Gossip
Checco Zalone: moglie mia, ti mollo e poi ti licenzio pure… e non è una gag
Il popolare comico Checco Zalone e la ex moglie Mariangela Eboli: sembrava un grande amore e invece… finisce tutto in una situazione che potrebbe sembrare la scena di un suo film. Ma è tutto vero!
Lo scorso luglio fra Luca Pasquale Medici (il vero nome di Zalone) e la moglie Mariangela la separazione, dopo 18 anni d’amore e due figlie. Ora la seconda doccia gelata: la donna non risulta più amministratrice della società del comico. E anche la suocera ha votato contro la nuora. Suo padre voleva vederlo inserito nel mondo del lavoro con una posizione ben definita e “sicura”. Zalone lo ha accontentato, laureandosi in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari. Ma il suo sogno di diventare famoso come attore – mai del tutto sopito – ha preso poi il sopravvento e lo ha portato sulle vette del successo. Affianco a lui, ad aiutarlo e sostenerlo con amore fino a poco tempo fa c’era la sua compagna, Mariangela Eboli.
30mila euro per il mancato preavviso
Una situazione che davvero potrebbe far parte di una di quelle commedie un po’ surreali nelle quali Zalone è maestro. Ma nessuna finzione sul set: Checco ha realmente “licenziato” l’ex moglie Mariangela Eboli, da cui ha avuto le figlie Gaia e Greta, che non è più l’amministratrice unica della sua società Mlz. Alla donna è stata riconosciuta un’indennità di mancato preavviso di 30mila euro. E così, dopo aver concluso il rapporto d’amore, il comico chiude anche il rapporto di lavoro con la madre delle sue bambine.
Pure la madre ha votato contro la nuora
Anche Antonietta Capobianco, mamma del comico e socia al 5% di Mlz (il resto appartiene al figlio) pare abbia votato a favore della revoca dell’incarico all’ex nuora, assente all’ultima assemblea che ne ha ufficializzato l’uscita.
Il fatturato in crescita
Stando ai conti di bilancio, come riferisce il quotidiano online Open, la Mlz ha fatturato nel 2023 4,2 milioni di euro, graziee allo spettacolo teatrale Amore + Iva. L’utile è stato di 1,4 milioni di euro, una cifra che evidenzia una netta ripresa rispetto al 2022, quando invece si erano registrate perdite per oltre 95 mila euro.
L’origine del suo nome d’arte
Tutti lo conoscono per le sue battute dissacranti, spesso politicamente scorrette. Non molti sanno, però, l’origine del suo nome d’arte. Cosa c’entra Luca Pasquale con Checco? Tutto è iniziato quando l’allora giovane comico si esibiva nei locali della sua città facendo imitazioni di persone famose. I personaggi che imitava più spesso erano i cantanti neomelodici che parodiava egregiamente. Una sera, una sua amica guardando la sua esibizione in una pizzeria, avrebbe esclamato ridendo: “Che cozzalone!”. In dialetto pugliese, cozzalone significa tamarro, persona rozza e poco delicata. In quel momento, il comico barese ha avuto l’illuminazione scegliendo quella espressione come il suo nome d’arte, Checco Zalone.
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Reali
Principessa Anna scatenata: dopo mesi cupi, la royal più tosta di Windsor “si consola” tra gli energumeni del rugby
Tra scandali, malattie e scosse istituzionali, mai come ora la Corona aveva avuto bisogno di una boccata d’aria. A offrirla, con l’aplomb che la rende leggenda, è la principessa Anna: patron della federazione scozzese, ha trascorso una giornata a Murrayfield tra placcaggi, strette di mano poderose e battute fulminanti, compresa quella sui “manzi”, ormai diventata cult.
C’è chi affronta la tempesta con lacrime e chi, come la principessa Anna, con uno sguardo d’acciaio e un umorismo tagliente. Mentre a Buckingham Palace si susseguono mesi complicati — tra diagnosi difficili, scandali che non finiscono mai e un equilibrio istituzionale tutt’altro che semplice — la sorella del re decide di prendere una boccata d’ossigeno nel modo più… scozzese possibile. Ovvero in mezzo a una squadra di rugbisti grandi come armadi.
A Murrayfield, tempio del rugby della Scozia, la principessa reale ha incontrato giocatori e staff della Scottish Rugby Union, di cui è patron. E, complici sorrisi rari ma preziosi, ha regalato al protocollo un tocco di leggerezza inattesa. «Sono gioiosa di passare una giornata con dei manzi del genere», avrebbe scherzato, tra pacche sulle spalle e scambi di battute. Un commento che ha fatto il giro del Regno Unito in pochi minuti, scatenando social e tabloid.
Perché Anna, 74 anni, è tante cose: la royal più lavoratrice della famiglia, l’unica a essersi fatta sparare addosso durante un tentativo di rapimento senza battere ciglio («Not bloody likely!», rispose al sequestratore), la donna che ha fatto del senso del dovere una religione. Ma è anche quella che, quando decide di rilassarsi, lo fa con un’ironia secca da militare dell’Old School e una libertà che le nuove generazioni Windsor ancora si sognano.
Il contesto, del resto, era perfetto: erba fresca, divise sudate, applausi e l’energia di uno sport che vive di disciplina e contatto fisico. La principessa ha seguito esercizi, osservato le prove in campo e si è concessa fotografie e strette di mano con atleti e tifosi. Nessun fronzolo, nessun glamour studiato: solo lei, la sua giacca impeccabile e quella sua aria da generale fuori servizio.
In un mondo reale spesso appesantito da formalismi e paure, Anna ricorda a tutti che la monarchia può anche prendersi un giorno libero. E che sì, a volte la miglior terapia, invece del tè delle cinque, è un’ora tra placcaggi e bicipiti formato Highland.
Se a corte la definiscono la “colonna d’acciaio” dei Windsor, a Murrayfield l’hanno vista per quello che è: una donna che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani, figuriamoci di fare una battuta su qualche “manzo” di passaggio. E che, forse proprio per questo, è la più amata dai britannici che diffidano dei sorrisi di plastica.
Un pomeriggio di sport, muscoli e understatement: poco royal gossip, molta sostanza. E una certezza: quando Anna è di buon umore, persino la monarchia respira meglio.
Personaggi
Addio a Château Miraval: Angelina Jolie racconta il dolore dietro la tenuta contesa con Brad Pitt
Nei nuovi documenti legali presentati a Los Angeles, Angelina Jolie parla di “luogo troppo doloroso” per lei e per i figli. Dopo la separazione, l’attrice ha ceduto tutto a Brad Pitt “senza alcun compenso”, sperando di mettere fine a un conflitto che, però, continua ancora oggi.
La storia dietro il rosato più celebre di Hollywood
Il nome Château Miraval è noto agli appassionati di vino per il suo pregiato rosato provenzale, ma pochi ricordano che dietro quel marchio si nasconde una delle vicende più tormentate di Hollywood. La tenuta, situata a Correns, nel sud della Francia, era stata acquistata nel 2011 da Brad Pitt e Angelina Jolie per circa 25 milioni di euro. Lì la coppia si sposò nel 2014, trasformando il castello in un rifugio familiare e nella sede della produzione del celebre vino Miraval Rosé.
Oggi, però, quel luogo che un tempo rappresentava l’amore e la stabilità della famiglia Jolie-Pitt è diventato simbolo di una frattura insanabile.
“Non siamo mai più tornati lì”: il racconto di Angelina Jolie
In nuovi documenti depositati presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles, Angelina Jolie, 50 anni, ha spiegato di aver lasciato a Brad Pitt, 61, il controllo totale di Château Miraval e delle altre proprietà comuni, “senza ricevere alcun compenso”. Un gesto, spiega l’attrice, dettato dalla volontà di “evitare ulteriori conflitti” e proteggere i figli dopo “un periodo difficile e traumatico”.
“Da allora io e i bambini non abbiamo più messo piede nella proprietà, troppo legata a ricordi dolorosi”, ha scritto Jolie, riferendosi agli eventi che portarono alla separazione nel 2016. Dopo il divorzio, l’attrice ha scelto di trasferirsi in una nuova casa a Los Angeles, volutamente vicina a quella dell’ex marito, per mantenere un equilibrio familiare.
Un gesto d’amore trasformato in battaglia legale
Se il divorzio tra i due attori si è formalmente concluso nel 2022, la disputa su Miraval è ancora aperta. Nel 2021 Jolie ha venduto la sua quota della tenuta alla società Tenute del Mondo, divisione vitivinicola del gruppo Stoli. Brad Pitt ha reagito presentando una causa nel febbraio 2022, sostenendo che la vendita violasse un accordo informale secondo cui nessuno dei due avrebbe potuto cedere la propria parte senza il consenso dell’altro.
La risposta di Jolie non si è fatta attendere: nel settembre dello stesso anno, l’attrice ha controquerelato Pitt, accusandolo di condurre “una guerra vendicativa” nei suoi confronti. Secondo il suo team legale, la vendita era stata necessaria proprio perché l’attore avrebbe ostacolato la gestione economica della tenuta e impedito alla ex moglie di ottenere liquidità.
Fonti vicine a Pitt hanno replicato che “la questione è puramente commerciale e non ha nulla a che vedere con il divorzio”, definendo “sfortunato ma prevedibile” che l’attrice leghi la disputa a vicende personali.
Un castello pieno di ricordi
“Quella tenuta era un punto focale della nostra vita familiare”, scrive Jolie nei documenti. Lì la coppia aveva scelto di celebrare le nozze, e nella stessa casa l’attrice trascorse parte della gravidanza dei gemelli Knox e Vivienne. “Lasciare all’improvviso quel luogo è stato straziante, soprattutto per i bambini, che hanno visto svanire la quotidianità costruita in anni di serenità.”
Oggi Château Miraval continua a produrre il suo vino di punta sotto la gestione di Pitt e dei partner francesi, ottenendo riconoscimenti internazionali e vendendo milioni di bottiglie l’anno. Ma per Angelina Jolie, quella proprietà resta “un capitolo chiuso”, simbolo di un amore finito e di una ferita ancora aperta.
Dal vino al passato: il sapore amaro di Miraval
Se per il pubblico Miraval Rosé è diventato sinonimo di eleganza e savoir-faire, per i suoi ex proprietari è ormai il ricordo di una vita condivisa e di un sogno interrotto. “Avere una rottura così improvvisa con la mia casa e i miei ricordi è stato doloroso”, conclude Jolie. “Ma a volte, per proteggere se stessi e i propri figli, bisogna trovare il coraggio di lasciar andare.”
Personaggi
Giorgia Palmas e Filippo Magnini: nuovo nido a Milano nel quartiere San Siro
Dopo anni trascorsi in zona Sempione, la coppia sceglie un ambiente più sereno per la famiglia. La casa è vuota, luminosa e con terrazza panoramica: parquet chiaro, camino e l’intervento dell’architetta Raffaella Razzini per trasformarla nel loro rifugio ideale
È arrivato il momento di una vera svolta per Giorgia Palmas e Filippo Magnini. Dopo anni trascorsi nel vivace quartiere Sempione di Milano, hanno deciso di trasferirsi nella tranquilla zona San Siro. Più adatta alle esigenze delle loro due figlie: Mia, di 4 anni, e Sofia, 16, nata dalla precedente relazione della showgirl con Davide Bombardini.
«Casa nuova, che emozione», ha scritto Giorgia sui social, accompagnando gli scatti della nuova abitazione ancora vuota, con le chiavi appena ricevute. Nelle foto, la coppia appare sorridente e complici mentre ammirano dal terrazzo un panorama luminoso sulla città. La casa, con pareti bianche, parquet chiaro e un caminetto, è in attesa di essere arredata. L’interior designer Raffaella Razzini è stata incaricata di trasformarla in un ambiente “magico”, come anticipato da Palmas nei suoi post.
La scelta del quartiere emerge da una logica familiare riflessa anche nelle parole di Magnini: «Abbiamo comprato casa, ma decide tutto Giorgia» — ha scherzato — spiegando che San Siro è “una zona più adatta alle nostre figlie” per la sua tranquillità rispetto alla vivace Sempione.
Dal punto di vista architettonico, l’appartamento offre ampi spazi ancora spogli ma luminosi, con un grande soggiorno su cui si affaccia una terrazzino panoramico. Il parquet chiaro e le pareti neutre rappresentano una tela bianca a disposizione del nuovo design. Il camino, già installato, promette calore e convivialità per le future occasioni familiari.
Prima del trasferimento, la coppia aveva abitato in Sempione in un appartamento dallo stile moderno e curato, tra carta da parati a righe, divani scuri e cornici bianche: un riflesso del gusto personale di Giorgia Palmas, amante dell’equilibrio tra ordine formale e comfort domestico.
Con il trasloco ufficialmente alle spalle, la coppia vive questo passaggio come una rinascita: una nuova casa da riempire di ricordi quotidiani, risate familiari e momenti autentici. Il trasferimento a San Siro non è solo una scelta logistico-residenziale, ma uno stile di vita che privilegia spazi più ampi, calma e sicurezza per i bambini — elementi che entrambi considerano prioritari.
La struttura è pronta, ora aspetta di diventare vera casa. Il terrazzo panoramico e l’ambiente interno sono pronti ad accogliere una vita piena di emozioni. Con le chiavi in mano, Giorgia e Filippo hanno iniziato un nuovo capitolo: più sereno, più familiare, pronto a crescere insieme alla loro famiglia.
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