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Gossip

Raoul Bova “mette il lucchetto” ai suoi messaggi virali: depositata la frase cult “occhi spaccanti”

Dalle chat private alla tutela legale: tra le frasi depositate anche “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso”. L’avvocato Bernardini De Pace: “Chi le userà senza permesso rischia sanzioni”.

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    Quella che era nata come una frase privata, inviata in un vocale WhatsApp, ora diventa un marchio registrato. Raoul Bova ha deciso di tutelare legalmente alcune espressioni diventate virali dopo la diffusione di messaggi privati legati a un’inchiesta per tentata estorsione ai suoi danni. Tra queste, la più famosa è “occhi spaccanti”, ormai entrata nel lessico social.

    Nei primi giorni di agosto, i legali dell’attore hanno depositato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi diverse frasi, tutte provenienti da quei vocali che la Procura di Roma ha acquisito nell’indagine. Oltre a “occhi spaccanti”, compare anche un’altra dichiarazione finita al centro dell’attenzione: “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso”.

    “È un’iniziativa volta a bloccare la diffusione illecita del contenuto degli audio”, spiega l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, che assiste Bova. “Tutto l’incartamento è ora al vaglio dell’Ufficio Brevetti. Ci vorranno alcune settimane, ma se otterremo il via libera quelle frasi non potranno essere utilizzate senza il permesso di Raoul, altrimenti si andrà incontro a sanzioni”.

    L’idea di trasformare in marchio una frase non è nuova nel mondo dello spettacolo, ma in questo caso nasce da un contesto delicato: la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’attore e la modella Martina Ceretti, destinataria dei messaggi. La loro diffusione pubblica – resa possibile da Fabrizio Corona – ha trasformato semplici frasi affettive in tormentoni mediatici.

    Ora Bova vuole riprendersi la proprietà di quelle parole, sottraendole all’uso indiscriminato e potenzialmente lesivo della sua immagine. Un’operazione che unisce diritto d’autore, strategia di comunicazione e autodifesa. Perché, nel tempo dei social, anche una frase di poche parole può diventare virale… e sfuggire di mano.

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      Reali

      Maha Vajiralongkorn, il re miliardario della Thailandia che nominò maresciallo il suo barboncino: 17 mila case, 38 jet e 52 yacht d’oro

      Dal controllo dell’Ufficio dei beni della Corona a un impero immobiliare da 17 mila proprietà, passando per auto di lusso e un barboncino promosso a maresciallo: l’altra faccia del re che divide la Thailandia.

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        Dimenticatevi le favole Disney, i re con la corona lucida e l’aria saggia. In Thailandia il trono è occupato da Maha Vajiralongkorn, 73 anni, meglio noto come Rama X: un monarca con un patrimonio da oltre 43 miliardi di dollari e un gusto per le stravaganze che lo ha fatto ribattezzare “Caligola d’Oriente”. Non a caso: tra le sue decisioni più discusse c’è stata la nomina del barboncino Foo Foo a maresciallo dell’aeronautica, con tanto di cerimonia ufficiale e divisa.

        Il re, salito al trono nel 2016 dopo la morte del padre Bhumibol Adulyadej – venerato in patria come simbolo di sobrietà e moralità – ha ereditato non solo la corona, ma anche un impero economico. Attraverso il controllo dell’Ufficio dei beni della Corona, Vajiralongkorn si è trovato tra le mani migliaia di proprietà a Bangkok e nel Paese, affitti milionari, partecipazioni nei colossi nazionali delle telecomunicazioni e dell’energia. Risultato: 17 mila case, 300 auto, 38 jet privati e 52 yacht, alcuni placcati d’oro. Un inventario che farebbe impallidire anche gli oligarchi russi.

        Se la sua ricchezza è fuori scala, il carattere non è da meno. Amante delle donne – ha sette figli e un passato sentimentale tempestoso –, delle feste e dei lussi sfacciati, Vajiralongkorn è noto anche per i soggiorni in Baviera, dove si rifugia spesso tra hotel di lusso e shopping esclusivo. In patria la sua immagine è più controversa: le rigide leggi di lesa maestà rendono impossibile criticarlo apertamente, ma negli ultimi anni i giovani thailandesi hanno iniziato a contestare apertamente il suo stile di vita, giudicato incompatibile con la crisi economica che affligge milioni di cittadini.

        Eppure, nonostante proteste e ironie, Rama X resta intoccabile: tra parate militari, apparizioni regali e un potere economico che fa di lui il monarca più ricco al mondo. Un re che divide: simbolo per alcuni di una tradizione millenaria, caricatura per altri di un potere feudale trapiantato nel XXI secolo. Intanto il mito del suo barboncino maresciallo continua a girare sui social, come emblema di una monarchia che oscilla tra fiaba e grottesco.

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          Speciale Grande Fratello

          Jonas Pepe, dal confessionale del Grande Fratello al rimprovero a Leopardi: «Non si è impegnato abbastanza a vivere»

          Al Grande Fratello si è visto di tutto, ma Jonas Pepe riesce a sorprendere: mostra il tatuaggio col verso di un rapper americano e racconta di aver scritto, a 19 anni, una lettera a Giacomo Leopardi per dirgli che avrebbe dovuto “vivere meglio”.

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            Al Grande Fratello i concorrenti hanno il compito di confessarsi davanti alle telecamere. C’è chi piange, chi litiga, chi ricorda amori finiti. Poi c’è Jonas Pepe, che decide di alzare l’asticella: in diretta nazionale mostra un tatuaggio dedicato a Notorious B.I.G. e, con la stessa naturalezza, racconta di aver scritto a Giacomo Leopardi. Sì, proprio lui: il poeta morto nel 1837.

            Il tatuaggio, inciso in una zona che definiremo “discreta”, recita: “I knew that I was goin’ somewhere” – «Sapevo che stavo andando da qualche parte». Una frase motivazionale presa dal leggendario rapper di Brooklyn che, a sentire Jonas, lo guida ogni giorno. Fin qui tutto normale: il mix tra musica e tatuaggi è una moda consolidata.

            Ma poi arriva il colpo di scena. Jonas, con aria serissima, racconta: «Quando avevo 19 anni ho scritto una lettera a Leopardi. Sì, a Leopardi. Gli ho detto che non si era impegnato abbastanza per vivere davvero la vita ed essere felice». In pratica, il concorrente del reality ha rimproverato uno dei più grandi poeti della storia per non aver sorriso di più e per essersi perso, forse, un aperitivo al tramonto.

            Il pubblico, naturalmente, si è diviso tra l’incredulo e l’ilarità. Perché il pensiero corre veloce: che cosa avrebbe risposto l’autore de L’infinito a un gieffino tatuato che lo accusa di non aver colto il bello dell’esistenza? Probabilmente nulla: Leopardi, già abbastanza provato dai suoi dolori, avrebbe lasciato scorrere, come fa con la “siepe” nei suoi versi immortali.

            Jonas, invece, insiste. Per lui, Notorious B.I.G. e Giacomo Leopardi sono due fari opposti della sua formazione. Uno gli ricorda che c’è sempre una strada da percorrere, l’altro, dice lui, “non ha fatto abbastanza per viverla”.

            Così il reality più popolare d’Italia si arricchisce di un nuovo paradosso: tra le mura del loft romano si discute di idoli rap e di poeti ottocenteschi. Una miscela che strappa risate, meme e inevitabili polemiche. Nel frattempo, Jonas si gode la ribalta. Convinto di aver lanciato un messaggio universale. O almeno, di averlo urlato al cielo del prime time.

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              Gossip

              Alba Parietti senza filtri: «Le labbra rifatte mi hanno condannata alla gogna per trent’anni. Con Selvaggia? Mai amiche»

              «Provate a rivedermi in Macao», sfida la Parietti sul tema dei ritocchi estetici. Poi difende Barbara D’Urso e affonda Selvaggia: «Ha un problema serio con me».

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                Alba Parietti non delude mai. Anche quando si presenta a La Volta Buona, la sua lingua resta affilata e pronta a tagliare. La prima stoccata è per se stessa, o meglio per il modo in cui da decenni viene raccontata: «Il fatto di essermi rifatta le labbra mi ha condannata alla gogna mediatica per trent’anni», ha ammesso davanti a Caterina Balivo. Poi la precisazione, quasi un inventario: «Mi sono rifatta anche il seno, il resto sono solo punturine». E subito la sfida: «Provate a rivedermi in Macao e poi ditemi».

                Ma non è finita. La Pariettona, com’è stata ribattezzata da pubblico e detrattori, ha tirato fuori il dossier più spinoso: Selvaggia Lucarelli. «Se ci siamo chiarite? No. Devo dirti la verità: le riconosco tante qualità, è una bravissima giornalista, ha una dialettica straordinaria, è una bella donna e sa stare in video. Se fossi un conduttore la prenderei. Ma non potrebbe mai essere mia amica», ha detto senza esitazioni. Il motivo? Le querele reciproche: «Ci siamo querelate e il giudice aveva chiesto pure di ritirare le cause. Lei non ha accettato. Abbiamo intasato le aule di tribunale per cinque anni. In cinquant’anni di televisione non mi era mai successo di prendere una denuncia penale o civile da un collega».

                E siccome non può esserci Parietti senza un affondo anche sul tema caldo di stagione, eccola scendere in campo per Barbara D’Urso, concorrente di Ballando con le stelle: «Barbara era in un momento delicatissimo, una donna di 68 anni che si rimette in gioco e si esibisce a mezzanotte e mezza con la tensione addosso. Lei ha commentato le faccine. Usa dei termini che, per chi sta lì da professionista, diventano un gioco al massacro». Poi la frecciata ai giudici del programma: «Si può fare la stessa cosa senza offendere. Quelle non sono opinioni ma offese. E lo dico da fan di Ballando, non mi perdo una puntata. Ma i concorrenti sono esseri umani, non pupazzi».

                Il messaggio è chiaro: la Parietti non si piega e non si risparmia. Anzi, rilancia sempre. E se le sue labbra hanno fatto discutere per trent’anni, oggi è la sua voce – ancora più affilata delle punturine – a garantire che di lei continueremo a parlare a lungo.

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