Storie vere
Mario e la legge salva suicidi: da una vita in auto alla rinascita. Come un operaio ha sconfitto i debiti e ritrovato speranza
La vicenda di Mario, cinquantenne dell’hinterland di Bergamo, racconta un percorso drammatico ma pieno di riscatto. Dopo aver perso casa, lavoro e famiglia, ha vissuto per mesi nella sua auto sotto la pressione dei creditori. Grazie alla legge salva suicidi e al supporto di Protezione Sociale Italiana, è riuscito a cancellare i suoi debiti e ricominciare. Una normativa che, come dimostra anche il caso di Cristina Chiabotto, si rivela un’ancora di salvezza per chi è sopraffatto dalle difficoltà economiche
Mario, cinquantenne operaio metalmeccanico dell’hinterland bergamasco, non è mai stato un uomo incline alle lamentele. La sua è sempre stata una vita di sacrifici e impegno, di ore passate in fabbrica e di serate spese tra amici e famiglia. Ma quando il destino ha deciso di accanirsi contro di lui, Mario si è ritrovato in un abisso apparentemente senza via d’uscita: prima la perdita del lavoro, poi un incidente stradale che lo ha lasciato con una moto distrutta e una piccola pensione d’invalidità, infine il crollo della relazione con la sua compagna.
La discesa agli inferi è stata rapida. I debiti hanno iniziato a moltiplicarsi come funghi dopo la pioggia: un mutuo da 101 mila euro che non riusciva più a sostenere, la casa venduta all’asta senza coprire l’intero importo, le chiamate incessanti dei recuperatori di crediti che lo perseguitavano giorno e notte. «Mi sembrava di essere in un lockdown personale, ancora peggiore di quello del Covid», ha raccontato Mario. Isolato da tutti, ha passato 149 notti a dormire in un’auto, il suo unico rifugio.
Ma proprio quando stava per arrendersi, sono arrivate le prime luci di speranza. I Servizi Sociali del Comune di Lallio gli hanno trovato un alloggio temporaneo, e il comandante della polizia locale di Treviolo, Matteo Copia, lo ha indirizzato verso Protezione Sociale Italiana. Lì, con il supporto dell’avvocato Pietro Aiello, Mario ha potuto accedere alla legge 3/2012, meglio conosciuta come “salva suicidi”.
La legge, concepita per aiutare chi è schiacciato dai debiti, ha permesso a Mario di avviare una procedura di esdebitazione completa. Il Tribunale, riconoscendo la sua buona fede e l’origine non dolosa della sua situazione economica, ha finalmente approvato la richiesta. «Ora posso guardare avanti con speranza», ha dichiarato Mario, visibilmente commosso.
Il caso di Mario non è isolato. La legge 3/2012 si è dimostrata una vera ancora di salvezza anche per personalità molto distanti da lui, come Cristina Chiabotto. L’ex Miss Italia, soffocata da un debito fiscale di oltre 2,5 milioni di euro, ha utilizzato la normativa per avviare una procedura di liquidazione del patrimonio. Pur affrontando polemiche e critiche, Cristina ha sempre ribadito: «Voglio pagare tutto ciò che devo».
La legge salva suicidi offre a chiunque, indipendentemente dalla posizione sociale o economica, la possibilità di risalire la china. Che si tratti di un operaio senza più nulla da perdere o di una celebrità con guai finanziari, il principio resta lo stesso: ricostruire una vita che sembrava perduta.
Mario, con il suo piccolo appartamento e una nuova determinazione, è oggi l’immagine della resilienza. Ha ricominciato a lavorare su se stesso, affrontando anche quei problemi psicologici che per troppo tempo aveva ignorato. La sua storia, fatta di dolore e rinascita, è un monito per ricordare che, con il giusto aiuto e una legge che funziona, anche dal baratro si può risalire.
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Storie vere
Se a truffare i parrocchiani fosse stato il prete? La storia con la perpetua, i soldi spariti e le accuse infamanti. Cosa è successo in sacrestia?
Si è scoperto che l’ex parroco di Pinerolo avrebbe approfittato della fiducia di anziani e malati per appropriarsi di ingenti somme di denaro.
Don Paolo Bianciotto, ottantunenne ex parroco della chiesa di Madonna di Fatima a Pinerolo, è finito sotto processo con l’accusa di aver truffato e derubato i suoi parrocchiani. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe approfittato della fiducia di coppie di anziani e persone con disabilità per svuotare i loro conti correnti. Con la scusa di volerli aiutare nella gestione dei loro conti correnti, poco per volta sottraeva delle belle cifre.
Ma don Bianciotto cosa mi combina…?
Le indagini della Guardia di Finanza hanno rivelato che don Bianciotto avrebbe sottratto circa 185mila euro a una donna e a una coppia di fedeli, convincendoli a firmare deleghe per la gestione dei loro conti. Ma non basta. Avrebbe, inoltre, utilizzato le loro carte di credito e i bancomat per effettuare prelievi e acquisti personali. E pensava di farla franca…
Una relazione con la perpetua a cui erano stati destinati 800mila euro
Una parte consistente del denaro sottratto, circa 800mila euro, sarebbe stata destinata alla perpetua, con cui l’ex parroco aveva una relazione. I due avrebbero acquistato insieme immobili, auto e attività commerciali. L’inchiesta delle Fiamme Gialle si è concentrata anche sugli investimenti di don Bianciotto, fatti insieme ad un altro sacerdote, di un albergo a Bordighera, in Liguria, rivenduto ottenendo 400mila euro a testa. Una cifra con cui l’ex parroco della Madonna di Fatima avrebbe finanziato la cooperativa che gestiva fino al 2010 la Casa Alpina di Pragelato, nell’area metropolitana di Torino. L’accusa contestata a don Bianciotto è grave e comprende reati come circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. L’uomo è anche accusato di aver sottratto fondi dalle casse della parrocchia e dall’associazione Nuova Scuola Mauriziana. Il processo iniziato a Torino vuole far luce su fatti avvenuti tra il 2018 e il 2021.
Storie vere
Abbiamo lasciato tutto e ci siamo trasferiti in Thailandia
La storia di una coppia olandese che ora gestisce un resort sulla spiaggia. Una scelta di vita coraggiosa tra sfide e soddisfazioni che coinvolge anche molti italiani.
La Thailandia non era una destinazione sconosciuta per Johan e Sabine Bogaerts. Più volte avevano trascorso lì vacanze indimenticabili, ma la decisione di cambiare radicalmente vita è arrivata durante la pandemia. Stanchi della routine quotidiana in Olanda, fatta di impegni serrati e poco tempo per la famiglia, i coniugi hanno scelto di licenziarsi, vendere casa e trasferirsi con i loro due figli nell’isola di Koh Lanta.
I motivi del trasferimento? Dallo stress quotidiano ai costi
“La vita scorre molto velocemente e volevamo fare qualcos’altro prima che fosse troppo tardi, sia fisicamente che mentalmente“, ha raccontato Sabine, ex chef di 51 anni. Anche Johan, ex ingegnere di 54 anni, condivideva il desiderio di un’esistenza più gratificante e meno frenetica. La spinta decisiva è arrivata grazie ad alcuni annunci su Facebook che presentavano immobili in affitto in Thailandia. La coppia ha trovato una proprietà a soli 60 metri dalla spiaggia di Klong Khong, una popolare destinazione turistica, e ha deciso di affittarla per 20 anni, restaurandola e trasformandola in un resort.
L’investimento complessivo è stato di circa 200mila euro, in gran parte finanziato dalla vendita della loro casa in Olanda. Sebbene la vita in Thailandia sia più economica, la coppia ha affrontato diverse sfide, come adattarsi a una nuova cultura, gestire la stagionalità del turismo e affrontare le difficoltà legate alla burocrazia locale. La gestione del resort segue il ritmo delle stagioni turistiche.L’alta stagione va da dicembre a marzo, quando il clima è più favorevole e le tariffe delle camere aumentano sensibilmente. Durante la bassa stagione, una stanza può costare circa 1.100 baht thailandesi (circa 30 euro). Mentre nei mesi di punta il prezzo sale fino a 2.600 baht (poco più di 70 euro). “Ora abbiamo una vita più lenta e decisamente più appagante”, concludono.
Perchè la Thailandia piace così tanto anche agli italiani?
L’Italia e la Thailandia sono separate fisicamente da oltre 11mila chilometri e svariate ore di volo; culturalmente da mentalità molto diverse. Tutto questo, però, non è sufficiente a renderle incompatibili. Anzi. Il Paese è una meta ambita per i suoi paesaggi e per il suo popolo, ma in parte perché il costo della vita inferiore a quello della maggior parte dei Paesi occidentali. Dall’affitto al trasporto quotidiano, passando per l’intrattenimento e le spese mediche, in Thailandia la spesa media è minore rispetto a quella di qualsiasi città occidentale, che sia Roma, Milano, Londra o Parigi.
Ma come si fa a trasferirsi in Thailandia?
Per prima cosa bisogna avere spirito di adattamento, tanta voglia di cambiare e una predisposizione alla spiritualità, al rispetto e alla gentilezza. Ma al di là del bagaglio emotivo bisogna decidere la meta. Dopotutto si tratta di una terra vastissima, che si estende per oltre 513 chilometri quadrati di superficie. Praticamente il doppio dell’Italia, e conta quasi 70 milioni di abitanti, quindi meglio restringere il campo. Chi sceglie Bangkok troverà moderni grattacieli e centri commerciali a fianco di mercatini tradizionali, palafitte traballanti sul Chao Phraya e templi antichi. Un contrasto affascinante, e proprio per questo è una città che offre tutto quello che si può desiderare, dai ristoranti gourmet con tre stelle Michelin ai locali tipici. Dai negozi di abbigliamento occidentali alle boutique thailandesi. Dal bar di quartiere al lounge bar con discoteca sulla terrazza di un grattacielo dalla vista mozzafiato.
Phuket e la sua strepitosa natura
La città è dotata di un aeroporto internazionale molto ben collegato con tutto il mondo, che permette di raggiungerla, anche dall’Italia, senza necessariamente dover fare scalo a Bangkok. La natura è strepitosa e ci sono chilometri e chilometri di spiagge bianche che si tuffano in un mare cristallino. Non esiste inquinamento perché nei paraggi non ci sono né industrie, né fabbriche, ma l’assenza di attività non significa mancanza di servizi o beni di prima necessità. Nell’area di Phuket vivono foreste vergini e luoghi in cui la vita scorre come cento anni fa, perché gli autoctoni hanno ancora quel sorriso e quella gentilezza dimenticate. Ma si può trovare di tutto. Dal corso di golf ai pezzi di ricambio per l’ultimo modello di estrattore a freddo per fare i succhi, oltre che un parrucchiere e una palestra!
La meta dei nomadi digitali
Un altro posto dove molti nomadi digitali hanno deciso di trasferirsi negli ultimi anni è Chiang Mai, una città tra le montagne della Thailandia settentrionale. Ha un clima più fresco di Phuket. Se siete amanti dei monti e meno del mare (a Chiang Mai è del tutto assente!) questo è sicuramente il posto più adatto a voi. Un tempo era una tranquilla cittadina religiosa, ma oggi è abbastanza grande e sviluppata per offrire diversi servizi e opportunità. La vita è più rilassata e lenta che a Bangkok. Grazie alla sua posizione permette un facile accesso a numerose avventure all’aria aperta. Per esempio? L’escursionismo su quella che è la montagna più alta della Thailandia (il Doi Inthanon, 2.565 metri), il rafting per i torrenti o l’arrampicata su roccia.
Il mare più amato dagli stranieri di tuto il mondo
Dopo Phuket, Hua Hin è il secondo paradiso thailandese sul mare più amato dagli stranieri. Situata a circa tre ore di auto da Bangkok, affacciata sul golfo del Siam, è stata una delle prime mete balneari, se non la prima, dei thai più abbienti degli anni Venti del secolo scorso. Per questo è ricca di resort e ville, e un’atmosfera molto positiva circonda le sue spiagge meravigliose, forse meno incontaminate di quelle di Phuket.
Storie vere
L’eroe del volante: il tassista che ha sventato una truffa da manuale
L’astuzia di un tassista sventa una truffa ai danni di un’anziana: recuperati gioielli e denaro per decine di migliaia di euro.
Mestre, una notte come tante. Giovanni Bortoletto, un tassista di 34 anni, era di turno davanti alla stazione. La sua routine, fatta di corse notturne e di incontri con persone di ogni tipo, stava per prendere una svolta inaspettata. Giovanni, con i suoi anni di esperienza come tassista notturno, ha sviluppato un sesto senso per le situazioni anomale. Quella sera, qualcosa non quadrava. La cliente, una donna giovane e straniera che dice di chiamarsi Rossi, gli aveva fornito un indirizzo preciso, ma il suo comportamento era tutt’altro che rassicurante. Non sembrava conoscere la zona, nonostante avesse un navigatore puntato sulla destinazione. E poi c’era quell’insistenza a tornare subito indietro, come se stesse cercando di guadagnare tempo. Un campanello d’allarme si accese nella mente del tassista.
Una cliente troppo agitata…
La donna, che parlava solo tedesco, ha chiesto a Bortoletto di portarla a un indirizzo preciso a Ceggia, mostrandolo sul telefono. Giunti a destinazione, però, la cliente ha mostrato incertezza, non riconoscendo la casa cercata. “Questo è stato il primo dettaglio che mi ha insospettito“, racconta il tassista. Dopo alcuni minuti di ricerca, la donna gli ha chiesto di fermarsi all’inizio di una stradina e di aspettarla lì. Tuttavia, l’attesa si è protratta più del previsto, spingendo Bortoletto a insospettirsi ulteriormente. Mentre cercava di capire cosa stesse accadendo, Bortolotto ha notato un’anziana signora visibilmente agitata, che scrutava la sua auto con apprensione. Avvicinandosi a lei, ha scoperto che stava aspettando la misteriosa “signora Rossi” per consegnarle oggetti di grande valore. “Ho capito subito che qualcosa non andava: la mia cliente non poteva chiamarsi Rossi ed era chiaro che stava cercando di ingannare la signora“, spiega Bortoletto.
Un tassista degno del titolo di investigatore provetto
Resosi conto della situazione, il tassista ha avvisato il fratello, chiedendogli di contattare i carabinieri. Intanto, la truffatrice è tornata in fretta e furia e ha chiesto di essere riportata alla stazione di Mestre. Durante il tragitto, Bortoletto ha mantenuto i contatti con le forze dell’ordine, che lo hanno istruito su come agire. Una volta giunti a Mestre, la donna ha tentato di sviare le attenzioni chiedendo di essere lasciata nei pressi del piazzale dei pullman, ma il tassista ha continuato a seguirla a distanza. Accortasi di essere pedinata, la truffatrice si è rifugiata all’interno di un hotel vicino alla stazione, dove è stata bloccata dai carabinieri.
Un bottino di tutto rispetto per una truffatrice venuta da lontano…
All’interno del suo zaino sono stati ritrovati decine di migliaia di euro in gioielli e circa 800 euro in contanti, tutto sottratto con l’inganno all’anziana signora. La donna era stata raggirata con la falsa notizia di un grave incidente stradale causato dalla figlia, che l’avrebbe portata in prigione se non avesse pagato una cospicua cauzione. Giovanni Bortoletto, con i suoi 13 anni di esperienza come tassista, racconta che situazioni strane sono all’ordine del giorno, specialmente nei turni notturni. “Ho visto di tutto, ma questa truffa mi ha colpito per la crudeltà con cui hanno approfittato della buona fede di una madre“, conclude.
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