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Storie vere

La doppia vita di Nico: da gommista a re dello scambismo di coppia

Gommista di giorno e organizzatore di eventi scambisti di notte, gestisce la “Maison Rizza”, un club esclusivo per oltre 2.100 coppie iscritte alla community.

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    E’ il momento dei calabresi. Dal giovane ballerino che accompagna Jennifer Lopez a Nico Taurus, 50 anni, uomo dai mille volti. E sì perché Nico di giorno lavora come gommista a Melegnano. E di notte? Ah beh cambia tutto. Di notte, una volta al mese, si trasforma nel re dello scambismo di coppia, organizzando feste esclusive nella sua villa a Lodi Vecchio. Naturalmente Nico Taurus è uno pseudonimo che un ‘distinto’ calabrese trapiantato nel Lodigiano, ha adottato per gestire uno dei club più esclusivi d’Italia per coppie scambiste. La sua “Maison Rizza” è diventata un punto di riferimento per la trasgressione nel Nord Italia, attirando partecipanti da tutta la penisola e persino dagli Stati Uniti. Addirittura…?

    Eventi esclusivi e selezione dei partecipanti

    Con un passato da spogliarellista e gigolò, Nico ha maturato una lunga esperienza nel mondo dell’eros e della trasgressione, che oggi mette a frutto nella sua attività. La sua community, “Doutdess“, conta 2.100 coppie iscritte, 400 single e 500 uomini interessati all’infedeltà consensuale della partner. Le serate alla “Maison Rizza” sono eventi esclusivi, con una selezione accurata dei partecipanti. Nico non bada solo all’aspetto estetico, ma cerca soprattutto autenticità e disponibilità nelle coppie. Per questo, il suo club è diventato il punto di riferimento per molte coppie alla prima esperienza. La villa di Nico è un vero e proprio tempio del piacere, con due grandi camere da letto, una “devil room” sotterranea e un ampio giardino. Ogni evento ospita dalle 80 alle 150 coppie, rigorosamente under 45.

    Organizza incontro ma lui non lo farebbe mai…

    Per partecipare alle serate, le coppie pagano 80 euro, le donne single 30 euro e gli uomini soli 200 euro. Prezzi competitivi, secondo Nico, che riesce a mantenerli bassi grazie al fatto che la villa è anche la sua abitazione privata. Nonostante il successo della sua attività, Nico non ha intenzione di lasciare il lavoro di gommista. Ama il suo lavoro in officina e il rapporto con i clienti e i collaboratori. Tuttavia, non esclude che in futuro la sua passione per lo scambio di coppia possa diventare la sua attività principale. Single e senza figli, Nico ha scelto la trasgressione, ma con dei limiti. Non farebbe mai lo scambista e, nonostante frequenti una donna, non accetterebbe mai di fare scambio di coppia con lei.

    Giovani coppie più aperte allo scambismo?

    Secondo Nico, lo scambio di coppia può essere un’esperienza positiva per la coppia, se praticato con moderazione e consapevolezza. E sulle nuove generazioni, ha un’opinione positiva: «I ventenni di oggi sono incredibili, molto più aperti mentalmente e pronti a sperimentare rispetto alla mia generazione».

    Ma come nasce la richiesta?

    Lo scambismo di coppia, noto anche come “swinging“, è una pratica sessuale consensuale in cui due o più coppie si accordano per avere rapporti sessuali o intimi con i partner delle altre coppie coinvolte. A differenza del tradimento, nello scambismo entrambi i partner sono consapevoli e consenzienti dell’attività sessuale con altre persone. Questa pratica può variare ampiamente, da semplici scambi di baci e carezze a rapporti sessuali completi, e può essere occasionale o parte di uno stile di vita più continuativo. Quali sono le motivazioni che spingono le coppie a intraprendere lo scambismo? Alcune persone lo vedono come un modo per ravvivare la relazione, esplorare nuove esperienze sessuali o superare la monotonia. Altre coppie possono essere attratte dall’eccitazione di condividere il proprio partner con altri o dal senso di comunità che si crea all’interno dei club di scambisti.

    Attività rischiosa

    Lo scambismo è un fenomeno complesso, con implicazioni psicologiche e sociali significative. È fondamentale che tutte le persone coinvolte partecipino in modo pienamente consapevole e consensuale, stabilendo limiti chiari e rispettando i desideri di ciascuno. E’ importante anchr sottolineare che lo scambismo non è esente da rischi. Come qualsiasi attività sessuale, può comportare la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili se non vengono prese adeguate precauzioni. È quindi fondamentale praticare sesso sicuro e comunicare apertamente con i propri partner.

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      Peccato! L’Autovelox non era omologato: annullata la multa per l’automobilista a 255 km/h

      Sfreccia in auto a 255 all’ora ma la maxi multa viene annullata: l’Autovelox non era omologato.

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        Lui tranquillo sfrecciava in auto a ben 255 km/h su un tratto autostradale con limite di 130, ma la multa salatissima gli è stata annullata per un errore burocratico. Mannaggia!! L’Autovelox usato per la contravvenzione non era omologato. Gasp! L’episodio risale allo scorso maggio quando un automobilista è stato multato per eccesso di velocità, con una sanzione di 845 euro e la sospensione della patente da 6 a 12 mesi.

        Provaci ancora Sam magari la prossima volta ti beccano per davvero

        L’automobilista, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli di Verbania, ha presentato ricorso alla prefettura di Novara, che ha accolto le sue motivazioni. Il prefetto ha verificato infatti che lo strumento della Polizia Stradale, sebbene “approvato”, non risultava “omologato”, come richiesto dalla legge per validare le rilevazioni di velocità.

        Autovelox omologato, automobilista sanzionato!

        L’avvocato ha spiegato che il ricorso è stato fondato sulla giurisprudenza della Cassazione, che distingue tra “approvazione” e “omologazione” degli apparecchi di rilevazione. Solo quelli omologati garantiscono misurazioni legittime. Di fronte a questa discrepanza, il prefetto ha annullato la multa e tutte le sanzioni correlate, restituendo anche la patente all’automobilista.

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          Salvare quel castello!! E’ la missione di Isabella Collalto de Croÿ, la principessa del prosecco

          La storia di Isabella dimostra che, a volte, le vere principesse non hanno bisogno di carrozze dorate: basta un bicchiere di Prosecco. Prosit!

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            Un tempo le principesse aspettavano il principe azzurro e vivevano destini incantati. Oggi, molte di loro hanno scelto di rimboccarsi le maniche e di costruire il proprio futuro con determinazione. E con la cazzuola. È questo il caso di Isabella Collalto de Croÿ, che ha trasformato la sua eredità familiare in una missione. Salvare il Castello di San Salvatore a Susegana, un gioiello delle colline trevigiane, uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa, grazie alla viticoltura e al Prosecco. Come ha fatto? E soprattutto perché l’ha fatto?

            Isabella ha lasciato la noia di Bruxelles per ritornare alle sue radici

            Nata in una famiglia di origine longobarda, Isabella ha vissuto per anni a Bruxelles, lontana dalle colline trevigiane che avevano visto crescere la sua famiglia per generazioni. Tuttavia, quando il padre, il Principe Manfredo, le chiese aiuto per preservare l’eredità storica del Castello di San Salvatore, decise di tornare. “Avevo qualche timore nell’abbandonare la vita che conducevo,” racconta, “ma il legame con questo luogo era troppo forte”. Questo legame affonda le radici nel Mille, inteso come periodo storico, quando la famiglia Collalto governava Treviso con il titolo di Conti. Nei secoli successivi il Castello si trasformò in un centro culturale, ospitando musicisti, letterati e artisti come Cima da Conegliano, che ne immortalarono la bellezza nei loro dipinti.

            Dalla Prima Guerra Mondiale alla rinascita moderna

            La storia del castello subì una drammatica svolta con la Prima Guerra Mondiale. Quando il fronte si spostò dal fiume Isonzo al Piave, il maniero diventò bersaglio dell’artiglieria italiana, riportando gravi danni. Nonostante la devastazione, la famiglia Collalto non si arrese e avviò un lungo processo di restauro, volto a recuperare lo straordinario patrimonio storico-artistico. Isabella ricorda bene le condizioni in cui ha trovato il castello. “Fino all’inizio del nuovo millennio era ancora un cantiere”, spiega, “le finestre erano chiuse con assi di legno”. Ma a ridare tono e vita al Castello di San Salvatore è stato il vino. In particolare il Prosecco, che ha finanziato i lavori di recupero. “La viticoltura ci ha permesso di ricostruire questo maniero”, dice Isabella.

            I Collalto: viticoltori per tradizione

            Dal Medioevo fino ai giorni nostri, la famiglia Collalto ha coltivato e protetto il territorio, diventando un nome di riferimento nella produzione vitivinicola. Qui si trova la più vasta superficie vitata della zona e la coltivazione di varietà autoctone ovvero il Verdiso e la Bianchetta, due uve tipiche del Trevigiano. Nel 2007, Isabella ha assunto la guida dell’azienda agricola, portando avanti una tradizione secolare con uno spirito innovativo. Il suo impegno ha permesso non solo di salvaguardare il Castello di San Salvatore, ma anche di rafforzare il ruolo del Prosecco nel panorama vitivinicolo internazionale.

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              Tavola calda, anzi bollente! Da cena tra amici a orgia su WhatsApp: sesso, foto hot e un notaio nei guai a Bogliasco

              A Bogliasco, provincia di Genova, una cena tra un medico, un notaio e una donna si trasforma in un after-dinner a luci rosse con titolare del ristorante e cameriera. Qualche giorno dopo, le foto della serata finiscono su WhatsApp: la donna denuncia e la procura apre un fascicolo bollente.

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                A Bogliasco l’estate si è scaldata prima del previsto. Altro che spaghetti allo scoglio e bianco fresco: la cena tra amici si è trasformata in un post-serata da film vietato ai minori e, come se non bastasse, pure in un caso di revenge porn finito in Procura.

                Tutto comincia ai primi di giugno, quando una donna accetta l’invito di un amico medico per una cena tranquilla. Tranquilla, si fa per dire. Alla tavolata si aggiunge un notaio che lei non conosce. Location: un ristorantino della riviera, vista mare, di proprietà di un imprenditore amico del gruppetto. Si mangia, si beve, si chiacchiera. Bottiglie di vino scorrono allegre, il clima è quello del “qui e ora” tipico delle serate che promettono di finire male.

                Il titolare, tra un piatto di trofie al pesto e un sorso di Vermentino, ogni tanto si siede al tavolo. La complicità cresce, l’alcol aiuta, e quando scende la sera la cena diventa un after-dinner decisamente privato. Saracinesca abbassata, porta chiusa, e alla comitiva si unisce anche la cameriera, che è pure la compagna del ristoratore. Da quel momento, la cronaca si tinge di rosa, ma più fucsia acceso: effusioni, carezze, baci rubati, e in men che non si dica la tavola calda diventa un set a luci rosse improvvisato.

                La donna, tra stupore e incoscienza da calici di troppo, si ritrova tra le braccia della cameriera. Poi entrano in gioco i tre uomini: medico, notaio e titolare. La scena, degna di una commedia all’italiana versione hard, si consuma fino a notte fonda. Alle due del mattino, la compagnia si scioglie: il dottore e la donna danno un passaggio al notaio, poi la serata si chiude a casa di lei.

                Due giorni dopo, la doccia fredda. La donna si presenta nello studio del medico per un’ecografia programmata e lì riceve la notizia che cambia tutto: sul cellulare dell’amico ci sono foto della serata hot. Lui non sa spiegarsi come siano arrivate. Peccato che, nel frattempo, le stesse immagini abbiano già iniziato a girare su WhatsApp, in particolare dalle mani del notaio. E qui si passa dal peccato alla pena: la donna scopre che scatti molto espliciti della nottata sono finiti in chat tra colleghi e amici del professionista.

                Lei lo chiama, furiosa, chiedendogli di cancellare tutto. Il notaio, con la leggerezza di chi non ha capito la gravità della situazione, ammette di averle già inoltrate e propone un incontro “per sistemare la cosa”. La donna, a quel punto, decide di non andare e sceglie la via legale. Contatta l’avvocato Salvatore Calandra, prepara una querela dettagliata e si rivolge alla Procura di Genova.

                Sulla scrivania della sostituta procuratrice Daniela Pischetola arriva così un fascicolo da manuale del gossip giudiziario: sesso di gruppo, foto piccanti non autorizzate e un potenziale caso di revenge porn. Gli investigatori della polizia di Stato vengono incaricati di sentire tutti i protagonisti e, tra le prime informazioni raccolte, spunta anche l’ombra della droga per uso personale.

                Ora tocca alla Procura ricomporre i pezzi di questa tavola calda, anzi caldissima, che dalla Riviera ligure è finita dritta nel registro delle indagini. Intanto, in paese, la storia corre più veloce delle chat: c’è chi giura di aver visto le foto, chi di aver sentito gli audio. E al ristorante, tra una focaccia e una bottiglia di bianco, le prenotazioni calano. Perché un conto è mangiare in un locale “accogliente”, un altro è rischiare che la cena finisca in prima serata… su WhatsApp.

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