generato scalpore e indignazione, ponendo la premier italiana in una situazione imbarazzante e inimmaginabile. Le accuse contro il 40enne sono serie e gravose, e il processo cercherà di fare luce su questo incredibile caso che ha scosso l’opinione pubblica.

    La difesa e le controverse strade del web

    Mentre il tribunale si prepara ad affrontare questa strana vicenda, la difesa e gli accusati dovranno rispondere di fronte alla legge delle loro azioni. La manipolazione di video a scopo pornografico è solo uno dei tanti risvolti oscuri e controversi del mondo online, che desta preoccupazione e richiede una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti.

      Cronaca

      La garanzia politica dei SE e dei MA

      Il garantismo, un concetto nobile e fondamentale nella giustizia, è spesso abusato nella politica italiana. Esso prevede la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, un principio essenziale che, però, viene spesso strumentalizzato.

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        È una delle parole più usate, se non abusate nella politica di oggi. Nobile e importante. Utilissima, perché fa bello e non impegna. Garantismo, che nell’accezione odierna altro non significa che garantire la presunzione di innocenza per le persone inquisite fino all’ultimo grado di giudizio. Che meraviglia. Come si fa a non essere garantisti? Basta fare il politico e vivere in Italia.

        Garazia, portami via…

        Ogni volta che un politico finisce dentro un’inchiesta giudiziaria, ecco spuntare puntuale la dichiarazione di facciata con proclami del tipo «Sono garantista», «Resto garantista», «Il garantismo è alla base». Wow, che meraviglia! Peccato che nel 90% dei casi (stiamo stretti…) si tratti di una fantastica recita.

        Due pesi, due misure: la solita vecchia storia

        Vale a destra, a sinistra, al centro e per i cespugli sparsi qua e là. Se ad avere problemi con la giustizia è un amico o collega di partito ecco partire lo sventolio della bandiera del garantismo. Se invece a finire sotto inchiesta è un avversario, ecco come per magia spuntare i «ma», i «però» e le questioni di opportunità più disparate.

        È facile essere buoni. difficile essere giusti

        Un garantismo a targhe alterne che sa di ridicolo se non di patetico e non fa altro che aumentare la distanza, già siderale, tra cittadini comuni e politica. Anche su principi sacrosanti come, appunto, il garantismo. Che diventa solo un triste slogan quando fa rima con ipocrisia. Ma sono pronto a essere smentito eh, sia chiaro. In fondo sono garantista…

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          Cronaca

          Arrestato per corruzione il Presidente della Liguria Toti

          I militari della Guardia di Finanza di Genova stanno eseguendo un’ordinanza di misure cautelari personali e reali emessa dal gip del Tribunale di Genova nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, su richiesta della Procura depositata il 27 dicembre scorso.

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            I militari del Comando Provinciale della guardia di finanza di Genova stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) personali e reali emessa oggi dal gip del Tribunale di Genova, su richiesta della Procura depositata il 27 dicembre scorso nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di Paolo Emilio Signorini, gia presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, degli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, dell’imprenditore Mauro Vianello, del consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada; e di Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione.

            Gli altri destinatari dell’ordinanza sono Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, e di Venanzio Maurici. Signorini, indagato per corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, è destinatario di una misura della custodia cautelare in carcere, mentre per Toti sono stati disposti gli arresti domiciliari per gli stessi reati. 

            I fatti

            Ad Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare, per il quale sono scattati gli arresti domiciliari, è contestata la corruzione nei confronti di Signorini e di Toti. Per l’imprenditore Roberto Spinelli, al quale è contestata la corruzione nei confronti del presidente della Regione, è stata disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Stessa misura cautelare per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini; per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga spa, cui viene contestato lo stesso reato nei confronti di Toti.

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