Connect with us

Cronaca

Regole fantozziane per i poliziotti italiani in Albania: non girate nudi e non guardate le ragazze

Tra regole assurde e suggerimenti anacronistici, scoppia la bufera sul vademecum per gli agenti italiani nei centri di permanenza. Non girare nudi per strada, non corteggiare le donne, e bere il caffè solo da seduti.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Pensavamo fosse uno scherzo, una di quelle fake news che circolano in rete e invece, incredibilmente, è tutto vero. Il vademecum destinato agli agenti della polizia penitenziaria che saranno inviati nei centri di permanenza per il rimpatrio in Albania è un capolavoro di regole fantozziane che ha fatto scoppiare una bufera.

    Regole fantozziane: non girare nudi per strada

    Uno dei primi consigli? Non girare nudi per strada. Sì, avete letto bene. Pare che qualcuno abbia pensato fosse necessario ricordare agli agenti di tenere i vestiti addosso quando sono in pubblico. Forse temevano un’invasione di agenti in déshabillé nelle piazze albanesi? Immaginate la scena: “Agente, dove sta andando in mutande?” “Sto solo seguendo il vademecum!”

    Non corteggiare le donne: il medioevo è qui

    Poi, il vademecum si preoccupa delle buone maniere: “Evitare di corteggiare le donne albanesi nei vari contesti e in maniera estemporanea”. Sembra che qualcuno creda che gli agenti italiani non possano resistere al fascino delle donne albanesi. Ovviamente, l’uomo albanese reagirebbe “in malo modo”. Come dire, meglio evitare un duello rusticano per un’occhiata di troppo.

    Bere il caffè solo da seduti: la tradizione assoluta

    Un’altra perla è dedicata al caffè. Non si beve al bancone, ma solo seduti. “Tradizione assoluta a cui attenersi”, recita il vademecum. E guai a chiedere cambi nel menù al ristorante! Richieste simili potrebbero “ingenerare errori e fraintendimenti”. Insomma, se volete il caffè come a casa, meglio portarsi una moka.

    Un Paese da terzo mondo?

    Il documento dipinge l’Albania come un luogo esotico e inaccessibile: “Zona infestata da insetti e zanzare” e “pietanze molto speziate”. Pare che chi lo ha scritto non abbia mai viaggiato oltre la sagra del carciofo fritto.

    Reazioni e polemiche

    Il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, non ci sta e commenta ironicamente: “Se accadono cose di tal genere prima che la missione abbia inizio, non osiamo immaginare ciò che potrebbe succedere in cinque anni di servizio operativo”.

    Una guida per il buon senso?

    Questo vademecum sembra più una guida per turisti sprovveduti che per agenti della polizia penitenziaria. La vera domanda è: chi ha avuto l’ardire di scriverlo? Forse un funzionario zelante con una passione per le regole anacronistiche? Un nostalgico dei tempi di Fantozzi?

    In conclusione, se vi trovate a dovervi trasferire in Albania per lavoro, ricordate: non girate nudi, non corteggiate le donne e bevete il caffè solo da seduti. Non si sa mai, potreste offendere qualcuno.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Cronaca

      Lo schiavismo va di moda, ma si paga: maxi multa da 3,5 milioni per Giorgio Armani Spa

      Secondo l’Autorità, il gruppo Armani era a conoscenza delle condizioni dei lavoratori in alcune aziende subfornitrici di borse e accessori. L’azienda annuncia ricorso e rivendica la trasparenza della sua filiera.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Tre milioni e mezzo di euro: tanto costano, secondo l’Antitrust, le dichiarazioni etiche non mantenute. Giorgio Armani Spa, simbolo del lusso made in Italy, è stata multata per pratica commerciale ingannevole: un colpo pesante per l’immagine della maison, che proprio quest’anno celebra cinquant’anni di attività.

        La sanzione arriva al termine dell’indagine aperta dopo l’inchiesta per caporalato che aveva travolto Giorgio Armani Operations, la società del gruppo che produce borse e accessori. Nel 2024 la Procura di Milano aveva chiesto l’amministrazione giudiziaria per omissione di controlli sui fornitori, misura poi revocata nel febbraio 2025 grazie – come scrisse il Tribunale – a un «percorso virtuoso» di regolarizzazione.

        Ora, però, l’Antitrust accusa il gruppo di aver diffuso dichiarazioni «non veritiere» sulle proprie politiche di responsabilità sociale. Il Codice Etico e i contenuti online della sezione “Armani Values” sarebbero stati presentati come garanzia di filiere etiche, ma non riflettevano la realtà di alcuni laboratori di pelletteria. Gli ispettori hanno documentato condizioni di lavoro irregolari e persino la presenza di un dipendente del gruppo in un laboratorio irregolare, incaricato di controlli qualità mensili: per l’Autorità, la prova che la società fosse consapevole di ciò che accadeva.

        Durissima la replica della maison: «Giorgio Armani Spa accoglie con amarezza e stupore la decisione», annunciando ricorso al Tar. L’azienda rivendica trasparenza e correttezza, ricordando che gli episodi contestati «riguardavano due soli fornitori, pari allo 0,7% degli acquisti complessivi».

        Resta però l’ennesima macchia su un’industria del lusso che preferisce mostrare passerelle e campagne patinate piuttosto che le ombre delle proprie filiere. Per Armani la partita si sposta in tribunale, ma il danno di immagine – in un mondo in cui l’etica è marketing – rischia di valere molto più dei 3,5 milioni di multa.

          Continua a leggere

          Cronaca

          Un sushi davvero stupefacente: arrestato a Roma pusher che nascondeva hashish nei “nigiri” al salmone

          L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, riceveva gli ordini via WhatsApp e consegnava il “menu speciale” tra Montespaccato, Mostacciano e Anagnina. La polizia lo ha fermato in via Enna: nella borsa frigo cinque pacchi di hashish termosaldati e oltre duemila euro in contanti.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            A Roma il sushi può dare alla testa. Soprattutto quando non è a base di tonno o salmone, ma di hashish. La polizia ha arrestato un pusher di 45 anni, italiano e già noto alle forze dell’ordine, che aveva trovato un metodo ingegnoso – e grottesco – per distribuire la sua merce: spacciava droga confezionata come nigiri al salmone, pronta da “gustare” solo per i clienti giusti.

            Il blitz è scattato lunedì 28 luglio intorno alle 21, quando gli agenti del VII distretto San Giovanni hanno notato una Fiat Panda a noleggio ferma in via Enna. Al volante il 45enne, subito agitato alla vista della pattuglia. La scena non ha convinto i poliziotti, che hanno deciso di procedere con una perquisizione approfondita.

            Nel bagagliaio, dentro una borsa frigo, la sorpresa: cinque pacchi di hashish termosaldati, per un totale di 510 grammi, ognuno con l’immagine di eleganti nigiri di salmone stampata sopra. Accanto alla “scorta”, oltre 2.000 euro in contanti, probabilmente frutto delle ultime consegne.

            Dalle verifiche sul cellulare è emerso il sistema di ordini e consegne via WhatsApp. I clienti inviavano l’indirizzo e l’uomo partiva per le sue “consegne gastronomiche” in diverse zone della Capitale, tra cui Montespaccato, Mostacciano e Anagnina. Una sorta di delivery illegale, che trasformava il sushi in un piatto davvero stupefacente.

            Dopo il fermo, il 45enne è stato accompagnato in commissariato e sottoposto a rito direttissimo, al termine del quale è scattato l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

            Per una volta, il proverbiale “sushi d’asporto” non è finito sulla tavola ma in sequestro, mentre il finto chef della droga dovrà ora rispondere delle sue specialità… proibite.

              Continua a leggere

              Politica

              Tajani sorride, i Berlusconi comandano: Forza Italia a Cologno fra consigli, statuti e voglia di rinnovamento

              Antonio Tajani arriva a Cologno Monzese per un incontro “tra amici”, ma la regia politica di Forza Italia è ormai tutta nelle mani degli eredi del Cav. Pier Silvio parla di “rinnovamento”, e il segretario obbedisce: nuovo statuto, nuova comunicazione, stesso sorriso forzato.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                «Parleremo di tutto, del futuro e anche di Forza Italia». Antonio Tajani prova a recitare il copione del leader saldo, mentre si presenta alla villa di Marina Berlusconi a Cologno Monzese. Lo accompagna il mantra di sempre: «Li conosco da quando sono ragazzi, questi incontri li abbiamo sempre fatti». Ma dietro le parole di circostanza, la fotografia è chiara: chi comanda davvero sono gli eredi del Cavaliere.

                A tavola con lui ci sono Marina e Pier Silvio, veri azionisti politici e finanziari del partito – il loro credito verso Forza Italia sfiora i 90 milioni di euro – e Gianni Letta, garante della liturgia familiare. L’incontro era stato rinviato due settimane fa tra voci di malumori, ora torna come se nulla fosse: «Un incontro tra amici», dice Tajani, cercando di smussare i rumors su un partito percepito come troppo appiattito sugli alleati e incapace di ritagliarsi uno spazio proprio.

                La realtà è che basta una frase di Pier Silvio Berlusconi per orientare la rotta: quando ha parlato di “rinnovamento”, Tajani ha eseguito. In pochi giorni è arrivato il nuovo statuto, è stato scelto Simone Baldelli come coordinatore della comunicazione e si è dato il via a un lifting silenzioso della catena di comando. Tutto senza clamori, ma con un messaggio inequivocabile: Forza Italia è un marchio di famiglia, e chi la gestisce in politica lo fa in affitto.

                Intanto, le voci di insofferenza per il segretario crescono: la linea prudente di Tajani, fatta di piccoli compromessi e temi secondari come lo Ius scholae, convince poco i custodi del brand berlusconiano. «Ascolto i consigli che arrivano dagli amici», ripete lui, ma gli amici hanno appena deciso quali note dovrà suonare.

                Per ora Tajani sorride e incassa. La regia resta a Cologno, la bacchetta pure.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù