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Gossip

Quelle strane occasioni per Paola Barale: sogni di un amore di mezza età

Paola Barale è tornata a far parlare di sé, con la sincerità disarmante e il fascino anticonvenzionale che da sempre la contraddistinguono. In un’intervista a Nuovo Tv, l’attrice e conduttrice ha raccontato con leggerezza e un pizzico di provocazione il suo desiderio di incontrare un nuovo amore, usando parole che hanno acceso la curiosità di molti: «Mi piacerebbe andare a sbattere contro uno di un metro e novanta, nero, bellissimo, che si innamori di me subito».

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    Una frase che, dietro l’ironia, racchiude il desiderio autentico di una donna che sa esattamente cosa vuole: non un uomo qualunque, ma qualcuno che sappia accoglierla, comprenderla, starle accanto con rispetto e complicità. «Mi piacciono boni e giovani – confessa – Danno un’energia diversa. Voglio una persona non narcisista, che abbia tempo per me e mi comprenda. Che non si senta in competizione con me perché non è una gara». Parole che rivelano un equilibrio costruito nel tempo, il frutto di esperienze, relazioni finite e lezioni imparate.

    Invecchiando come il vino buono

    A 57 anni, Paola Barale è un esempio di come si possa invecchiare con grazia e autenticità, trasformando i cambiamenti della vita – anche quelli più intimi e spesso taciuti, come la menopausa – in occasioni di rinascita. «Da quando sono in menopausa mi diverto molto di più», afferma, ribaltando ogni cliché su questa fase della vita femminile. Non a caso ha anche scritto un libro sull’argomento, rompendo un tabù che molte donne vivono ancora in silenzio.

    Milf consapevole che guarda ancora al futuro

    La sua è la voce di una generazione di cinquantenni che non si riconoscono più nel ruolo della donna “matura” ritirata dalla scena del desiderio. «Le cinquantenni di oggi non sono più quelle di una volta, ma i trenta sono sempre i trenta!», dice con un sorriso. Eppure, non c’è nostalgia, ma consapevolezza: oggi si sente più libera che mai, padrona delle proprie scelte e dei propri tempi.

    Il bello di essere single

    «Sono stata fidanzata dai sedici ai quarantotto anni – racconta – ma da quando sono single ho scoperto che si sta da Dio!». Nessuna chiusura all’amore, tutt’altro: «In amore sono diventata più selettiva: non ho voglia di accontentarmi, ma non ho chiuso i battenti». Il suo è un inno alla libertà affettiva, alla possibilità di desiderare ancora, ma con maturità, senza rincorrere illusioni.

    Presto su Prime e a teatro

    In attesa di rivederla sullo schermo nel cast di The Traitors su Prime Video e a teatro con Tris di cuori, Paola Barale resta fedele a sé stessa: una donna indipendente, fuori dagli schemi, che non ha paura di mostrarsi vulnerabile o ironica, ma che soprattutto non ha paura di aspettare il meglio. Anche se arriva sotto forma di un uomo di un metro e novanta, nero, bellissimo.

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      Speciale Grande Fratello

      Grande Fratello 2025, inizio in salita: due concorrenti a rischio squalifica prima ancora di entrare nella Casa

      Secondo le indiscrezioni lanciate da Amedeo Venza, i due avrebbero pianificato strategie comuni prima dell’ingresso nella Casa, contravvenendo a una delle regole fondamentali del programma. Se la notizia fosse confermata, rischierebbero la squalifica ancor prima della prima puntata del 29 settembre.

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        Non è ancora cominciato e il Grande Fratello è già nella bufera. La nuova stagione del reality di Canale 5, al via il 29 settembre, si preannuncia con il botto: due concorrenti sarebbero finiti nel mirino degli autori per una presunta violazione delle regole ancor prima di varcare la celebre porta rossa.

        A lanciare l’indiscrezione è stato Amedeo Venza, sempre attento ai retroscena televisivi. Secondo il gossip reporter, i due aspiranti inquilini si sarebbero incontrati a Roma per coordinare possibili strategie di gioco e presentarsi come “alleati” già formati. Un gesto considerato gravissimo dal regolamento del Grande Fratello, che vieta qualunque contatto o accordo tra i concorrenti prima dell’ingresso ufficiale nella Casa.

        Se le voci trovassero conferma, la squalifica preventiva sarebbe quasi inevitabile: il programma, infatti, difende da sempre l’imprevedibilità e la spontaneità delle dinamiche interne, pilastri che verrebbero meno se i concorrenti entrassero già “organizzati”.

        Al momento, i nomi dei due presunti “furbetti” restano top secret. Non è chiaro nemmeno se si tratti di concorrenti già ufficializzati o di candidati ancora in attesa di approvazione. Nel frattempo, la produzione non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, limitandosi a ribadire la massima attenzione sulla trasparenza del cast.

        Della nuova edizione, però, qualcosa si sa già. Nei video promozionali trasmessi su Canale 5 sono stati presentati alcuni dei nuovi inquilini: Matteo, ex pugile dal carattere schietto; Anita, tatuatrice appassionata di body art; Francesca, mamma single con una storia di resilienza; e Omer, nato in Siria ma cittadino italiano d’adozione. Un mix eterogeneo pensato per garantire forti contrasti e momenti di confronto.

        Novità anche alla conduzione: Simona Ventura guiderà il programma per la prima volta, affiancata da tre ex gieffini storici — Floriana Secondi, Ascanio Pacelli e Cristina Plevani — nel ruolo di opinionisti. Un trio scelto per portare in studio l’esperienza diretta di chi la Casa l’ha vissuta davvero.

        Quest’anno il Grande Fratello inizierà con una sola puntata settimanale, il lunedì sera, scelta strategica dei produttori in attesa che il cast venga completato. Il numero massimo di partecipanti sarà venti, ma non tutte le posizioni risultano ancora assegnate.

        Insomma, il reality più longevo della tv italiana parte già con una dose extra di tensione e curiosità. E se il buongiorno si vede dal mattino, questa edizione promette scintille ancora prima che si accendano le telecamere.

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          Gossip

          Alessandro Basciano contro Sophie Codegoni: “Ha strumentalizzato la violenza sulle donne. Con il braccialetto mi hanno già condannato”

          Il dj, accusato di stalking e minacce dall’ex compagna, parla a La Zanzara: “Non sono un pericolo per nessuno, mi hanno messo alla gogna. Questo dispositivo è un marchio, non funziona e mi distrugge psicologicamente”.

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            «Sono io che ho subito una violenza». Così Alessandro Basciano, ex volto televisivo e dj, oggi indagato per stalking e minacce nei confronti dell’ex compagna Sophie Codegoni, si difende ai microfoni de La Zanzara su Radio24. Con una cavigliera elettronica alla gamba e un’indagine ancora aperta, Basciano racconta la sua versione: “Questa cavigliera è un marchio. È come se fossi già stato condannato”.

            La misura cautelare prevede che debba restare a una distanza minima di cinque metri da Codegoni. Ma, a suo dire, il dispositivo “suona a caso”: «Quando sono a Mykonos con la mia nuova fidanzata, a diecimila chilometri di distanza, si accende la luce rossa e comincia a suonare. Poi invece, quando incontro Sophie per parlare del bambino, non emette alcun segnale. La questura lo sa, ma non interviene: mi hanno detto che non sono un pericolo. Allora perché costringermi a portarlo?».

            L’ex gieffino sostiene di essere “diventato un capro espiatorio”: «Dieci mesi fa il giudice aveva stabilito che il reato non sussisteva. Poi il pm ha chiesto un riesame, e il 14 agosto mi hanno richiamato in Italia per mettermi il braccialetto. Ero a Mykonos per lavorare, ho dovuto rinunciare a tutto».

            Durante la diretta radiofonica, il dispositivo si è attivato in diretta, scatenando l’ira del dj: «Ecco, vedete? Suona a caso. Mi distrugge psicologicamente. Uno psichiatra mi segue da mesi per i traumi che ho subito. Il braccialetto è una tortura, non una misura di sicurezza».

            Sull’ex compagna, madre di sua figlia Celine, Basciano usa parole pesanti: «Sophie ha strumentalizzato la violenza sulle donne. È una cosa gravissima, perché così si toglie credibilità a chi subisce davvero abusi. Io non ho mai minacciato nessuno, non ho mai alzato le mani. Lei stessa, in passato, mi ha scritto parole d’amore che non sono certo quelle di una persona impaurita».

            Cruciani gli chiede se si sente responsabile di quanto accaduto. La risposta è netta: «Assolutamente no. Era una relazione tossica, in cui ci cercavamo a fasi alterne. Ma oggi tutto scatta in automatico: basta una denuncia e scatta il codice rosso. È giusto tutelare chi ha paura, ma non è giusto distruggere chi non ha fatto nulla».

            Poi rivendica di essere “una vittima del sistema mediatico”: «Mi hanno messo alla gogna. Ho perso l’80% del lavoro, molti contratti sono stati cancellati. La mia immagine è stata rovinata e per cinque mesi non ho potuto vedere mia figlia per un errore dei magistrati».

            Basciano insiste: «Non voglio passare per un mostro. Voglio essere il portavoce dei padri che vivono situazioni simili alla mia, quelli che vengono puniti prima ancora che si accerti la verità».

            Sul piano legale, la sua difesa continua a contestare la misura cautelare, considerandola sproporzionata rispetto alle accuse. Nel frattempo, lui cerca di mostrarsi collaborativo: «Io rispetto tutte le regole, non voglio creare problemi. Ma con questo dispositivo mi sento prigioniero di un reato che non ho commesso».

            Infine, l’attacco diretto a Codegoni: «Un giorno dovrà chiedere scusa a tutte le donne che hanno davvero subito violenza, non a me. Perché chi usa la parola “violenza” come arma, ferisce due volte: la verità e chi la vive davvero».

            E mentre la giustizia continua il suo corso, il caso Basciano-Codegoni resta un cortocircuito mediatico tra giustizia, sentimenti e spettacolo. In una storia dove, al di là delle versioni contrapposte, l’unica certezza è che nessuno — né lui né lei — ne uscirà indenne.

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              Personaggi

              Felice Maniero si confessa da Fedez: “Le evasioni le rifarei subito. Pagavamo poliziotti e carabinieri”

              A 71 anni, “Faccia d’Angelo” torna a parlare e riapre le ferite del Nordest criminale. Dice di aver speso tutto il suo tesoro, 33 miliardi di lire, e di non rimpiangere nulla: “Mi manca solo l’adrenalina. Il resto è passato”.

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                Felice Maniero, il “Faccia d’Angelo” che negli anni Ottanta dominava la mala del Nordest, è tornato a raccontarsi. Lo ha fatto nel podcast Pulp di Fedez e Mr. Marra, con la calma inquietante di chi non deve più difendersi. Mascherato all’inizio, poi a volto scoperto, oggi a 71 anni l’ex boss della Mala del Brenta parla del passato come di una lunga avventura.

                «Le evasioni le rifarei subito. Il pathos che ti danno non ha eguali, soprattutto se si fugge da un carcere speciale», dice. E poi aggiunge: «Quando ho collaborato con la giustizia, nel 1994, l’ho fatto per convenienza. Amici veri? No, non mi è dispiaciuto per nessuno».

                Durante la puntata interviene anche il giornalista Maurizio Dianese, che ha seguito da vicino la parabola del boss e gli ha dedicato un libro in uscita per Feltrinelli. «Mi chiamò un anno fa, era depresso, stanco. Mi disse: voglio scrivere l’ultimo libro con te», racconta. Secondo il cronista, Maniero aveva accumulato almeno 33 miliardi di lire, “che non verranno mai trovati perché li ha spesi tutti”.

                Nel podcast, l’ex bandito ricorda la vita da criminale con toni quasi affettuosi. Racconta le rapine miliardarie, come quella al Casinò di Venezia: «Abbiamo preso otto, nove miliardi. Facilissimo, è andata liscia». Ma anche il colpo al treno che nel 1982 costò la vita a una ragazza di vent’anni, Cristina Pavesi: «Avevamo messo il tritolo. È esploso il vagone. È stata la cosa che mi ha segnato di più».

                Maniero non nega di aver avuto legami con apparati dello Stato: «Pagavamo l’ispettore capo della polizia sei milioni al mese, quello dei carabinieri pure. E avevamo anche un colonnello dei servizi segreti».

                Tra i ricordi più assurdi, i furti di forme di Parmigiano “che valevano quasi quanto una Ferrari” e le opere di Mario Schifano ricevute “in cambio della cocaina”. Un mondo di eccessi, potere e paura.

                Alla fine, “Faccia d’Angelo” non chiede perdono. Dice solo di essersi stancato. «Mi manca l’adrenalina, non il resto. Il potere, i soldi, le donne… illusioni. Ma l’adrenalina era vera».

                Dietro la maschera, resta un uomo che non ha mai smesso davvero di fuggire — forse non più dai carabinieri, ma da sé stesso.

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