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Camila Raznovich: “Digiuno, yoga e amore a distanza: così affronto i miei 50 anni”

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    Camila Raznovich, volto noto di Kilimangiaro su Rai 3, ha recentemente festeggiato il suo cinquantesimo compleanno e si racconta senza filtri alla vigilia del ritorno in tv. Tra rapporti familiari, regole ferree con i figli e una storia d’amore inaspettata, Camila condivide dettagli del suo stile di vita, non tralasciando la sua passione per il digiuno e i benefici di una vita disciplinata.

    50 anni e sentirli tutti

    “Ho scritto sull’invito del compleanno: ‘50 anni e sentirli tutti’,” racconta Camila con ironia. “Dicono che siano i nuovi 30, ma per favore… Mi sento fisicamente a pezzi! Faccio yoga, vado in bici, ma comunque mi sento stanca. Sarà la perimenopausa,” scherza, affrontando con sincerità i cambiamenti che stanno segnando questa fase della sua vita.

    Sul fronte familiare, la conduttrice conferma di essere inflessibile: “I miei figli devono andare a letto alle 9, a volte anche prima. Ognuno nella propria stanza a leggere o fare altro. Ognuno con i propri spazi, e poi a dormire.”

    Una storia d’amore inaspettata

    Camila è sposata con l’imprenditore francese Loic Fleury, una storia d’amore iniziata quando aveva 45 anni e del tutto inaspettata. “Viviamo lontani: io a Milano, lui a Parigi, e alla nostra età la distanza è fantastica. Ognuno con i propri figli e i propri spazi, ma sempre con rispetto reciproco. Quando ci rivediamo, è sempre entusiasmante.”

    Digiuno e stile di vita sano

    Camila Raznovich è nota anche per i suoi digiuni annuali, che segue rigorosamente. “Da 30 anni faccio yoga, sono astemia e non fumo. E una volta l’anno faccio dieci giorni di digiuno. Ci sono studi scientifici che dimostrano come il digiuno aiuti a ridurre i livelli infiammatori del corpo. È un modo per azzerare il sistema, far riposare gli organi e ossigenarli di nuovo.” Il suo stile di vita sano è la base del suo benessere, e Camila non teme di ammettere quanto questo rigore la aiuti a mantenere l’equilibrio.

    Con una routine tanto disciplinata quanto personale, Camila affronta la vita con la stessa energia e schiettezza che porta anche sul piccolo schermo.

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      Personaggi

      Madalina Ghenea, anni di stalking e paura: “C’erano giorni in cui non riuscivo a lavorare”. In aula anche l’ex Leonardo Del Vecchio

      La modella parla di “momenti duri che nessuna donna dovrebbe vivere”. Del Vecchio racconta di account falsi e tentativi di screditare entrambi. La prossima udienza il 12 gennaio, quando Madalina tornerà in aula per testimoniare.

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        “Questi momenti sono molto importanti, non solo per la mia famiglia ma per tutte le vittime”. Madalina Ghenea esce dall’aula del tribunale di Milano con voce ferma e tono pacato, ma la vicenda che racconta è tutto fuorché leggera. Da anni la modella e attrice sostiene di essere bersaglio di una persecuzione sui social da parte di una 45enne, oggi imputata per stalking aggravato. Messaggi continui, insulti, minacce, profili fake creati con lo scopo — dice — di rovinarle reputazione e serenità.

        All’udienza davanti alla quinta sezione penale parla anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio dell’imprenditore Luxottica ed ex compagno di Madalina, che conferma il clima vissuto: “C’erano giorni in cui Madalina non riusciva neanche a lavorare, era un po’ triste. Poi, quando sono diventato anche io target di questa persona, mi scriveva da account fake parlando male di lei”.

        Un meccanismo ripetitivo e martellante, racconta Del Vecchio, capace di coinvolgere non solo la coppia ma la cerchia affettiva e professionale della modella: “Attaccava lei scrivendo a me e screditandola. Tutte le persone attorno a lei venivano targettizzate”. Un accerchiamento digitale, fatto di insinuazioni e messaggi seriali, che avrebbe generato ansia e tensione costante.

        E non solo virtuale: in un passaggio della sua deposizione, Del Vecchio rivela che la modella avrebbe persino preso informazioni per acquistare “due porte blindate di livello” per proteggere se stessa e la sua famiglia. Una scelta che restituisce la misura della paura.

        Madalina, difesa dall’avvocata Maria Manuela Mascalchi — che assiste anche Del Vecchio — ha spiegato di aver trovato il coraggio di denunciare per se stessa e per “tutte le donne che vivono situazioni simili”. L’attrice, parte civile insieme alla madre, sarà sentita direttamente alla prossima udienza fissata per il 12 gennaio.

        Oggi, intanto, ha voluto ribadire un concetto semplice ma essenziale: “Spero non leggeremo più certe notizie, fanno troppo male”. Non un gesto di rabbia, piuttosto un appello alla dignità e al rispetto in un’epoca in cui l’odio digitale diventa troppo spesso arma e spettacolo.

        Il processo continua. E insieme a esso, il passo lento e complesso della giustizia verso chi è convinto — e rivendica — che nessuno debba sentirsi braccato nella propria vita, nemmeno dietro a uno schermo.

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          Personaggi

          Michelle Hunziker, altro che crisi: Nino Tronchetti Provera compra una palazzina da 14 milioni per lei

          Si parlava di addio imminente, invece arriva un segnale che pesa — letteralmente — tonnellate di mattoni e amore: Nino Tronchetti Provera avrebbe acquistato un intero palazzo nel cuore di Milano, a due passi da San Babila, per farne il nido con Michelle Hunziker. Un gesto dal valore di circa 14 milioni di euro. Eppure, su quell’indirizzo aleggia una vecchia “maledizione sentimentale” che avrebbe colpito le coppie precedenti. Ma Michelle e Nino sembrano non essere il tipo da lasciarsi condizionare da superstizioni

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            Altro che vento di crisi. Altro che addio. Michelle Hunziker e Nino Tronchetti Provera sembrano aver scelto la strategia più semplice per silenziare i pettegolezzi: continuare a volersi bene e, nel dubbio, comprare un palazzo. Sì, un palazzo intero. Perché quando l’amore è solido e il conto in banca è robusto, non si risponde ai rumors con post criptici o sguardi languidi, ma con una mossa che fa rumore, e tanto.

            Secondo quanto riportato da Oggi, la scintilla tra Michelle e Nino sarebbe scoccata proprio davanti a quell’immobile elegante a pochi passi da San Babila, uno di quei gioielli immobiliari che sembrano usciti da una cartolina di una Milano riservata, verde e ricchissima. Lei lo vede, lui lo vede. Cupido stavolta si presenta col tailleur e una planimetria. E a quanto pare, quella visione condivisa si è trasformata in realtà: l’imprenditore avrebbe deciso di acquistare l’intera palazzina, con giardino privato, per circa 14 milioni di euro. Un gesto più eloquente di qualunque dichiarazione social.

            Nonostante la coppia continui a stare lontana dai riflettori — scelta rara per un volto amatissimo della tv come Michelle — il passo verso la convivenza appare deciso. Un nido d’amore costruito in verticale, tra pareti importanti e una privacy blindata. Perfetto per una storia che sembra voler restare lontana dal clamore, nutrita più da piani concreti che da dichiarazioni di rito.

            C’è però un dettaglio folkloristico che aggiunge sapore — e brivido — alla vicenda. La palazzina in questione, racconta Today, avrebbe una nomea non proprio accomodante. Le coppie che l’hanno abitata negli anni passati si sarebbero puntualmente lasciate. Una sorta di maledizione immobiliare, come se quelle facciate ordinate e quel giardino curato nascondessero un karma difficile da domare.

            Ma Michelle e Nino non paiono tipi da farsi impressionare dai racconti da cronache mondane. Sembrano piuttosto la coppia del “proviamo e vediamo”, con serenità e piede ben piantato nel presente. La maledizione, semmai, è quella che ogni tanto colpisce chi crede che l’amore di una donna forte e indipendente debba per forza passare dai flash o dagli hashtag.

            Per ora, i due scelgono la loro via: riservatezza, concretezza e, va detto, un indirizzo a cinque zeri che sa di promessa e progetto. Non serve altro.

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              Vivian Jenna Wilson si libera del cognome Musk: «Non voglio più avere a che fare con lui». La figlia di Elon rompe con il padre

              Cambio di nome, nessuna eredità, vita condivisa in un appartamento di Los Angeles e orgoglio militante. Vivian Jenna Wilson, figlia di Elon Musk, rivendica la propria indipendenza e attacca il magnate: «Ha voluto figli brillanti, non felici». E sul passato: «Non volevo più portare quel cognome, faccio quello che voglio».

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                Vivian Jenna Wilson ha un obiettivo chiaro: vivere una vita che non abbia nulla a che fare con suo padre. Un nome pesante, quello di Elon Musk, che a ventun anni ha deciso di abbandonare, legandosi invece a quello della madre, Justine Wilson. A Paris Match racconta il perché senza giri di parole: «Non volevo più avere a che fare con tutte quelle stronzate legate al nome. E poi faccio quello che voglio».

                La rottura con il patron di Tesla e SpaceX non è solo affettiva: è culturale, politica, identitaria. Vivian fa coming out come persona trans nel 2020 e cambia legalmente sesso due anni dopo. Da allora, la distanza con Musk si trasforma in frattura pubblica. Lei sfila, studia, lavora, condivide un appartamento a Los Angeles. «Non vivo in una villa. Non ho una Tesla», dice con ironia feroce. A chi su TikTok l’ha dipinta erede da 40 miliardi risponde così: «Se fosse vero, non ci sarebbero più senzatetto né fame nel mondo».

                La giovane rivendica con orgoglio la strada costruita da sola: modella emergente, attivista LGBTQIA+, voce presente nelle marce e online. Non cerca pietà, non cerca eredità: cerca spazio. E lontananza. «La sola menzione del suo nome mi fa spegnere il cervello», confessa. Una frase che sintetizza anni di incomprensioni, culminate nella rottura definitiva.

                Il contrasto non è solo familiare, ma filosofico. «Quando avevo dieci anni mi disse che Marte sarebbe stato il futuro dell’umanità. Pensai: chi si occuperà della Terra allora? Non parlavamo la stessa lingua». È la fotografia di due mondi che non si incontrano: da un lato il miliardario convinto che il progresso passi dalla colonizzazione dello spazio; dall’altro una figlia che difende i diritti delle minoranze e marcia sul suolo terrestre, tra le persone.

                Sui social Musk l’ha cancellata – letteralmente: «Mio figlio Xavier è morto. Ucciso dal virus woke», scrisse. Oggi lei restituisce il colpo con una frase glaciale: «La morale non si misura in dollari». Non cerca un confronto, non chiede riconciliazione. Alza il mento, senza paura: «Sono stata usata come esempio per dimostrare che i bambini trans non dovrebbero esistere. Non potevo lasciar correre. Non è un capriccio politico. È una questione di sopravvivenza».

                In mezzo, nessun accordo, nessun passo indietro. Solo una ragazza che ha deciso chi vuole essere. E un padre che, almeno per lei, non è più una stella nella stessa galassia.

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