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Gossip

Ilary Blasi e la nuova vita: l’invito a cena a Totti, il fidanzato Bastian e il “gelo” con Silvia Toffanin

Con la docu-serie “Ilary” in uscita su Netflix, Blasi rivela le sue emozioni dopo il divorzio, il rammarico per i figli e il rapporto con il nuovo compagno Bastian Muller. E sui gossip riguardanti Silvia Toffanin e Pier Silvio Berlusconi: «Ci sentiamo sempre, nessuna lite».

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    Ilary Blasi si prepara a tornare sotto i riflettori con la sua nuova docu-serie in cinque puntate, Ilary, che approderà su Netflix a breve. Dopo Unica, dove aveva raccontato la sua versione della separazione da Francesco Totti, questa volta la conduttrice mostra la sua vita post-divorzio, tra la relazione con il compagno tedesco Bastian Muller e il rapporto con i figli.

    In un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’ex Letterina di Passaparola ha affrontato temi personali e professionali, parlando dell’invito a cena rivolto all’ex marito Totti e dei presunti dissapori con l’amica di lunga data Silvia Toffanin.

    L’invito a cena a Totti: la risposta che non è mai arrivata
    Ilary non nasconde il suo desiderio di vedere, un giorno, una famiglia allargata serena. Nel suo libro Che stupida, aveva immaginato una scena simbolica: “Scolo gli spaghetti, chiamo i nostri figli e tutti insieme ti aspettiamo per cena. Verrai?”. Tuttavia, alla domanda posta metaforicamente al suo ex marito, la risposta non è mai arrivata. «La speranza è l’ultima a morire, sarebbe carino», ammette la conduttrice.

    Nonostante il dolore della separazione, Ilary dichiara di vivere questo momento come una seconda possibilità. «Sono tranquilla, veramente. E poi la vita cambia», afferma, aggiungendo che il suo unico rammarico riguarda i figli: «Non vengo da una famiglia di separati, i miei stanno insieme da una vita. Ho avuto un bell’esempio».

    La nuova vita con Bastian Muller
    Accanto a lei oggi c’è Bastian Muller, imprenditore tedesco che l’ha conquistata con il suo carattere romantico e affettuoso. «Lui è “fisico” e io non lo sono. Ha capito che sono fatta così e mi accetta», racconta Ilary, lasciando trasparire un ritrovato equilibrio affettivo.

    Le voci sul gelo con Silvia Toffanin
    Da settimane circolano indiscrezioni su un raffreddamento nei rapporti tra Ilary e Silvia Toffanin, attribuito a tensioni legate alla scelta di Netflix per la sua docu-serie, invece di Mediaset, l’emittente di Pier Silvio Berlusconi. Ma Blasi smentisce tutto con ironia: «‘Sta cosa mi fa così ridere. Silvia scherza: “Quindi ci siamo separate?”. Ci sentiamo sempre e non parliamo mai di lavoro».

    La tv e il futuro professionale
    Sul fronte lavorativo, Ilary si definisce selettiva: «Non sono bulimica di televisione, spesso dico no. Mi devo appassionare al progetto. Preferisco stare a casa a guardare la tv, più che farla». Tra i sogni nel cassetto c’è il cinema, anche se ammette che il passaggio dal piccolo al grande schermo non è sempre facile: «Mi divertirebbe provare, ma se sei troppo televisiva non va bene».

    Con la docu-serie alle porte, Ilary Blasi sembra pronta a raccontare nuovi capitoli della sua vita, tra successi, sfide e un futuro ancora tutto da scrivere.

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      Personaggi

      Amanda Lear torna a parlare di Dalí: «Era innamorato pazzo di me, ma non poteva soddisfarmi né aiutarmi»

      Amanda Lear riporta alla luce aneddoti del suo legame con Salvador Dalí: un rapporto fatto di ossessioni eleganti, formalità infinite e confessioni inattese. «Mi adorava, ma restava prigioniero della religione e della moglie», racconta la musa, che svela come il pittore vivesse in un tempo tutto suo, tra aristocratici immaginari, tabù cattolici e il rifiuto categorico che lei fosse vista come un’amante.

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        Amanda Lear non smette mai di ritornare sul suo capitolo più iconico: Salvador Dalí. E questa volta lo fa con una serie di pillole che riportano il pubblico direttamente negli anni in cui la diva era la musa più misteriosa d’Europa. «Dalí era innamorato pazzo di me», dice, con quella naturalezza che solo lei può permettersi. Un innamoramento strano, quasi metafisico, perché il pittore sapeva perfettamente di non poterla “soddisfare”, come confessa Amanda con un sorriso tagliente.

        Un amore fuori dal tempo
        Lear racconta un Dalí che parlava e si muoveva come un aristocratico del Settecento. «A lui piacevano le contesse, le principesse», spiegando come il maestro avesse un’attrazione quasi teatrale per tutto ciò che odorava di nobiltà. Il rapporto tra loro era intimo ma formalissimo: «Ci siamo sempre dati del lei», rivela, come se anche nella privacy ci fosse una scenografia da rispettare.

        Cattolico, geloso e rigidissimo
        La diva rivela un tratto meno noto dell’artista: la sua religiosità. «Era religiosissimo, tradizionale. Non eravamo sposati e non gli piaceva l’idea che si pensasse fossi la sua amante». Un’improvvisa pruderie che stride con l’immagine del genio eccentrico e libertino che il mondo conosce. Dalí, invece, con Amanda si muoveva come un uomo d’altri tempi, timoroso del giudizio e legato a un rigore quasi clericale.

        La verità su soldi, gelosie e limiti
        Lear aggiunge un dettaglio che colpisce: «Sapeva che non avevo soldi, ma mi diceva: “Piccola Amanda, vorrei aiutarla, ma non posso. Ho una moglie e sono cattolico”». Una frase che vale più di mille biografie, perché mostra un Dalí incapace di rompere la gabbia delle proprie regole. Un uomo combattuto tra fascinazione e moralismi, tra la sua musa e Gala, la compagna di una vita.

        E Amanda, ancora una volta, glielo perdona con eleganza.

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          Gossip

          Sophie Grégoire parla della love story Trudeau–Katy Perry: «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata e triste»

          Sophie Grégoire commenta per la prima volta il nuovo amore di Justin Trudeau con Katy Perry, ammettendo di aver vissuto momenti complessi e di essersi concessa emozioni forti. «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata o triste», spiega, ricordando quanto la salute mentale passi anche dalla capacità di non negare a sé stessi il dolore.

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            La notizia della relazione tra Justin Trudeau e Katy Perry era inevitabile che producesse qualche scossa anche lontano dai riflettori. E infatti Sophie Grégoire, ex moglie del premier canadese, ha deciso di parlare. Senza scivolare nel gossip spicciolo, ma affrontando la vicenda dal punto di vista più intimo e umano: quello delle emozioni che non si possono controllare.

            La delusione senza filtri
            «Mi permetto di sentirmi delusa da qualcuno, di essere arrabbiata o triste», ha dichiarato Sophie, usando parole dirette e senza giri di frasi. Un messaggio che suona come un’autodifesa emotiva ma anche come un invito a non fingere indifferenza quando la vita cambia direzione. Perché, come ricorda lei stessa, «so per esperienza personale quanto sia importante, come sostenitrice della salute mentale, permettersi di provare queste emozioni».

            Una storia che fa rumore
            La relazione tra Trudeau e Katy Perry, confermata nei fatti più che nelle parole, ha ovviamente attirato una quantità enorme di attenzioni. E inevitabilmente ha riacceso l’interesse verso il divorzio tra il premier e Sophie, annunciato nel 2023 dopo diciotto anni di matrimonio. Da allora, entrambi hanno mantenuto un profilo relativamente riservato. Ma questa volta Sophie ha scelto di non tacere.

            Il coraggio di nominare il dolore
            Le sue parole non cercano colpevoli, non aprono guerre e non avvelenano il clima familiare. Sono piuttosto la fotografia di una donna che rivendica il diritto di sentirsi ferita, senza vergogna. Una sincerità rara, soprattutto quando si parla di figure pubbliche che spesso si nascondono dietro comunicati anodini e frasi studiate a tavolino.

            L’equilibrio da ritrovare
            Il futuro sentimentale di Justin Trudeau continuerà a far discutere, soprattutto se accanto a lui c’è una delle popstar più riconoscibili del pianeta. Ma la frase che resta impressa è quella di Sophie: un promemoria che la salute mentale passa anche dalla possibilità di dire a voce alta ciò che fa male. E di accettare che delusione, rabbia e tristezza non sono debolezze, ma tappe necessarie per ricominciare.

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              Gossip

              Gilles Rocca rompe i tabù a Ciao Maschio: «Se mi piacesse un uomo, direi sì. È naturale seguire le proprie pulsioni»

              Ospite di Ciao Maschio, Gilles Rocca sorprende con un discorso limpido sulla possibilità di provare attrazione per un uomo: «Accetterei le sue avance, non avrei problemi». Un ragionamento che sposta il dibattito oltre le etichette e rivendica la libertà di seguire ciò che si sente davvero.

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                Gilles Rocca non è nuovo alle uscite dirette, ma stavolta a Ciao Maschio ha fatto molto più che rispondere a una domanda: ha scardinato un paio di tabù che in tv resistono ancora un po’ troppo. Da Nunzia De Girolamo, infatti, l’attore ha affrontato senza esitazioni il tema dell’attrazione e della possibilità – teorica, pratica, emotiva – di dire sì anche a un uomo.

                «Se mi piacesse un uomo, sì: direi assolutamente sì»
                La frase è arrivata chiara, quasi disarmante nella sua semplicità. «Se io dovessi avere un’attrazione verso un uomo, non ci sarebbero problemi», ha detto Rocca. «Se mi concederei a un uomo? Beh, se mi piacesse sì, assolutamente, accetterei le sue avance. Non avrei problemi». Nessun imbarazzo, nessuna schermaglia retorica. Solo l’idea, molto lineare, che il desiderio non abbia padroni e non conosca confini prestabiliti.

                «Non è apertura: è naturalezza»
                Rocca ha voluto chiarire subito il punto: non sta facendo professioni di modernità forzata o di fluidità di tendenza. «Mi piacciono le donne», ha ribadito. «Però sono assolutamente aperto. Anzi, in realtà non trovo neanche che sia una questione di apertura, ma una cosa naturale. Rispettare quello che è la tua pulsione, quello che ti piace, ciò che senti». Un ragionamento che mette all’angolo le categorie e rimette al centro ciò che spesso ci si dimentica di nominare: il corpo, le emozioni, la sincerità verso sé stessi.

                Un discorso che spiazza… in meglio
                Non tanto per il contenuto, quanto per il tono. Rocca non ha cercato l’effetto shock. Ha detto una cosa semplice, ma rivoluzionaria proprio perché priva di dramma: se un giorno accadesse, non ci sarebbe nulla da giustificare. Un approccio che ha fatto scattare reazioni immediate sui social, tra chi applaude alla franchezza e chi sottolinea come il suo discorso possa parlare a una generazione che fatica ancora a sentirsi legittimata nel vivere ciò che prova.

                Un maschile che cambia
                Il punto, forse, è proprio questo: vedere un uomo percepito come “maschile tradizionale” – fisico, presenza scenica, carisma – dire una cosa così, con quel tono, sposta un equilibrio. Mostra un’altra idea di virilità, meno rigida e più abitata. E, nel suo piccolo, contribuisce a far respirare un dibattito che ha ancora parecchia strada da fare.

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