Gossip
Elisabetta Gregoraci: «Io e Flavio come Al Bano e Romina. Ma dovremmo fare Casa Vianello»
La conduttrice racconta la rottura con Giulio, il distacco dal figlio, la perdita di Battiti Live e l’inizio di una nuova fase tra app, consapevolezza e vecchi affetti. «Con Flavio siamo come Al Bano e Romina, tutti ci vogliono rivedere insieme. Ma dovremmo fare Casa Vianello».

Elisabetta Gregoraci non è tipo da mezze misure. Nella vita privata come in quella pubblica. L’ultima storia d’amore? Finita. Dopo due anni con Giulio, ha deciso lei di chiudere: «Sono successe tante cose. Ora siamo in buoni rapporti». Ma il dispiacere resta. «C’è stato un fatto, non voglio parlarne, ma ho sofferto», ammette con quella sincerità disarmante che la rende immediatamente riconoscibile.
Nel frattempo, niente pause né piagnistei. Si parla di altro. «Ingrasso anch’io, sa? Quando ero incinta presi 26 chili. Ma vabbè». Le viene da ridere, poi torna seria. «Errori? Sì, ne ho fatti. Mi fido troppo. Anche nelle amicizie. Le persone non sono sempre come pensi».
Elisabetta parte dal principio. «Avevo 18 anni, appena arrivata a Roma dalla Calabria. Il primo lavoro fu uno spot per la Fanta, cast americano, io non parlavo una parola d’inglese. Ridevano tutti, ma mi presero. Con i primi soldi chiamai mamma: “Che faccio?”. Mi portò ad aprire un conto in banca».
Poi la comparsata nel film di Carlo Verdone, C’era un cinese in coma. Nessuna battuta, solo una Miss tra tante. «Ma Carlo fu di una gentilezza incredibile». La delusione per Striscia la Notizia: «Arrivai fino alla fine, poi scelsero la Canalis. Ma Gianna Tani mi disse: “Funzioni molto, farai strada”».
Sulla bellezza, una riflessione amara: «A volte può essere un ostacolo. Devi sempre dimostrare che sai fare il tuo mestiere. Parlare, creare empatia. Non basta un bel viso».
Negli ultimi mesi ha superato un periodo complicato: «La scorsa estate stavo male, troppo stress. Le difese immunitarie giù, e il distacco da mio figlio Nathan ha pesato. Studia in Svizzera. I primi mesi lontani sono stati duri».
Anche Battiti Live, dopo sette edizioni, le è stato tolto. Ma lei l’ha trasformato in un’occasione: «Da lì è nata la mia app, Amaty. Con un team di esperti — psicologo, nutrizionista, personal trainer — aiuto le donne a volersi bene».
E poi c’è lui: Flavio Briatore. Ex marito, padre di suo figlio, complice mai davvero troppo lontano. «Siamo come Al Bano e Romina. Tutti vogliono vederci insieme. L’altro giorno una signora mi ha fermata per strada: “Ma Flavio dov’è?”». Ride. «Stiamo bene così. Ci punzecchiamo sempre, dovremmo fare una sitcom tipo Casa Vianello».
Nessun ritorno di fiamma, ma un legame solido, costruito con fatica. «Non è che ti lasci e fila tutto liscio. Ci abbiamo lavorato. Abbiamo messo nostro figlio al primo posto. Mai usato per farci la guerra, come fanno in tanti».
E sulle malelingue: «Differenza d’età, soldi, tutte cavolate. Se non fossi stata innamorata non sarei rimasta con lui tredici anni. Tredici. Non sei mesi. E ancora oggi gli sto vicino».
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Gossip
“Non è vero che non faccio sesso. Lo faccio, ma non vengo”: Raz Degan sciamano pop e guru del piacere spirituale
A “Belve” l’ex modello parla di Ayahuasca, blitz antidroga, astinenza “a metà” e di quel successo esplosivo con Paola Barale che, secondo lui, dava fastidio a molti

Raz Degan non ha paura di niente, nemmeno di mettere in imbarazzo Francesca Fagnani. E a “Belve” ci riesce in pochi minuti. “Non è vero che non faccio sesso. Lo faccio, ma non eiaculo”. Un’affermazione che potrebbe bastare da sola a far esplodere l’intervista, ma è solo l’inizio. L’ex modello israeliano, attore e oggi “sciamano pop”, racconta tutto: la sua vita mistica, il sesso tantrico, l’Ayahuasca e un blitz antidroga che lo colse con Paola Barale in vacanza.
“Pratico brahmachari”, spiega. “Significa mantenere l’energia sessuale dentro, per motivi spirituali. Fai sesso, ma non eiaculi. Lo faccio da vent’anni”. Una scelta che secondo lui lo ha liberato, non privato. Anzi, lo ha messo su una strada “illuminata”, grazie anche all’uso consapevole di Ayahuasca: “Non è una droga, è un allucinogeno. Ti può portare in paradiso o nell’inferno. A me ha aiutato. Ma bisogna sapere cosa si sta facendo”.
Poi la parte più scottante. Francesca Fagnani lo incalza su quel famoso blitz delle forze dell’ordine all’isola d’Elba, quando fu sorpreso con Paola Barale. “Era tutto finto. La macchina mediatica era la vera belva”, ribatte Raz. “Come no, il blitz c’è stato: venti macchine che arrivano tutte insieme. Ma a qualcuno dava fastidio il nostro successo”.
Parla anche del grande amore con Paola Barale, senza amarezza ma con una punta di ferita ancora viva. “Siamo stati insieme 14 anni, non è stato un fallimento. Se una relazione dura così tanto, c’è qualcosa di profondo che va oltre i tradimenti e oltre il gossip. Abbiamo avuto una popolarità assurda, ma anche molti bastoni tra le ruote”.
E torna a quel suo storico spot, quello del “sono solo fatti miei”, che lo rese icona italiana degli anni ’90: “Quattro battute ti cambiano la vita. Quelle parole hanno seminato un percorso interiore che mi ha portato dove sono oggi. Io? Ho pensato solo: fai più soldi possibile che dura poco”.
Oggi vive in un trullo, parla come un filosofo tribale e si definisce “fuori dal circoletto”. Per Hollywood e per l’Italia, dove però continua a far discutere. E affascinare. Anche senza eiaculare.
Gossip
Michele Morrone: “Depresso, ubriaco e drogato con pozioni d’amore. Ma Hollywood era già scritta nel destino”
Dalla depressione all’alcolismo, fino a una ex che lo avrebbe drogato con fiori secchi: Michele Morrone a ruota libera da Fagnani. “Mi hanno invidiato tutti, ma non ho mai voluto far parte del circoletto italiano. Il David? Non me ne frega niente”. E rivela: “Ho baciato uomini per curiosità”.

Michele Morrone non si nasconde. Anzi, a Belve ci arriva pronto a incendiare il salotto più spietato di Rai2 con fascino da soft porno e un’autostima da divo assoluto. “Non mi sono mai visto nel circoletto italiano”, confessa a Francesca Fagnani, “a me del David di Donatello non me ne frega niente”. E giù la prima stoccata. Ma è solo l’antipasto.
L’attore pugliese, diventato celebre a livello mondiale con 365 giorni – il film erotico polacco che ha mandato in tilt Netflix – racconta il lato oscuro del successo. Dopo la fine del matrimonio è arrivato il baratro: “Bevevo una bottiglia di vino al giorno. Una, due, tre. Tutti i giorni. Per anestetizzare il dolore. Sono arrivato al coma etilico”.
Poi, in un crescendo da noir sentimentale, rivela di essere stato drogato da una ex con strane “pozioni d’amore a base di fiori secchi”. Sì, hai letto bene: fiori secchi imbevuti, somministrati a sua insaputa. “Per un anno e mezzo non ragionavo più bene”, racconta con lo sguardo da protagonista tormentato. “Uno dei capitoli meno felici della mia vita”.
E non è finita. Fagnani, col bisturi affilato, va dritta su una scena della saga erotica: il bacio gay. “È stato l’unico nella sua vita?”. Morrone, con calma olimpica, confessa: “No. Mi è capitato anche fuori dal set. Per curiosità. Non per amore”.
Il pubblico della prima serata Rai non sa se arrossire o applaudire, ma Morrone tira dritto. “Il successo mi ha dato un cazzotto enorme. Ma non ho mai smesso di crederci. Hollywood era nel mio destino”. E sui colleghi italiani, giusto per non lasciare sopite le polemiche, aggiunge: “C’è un grosso pregiudizio su di me. Tantissima invidia”.
Basta e avanza per fare il botto social. Francesca Fagnani, tra una battuta tagliente e uno sguardo eloquente, incassa e rilancia. E lui? Fa il manzo consapevole e si gode il ruolo di belva addomesticata. Da Bitonto a Netflix, passando per l’alcol, l’occulto e i baci esplorativi. Alla faccia dei David.
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Bonolis spara su tutto: «Il Grande Fratello è una rottura». E su Amadeus: «I talent a Sanremo? L’idea era mia»
Paolo Bonolis si confessa nel podcast DoppioPasso e non risparmia nessuno: rivela di aver rinnovato con Mediaset e annuncia il ritorno de Il senso della vita. Poi critica il Grande Fratello («ormai è una rottura») e si prende il merito dell’idea di portare i giovani dei talent a Sanremo. Infine, racconta della finale di Champions persa per la laurea della figlia e ammette di usare ancora un vecchio Nokia: «Prende ovunque, perfino coi Narcos».

Paolo Bonolis non ha mai avuto problemi a dire quello che pensa. E anche stavolta, ospite del podcast DoppioPasso insieme al figlio Davide, ha confermato la regola. Tra una riflessione sull’Inter e qualche aneddoto da cineteca, ha sganciato una serie di dichiarazioni destinate a far rumore.
Innanzitutto, il futuro: resterà a Mediaset. Il contratto è già stato firmato, anche se l’ufficialità deve ancora arrivare. Ma la vera bomba è un ritorno molto atteso: «Il prossimo anno riprenderò una trasmissione, Il senso della vita, con una contemporaneizzazione del racconto». E aggiunge: «Vorrei fare un programma insieme a Maria De Filippi. Ci divertiamo molto».
Poi arriva la stilettata più diretta, contro uno dei programmi simbolo dell’azienda: «Il Grande Fratello? È una rottura di cogl***». Nessuna censura, zero giri di parole. E per non far mancare nulla, anche una lezione agli studenti di scrittura televisiva: «La tv era pionieristica, oggi è coloniale. Quello che funziona va avanti per inerzia. Ma bisogna scrivere pensando a cosa vuoi raccontare, non solo a cosa funziona».
Bonolis spara a zero anche sul Festival di Sanremo: «Oggi funziona perché non c’è altro in tv. È strutturato benissimo, ma nella settimana del Festival tutte le altre reti sono spente». Poi la frecciata ad Amadeus: «Tutti parlano di lui come l’uomo dei giovani dei talent, ma il primo fu Marco Carta, nel 2009. Lo portai io. Era una mia idea».
L’amore per l’Inter occupa una parte consistente dell’intervista. Su Cassano dice: «Uno dei tre migliori talenti italiani. Ma la testa non lo ha aiutato». E sulla notte del Triplete confessa: «Moratti mi invitò sul jet privato per Madrid, ma mia figlia si laureava in Vermont lo stesso giorno. Scelsi lei. Vidi la finale in un bar pieno di tedeschi. Al gol di Milito mi uscì un verso da Frankenstein Junior».
Bonolis è anche l’uomo dei dettagli surreali: come il fatto che usa ancora un vecchio Nokia. «Non si rompe, prende anche nelle grotte. E poi come pensate che possa comunicare coi Narcos messicani?».
A chi gli chiede un voto alla sua carriera risponde con il solito mix di ironia e consapevolezza: «Mi darei un 9. Ma lo condividerei con tutte le persone che mi hanno permesso di arrivare fin qui».
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