Personaggi
Melissa Satta e Amal Clooney insieme a un lunch benefico: nel Metaverso della moda tutto può accadere
Un incontro che nessuno avrebbe previsto: Melissa Satta e Amal Clooney allo stesso tavolo durante un lunch benefico del Fashion Trust di Camera Moda. A favorire l’inedita combinazione è stata Umberta Gnutti Beretta, chair del progetto e madre di Carlo Beretta, attuale compagno della showgirl. Con loro anche Afef Jnifen e Warly Mantegazza, protagoniste dell’evento.
Siamo ufficialmente nel Metaverso sociale della moda, quello in cui tutto può succedere e dove gli abbinamenti più improbabili diventano improvvisamente reali. Nessuno, fino a poche settimane fa, avrebbe immaginato di vedere Melissa Satta e Amal Clooney fianco a fianco a un lunch benefico. E invece eccole lì, sedute allo stesso tavolo, illuminate dai flash e avvolte dall’atmosfera ultra-esclusiva del Fashion Trust di Camera Moda.
A rendere possibile questo incontro è stata Umberta Gnutti Beretta, figura di peso assoluto nel fashion system e chair del progetto benefico. Ma soprattutto madre di Carlo Beretta, il fidanzato dell’ex velina. Una “intercessione” elegante e discreta, che ha spalancato a Melissa le porte di un evento dove solitamente siedono solo avvocate dei diritti umani, imprenditrici globali e filantrope internazionali.
Melissa Satta, sempre più inserita nei circuiti high-society grazie alla relazione con Carlo, ha affrontato l’occasione con un look impeccabile e un profilo basso, consapevole della portata del parterre. Al suo fianco, non solo Amal Clooney, icona mondiale dell’impegno civile e dello stile, ma anche due personalità simbolo della moda e della filantropia italiana: Afef Jnifen e Warly Mantegazza, co-chair del Fashion Trust.
La presenza di Melissa ha inevitabilmente attirato l’attenzione: la sua ascesa nei giri più elitari della moda, dopo anni di gossip e televisione, è uno dei fenomeni più curiosi del momento. Ma ciò che ha sorpreso davvero è stato il clima rilassato e informale tra le ospiti, compresa Amal Clooney, solitamente circondata da protocolli, agenda internazionale e cause umanitarie.
Il Fashion Trust, nato per sostenere i giovani talenti del made in Italy, si conferma così un luogo dove mondi diversi possono incrociarsi senza attriti: l’attivismo globale incontra il glamour, la beneficenza incrocia il jet set, e l’ex velina più chiacchierata del paese si ritrova a condividere un pranzo con una delle donne più influenti al mondo.
In fondo, è proprio qui che la moda mostra il suo lato più sorprendente: mescola, connette, ribalta le distanze. E a volte fa accadere scene che fino a ieri sembravano fantascienza.
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Personaggi
Luca Barbareschi si confessa a La Volta Buona: «Sono stato un padre nevrotico, egoista e pieno di colpe»
Luca Barbareschi si lascia andare a uno sfogo che scuote lo studio: ammette di essere stato «un padre inesistente e bulimico», racconta la sua dedizione totale al successo di Paolo Villaggio e difende un modello di genitorialità “imperfetto ma inevitabile”. Le sue parole sui figli — «Stronzate, la natura vuole che nascano» — scatenano un acceso dibattito.
Luca Barbareschi non usa mezze misure. Invita alla sincerità, e per primo sceglie di non risparmiarsi nulla. Quando parla del suo essere padre, l’attore apre un cassetto pieno di contraddizioni e lo rovescia in diretta, senza filtri e senza tentativi di edulcorare il passato.
«Io credo di essere stato un padre un po’ inesistente, nevrotico, bulimico», ammette. Una frase che spiazza lo studio, soprattutto quando Barbareschi aggiunge che, negli anni decisivi della crescita dei suoi figli, gran parte delle sue energie erano dedicate «a tempo pieno al successo di Villaggio», un’amicizia che per lui era missione e dedizione assoluta. Il lavoro, il teatro, la vita artistica: tutto il resto veniva dopo, persino il ruolo di genitore.
Poi affronta un altro nodo: la tentazione di fare “l’amico” dei propri figli. «Non lo fate mai se siete genitori», avverte. Un errore che dice di conoscere bene, perché porta a confondere ruoli, aspettative e — soprattutto — responsabilità. «Io sono su questa terra perché faccio l’artista», prosegue, quasi a giustificare una natura che sente più forte delle convenzioni. «È chiaro che chi è figlio di un personaggio così soffre. Però diamo tanto… togliamo anche tanto». Un altalena continua tra doni e mancanze, privilegi e ferite.
Ma la discussione si accende quando dallo studio arriva un’obiezione che molti figli, almeno una volta, hanno pensato: “Noi non vi abbiamo chiesto di metterci al mondo”. La replica di Barbareschi è un’esplosione: «Stronzate! Ma cosa vuol dire? È nella natura. Tutti fanno i figli. È un’idiozia». E ancora: «Viva i genitori dittatori, viva i genitori egoisti». Parole che dividono il pubblico e rimbalzano sui social con velocità quadrupla.
Il suo discorso, però, non è una difesa cieca dell’autoritarismo, quanto piuttosto una rivendicazione della complessità di chi vive di creatività e instabilità, tentando di conciliare sensibilità e doveri, talenti e limiti. «Stare vicino a una persona sensibile e creativa è anche un privilegio», insiste. Forse una consolazione, forse una verità.
Barbareschi lascia lo studio così come è entrato: senza paura di essere frainteso. Perché, nel bene o nel male, dice sempre quello che pensa — e il pubblico, almeno questo, glielo riconosce.
Personaggi
Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales: emergono i dettagli dell’accordo di separazione tra affido congiunto, casa alla ex compagna e assegno mensile
Dopo lo scandalo esploso in estate, Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales avrebbero definito le condizioni della separazione. Previsto l’affido condiviso delle bambine, la casa resta a Rocío e ci sarebbe anche un consistente assegno mensile per i danni morali subiti.
Il velo di riservatezza che ha avvolto per mesi la fine della storia tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales inizia finalmente ad assottigliarsi. A rompere il silenzio è il settimanale Oggi, che ricostruisce i presunti dettagli dell’accordo di separazione raggiunto dalla coppia dopo il terremoto mediatico dell’estate. Una separazione sofferta, arrivata dopo dieci anni di relazione e due figlie piccole, Alma e Luna, oggi al centro della priorità di entrambi.
Secondo quanto riportato, l’intesa prevederebbe l’affido congiunto delle bambine. Una scelta che conferma la volontà di mantenere un equilibrio familiare stabile nonostante la rottura, con le due piccole che continueranno a vivere principalmente con la madre. A Rocío resterebbe inoltre la casa in cui la famiglia ha abitato fino allo scandalo che, nei mesi scorsi, aveva travolto la serenità dell’ex coppia e fatto esplodere un’ondata di speculazioni.
Il magazine parla anche di un cospicuo assegno mensile destinato all’attrice spagnola. Una cifra significativa, che avrebbe la funzione di risarcimento per i danni morali legati alla fine improvvisa e dolorosa della relazione. Nessuna conferma ufficiale, ovviamente: sia Bova sia Rocío hanno scelto la strada del silenzio, preferendo proteggere le figlie da ulteriori clamori e mantenere la gestione della separazione lontana dai riflettori.
Quel che è certo è che il rapporto tra i due, almeno in pubblico, sembra orientato alla collaborazione. Nessun botta e risposta, nessun accenno polemico. Solo la volontà di voltare pagina nel modo più ordinato possibile, cercando di ricostruire un equilibrio che regga all’urto dell’attenzione mediatica.
La cronaca rosa, però, non arretra: i fan continuano a interrogarsi sui retroscena e sulle fragilità che avrebbero portato alla crisi. Per ora resta una certezza sola: Bova e Rocío stanno costruendo un nuovo presente in cui le priorità sono altre. E si chiamano Alma e Luna.
Personaggi
Laerte Pappalardo e il baratro dopo l’Isola dei Famosi: la confessione shock sull’anoressia che lo ha trasformato in un “fantasma”
L’ex concorrente dell’Isola dei Famosi, ex compagno di Selvaggia Lucarelli, rivela per la prima volta la lunga battaglia contro l’anoressia che lo ha consumato per anni. “Ero uno scheletro”, dice. Oggi parla con lucidità del dolore, delle cadute e della forza che gli ha permesso di tornare alla vita.
Laerte Pappalardo è tornato in tv e lo ha fatto con una sincerità che ha spiazzato tutti. Ospite di La Volta Buona, il figlio di Adriano Pappalardo ha messo in fila anni di sofferenza che il pubblico non aveva mai potuto immaginare. Dietro i riflettori dell’Isola dei Famosi, dietro la fama di “figlio di”, dietro le cronache degli anni Duemila, c’era un ragazzo che lentamente si stava spegnendo.
Il crollo dopo il reality
«Dopo l’Isola dei Famosi sono caduto nel buio dell’anoressia» ha raccontato. Un baratro improvviso, silenzioso, che ha iniziato a corrodere ogni parte della sua vita. «Per due anni non ho mangiato», dice senza giri di parole. “Ero diventato uno scheletro”. Il reality, che avrebbe dovuto regalargli visibilità e nuove occasioni, si è trasformato invece in un detonatore: pressione, giudizi, fragilità non protette.
Laerte spiega che nessuno, allora, aveva davvero capito quanto fosse grave la situazione. La malattia cresceva nascosta, nell’ombra dei riflessi e della stessa tv che lo aveva reso popolare.
Il silenzio, la solitudine, la caduta
Quei due anni diventano una parentesi cupa: isolamento, rifiuto del cibo, un corpo che perde consistenza. Non parla di numeri, non parla di chili. Racconta invece la sensazione di svanire. «Vivevo in apnea», confessa. Una lotta quotidiana che nessuno vedeva, perché Laerte si era chiuso in un bozzolo che sapeva più di autodistruzione che di protezione.
La relazione passata con Selvaggia Lucarelli, spesso ricordata dal gossip, è solo un dettaglio lontano. Nella sua narrazione non ci sono colpe, solo un’epoca della vita in cui tutto sembrava scivolargli dalle mani.
La rinascita dopo cinque anni
La svolta arriva lentamente. Non per intuizione, non per miracolo: per resistenza. «Ho trovato la forza di rinascere dopo cinque lunghi anni», ha spiegato. Un percorso fatto di terapie, tentativi, ricadute, giorni buoni e giorni che sembravano riportarlo indietro. Ma alla fine un varco si è aperto.
Oggi Laerte parla con lucidità e senza vergogna. Racconta per non tornare indietro e forse anche per dire ad altri che si può uscire dal buio, anche quando sembra impossibile.
Il suo ritorno pubblico non è la promozione di un progetto, né il lancio di un nuovo personaggio: è un atto di coraggio. Una storia che, per una volta, non guarda allo show ma alla persona. E che rimette al centro la fragilità, quella vera, che spesso la tv preferisce ignorare.
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