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Gossip

Lite in strada per Belen Rodriguez a Milano: “State lontani da me e da mia figlia”

Un pomeriggio qualunque si trasforma in un nuovo episodio di tensione tra Belen e i fotografi. Dopo aver accompagnato la figlia a scuola, la showgirl perde la calma di fronte ai flash troppo vicini. Non è la prima volta che reagisce alle intrusioni, ma questa volta la miccia è stata la presenza della bambina.

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    Un altro pomeriggio di caos per Belen Rodriguez, e ancora una volta al centro c’è la privacy dei figli. La showgirl argentina, 41 anni appena compiuti, è stata protagonista di una violenta lite verbale con alcuni paparazzi in zona Garibaldi, a Milano. Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, l’episodio è avvenuto mentre teneva per mano la figlia Luna Marì, di due anni e mezzo. Alla vista dei fotografi troppo vicini, Belen avrebbe perso la pazienza: «Basta, sono stanca. Andate via e state lontani da me e dalla mia bambina!», ha gridato davanti a passanti e telecamere.

    Le immagini raccontano la scena: la showgirl stringe forte la mano della piccola, visibilmente tesa, mentre i flash la seguono a pochi metri di distanza. Un momento di rabbia, ma anche di paura, in cui Belen ha difeso con fermezza la sua sfera privata. Non è un mistero che la Rodriguez viva con difficoltà la costante pressione mediatica e l’assedio dei fotografi. Negli anni ha imparato a convivere con la curiosità pubblica, ma quando si tratta dei suoi figli la pazienza si esaurisce.

    Luna Marì, nata dalla relazione con Antonino Spinalbese, frequenta una scuola nella zona. Dopo averla presa all’uscita, Belen aveva deciso di fermarsi per una merenda, ma la presenza degli obiettivi ha trasformato un gesto quotidiano in un episodio di tensione. Chi era presente parla di una lite breve ma accesa, con toni esasperati e la preoccupazione evidente di una madre che non vuole esporre la figlia al clamore mediatico.

    Non è la prima volta che la showgirl perde la calma in pubblico. A Porto Cervo, qualche mese fa, era stata ripresa mentre discuteva animatamente con un benzinaio; in un’altra occasione, a Milano, aveva avuto un alterco con un rider, risolto solo grazie all’intervento dell’ex marito Stefano De Martino. Ogni volta, i video diventano virali e riaccendono il dibattito sulla vita sotto i riflettori e sui limiti della privacy.

    Dietro l’ennesimo scatto di nervi si nasconde una questione più profonda: il diritto dei minori alla riservatezza. In Italia, la legge vieta la pubblicazione di immagini di bambini senza il consenso dei genitori, ma la rincorsa al “colpo” fotografico continua spesso a ignorare questa tutela. Il rischio, avvertono gli esperti, è quello di alimentare fenomeni pericolosi come l’esposizione digitale precoce e l’uso improprio delle immagini da parte di terzi.

    Per Belen, più che una reazione impulsiva, è forse un grido di esasperazione. Un tentativo di tracciare un confine tra la vita pubblica e quella privata, in una città che sembra non concederle mai davvero un momento di normalità.

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      Elettra Lamborghini e la stoccata agli influencer: “Con un video stupidissimo fanno 10mila euro, ovvio che nessuno voglia più lavorare”

      La frase di Elettra Lamborghini – “C’è gente che studia per anni e gente che con un video fa 10mila euro” – accende il dibattito: tra chi la accusa di incoerenza e chi, sorprendentemente, le dà ragione. Il tema resta caldo: stipendi bassi e disillusione dei giovani.

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        Elettra Lamborghini sa come far parlare di sé. Stavolta non c’entrano né un nuovo singolo né un look appariscente, ma una riflessione amara sul mondo dei social e sul rapporto tra lavoro, impegno e guadagni. «C’è gente che studia dalla mattina alla sera per anni e poi c’è gente che sui social, con un video stupidissimo, fa 10.000 euro. È ovvio che nessuno voglia più fare un cazzo», ha detto la cantante, accendendo un dibattito che nel giro di poche ore ha infiammato le piattaforme.

        Il commento, netto e senza filtri, ha subito diviso l’opinione pubblica. Sotto i suoi post e nelle discussioni parallele non sono mancati i giudizi taglienti: «Disse colei che è stata pagata per uscire dall’azienda di famiglia proprio perché non serviva a un cazzo!!», scrive un utente. Un altro rincara la dose: «Parla proprio lei, che ha vissuto di privilegi senza conoscere il sacrificio di chi prende mille euro al mese».

        Eppure, in mezzo alle critiche, qualcuno ha deciso di difenderla. «No, ha ragione – si legge tra i commenti – se gli stipendi sono bassi e il sistema scolastico ed universitario è inefficiente, non è colpa degli influencer. È normale che i giovani cerchino scorciatoie». Altri, increduli, ammettono: «Mi devo ricredere su Elettra… finalmente qualcuno che dice le cose come stanno».

        La provocazione ha riacceso un tema che da anni divide: il valore del lavoro tradizionale rispetto alle nuove professioni nate nell’ecosistema digitale. Da un lato c’è chi denuncia l’illusione di guadagni facili, dall’altro chi sottolinea che la responsabilità non è degli influencer ma di un mercato che non valorizza i titoli di studio e i sacrifici.

        Elettra, intanto, non ha ritrattato. Abituata a stare al centro della tempesta mediatica, sembra anzi consapevole che ogni sua parola funzioni da miccia. E questa volta, al di là delle polemiche, ha portato allo scoperto un malessere reale: la sensazione diffusa che l’impegno non basti più per costruire un futuro dignitoso.

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          Personaggi

          Rapina da 40mila euro: Stefano De Martino derubato in centro a Milano con il trucco dello specchietto

          Il furto è avvenuto in zona Bocconi. De Martino avrebbe cercato di reagire, ma uno dei malviventi lo avrebbe minacciato con una frase gelida: “Lasciami o ti sparo”. Dopo l’aggressione, il conduttore si è recato in questura per sporgere denuncia, “visibilmente teso e arrabbiato”.

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            Non è un periodo sereno per Stefano De Martino. Il conduttore di Affari Tuoi, 35 anni, è stato vittima di una rapina lampo nel cuore di Milano, dove due uomini in scooter lo hanno derubato del suo orologio di lusso, un modello da circa 40mila euro. Il furto è avvenuto in zona Bocconi, con la tecnica – ormai tristemente nota – del “trucco dello specchietto”.

            Secondo quanto ricostruito dal settimanale Oggi, tutto è accaduto in pochi secondi. De Martino era fermo al semaforo con la sua Mercedes quando uno dei due motociclisti è andato deliberatamente a sbattere contro lo specchietto del suo suv. L’ex ballerino, pensando a un incidente, ha abbassato il finestrino per sistemarlo. In quell’istante, il complice è arrivato sul lato opposto e gli ha afferrato il polso, riuscendo a sfilargli l’orologio.

            Il conduttore avrebbe tentato di opporsi, ma si sarebbe fermato dopo una minaccia diretta: “Lasciami o ti sparo”, gli avrebbe urlato uno dei rapinatori. Poi la fuga, rapidissima, tra il traffico del primo pomeriggio. Sotto shock ma lucido, De Martino si è subito recato in questura per denunciare l’accaduto.

            Le immagini pubblicate da Oggi lo mostrano all’ingresso degli uffici della polizia di Milano, accolto da un funzionario in borghese che lo ha accompagnato all’interno. “Visibilmente teso e arrabbiato”, come riferisce il settimanale, il conduttore è rimasto a lungo a parlare con gli agenti, ricostruendo la dinamica del colpo e fornendo tutti i dettagli utili per l’indagine.

            Il furto dell’orologio rappresenta l’ennesimo episodio di una serie di rapine di lusso che, da mesi, colpiscono Milano. I ladri scelgono vittime ben vestite, spesso a bordo di auto di alta gamma, e usano la violenza solo quando necessario. Il bottino, in questi casi, finisce rapidamente nel mercato nero, dove i pezzi più preziosi vengono smontati o rivenduti all’estero.

            Dopo la denuncia, De Martino è tornato a casa, in zona Sempione, scosso ma illeso. “Comprensibilmente provato”, scrive Oggi, “ha lasciato la questura guidando il suo suv con passo nervoso e lo sguardo fisso sulla strada”.

            Per il conduttore napoletano, che negli ultimi mesi era tornato al centro della scena televisiva e mondana, è un colpo difficile da digerire. Ma, come in ogni spettacolo, anche in questo caso la scena si chiude con un applauso solo ideale: quello per chi, pur derubato, ha trovato la forza di denunciare e affrontare la paura a testa alta.

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              Gossip

              Confermata la condanna per Fabrizio Corona: diffamò Brozovic, Icardi e Wanda Nara

              Il post sul suo sito ipotizzava una relazione tra la moglie di Mauro Icardi e l’ex compagno di squadra Marcelo Brozovic. La multa resta di 1.500 euro, ma Corona dovrà anche risarcire le parti civili con 7.500 euro ciascuno per Wanda e Icardi e 5.000 per Brozovic. Soddisfazione da parte dei legali della showgirl argentina.

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                La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna per diffamazione nei confronti di Fabrizio Corona. I giudici della terza sezione penale hanno infatti respinto il ricorso presentato dall’ex fotografo dei vip, confermando integralmente la sentenza di primo grado emessa il 28 febbraio 2024. La vicenda risale al febbraio 2019, quando sul sito gestito da Corona comparve un articolo che ipotizzava la crisi tra Mauro Icardi e Wanda Nara a causa di un presunto tradimento della showgirl argentina con Marcelo Brozovic, allora compagno di squadra dell’attaccante all’Inter.

                Secondo l’accusa, il contenuto del pezzo, privo di fondamento e privo di riscontri, aveva diffuso una notizia falsa e lesiva della reputazione dei tre protagonisti, generando anche tensioni nello spogliatoio nerazzurro in un periodo già complesso per la squadra. Per questo motivo, Corona era stato condannato dal Tribunale di Milano al pagamento di una multa di 1.500 euro, oltre al risarcimento delle spese legali e di una provvisionale a favore delle parti civili.

                La somma stabilita dai giudici ammonta a 7.500 euro ciascuno per Wanda Nara e Mauro Icardi, e 5.000 per Marcelo Brozovic, oggi trasferitosi in Arabia Saudita. L’ammontare definitivo del risarcimento per i danni morali e d’immagine dovrà invece essere quantificato in un successivo giudizio civile.

                Impianto accusatorio confermato

                Le motivazioni della sentenza d’appello saranno depositate entro sessanta giorni, ma l’impianto accusatorio è stato confermato in toto. Il legale di Wanda Nara, l’avvocato Giuseppe Di Carlo, ha commentato con soddisfazione la decisione: «Wanda Nara, persona offesa e parte civile nel procedimento, esprime piena fiducia nella giustizia e apprezza il riconoscimento delle proprie ragioni da parte della Corte d’Appello di Milano».

                Ennesima condanna

                Per Corona si tratta dell’ennesimo capitolo giudiziario legato alla sua attività mediatica. L’ex agente dei paparazzi, già protagonista di numerose cause legate a pubblicazioni considerate diffamatorie o lesive della privacy, dovrà ora fare i conti con una nuova condanna che ribadisce il confine – spesso sottile ma netto – tra cronaca e diffamazione.

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