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Storie vere

Truffata dall’alter ego AI di Keanu Reeves per 700 mila euro

Una ragazza spagnola, che affermava di aver conosciuto sui social l’attore Keanu Reeves… si è innamorata di questo sogno ad occhi aperti, rimettendoci 700 mila euro in una truffa: la voce del divo, con il quale chattava online, era stata ricreata con l’AI…

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    Il sogno di poter dialogare al telefono con il proprio idolo del cinema appartiene a molti. Una donna spagnola di Barcellone, Katy, ha creduto di aver coronato questa aspirazione con l’oggetto dei suoi desideri di fan: l’attore Keanu Reeves, sogno proibito di tantissime donne.

    Un sacco di soldi… volatilizzati!

    Ha creduto davvero di essere riuscita a parlare con lui, col protagonista della saga di Matrix e di John Wick e, addirittura di avere iniziato una relazione con lui dopo un incontro virtuale su TikTok. Peccato che l’attore, è refrattario ai socia e non possiede account! Un brutto risveglio da un sogno dorato per la ragazza spagnola quando ha realizzato di essere stata vittima di una truffa che le è costata ben 700 mila euro!

    In tv per raccontare la truffa

    Katy è stata invitata dalla redazione del seguitissimo programma televisivo spagnolo En boca de todos per raccontare la sua disavventura, sperando di poter rappresentare una solrta di allarme vivente per evitare che altre persone vengano truffate in questo modo.

    Quando Reeves si è palesato su Instagram, lei non ci poteva credere… e avrebbe fatto bene!

    «Sei un ragazzo umile che ama il rock e le moto», questo è il messaggio con cui tutto è cominciato, inviato su TikTok da Katy che credeva di aver raggiunto direttamente il bel Reeves. La donna ha ricevuto poco tempo dopo su Telegram un messaggio dell’attore che sembrava avesse fatto di tutto per rintracciarla: «Non potevo credere che mi avesse chiamata, ma la voce era la sua, proprio come nei suoi film».

    Una richiesta di soldi per la pre-produzione di John Wick 5

    Da quel momento sono iniziate conversazione fra i due in lingua inglese, che si sono fatte sempre più frequenti. Katy non stava davvero più nella pelle all’idea di essere riuscita a stringere un rapporto con il famoso attore canadese. Il quale, ad un certo punto, ha cominciato a chiedere soldi… Dicendole che lui la riteneva la donna della sua vita: «Mi ha chiesto 5.000 euro per un computer speciale su cui avrebbe potuto creare la sua sceneggiatura di John Wick 5».

    Ha dovuto vendere alcune proprietà per il “suo Keanu”

    Una prima richiesta alla quale, naturalmente, ne sono seguite altre. Facendo i conti, la malcapitata ha inviato 16 pagamenti diversi per un totale di 700 mila euro. Trattandosi di somme così importanti ha dovuto vendere alcune sue proprietà, finendo per indebitarsi fino al collo.

    L’amara scoperta

    «Mi sono sentita usata, come una bambola rotta», ha dichiarato in tv la donna. Peccato solo che ci sia voluto del tempo prima di cominciare a nutrire qualche sospetto sull’autenticità della voce dell’attore: «Ho iniziato a pensare che fosse stato creato con l’intelligenza artificiale», ha ammesso, sospetto che l’ha infine convinta a recarsi alla polizia e raccontare tutto. Chissà se, come in ogni finale positivo al cinema, il vero Reeves non voglia conosolare la fan con una telefonata… questa volta finalmente vera!

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      Da 25 anni vive in crociera ma ora non riesce più a scendere. E’ affetto da una sindrone che lo fa sentire costantemente in movimento

      Ha trasformato la sua passione per le crociere in uno stile di vita, ma ora soffre di una rara condizione: la sindrome di Mal de Débarquement, o ‘gambe di mare’. Ecco la storia di Mario Salcedo e la sua battaglia contro questa malattia.

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        Si chiama Mario Salcedo l’uomo che ha trasformato la sua passione per le crociere in uno stile di vita unico. Da 25 anni, infatti, vive per sua scelta, a bordo di navi da crociera, lavorando da remoto per sole cinque ore al giorno e dedicando il resto del tempo a godersi i servizi offerti dalle navi. Una scelta di vita un poì speciale e che apparentemente potrebbe allettare molti ma che ha avuto un impatto sulla sua salute.

        La sindrome delle “gambe di mare”

        Salcedo ha sviluppato una condizione fisica conosciuta comunemente come sindrome di Mal de Débarquement (MdDS), o “malattia da sbarco“, comunemente chiamata “gambe di mare“. Questa sindrome è un disturbo neurologico che colpisce l’equilibrio e la percezione del movimento. Chi ne soffre, come Salcedo, ha la sensazione di dondolare o oscillare anche quando è sulla terraferma, come se fosse ancora a bordo di una nave.

        Cause e sintomi del mal da crociera

        La MdDS è causata da un adattamento del corpo al movimento costante delle navi da crociera. Il cervello si abitua a questo movimento e, una volta tornati sulla terraferma, fatica a riadattarsi all’assenza di oscillazioni. I sintomi sono diversi. Dalla sensazione di dondolio o oscillazione persistente alla difficoltà a mantenere l’equilibrio, dal costante sensazione di nausea e vertigini al perenne mal di testa, all’affaticamento cronico.

        Ma lui che dice: la testimonianza di Salcedo

        Come riportato da varie fonti di stampa, lo stesso Salcedo ha dichiarato: “Ho perso le gambe sulla terraferma. Barcollo così tanto che non riesco a camminare in linea retta. Sono così abituato a stare sulle navi che mi sento più a mio agio che sulla terraferma“.

        Che cos’è la sindrome di Mal de Débarquement e come si può affrontare

        Le cause precise della sindrome più comunemente chiamata “gambe di mare” non sono ancora completamente comprese, ma è certo che si manifesta dopo viaggi in mare (crociere o traghetti, lunghi voli aerei . Si ipotizza che il cervello mantenga la memoria del movimento dopo un’esposizione prolungata e non riesca a “riaggiustarsi” quando il movimento termina. Che fare quindi? A parte cnsultare subito uno specialista come un neurologo finora i rimedi più utilizzati consigliano una terapia vestibolare accompagnata da una terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Possono essere utili anche alcune tecniche di rilassamento, accompagnati da farmaci specifici e soprattuto una certa gradualità nel movimento.

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          «Per rimuovere le mie foto su Phica.net ho pagato duemila euro»: il racket delle immagini rubate e dei deep fake

          Dal “pacchetto base” da 250 euro al mese all’“unlimited” da mille, fino a ricerche da 30 euro l’ora: un listino per rimuovere immagini e thread. Lei, stremata, ha versato quasi duemila euro: «Non ce la facevo più, volevo sparire in fretta».

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            Una storia di ricatto e umiliazione. Valeria — nome di fantasia — ha dovuto pagare quasi duemila euro per far rimuovere dal forum Phica.net foto prese dai suoi profili social e trasformate in materiale sessuale. «Ho mandato mail, messaggi, diffide agli amministratori. Alla fine mi hanno proposto pacchetti a pagamento per cancellare tutto. E ho ceduto», racconta.

            La vicenda inizia quando alcuni amici la avvertono: il suo nome e le sue immagini erano finite nel forum che conta oltre 200 mila iscritti. «C’erano foto prese da Instagram, immagini in costume al mare. Nessun nudo autentico. Ma avevano fatto deep fake, montando la mia faccia sul corpo di pornostar». Accanto, commenti volgari: «Desideri sessuali, minacce, parole che mi hanno fatto sentire manipolata ed esposta agli occhi morbosi di migliaia di sconosciuti».

            I primi tentativi di farle sparire sono vani. «Mi sono iscritta con un nome finto, ho scritto nei thread fingendomi un amico. Niente. Poi ho mandato diffide via mail spiegando che era tutto illegale. Silenzio». Solo quando Valeria minaccia di rivolgersi a un avvocato qualcosa si muove: «Hanno tolto alcune cose, ma per il resto mi hanno offerto pacchetti a pagamento».

            Il listino è preciso: 250 euro al mese per mettere il nome in blacklist e cancellare i thread più recenti, 500 per il “premium”, fino a mille euro per l’“unlimited” che prometteva anche richieste di oblio ai motori di ricerca. Extra: 30 euro l’ora per la ricerca completa dei contenuti da eliminare. Pagamenti con bonifico, Paypal o bitcoin, intestati a nomi femminili. «Le mail arrivavano da un indirizzo chiamato Admin phica.net, nessun numero di telefono».

            Alla fine Valeria cede: «Ho mandato i soldi su Paypal, quasi duemila euro. Ho firmato un modulo di eliminazione dei contenuti. Non ho retto: non era tanto per le foto in costume, ma per i nudi finti e i commenti osceni che chiunque avrebbe potuto vedere. Volevo solo uscirne, sparire il più in fretta possibile».

            Un incubo digitale che dimostra come i forum sporcaccioni si siano trasformati in un vero business dell’umiliazione: prima diffondono le immagini, poi vendono alle vittime la loro cancellazione.

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              Storie vere

              Peccato! L’Autovelox non era omologato: annullata la multa per l’automobilista a 255 km/h

              Sfreccia in auto a 255 all’ora ma la maxi multa viene annullata: l’Autovelox non era omologato.

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                Lui tranquillo sfrecciava in auto a ben 255 km/h su un tratto autostradale con limite di 130, ma la multa salatissima gli è stata annullata per un errore burocratico. Mannaggia!! L’Autovelox usato per la contravvenzione non era omologato. Gasp! L’episodio risale allo scorso maggio quando un automobilista è stato multato per eccesso di velocità, con una sanzione di 845 euro e la sospensione della patente da 6 a 12 mesi.

                Provaci ancora Sam magari la prossima volta ti beccano per davvero

                L’automobilista, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli di Verbania, ha presentato ricorso alla prefettura di Novara, che ha accolto le sue motivazioni. Il prefetto ha verificato infatti che lo strumento della Polizia Stradale, sebbene “approvato”, non risultava “omologato”, come richiesto dalla legge per validare le rilevazioni di velocità.

                Autovelox omologato, automobilista sanzionato!

                L’avvocato ha spiegato che il ricorso è stato fondato sulla giurisprudenza della Cassazione, che distingue tra “approvazione” e “omologazione” degli apparecchi di rilevazione. Solo quelli omologati garantiscono misurazioni legittime. Di fronte a questa discrepanza, il prefetto ha annullato la multa e tutte le sanzioni correlate, restituendo anche la patente all’automobilista.

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