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Interviste

TikTok e Instagram per maggiorenni: è online la nonna d’Italia

Le nostre blogger Ale & Ale hanno intervistato Nonna Carol, un personaggio che sta guadagnandosi fama e like sui social. A riprova che il web non è solo terreno per i giovanissimi…

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    Nonna Carol è una vera star di TikTok e Instagram, amata per il suo stile unico e la sua personalità radiosa. Si presenta come “la nonna d’Italia, elegante e raffinata (quando ne ha voglia)”, unendo con naturalezza fascino e ironia. Nei suoi video, spesso accompagnata dalla famiglia, mostra momenti di vita quotidiana e siparietti comici, regalando risate e buonumore. La sua filosofia è semplice: affrontare la vita con leggerezza, classe e un sorriso contagioso, che la rende seguita e apprezzata da un pubblico di tutte le età. Un esempio perfetto di eleganza e spirito!

    L’incontro con Carol e la sua bellissima nipote Beatrice, in una caratteristica pasticceria nel cuore di Milano, è stato un momento speciale. Sin dal primo sguardo, ci siamo sentiti parte di qualcosa di prezioso, quasi una famiglia. Con lei si respira un grande senso di appartenenza, e le domande fluiscono naturalmente, senza nemmeno bisogno di leggerle: il dialogo si intreccia spontaneo, come una conversazione tra cari amici.

    D: Nonna Carol, il tuo mix di eleganza e umorismo è irresistibile! Ma raccontaci: qual è il segreto della tua leggerezza che fa innamorare tutti? Come fai a trasmetterla in modo così spontaneo, come se fosse la cosa più naturale del mondo?

    R: Sono semplicemente me stessa, così come mi vedete. Non mi complico la vita, sono molto semplice, forse anche un po’ asociale, come dice mia nipote. Ma con l’età mi sono aperta di più. Forse un tempo ero più riservata. Ora sono più socievole, ma senza mai perdere la mia autenticità.

    D: Scherzi spesso sulla vita e sul tempo che passa. Qual è il tuo segreto per affrontare tutto con ironia, anche nei momenti difficili?

    R: Il mio segreto? Apprezzare la vita e ogni giorno che passa. Non invidio mai nessuno, sono contenta di ciò che ho. Ho un mio modo di pensare: siamo noi stessi i costruttori della nostra vita. Non ho mai avuto pretese da ‘grande signora’ e non ho bisogno di cose lussuose. Per me è importante essere indipendente, non dover ringraziare nessuno. Ho iniziato a lavorare da piccola, nonostante mia madre avrebbe preferito che continuassi a studiare. Ma io sentivo il bisogno di lavorare e, ancora oggi, non riesco a stare con le mani in mano.

    D: Cosa pensi che faccia divertire tanto le persone nei tuoi video? E nella vita di tutti i giorni, cos’è che ti fa divertire di più?

    R: Penso sia il fatto che vivo la mia vita esattamente per come sono, senza artifici. Mi piace essere naturale e genuina, non fare cose impostate. Semplicemente sono così! Poi, ovviamente, mi fa piacere sapere che la gente apprezza e si diverte guardandomi. Quando mi fermano per strada e mi dicono ‘mi fai ridere tantissimo’, io sono felice di aver portato un momento di serenità e allegria a qualcuno. È una grande soddisfazione.

    D: Ti piace la lettura? E quale genere preferisci?

    Amo i gialli, ma non quelli troppo strazianti o angoscianti… devo poter dormire tranquilla! Soprattutto in questo periodo, che non sono stata bene e ho dovuto stare a letto, credo di aver letto cinque libri. La lettura mi ha aiutato molto: intanto, leggi e impari, e poi impari, impari, impari! Insomma, leggere ti insegna qualcosa anche su come esprimerti. Per me, leggere è importante, anche se io prima mi dedico ai doveri: sono fatta così! Non posso mettermi a leggere se so che ci sono cose da fare. Prima il dovere, poi il piacere…

    D: Cosa conta di più per te nel vivere la vita di tutti i giorni e nel modo di rapportarti con gli altri?

    R: Credo sia importante essere delle persone coraggiose. Quando esci di casa e vai in giro, devi poter essere fiera di te stessa. Non sono una diva, sono una donna normale, ma quello che non sopporto sono le persone subdole, quelle che ti sorridono in faccia e poi ti pugnalano alle spalle. Voglio essere una persona buona, autentica. Per me è fondamentale essere sincera e mantenere sempre un comportamento corretto.

    D: Molti dei tuoi video trasmettono un forte legame con l’Italia e le tue radici. Cosa ami di più della tua terra e della cultura italiana?

    R: Amo tutta l’Italia, da nord a sud, ma devo dire che il mio cuore è in Lombardia. Sono nata vicino a Lodi e, anche ora che vivo vicino a Milano, sento sempre il bisogno di restare in contatto con la natura. Anche se non ho proprio il pollice verde, adoro avere il verde intorno: i prati mi ricordano il luogo in cui sono cresciuta. In soggiorno, infatti, non ho nemmeno le tende perché voglio poter vedere i parti verdi, ogni giorno.”

    D: Il tuo stile è sempre impeccabile! Se dovessi scegliere un solo abito per una serata speciale, quale sceglieresti?

    R: Non avrei un abito specifico da scegliere, ma so esattamente dove andrei. Indovina? Armani! Mi piace per i colori sobri, i toni discreti e senza troppi fronzoli. Quando lavoravo, portavo sempre il tailleur: sai quante camicie ho stirato? Ora non stiro più nemmeno un fazzoletto! Però, la giacca mi piace ancora. Anche Valentino mi ha sempre colpito, soprattutto per l’uso del colore. È affascinante vedere questo contrasto tra eleganza e modernità.

    D: Come hanno vissuto le tue figlie il fatto di avere una mamma così elegante e raffinata?

    R: Le mie figlie sono cresciute vedendo me sempre curata e attenta al mio stile, Le mie figlie hanno vissuto questa esperienza in modi diversi: una è molto sportiva, l’altra ci tiene di più all’eleganza. Quando è nata Beatrice, ricordo che per dieci giorni mia figlia continuava a insistere che avesse gli occhi blu. E io le dicevo: ‘Ma dai Cri, cacchio, quali occhi blu? Sono neri!’”

    (Beatrice interviene sorridendo: “Nonna, sono marroni.”) E nonna Carol, prontamente: “Eh, va bene, marroni… ma blu proprio no, su!”

    D: Hai un detto o una frase che si ripete spesso e che rappresenta il tuo modo di vivere?

    R: Tutte queste frasi mi vengono in mente perché mia mamma mi parlava sempre in dialetto. Le mie frasi iconiche? ‘desbroies’. È curioso, però, perché a mia madre piaceva stare in città, mentre io assomiglio di più a mio padre, che amava la campagna. Credo che le parole che utilizzo riflettano il mio legame con le mie radici e la mia famiglia.

    Grazie mille, Nonna Carol, per la tua disponibilità e la tua energia contagiosa! Se potessimo regalare una parola ai ragazzi e alle ragazze di oggi, una parola che li ispiri a rispettare se stessi, a vivere con libertà e ad affrontare tutto con leggerezza, ma anche con serietà, quale sarebbe? Quale mantra suggeriresti loro per vivere meglio?

    “Vi dico: siate delle brave persone. Essere buoni e onesti ripaga sempre.”

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      Interviste

      Cristina D’Avena ricorda il set di Love me Licia: «Mirko voleva baciarmi davvero, il regista gli urlò: sei matto?»

      Ospite a Rai Radio2, D’Avena ha raccontato l’episodio divertente sul primo “quasi bacio” con Finicelli, allora modello alle prime armi come attore. Da quell’esperienza nacque la sua carriera televisiva e musicale, segnata dal successo delle sigle per ragazzi.

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        Un tuffo nel passato, tra nostalgia e sorrisi. Cristina D’Avena, voce e volto iconico della tv per ragazzi, ha raccontato un episodio curioso dal set di Love me Licia, la serie cult del 1986 che diede vita al sequel live action del cartone giapponese Kiss me Licia. All’epoca aveva appena 19 anni e, tra emozione e inesperienza, si trovò catapultata accanto ai Bee Hive, i giovani idoli della fiction.

        Durante una chiacchierata nel programma Le Lunatiche su Rai Radio2, condotto da Jodie Alivernini e Barbara Venditti, l’artista ha ricordato il suo primo approccio con Pasquale Finicelli, modello prestato alla recitazione e interprete di Mirko, il leader della band nella serie. «Quando mi hanno buttata tra i Bee Hive, ragazzi bellissimi, pensai: “Mamma mia, cosa mi sta succedendo?”. Pasquale non era un attore, ma un modello, e con i baci ci furono dei problemi: lui pensava di dovermi baciare davvero», ha raccontato divertita.

        Il risultato? Un clamoroso stop sul set. «Il regista lo fermò e gli disse: “Ma sei matto? Non così! Devi solo appoggiare leggermente le labbra!”. Quello fu il nostro primo approccio, e ci facemmo una risata. Con lui è stato tutto molto divertente», ha aggiunto D’Avena.

        Il 6 ottobre ricorreranno i 39 anni dal debutto televisivo di Love me Licia, una produzione che trasformò una giovane cantante di sigle in una star della tv per ragazzi. Da quell’esperienza, infatti, si aprì la strada alla sua carriera musicale e televisiva, legata indissolubilmente al mondo delle sigle dei cartoni animati.

        Cristina ha ricordato anche un altro momento fondamentale, l’incontro con Alessandra Valeri Manera, storica autrice di Mediaset e regina della tv per bambini: «Mi disse: “Ho una canzone per te”. Era l’inizio dei miei primi anni di lavoro. In studio c’era il maestro Giordano Bruno Martelli, che aveva composto la musica. Da quella sigla nacque tutta la mia carriera: sono diventata non solo una voce, ma anche un volto».

        Oggi D’Avena guarda a quell’epoca con affetto e riconoscenza: un capitolo che le ha regalato popolarità, amore del pubblico e un percorso artistico che dura da quasi quarant’anni. E anche un “quasi bacio” che è rimasto nella storia della tv anni ’80.

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          Claudia Koll: “Non mi manca il successo. Oggi aiuto i poveri, ma resto un’artista”

          C’era una volta la giovane attrice che fece girare la testa a Tinto Brass. Poi, un giorno, quella stessa donna attraversò la Porta Santa e cambiò vita. Claudia Koll, oggi settantenne “suora laica” per definizione popolare, celebra i venticinque anni della sua conversione con la serenità di chi ha trovato il proprio posto nel mondo: “Dio non toglie niente, cura le ferite e dà significato ai talenti che ci ha donato”.

          La celebrità l’aveva abbracciata presto: il cinema, la televisione, Sanremo, le fiction accanto a giganti come Pippo Baudo e Nino Manfredi. “Erano due grandi professionisti – ricorda –. Da loro ho imparato tanto, anche che la persona non coincide mai con il personaggio. Un attore deve restare connesso con la propria interiorità, altrimenti si perde”.

          Nonostante il clamore di quegli anni, la Koll non mostra nostalgia. “Il successo non mi manca. Sono contenta quando qualcuno mi riconosce e mi dimostra affetto, ma la mia felicità non dipende da quello. La conversione è stata un dono, una grazia che ha cambiato la mia prospettiva”.

          Quel momento è scolpito nella sua memoria. Era il Giubileo del 2000. “Ricordo la fede delle persone in fila davanti alla Porta Santa e poi la Pietà di Michelangelo. Quel volto giovane di Maria mi riportò a quando, da bambina, sognavo di andare in Cielo con lei dopo aver visto un film su Fatima. In quell’istante sentii che la mia vita doveva cambiare direzione”.

          Da allora la sua spiritualità si è fatta concreta, quotidiana. “Non sono una suora – spiega – ma una cristiana che cerca di vivere il Vangelo giorno per giorno. L’amore per la Parola di Dio e l’attenzione verso i poveri fanno parte della mia vita. Questa sensibilità si riflette anche nel mio modo di essere attrice: non voglio interpretare solo religiose, ma raccontare l’umano con più profondità”.

          Una profondità che si traduce anche nell’impegno. Vent’anni fa ha fondato Le Opere del Padre, l’associazione che sostiene progetti di solidarietà in Italia e in Africa. “Soddisfatta? Forse non è la parola giusta – dice con un sorriso –. Direi che sono grata. La mia vita è piena di passioni e di incontri”.

          La passione per l’arte, intanto, non si è mai spenta. Diplomata all’Actors Studio di New York, oggi insegna recitazione e counseling ai giovani attori. “L’attore è un atleta del cuore, diceva Susan Strasberg. Interpretando un personaggio emergono ferite e ricordi che possono diventare strumenti di crescita. Uso alcune tecniche della Gestalt per aiutare i ragazzi a non farsi schiacciare dal ruolo, a mantenere la propria identità”.

          Nel suo percorso non sono mancati incontri che hanno lasciato un segno. Il più forte, quello con Giovanni Paolo II. “Era il 1º ottobre 2003. Mi guardò con occhi pieni di amore e dolore. In quello sguardo compresi che stava offrendo la sua vita per Cristo. Fu un momento di grazia, di verità profonda”.

          Oggi, dopo la scomparsa di Papa Francesco, si dice conquistata dal nuovo pontefice, Leone XIV. “Mi ha colpita quando ha detto che la misura dell’umanità non è in ciò che possiamo conquistare, ma nella capacità di lasciarci amare e, quando serve, anche aiutare. Se non tocchiamo la nostra fragilità, non possiamo comprendere quella degli altri”.

          È in questa visione che la Koll trova la sintesi tra l’artista e la donna di fede. “Papa Leone apre alla speranza – conclude –. Ci invita a uno sguardo di misericordia, non di forza. E io credo che sia proprio questo il compito di chi racconta la vita: mostrare che dentro la fragilità si nasconde la bellezza più grande”.

          Un tempo sul grande schermo era Così fan tutte, oggi è così fa lei: recita ancora, ma per un pubblico diverso. Quello che cerca nella fede, come nel teatro, la luce che attraversa il buio.

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            C’era una volta la giovane attrice che fece girare la testa a Tinto Brass. Poi, un giorno, quella stessa donna attraversò la Porta Santa e cambiò vita. Claudia Koll, oggi settantenne “suora laica” per definizione popolare, celebra i venticinque anni della sua conversione con la serenità di chi ha trovato il proprio posto nel mondo: “Dio non toglie niente, cura le ferite e dà significato ai talenti che ci ha donato”.

            La celebrità l’aveva abbracciata presto: il cinema, la televisione, Sanremo, le fiction accanto a giganti come Pippo Baudo e Nino Manfredi. “Erano due grandi professionisti – ricorda –. Da loro ho imparato tanto, anche che la persona non coincide mai con il personaggio. Un attore deve restare connesso con la propria interiorità, altrimenti si perde”.

            Nonostante il clamore di quegli anni, la Koll non mostra nostalgia. “Il successo non mi manca. Sono contenta quando qualcuno mi riconosce e mi dimostra affetto, ma la mia felicità non dipende da quello. La conversione è stata un dono, una grazia che ha cambiato la mia prospettiva”.

            Quel momento è scolpito nella sua memoria. Era il Giubileo del 2000. “Ricordo la fede delle persone in fila davanti alla Porta Santa e poi la Pietà di Michelangelo. Quel volto giovane di Maria mi riportò a quando, da bambina, sognavo di andare in Cielo con lei dopo aver visto un film su Fatima. In quell’istante sentii che la mia vita doveva cambiare direzione”.

            Da allora la sua spiritualità si è fatta concreta, quotidiana. “Non sono una suora – spiega – ma una cristiana che cerca di vivere il Vangelo giorno per giorno. L’amore per la Parola di Dio e l’attenzione verso i poveri fanno parte della mia vita. Questa sensibilità si riflette anche nel mio modo di essere attrice: non voglio interpretare solo religiose, ma raccontare l’umano con più profondità”.

            Una profondità che si traduce anche nell’impegno. Vent’anni fa ha fondato Le Opere del Padre, l’associazione che sostiene progetti di solidarietà in Italia e in Africa. “Soddisfatta? Forse non è la parola giusta – dice con un sorriso –. Direi che sono grata. La mia vita è piena di passioni e di incontri”.

            La passione per l’arte, intanto, non si è mai spenta. Diplomata all’Actors Studio di New York, oggi insegna recitazione e counseling ai giovani attori. “L’attore è un atleta del cuore, diceva Susan Strasberg. Interpretando un personaggio emergono ferite e ricordi che possono diventare strumenti di crescita. Uso alcune tecniche della Gestalt per aiutare i ragazzi a non farsi schiacciare dal ruolo, a mantenere la propria identità”.

            Nel suo percorso non sono mancati incontri che hanno lasciato un segno. Il più forte, quello con Giovanni Paolo II. “Era il 1º ottobre 2003. Mi guardò con occhi pieni di amore e dolore. In quello sguardo compresi che stava offrendo la sua vita per Cristo. Fu un momento di grazia, di verità profonda”.

            Oggi, dopo la scomparsa di Papa Francesco, si dice conquistata dal nuovo pontefice, Leone XIV. “Mi ha colpita quando ha detto che la misura dell’umanità non è in ciò che possiamo conquistare, ma nella capacità di lasciarci amare e, quando serve, anche aiutare. Se non tocchiamo la nostra fragilità, non possiamo comprendere quella degli altri”.

            È in questa visione che la Koll trova la sintesi tra l’artista e la donna di fede. “Papa Leone apre alla speranza – conclude –. Ci invita a uno sguardo di misericordia, non di forza. E io credo che sia proprio questo il compito di chi racconta la vita: mostrare che dentro la fragilità si nasconde la bellezza più grande”.

            Un tempo sul grande schermo era Così fan tutte, oggi è così fa lei: recita ancora, ma per un pubblico diverso. Quello che cerca nella fede, come nel teatro, la luce che attraversa il buio.

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              Interviste

              Quella volta che prese per il collo l’amante del fidanzato. E tutte le gelosie di Lorella Cuccarini

              Dalla scarpa lanciata in diretta al topless che valeva 150 milioni di lire, dai balletti con Franjo al tradimento scoperto in un locale: Lorella Cuccarini si racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” tra aneddoti, pettegolezzi smentiti e quell’unica volta in cui “una tizia l’ho appiccicata al muro del camerino”.

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                Sessant’anni e non sentirli. Anzi, raccontarli con una leggerezza da ventenne. Lorella Cuccarini compie 60 anni e li celebra senza malinconie, ma con il sorriso e una punta di sarcasmo, come ha fatto nell’intervista concessa a Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera. “Fisicamente non più di 50, di spirito anche 30”, dice. Poi aggiunge: “Ormai i 60 sono i 45 di una volta”.

                Ma a sorprendere, più delle sue dichiarazioni sul lavoro o dei ricordi con Pippo Baudo, è la sua disarmante sincerità in amore. Da giovane, Lorella era gelosa. Gelosissima. “Ero molto gelosa, una tizia l’ho appiccicata al muro di un camerino”, confessa senza giri di parole. “Prima fai l’amica e poi mi rubi il fidanzato?”. Lo dice ridendo, ma la scena, quella volta, fu reale. “Avevo 18 anni e sì, c’era una piccola parte di coatta in me”.

                Prima di sposare Silvio Testi, ammette: “Ogni tanto scoprivo qualche tradimento. Uno mi aveva detto che era di turno di notte e invece l’ho beccato in un locale a divertirsi. Un altro l’ho proprio sorpreso con un’altra”. Eppure, col tempo, quella gelosia feroce è svanita. “Con mio marito non sono mai stata sospettosa, di quelle che controllano i cellulari”.

                Nel racconto emergono anche episodi gustosi della sua carriera. Come quella volta a Fantastico 7 in cui la scarpa le volò in diretta e colpì in testa il direttore di RaiUno: “Dietro le quinte singhiozzavo, ma Pippo era contentissimo: ‘Ti è successa una cosa meravigliosa!’”. O quando si presentò con i punti in fronte dopo un incidente e Baudo le fece “un cazziatone tremendo”.

                Ci sono poi gli ammiccamenti di Christian De Sica (“Dovevamo metterci a letto insieme in scena, che imbarazzo”), la “competitività da asilo” con Marco Columbro e il battibecco con Alba Parietti: “Fece polemica sui giornali, ci restai male”.

                E c’è anche un po’ di malizia, mai volgare. “Un mio topless valeva 150 milioni di lire”, le dissero i paparazzi. Playboy le offrì 80 per posare nuda. E Silvio Berlusconi, in una delle sue battute fulminanti, le disse: “Sei l’unica donna senza tette che lavora per me”.

                L’unico vero attrito lo ricorda con Heather Parisi: “Il mio peccato originale è stato aver preso il suo posto a Fantastico 6. Pippo le offrì di farlo con me, lei disse: ‘Mai con una ballerina di fila. O io o lei’. E Baudo scelse me”.

                Senza mai uno scandalo, senza gossip veri, senza foto rubate compromettenti. “Una volta mi hanno ‘fidanzato’ con mio fratello, un’altra con un mio amico. I paparazzi non mi seguono più, hanno capito che non c’è trippa per gatti”.

                E oggi? È felice. “Una felicità di piccoli momenti. Ho avuto una vita bella, piena d’amore. Se dovessi andarmene oggi, sarei comunque contenta”.

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