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Gossip

Antonella Clerici e il Capodanno sulla neve: la figlia Maelle, il fidanzato più grande e l’amore per la libertà

Tra ricordi preziosi e scelte di vita, Antonella Clerici condivide il suo rapporto con Maelle, il fidanzato Stefano e il valore della cultura come chiave per la libertà. “Sono intransigente sullo studio, ma lascio mia figlia vivere la sua vita”.

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    Antonella Clerici ha trascorso un Capodanno all’insegna dell’amore familiare e della serenità sulle cime innevate, accompagnata dalla figlia adolescente Maelle e da Stefano, il giovane fidanzato della quindicenne. La conduttrice di È sempre mezzogiorno ha condiviso con i suoi fan un video che ripercorre i momenti più significativi del 2024, con immagini che celebrano la complicità e l’affetto che la lega alla figlia e al suo nucleo familiare.

    La relazione tra Maelle e Stefano, che dura ormai da quasi un anno, sembra aver trovato pieno sostegno nella Clerici, la quale ha espresso pubblicamente parole di stima e approvazione nei confronti del ragazzo. “Lui è un bravo ragazzo, carino, sportivo e rispettoso,” ha dichiarato Antonella in un’intervista al settimanale Oggi. La differenza d’età – Stefano ha 19 anni – non rappresenta un problema, né per Maelle né per sua madre: “Lei è molto matura per la sua età, si vogliono bene e hanno costruito un bel rapporto basato sul rispetto”.

    Una famiglia senza gelosie
    Antonella Clerici si è sempre definita una madre aperta e comprensiva, anche se su alcuni aspetti non transige. “Sono la mamma severa quando si parla di studio,” ha sottolineato. “Maelle sa che durante l’anno si esce solo il sabato. La cultura è libertà, e io voglio che lei sia una persona libera”. Questo valore condiviso ha portato madre e figlia a tatuarsi insieme la frase Cultura è libertà, un promemoria indelebile del loro legame e delle priorità nella vita.

    Nonostante la differenza generazionale, Antonella mantiene un atteggiamento di grande fiducia verso la figlia. “Non sono una mamma gelosa, le lascio vivere le sue esperienze, ma sono sempre al suo fianco per sostenerla,” ha dichiarato, raccontando anche la vacanza trascorsa insieme ad Ansedonia, una località che considera il suo rifugio del cuore.

    Un equilibrio familiare prezioso
    Il rapporto tra Maelle e Stefano si inserisce in un contesto familiare sereno, dove i valori fondamentali come il rispetto e la libertà individuale sono alla base di ogni scelta. La Clerici, che negli anni ha saputo costruire un’immagine di donna forte e materna, dimostra ancora una volta di essere una figura di riferimento per la figlia, senza imporre limiti inutili ma trasmettendo insegnamenti solidi.

    Le immagini condivise dalla conduttrice mostrano momenti di gioia e spensieratezza, ma anche il volto di una madre che, pur lasciando spazio all’autonomia della figlia, non smette mai di vegliare su di lei. Un esempio di come l’amore familiare possa coniugarsi con la fiducia e il rispetto, costruendo un legame destinato a durare nel tempo.

    Una lezione di equilibrio
    Con il suo approccio, Antonella Clerici ci ricorda che il ruolo di un genitore è un delicato equilibrio tra protezione e libertà, e che il vero amore non si misura con la gelosia, ma con la capacità di far crescere i propri figli come individui consapevoli. Un messaggio che trova conferma nelle sue parole e nei suoi gesti, riflessi nelle scelte di vita della giovane Maelle e nel rispetto che circonda la loro famiglia.

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      Gossip

      Zaira Nara racconta il retroscena su Icardi: “Volevano presentarmelo, potevo finire con lui io e non Wanda”.

      Zaira Nara svela un aneddoto inatteso sulla genesi del triangolo più chiacchierato del calcio sudamericano: “Io ero single, volevano presentarmi Mauro, ma per me era un no”. Poi il destino ha cambiato rotta e lui è diventato il marito di Wanda e padre delle sue due figlie.

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        Zaira ha spiegato che inizialmente l’idea era proprio quella di far conoscere lei e Mauro. «Wanda era sposata con Maxi. Io ero single. Volevano presentarmi a qualcuno. Questo qualcuno era Mauro, il compagno di squadra di Maxi», ha raccontato. Poi il ricordo di quelle giornate in famiglia: «Ogni volta che arrivavo a casa di mia sorella, lui era lì… Volevano sistemarmi con lui».
        Un incontro mai davvero decollato, almeno nel suo racconto. «Ma, per me, era un no definitivo, non c’era alcuna possibilità», ha aggiunto, sottolineando come quella proposta non la convincesse.

        Dalla “non-coppia” al legame che ha fatto gossip
        La vita, però, ha preso tutt’altra direzione. Quello che per Zaira era rimasto un contatto sporadico e senza futuro, è diventato in breve una delle storie più discusse del calcio internazionale. Mauro Icardi e Wanda Nara, dopo la rottura con Maxi López, si sono innamorati, sposati e hanno avuto due figlie, diventando una delle coppie più osservate dei social e del mondo sportivo.

        Il gioco del destino
        “Potevo finire con lui io”, ha detto Zaira, con il tono divertito di chi osserva a distanza una pagina ormai consegnata alla cronaca rosa. Una precisazione che aggiunge un tassello alla narrazione della famiglia Nara, spesso al centro di attenzioni mediatiche, rumor e incroci sentimentali.
        Oggi la vita delle sorelle corre su binari diversi, tra Milano, Parigi e l’Argentina, e quel retroscena resta un promemoria di quanto, a volte, la linea che separa un flirt mancato da una storia destinata a far parlare per anni sia sottile. In questo caso, un semplice “no” ha cambiato il percorso di tutti.

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          Gossip

          Cristina D’Avena shock: «Hanno preso le mie foto più belle e le hanno sporcate». Le immagini deep-fake porno create con l’AI

          Da simbolo della tv per ragazzi a vittima del deep-fake porn. Cristina D’Avena scopre in rete fotomontaggi in cui il suo volto viene montato su corpi nudi: «Non sono io, ma hanno rubato ricordi belli e li hanno sporcati». Un caso che riapre il tema della tutela digitale e della dignità delle donne contro gli abusi tecnologici.

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            Cristina D’Avena non ha mai costruito la propria carriera sull’immagine provocante. Anzi, racconta, ha sempre scelto la strada opposta: riservatezza, misura, nessun materiale che potesse essere strumentalizzato. «I paparazzi si arrampicavano sugli alberi sperando mi slacciassi il costume al mare», ricorda, «ma io ci sono sempre stata attenta: non prendevo il sole in topless nemmeno a casa mia».

            Eppure, nemmeno una vita intera spesa a proteggere il proprio nome è bastata. La cantante è finita vittima di uno dei fenomeni più inquietanti dell’era digitale: i deep-fake pornografici. Alcuni suoi scatti sono stati sottratti dal web, manipolati con l’intelligenza artificiale e caricati su un sito frequentato da milioni di utenti, trasformandola in protagonista inconsapevole di immagini a sfondo sessuale.

            «Ero talmente scossa dalla scoperta di quel sito che credevo non ci fosse niente da commentare», confessa al Corriere della Sera. Non è la prima celebrità ad affrontare questo incubo digitale, ma le sue parole colpiscono perché toccano qualcosa di più profondo della semplice violazione d’immagine: la pulizia di un percorso, la custodia del proprio passato, il legame con i ricordi. «Non sono foto vere, quella non sono io, quindi non provo vergogna», spiega. «Ma sono andati a rubare scatti fatti in momenti belli, importanti, e li hanno sporcati».

            Il punto non è solo la falsificazione, è la profanazione. Un furto emotivo prima che visivo. «Mi ha fatto veramente schifo scoprire queste cose», aggiunge, «la considero una violazione verso di me e pure verso le donne in generale».

            Il deep-fake porn è una frontiera oscura dell’AI: tecnologia usata non per creare, ma per umiliare, manipolare, cancellare i confini del consenso. Vittime che non hanno mai posato nude, donne che non hanno mai scelto di esporsi vengono trascinate in un incubo digitale da cui è difficilissimo uscire.

            Cristina valuta un’azione congiunta con altre persone coinvolte. Non per vendetta, ma per difesa. Perché dietro l’immagine glitterata della nostalgia anni ’80, delle sigle e dei ricordi d’infanzia condivisi da milioni di italiani, c’è una donna che rivendica il diritto più elementare: quello a non essere trasformata, senza consenso, in ciò che non è mai stata.

            Un diritto che appartiene a tutte. E che, oggi più che mai, pretende protezione.

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              Reali

              Harry ironizza sui social: «I miei figli online a 35 anni. Le piattaforme trascinano i giovani in luoghi oscuri»

              Il duca di Sussex scherza sull’età giusta per concedere i social ai figli Archie e Lilibet, ma il messaggio è chiaro: «Meglio aspettare, è un tema che dovrebbe allarmare tutti». Nessun passo verso la cittadinanza Usa, e un auto-test sull’accento americano conclude l’intervista.

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                «I miei figli sui social a 35 anni». Harry lo dice ridendo, ma la risata non smorza la sostanza. Nel corso del podcast Hasan Minhaj Doesn’t Know, il duca di Sussex gioca con l’ironia e insieme mette le mani avanti: l’accesso di bambini e adolescenti alle piattaforme è, per lui e Meghan Markle, un terreno delicato. «I social stanno trascinando i giovani in luoghi molto oscuri», afferma. Dietro la battuta, l’eco di una preoccupazione genitoriale concreta. «Considerato ciò che sappiamo oggi, saremo molto più cauti nel permettere ai nostri figli di accedervi»

                La soglia “ragionevole”: quando sei davvero te stesso
                Harry non si limita all’ironia e una soglia la indica davvero: «Una buona età per entrare sui social è 21 anni, quando il cervello è formato e inizi a sapere chi sei». Non un divieto, ma una postura prudente, che però porta con sé un dilemma moderno: protezione o isolamento? «C’è il rischio che siano gli unici tra i loro amici a non esserci», ammette. Una riflessione che intercetta uno dei nervi scoperti della genitorialità contemporanea: trovare equilibrio tra autonomia digitale e tempo reale, tra libertà e salvaguardia.

                Nuova vita, vecchia identità
                Seduto davanti al comico americano, Harry alterna leggerezza e pensieri seri. Alla domanda su cosa sappiano Archie e Lilibet del suo lavoro, risponde con semplicità: «Sanno che aiuto gli altri». Lineare, quasi didascalico, lontano dalla retorica reale e più vicino alla quotidianità californiana che lui e Meghan raccontano come scelta di libertà e cura del proprio spazio personale.

                Sulla cittadinanza statunitense, però, frena: «Al momento non è nei piani». Nessuna fretta di mettere nero su bianco la trasformazione definitiva da principe britannico a cittadino americano. C’è un’identità che resta sospesa tra due mondi, un equilibrio ancora in costruzione.

                Un “yee-haw” per chiudere
                Non manca il gioco finale. Minhaj chiede a Harry di sottoporsi a un rapido test sull’accento americano. «Proviamo il tuo yee-haw», lo incalza. Il duca sorride, accetta, prova. Un gesto minimo che però racconta bene l’atmosfera: un principe che ha scelto di ridere, di esporsi con leggerezza, di smarcarsi dalla formalità.

                Tra una battuta e un monito, resta una linea chiara: crescere due figli in un mondo iperconnesso richiede scelte consapevoli. E forse anche un pizzico di ironia per non farsi travolgere.

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