Politica
“Pederasta”, “vicino ai movimenti LGBTQ+”: esplode la chat di Fratelli d’Italia, tra scandali, omofobia e nuove inchieste di Report
Un attacco omofobo in chat contro Francesco Spano, il capo di gabinetto del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, getta benzina sul fuoco delle polemiche interne a Fratelli d’Italia. Nel frattempo, Report annuncia nuove rivelazioni esplosive su documenti segreti e responsabilità che potrebbero toccare alte cariche del partito. C’è aria di scandalo e di nuove possibili dimissioni.
“Pederasta”. “Vicino ai movimenti LGBTQ+”. Parole pesanti come pietre. Sono questi i termini usati da Fabrizio Busnengo, coordinatore di Fratelli d’Italia del IX Municipio di Roma, per descrivere Francesco Spano, il nuovo capo di gabinetto del Ministero della Cultura, in una chat interna del partito. La conversazione tra i membri di “FdI Roma”, ha scatenato il panico e alimentato malumori latenti nel partito di Giorgia Meloni. Un attacco omofobo che ha costretto Busnengo a rassegnare le dimissioni e a essere rimosso dalla chat, ma che lascia emergere divisioni profonde all’interno delle fila del partito.
Mentre il coordinatore di Roma Marco Perissa si affrettava a ripristinare l’ordine tra i ranghi, le tensioni non accennavano a placarsi. Il motivo? La nomina di Spano, figura progressista già contestata dalla destra per le sue posizioni sui diritti LGBTQ+, ha irritato una parte significativa della base di Fratelli d’Italia. Busnengo, senza troppi peli sulla lingua, ha dichiarato: “Spano ha posizioni ignobili sui temi LGBTQ”. E, come se non bastasse, ha sollevato un polverone che ha avuto ripercussioni a catena, portando alla ribalta altre questioni e mettendo in fibrillazione anche i piani alti del governo.
Ma se le tensioni interne non bastassero, la situazione si complica ulteriormente con l’annuncio di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, che promette nuovi scottanti retroscena. Dopo aver scosso il governo con il “caso Boccia-Sangiuliano”, Report è pronta a tornare alla carica con nuove rivelazioni che, questa volta, potrebbero travolgere il Ministero della Cultura. “Un nuovo caso Boccia, ma che non riguarda Boccia,” ha dichiarato Ranucci, lasciando tutti con il fiato sospeso. Un caso Boccia “al maschile”, spiega il conduttore. E qui la ciccia per chi come noi ama il gossip diventa tanta…
L’ombra di Spano e le nuove rivelazioni di Report
Le chat interne al partito, le dimissioni forzate di Busnengo e le anticipazioni di Report fanno emergere un quadro sempre più fosco. “Non riguarda Boccia, ma è simile per modalità,” ha rivelato Ranucci, e subito gli emissari del governo si sono affrettati a chiedere spiegazioni, con molti a Palazzo Chigi preoccupati di conoscere in anticipo la portata della puntata. Tra email nervose e richieste pressanti alla Rai, l’atmosfera si fa tesa. I documenti che Ranucci promette di mostrare sono descritti come “molto compromettenti”, e coinvolgerebbero “alte cariche di Fratelli d’Italia”, gettando ombre sul ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Sarà proprio Giuli a essere toccato dalle rivelazioni? Il suo nome è già stato associato a polemiche per la sostituzione del capo di gabinetto Francesco Gilioli con Spano, una mossa che ha sollevato numerose critiche. Ma dietro questa decisione si cela forse qualcosa di più grave? Report si prepara a far emergere una verità che, se confermata, potrebbe portare a nuove dimissioni eccellenti. La domanda è: chi sarà il prossimo a cadere?
Un clima teso dentro Fratelli d’Italia
Intanto, Giovanbattista Fazzolari, responsabile della comunicazione del governo, è impegnato a monitorare ogni angolo delle chat interne al partito, cercando di capire se davvero ci siano tracce che colleghino Spano alle nuove inchieste. Il nome di Gilioli, rimosso da Giuli, continua a rimbalzare nelle voci di corridoio: è stato lui a passare documenti riservati a Report? Ranucci nega, ma le voci non si placano. E la tensione cresce di giorno in giorno, con Fratelli d’Italia che appare sempre più spaccato tra la base più conservatrice e l’ala pragmatica che cerca di mantenere il controllo.
Il vero obiettivo: far fuori Giuli?
Mentre si cerca di capire chi sarà il bersaglio principale, il nome di Alessandro Giuli torna continuamente in primo piano. Sarà lui a pagare il prezzo più alto? Giuli è nel mirino da tempo, e questa nuova inchiesta potrebbe essere la goccia che farà traboccare il vaso. Il suo rapporto con Francesco Spano è oggetto di molte speculazioni, e l’ombra di un possibile coinvolgimento in documenti segreti o chat compromettenti non lo aiuta di certo a uscire indenne da questo scandalo.
Le voci parlano di possibili dimissioni, e Giuli appare sempre più isolato. La scelta di nominare Spano, nonostante le polemiche, ha irritato profondamente una parte del partito, e ora si rischia che il malumore interno esploda in modo incontrollabile. I riflettori sono tutti puntati su di lui, e la puntata di Report potrebbe essere il colpo di grazia.
Le anticipazioni: documenti segreti e chat compromettenti
Ma cosa ci riserverà realmente la prossima puntata di Report? Ranucci ha fatto sapere che non si tratterà solo di indiscrezioni: ci sono documenti e chat che ipotizzano responsabilità gravi. E, sebbene non abbia fatto nomi, la tensione è palpabile. Le alte cariche di Fratelli d’Italia sanno di essere nel mirino, e il partito si prepara al peggio. Chi sarà travolto da questo nuovo scandalo? Le dimissioni di Busnengo sono state solo il preludio di una tempesta molto più grande?
Una cosa è certa: le inchieste di Report promettono di svelare un nuovo capitolo di intrighi, giochi di potere e lotte intestine, con il Ministero della Cultura come teatro di questo dramma politico. E mentre il governo cerca di prepararsi al peggio, la base del partito è già in subbuglio.
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Politica
Matteo Salvini avvisato: Pio e Amedeo tornano su Canale 5 mentre il vicepremier celebra “Oi vita mia” come fosse una rivelazione comica nazionale
Dopo l’entusiasmo social di Matteo Salvini per “Oi vita mia” – «era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film» – Pio e Amedeo si preparano a tornare su Canale 5 con un nuovo programma. Per Mediaset è l’ennesima scommessa su un duo che divide, intrattiene e infiamma discussioni a ogni apparizione.
Avvisate Matteo Salvini, perché per lui sarà come Natale anticipato. Il vicepremier ha infatti celebrato sui social “Oi vita mia”, l’ultimo film di Pio e Amedeo, con un entusiasmo che farebbe arrossire perfino i fan più irriducibili del duo pugliese. «Era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film», ha scritto il ministro dei Trasporti, trasformando la pellicola in un piccolo evento nazionale. E ora che Mediaset ha ufficializzato il ritorno dei due in primavera con un nuovo show su Canale 5, il tempismo sembra perfetto.
Il post di Salvini che accende i social
Il commento del ministro non è passato inosservato. Anzi, è stato accolto come la certificazione definitiva che Pio e Amedeo non sono soltanto un fenomeno popolare, ma un caso politico-culturale capace di entrare nelle timeline istituzionali. Che il vicepremier abbia un debole per il loro umorismo non sofisticatissimo non è una sorpresa, ma questa volta il suo entusiasmo ha acceso una curiosità in più: cosa penserà del nuovo programma in arrivo?
Il ritorno su Canale 5
Dopo il successo al botteghino, i due comici tornano dunque nel prime time Mediaset con un progetto pensato per riprendere lo stile che li ha resi celebri: spontaneità, battute al limite del caos e quel loro modo di trasformare qualsiasi siparietto in una serata di paese reinventata per la tv. La rete punta forte su di loro, consapevole che ogni nuova apparizione scatena discussioni, meme e reazioni contrastanti.
Un duo che divide ma funziona
Pio e Amedeo, del resto, vivono da sempre in un equilibrio curioso: da un lato il pubblico fedele che li segue ovunque, dall’altro chi sussurra che la loro comicità non esattamente profonda abbia comunque trovato un posto stabile nella televisione generalista. E mentre la primavera si avvicina, cresce l’attesa per capire che tipo di show porteranno su Canale 5 e fino a che punto riusciranno a spingere il loro universo comico.
Intanto Salvini li applaude
Per ora, una certezza c’è: Matteo Salvini è già pronto in prima fila, telecomando alla mano. E a questo punto è facile immaginare che il nuovo show diventi per lui un imperdibile appuntamento del palinsesto. Perché quando il ministro ride, ride sul serio… soprattutto con Pio e Amedeo.
Politica
Nordio scatena la tempesta alla Conferenza sul femminicidio: dal “codice genetico maschile” alle accuse di Medioevo
Intervenendo alla Conferenza contro il femminicidio alla Camera, Carlo Nordio parla di un retaggio “darwiniano” e di una “tara” nella mentalità maschile che deriverebbe da millenni di superiorità fisica. Sul web e in Parlamento esplodono le reazioni: Appendino (M5S) parla di “Lombroso”, Bonelli (Avs) di “Medioevo”, Boschi (IV) accusa il governo di arretramento culturale. E il dibattito si accende alla vigilia delle mobilitazioni del 25 novembre.
Alla Conferenza internazionale contro il femminicidio, organizzata alla Camera dei Deputati alla vigilia della Giornata del 25 novembre, Carlo Nordio immaginava forse un discorso solenne. Di certo non immaginava l’incendio politico scoppiato dopo le sue parole. Parlando della “prevaricazione secolare dell’uomo sulla donna”, il ministro della Giustizia ha offerto una lettura che ha immediatamente fatto alzare sopracciglia, toni e telefoni.
Il passaggio incriminato: “È la legge del più forte”
Nordio, in un ragionamento che voleva essere storico, ha parlato di una radice darwiniana della violenza maschile: nei primordi, ha detto, la forza muscolare avrebbe determinato la nascita del maschilismo. «La natura ha dotato i maschietti di una forza muscolare maggiore delle femminucce… questo unico criterio di superiorità ha fondato il maschilismo». Una spiegazione che si inserisce nel solco della lunga oppressione patriarcale, ma che — complice un linguaggio vecchio stile — ha creato immediatamente un corto circuito.
“Sedimentazione nel codice genetico”: esplode la polemica
Il Guardasigilli ha poi parlato di una “sedimentazione millenaria” nella mentalità del maschio, difficile da rimuovere, quasi una tara culturale che resiste anche quando l’uomo accetta formalmente la parità. Per superarla, sostiene, non basta la repressione: servono prevenzione ed educazione. «Un po’ come fanno psicologi e psicanalisti», ha detto, invocando una rivoluzione educativa che parta dalla famiglia.
Appendino: “E la prossima cosa, Lombroso?”
La prima a rispondere è Chiara Appendino (M5S), che su X definisce le parole di Nordio “un’altra perla” dopo “impunità ai soliti noti” e una gestione della giustizia che lei considera fallimentare. Poi l’affondo: «La prossima sarà propagandare Lombroso? Se questo è un ministro…». Il tono è durissimo, e il post diventa virale in pochi minuti.
Bonelli: “È Medioevo”
Non meno netto Angelo Bonelli (Avs), che cita i nuovi dati Istat: 6,4 milioni di donne italiane hanno subito violenze fisiche o sessuali. «Di fronte a questa realtà — dice — evocare un ‘codice genetico maschile’ è un arretramento culturale pericoloso». La critica è chiara: così si deresponsabilizzano gli aggressori e si cancella il carattere strutturale della violenza di genere.
Boschi: “Le donne non hanno bisogno di teorie ottocentesche”
Maria Elena Boschi (Italia Viva) aggiunge un altro tassello: «Imbarazzanti». Accusa il governo di offrire un contributo del tutto fuori fuoco alla Conferenza e sottolinea che le donne hanno bisogno di leggi applicate, fondi certi e centri antiviolenza, non di letture pseudo-biologiche: «La parità non è un’idea, è un dovere costituzionale».
Un caso che arriva nel giorno più sensibile dell’anno
Il tempismo ha aggravato tutto: la discussione esplode proprio mentre in Italia si preparano le manifestazioni del 25 novembre. E mentre piazze, scuole e associazioni chiedono protezione e politiche efficaci, il dibattito politico si ritrova impantanato tra Darwin, codici genetici e accuse di Medioevo.
Politica
Nuovo amore per Maria Elena Boschi: dopo Berruti arriva l’avvocato Roberto Vaccarella. Prima fuga romantica a New York
Avvistati a Capalbio e pronti per un viaggio insieme negli Stati Uniti, Boschi e Vaccarella sembrano intenzionati a vivere questo nuovo legame lontano dal clamore. Per la deputata di Italia Viva si apre una nuova fase sentimentale: discreta, sorridente e con il passo leggero di chi ricomincia.
Archiviata una storia lunga e mediatica, se ne apre un’altra, più silenziosa ma non per questo meno intensa. Maria Elena Boschi sembra aver ritrovato il sorriso accanto a Roberto Vaccarella, avvocato penalista e fratello di Elena, da anni compagna del presidente del CONI Giovanni Malagò.
Dopo cinque anni con l’attore Giulio Berruti — relazione intensa, raccontata e spesso sotto i riflettori — l’ex ministra di Italia Viva sceglie oggi un passo diverso. Meno esposizione, più vita reale. La notizia è circolata nelle ultime ore dopo le indiscrezioni sui primi avvistamenti a Capalbio, poi confermati da più fonti. Passeggiate, cene riservate, niente ostentazione.
A questo si aggiunge un dettaglio che racconta bene l’evoluzione del rapporto: i due sarebbero pronti a partire per New York per la loro prima vacanza a due. Un viaggio simbolico, di quelli che segnano il passaggio da conoscenza promettente a coppia ufficiale. E chi conosce Boschi racconta di una serenità nuova, più matura, più protetta.
La parabola è chiara: dalle copertine alla discrezione, dall’amore cinematografico a una relazione che sembra preferire il passo lento e gli occhi bassi sulle cose piccole. Il resto, al momento, resta fuori dall’inquadratura. Nessun annuncio, nessuna foto insieme, nessuna conferma social.
Per lei è un ritorno a una normalità voluta, dopo anni in cui la vita privata è stata materia di dibattito pubblico. Oggi la narrazione cambia: c’è spazio per un sorriso nelle vie del centro, per un viaggio programmato con calma, per un tempo personale che non chiede applausi.
Se son rose fioriranno, dice il proverbio. Qui, per ora, c’è un bocciolo custodito, e la scelta precisa di lasciarlo crescere senza fretta. In un mondo che corre, Maria Elena Boschi — almeno sul fronte del cuore — sembra aver deciso di fermarsi dove il ritmo è più umano. E di ripartire, stavolta, solo quando sarà il momento.
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