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Interviste

Alessia Marcuzzi: ”Mai avuto problemi col nudo. Per Sorrentino mi spoglio subito”!

Alessia Marcuzzi si confida su temi delicati come il nudo, la storia dell’Actor’s Studio e le sfide delle donne nell’industria cinematografica. Il cinema e i suoi progetti futuri, inclusa la conduzione dei David di Donatello accanto a Carlo Conti, il prossimo 3 maggio.

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    Alessia, bella e talentuosa, ha recentemente rilasciato un’intervista in cui ha parlato di una varietà di argomenti affascinanti, dalla sua passione per Peter Sellers alle donne nel cinema, da Paola Cortellesi alle sorelle Rohrwacher, fino a Kathryn Bigelow.

    La selettiva
    Tuttavia, anche se la domanda sul nudo le è stata posta, Alessia sottolinea che le domande sullo spogliarsi sembrano rivolte esclusivamente alle donne, evidenziando una disparità di trattamento nei confronti delle attrici rispetto agli attori.
    Tuttavia, afferma che sarebbe disposta a considerare una richiesta del genere solo se provenisse da registi di calibro come Sorrentino e Lanthimos, noti per le loro opere artistiche e raffinate.

    Alessia si sfoga
    Le recenti dichiarazioni, in una intervista, ha sollevato polemiche per il titolo sensazionalista attribuito al pezzo. Dopo aver letto l’articolo, la conduttrice si è sfogata sui social media, sottolineando la discrepanza tra il titolo fuorviante e i reali contenuti della conversazione contro un certo tipo di informazione giornalistica.  
    “Harvey Keitel mi voleva all’Actor’s Studio, rinunciai per Inzaghi.
    Recitare nuda? Solo se me lo chiedesse Sorrentino”, la sostanza dell’intervista.  

    Alessia Marcuzzi in una simpatica posa

    Alessia ha riflettuto sul suo percorso nel mondo del cinema, riconoscendo di aver interpretato solo 4 film. Tuttavia, non mostra rimpianti riguardo a questa limitata esperienza cinematografica. Afferma di aver fatto altre cose nella sua vita, suggerendo che forse non era abbastanza portata per la recitazione o che altre opportunità hanno occupato la sua vita.

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      Interviste

      Ema Stokholma: «Mia madre mi picchiava, mio padre spariva per anni. Ora sogno solo tranquillità»

      «Sono al quarantesimo trasloco, ho venduto il mio primo quadro a cinquemila euro, sogno una casa silenziosa e niente figli. Ma ho la mia famiglia stile Friends, e va bene così». Ema Stokholma, nome d’arte di Morwenn Moguerou, si racconta con sincerità assoluta: «Papà diceva: torno lunedì. Poi spariva per quattro anni».

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        Morwenn Moguerou si sente ancora Morwenn, anche se dal 2009 tutti la chiamano Ema Stokholma. «Capisco che si debba semplificare. Quindi Ema va bene», ammette con leggerezza. La voce di Radio2, vincitrice del Premio Bancarella con Per il mio bene, DJ, pittrice e ora anche poetessa in erba, ha alle spalle una storia dura, ma non rinnega nulla: «Sono una donna che lavora. E che fa cose bellissime. Approfitto del fatto che me le lascino fare».

        Nel memoir ha raccontato la violenza subita da bambina. «Il primo ricordo brutto? Quando mia madre mi picchiò in auto, avevo quattro anni». Ma anche tra quelle ombre, qualche luce: «I ricordi belli sono quelli a scuola. Era bellissimo vivere una vita normale. In mensa finivo sempre i piatti degli altri: ero affamatissima».

        Anche oggi, ammette, l’appetito è collegato all’umore. «Forse rifiutavo tutto quello che arrivava da lei, sto ancora cercando di capirlo». Ma chiarisce subito: «Io non sono mai giù di corda. Magari mi arrabbio, ma mi passa dopo dieci minuti. E poi, non so resistere alle chips!».

        La figura del padre è un’altra ferita aperta. «Persino mio padre mi diceva “ci vediamo lunedì”, e poi ricompariva dopo quattro anni… Ogni tanto mi manda un messaggio, ma è tutto lì». Più saldo il legame con il fratello Gwendal: «Ci vediamo 5-6 volte l’anno, l’ultima volta un mese fa a Parigi. I proventi del libro li divido con lui: è la mia storia, ma anche la sua».

        Nel libro si parla anche di Stéphane, il libraio che le salvò la vita quando la madre la spinse a buttarsi nel fiume. «Avevo 9 anni. Quando sono tornata a Romans-sur-Isère, il negozio era lì, ma lui no. In vetrina c’era ancora lo stesso poster». E un amico le ha regalato un tappeto con la stampa delle iniziali sue e del fratello, un ricordo di un gesto, raro, affettuoso della madre.

        Il giudizio materno sul sesso è stato pesante: «Mi colpevolizzava su cose che non capivo nemmeno. Come ho fatto a vivere la sessualità in modo positivo? E chi dice che io la viva in modo positivo?». Eppure, la femminilità non l’ha mai rifiutata. Ha fatto la modella per Fendi, Valentino, Versace. «Ma è un mestiere noioso, dove devi mostrare tutto fuori. Io ho tutto dentro».

        La conquista più grande, oggi, è l’indipendenza. «La mia libertà è la cosa a cui tengo di più». E non sogna figli: «Non ho mai desiderato essere madre. Non sono cresciuta con il mito della famiglia da Mulino Bianco. Forse è l’unica cosa per cui ringrazio mia madre».

        Eppure, con le figlie del suo ex compagno ha creato un legame vero. «È stata una bellissima esperienza. Spero che sappiano di poter sempre contare su di me».

        Amicizie solide, progetti d’arte, analisi costante («Dal 2012 non ho mai smesso di lavorare su di me»), e una mostra su Marina Abramović vista a Londra: «Una delle artiste più importanti viventi. Mi ha invitata a Capri. Non potevo crederci».

        I quadri li vende da sé: «Gino Castaldo mi ha detto: non aspettare una galleria, fai da sola. L’ultimo l’ho venduto a cinquemila euro. I miei amici li parcheggiano a casa loro finché non li vendo: a casa mia non ci stanno più».

        Anche Andrea Delogu è una presenza centrale nella sua vita: «Lei è la boss. Decide tutto. Ma soprattutto, ha una cosa rara: la comprensione». E poi c’è Luca Barbarossa, «una figura importante», e Mirko Nazzaro, che le ha fatto scoprire Abramović. Quando è felice? «Quando ho venduto il mio primo quadro. E quando ho vinto il Bancarella: una compensazione assurda, in eccesso. Forse è la legge del karma».

        Oggi sogna una casa silenziosa, magari fuori città. Ma intanto è al quarantesimo trasloco. «Sì, quaranta. Se contiamo anche la ristrutturazione. Ma non è ancora la mia casa definitiva. La mia natura è spostarmi». E nel frattempo, continua a togliere lentamente i tatuaggi: «È doloroso. Ma penso di aver già sofferto abbastanza».

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          Interviste

          Ornella Muti: “Un compagno? Per carità, sono single e va bene così. Basta uomini”

          Ornella Muti, icona del cinema italiano, ha rivelato in un’intervista a Il Messaggero di essere single e felice così, dedicandosi principalmente alla famiglia. “I miei figli e nipoti mi regalano la felicità, e non potrei chiedere di meglio,” afferma. Muti ha spiegato di aver rinunciato a film per trascorrere più tempo con loro, e oggi non cerca un compagno, a meno che non sia davvero speciale: “Sto benissimo così, non mi manca nulla.”

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            Ornella Muti, a 69 anni, ha deciso di dedicare il suo tempo e il suo amore alle persone che più contano per lei: i figli e i nipoti. In una recente intervista a Il Messaggero, l’attrice ha confessato di essere finalmente in pace con sé stessa, felice di poter trascorrere più tempo con i suoi cari, anche a costo di rinunciare a nuovi progetti cinematografici. “Ho rinunciato a girare due film per passare agosto con la mia famiglia. I figli, che ho voluto con tutta me stessa, mi hanno regalato la felicità e mi hanno mantenuta in equilibrio, impedendomi di cadere. La nascita dei bambini, un regalo della vita. Guardando indietro, avrei voluto lavorare di meno e stare di più con Naike, Carolina e Andrea. Si è mamme a tempo pieno, ma mi sto rifacendo oggi”.

            Ornella è oggi una nonna affettuosa di quattro nipoti: Akash, Alessandro, Giulia ed Edoardo. Parlando della sua nuova vita, ha detto: “Mi basta essere super impegnata tra lavoro, figli, nipoti. Oggi, per rinunciare alla mia libertà, dovrei trovare un uomo davvero speciale. Un compagno capace di accettare il fatto che io vivo in funzione della mia grande, faticosa ma meravigliosa famiglia. E se non arriva, pazienza. Sto già benissimo così, non mi manca nulla”.

            L’attrice appare più serena che mai, concentrata su ciò che conta veramente per lei: il tempo prezioso con la famiglia. La sua decisione di mettere la carriera in secondo piano per dedicarsi ai suoi affetti è un esempio di come, anche dopo una vita di successo, si possa trovare la vera felicità nelle cose semplici, come un abbraccio dei nipoti o una serata tranquilla con i figli.

            Ornella Muti, che ha attraversato diverse fasi della vita sotto i riflettori, sembra finalmente aver trovato il suo equilibrio. Non cerca l’amore di un uomo, ma si accontenta dell’amore incondizionato della sua famiglia, dimostrando che la felicità non dipende sempre da ciò che il mondo esterno considera importante, ma da ciò che rende davvero felici nel profondo.

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              Cristiano Malgioglio: vita e amori senza filtri di un artista a tutto tondo

              Cristiano Malgioglio, con la sua storia di vita unica e il suo spirito libero, continua a sorprendere e affascinare il pubblico italiano. La sua infanzia, i suoi amori e le sue scelte di vita lo rendono una figura iconica, capace di parlare apertamente e senza filtri delle sue esperienze. Un uomo che, nonostante le sfide, ha sempre vissuto la vita a modo suo, rimanendo fedele a se stesso e ai suoi valori.

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                Cristiano Malgioglio, celebre volto della televisione italiana, racconta la sua storia e la sua vita amorosa in un’intervista al Corriere della Sera, regalando spunti di riflessione sulla sua infanzia, le sue relazioni e il suo atteggiamento verso la vita. Nato a Ramacca, in provincia di Catania, Malgioglio si trasferì in Australia nel 1946. “Parlavo l’inglese con un accento orribile. Casa modesta, due genitori che mi amavano alla follia. Alle feste della domenica tra emigrati si suonava, si ballava, poi siamo tornati in Italia,” ricorda con affetto.

                Un’infanzia particolare

                Malgioglio descrive la sua infanzia come quella di un “ragazzino particolare”: “Una specie di Cher. Sempre stato avanti. Feci l’asilo a Sidney, in Australia. Mi trasferii a Genova da mia sorella Francesca, compravo abiti coloratissimi, da donna, che mi facevo riadattare dalla sarta. Però i compagni di scuola mi adoravano. Non ho mai conosciuto l’omofobia, non so cosa sia, forse perché mi comporto in un certo modo, senza urtare la mentalità delle persone. Ma ho aperto molte porte.”

                I primi amori

                Malgioglio ricorda il suo primo bacio a 19 anni, dato a una ragazza: “Fece tutto lei.” A 21 anni, invece, il suo primo amore con un marinaio portoghese di nome Alejandro: “Un colpo di fulmine, ero innamorato folle, durò un paio d’anni. Mi insegnò a baciare. Ho scoperto che mi piace. Basta che uno abbia la bocca fresca e non abbia mangiato l’aglio. Ai miei non ho mai fatto conoscere nessuno. Io non dicevo e loro non chiedevano.”

                Una vita tra successi e sacrifici

                Nonostante la carriera di successo, Malgioglio non nasconde le difficoltà incontrate: “Ho preso tante porte in faccia, fatto sacrifici, ma amo questo lavoro. All’idea che un giorno dovrò lasciarlo, non so cosa potrebbe succedere.”

                Malgioglio ha legami profondi con molte personalità dello spettacolo: “Carlo Conti è un fratello, Mara Venier una sorella, Simona Ventura pure. Silvia Toffanin è un angelo, Iva Zanicchi la adoro, per Sophia Loren ho un amore viscerale, al primo incontro ho preso 60 gocce di coramina e le sono svenuto tra le braccia.”

                Amore e libertà

                Dal 2020, Malgioglio è fidanzato con un ragazzo turco di 39 anni. “E che me ne faccio di uno della mia età? Non è troppo giovane, non vuole andare in discoteca. Ma poi l’amore non è solo sotto le lenzuola,” afferma Malgioglio con ironia. Racconta di averlo incontrato al Gran Bazar di Istanbul e poi rincontrato alla fiera dei fiori: “Mi sono detto: ‘E che me lo faccio scappare?’”

                La scelta di non sposarsi

                Cristiano Malgioglio ha deciso di non sposarsi. “Non avrebbe senso sposarsi. Per lasciargli la pensione? No. Sono troppo libero, se sono triste prendo, parto e vado dove mi pare,” ammette, riflettendo sul suo bisogno di libertà e indipendenza.

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