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Con un Look da perfetta marinaretta, Kate Middleton vara la HMS Glasgow: è gara col marito

La principessa di Galles battezza la fregata HMS Glasgow nel cantiere di Scotstoun, rispettando una tradizione reale iniziata nel 1891. Conquista tutti con il suo stile navy e si diverte in una gara “marinaresca” contro il marito William. L’evento diventa anche occasione per sostenere la salute mentale dei bambini.

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    Un varo regale, con un tocco di Scozia. Per la prima volta nella sua vita da royal, Kate Middleton ha battezzato una nave da guerra, la fregata HMS Glasgow, nel cantiere navale di BAE Systems, a Glasgow, sulle rive del Clyde. In perfetto stile british, la principessa di Galles ha sostituito lo champagne con una bottiglia di whisky scozzese, che si è infranta cerimonialmente contro la prua della nave. Con voce decisa e sguardo emozionato, Kate ha dichiarato:

    “Ho il piacere di battezzare questa nave HMS Glasgow. Dio la benedica e benedica chi navigherà su di lei.”

    Un gesto solenne, che riprende una tradizione iniziata dalla regina Vittoria nel 1891.

    Look navy da standing ovation

    La vera “navigatrice dello stile” però è sempre lei. Per l’occasione, Kate ha scelto un abito bianco e blu firmato Suzannah, con un raffinato cappellino navy di Philip Treacy già sfoggiato al Trooping the Colour. Il risultato? Un look impeccabile, sobrio ma regale, in perfetto tema marittimo. William, al suo fianco, ha optato per un classico completo blu e cravatta a righe. E con la barba lunga… sembrava davvero pronto a salpare.

    Un brindisi che fa del bene

    Il whisky utilizzato per il battesimo non è stato scelto a caso: prodotto da una distilleria scozzese fondata nel 2017, lo stesso anno in cui è iniziata la costruzione della nave, contribuisce alla causa sostenuta da Kate. Parte dei ricavi della vendita delle bottiglie andrà a Place2Be, charity di cui è patrona, che si occupa di bambini con disturbi mentali. Una bottiglia, mille significati.

    William vs Kate: la sfida a bordo

    Durante la visita all’interno della HMS Glasgow, i reali hanno partecipato a un’attività ludica: costruire una mini-struttura con dei tubi. Kate, con la sua solita energia, ha battuto William sul tempo con un sorriso ironico:

    “Si vede che maneggio molti giocattoli!”

    Peccato che la sua creazione sia crollata pochi istanti dopo, scatenando una risata fragorosa tra i presenti e… la principessa stessa

    Royal style, missione compiuta

    In serata, i principi di Galles sono rientrati a Windsor, ma la giornata in Scozia ha lasciato il segno: Kate si è mostrata come simbolo di modernità, eleganza e impegno sociale, mantenendo vivi i rituali della monarchia con un tocco di leggerezza. Whisky, navy chic e un pizzico di competizione: un mix perfetto per un evento… da regina dei mari.

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      Reali

      Harry e Meghan licenziano in massa: 25 dipendenti a casa e mutuo da 9,5 milioni da saldare entro il 2050

      Solo a giugno altri sei licenziamenti. Il principe e Meghan Markle devono far quadrare i conti: tra mutuo, imposte e spese di rappresentanza, le uscite annue superano i 2 milioni di dollari. E gli affari non vanno come sperato

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        Altro che vita da re. Per il principe Harry e Meghan Markle il sogno americano si sta trasformando in una corsa al risparmio. Secondo quanto riportato dal sito Page Six, i Sussex avrebbero licenziato altri sei dipendenti solo nel mese di giugno, portando a 25 il totale delle persone messe alla porta dal 2020, anno in cui la coppia ha abbandonato i doveri reali per costruirsi una nuova vita – e un nuovo impero – negli Stati Uniti.

        Questa volta a farne le spese sarebbe stato soprattutto il team di comunicazione, ma non solo. Le fonti americane parlano di tagli diffusi in tutte le aree operative: dalla fondazione Archewell ai collaboratori domestici della loro villa di Montecito, in California. Il motivo? Uno solo: tagliare le spese.

        E le spese, effettivamente, non sono poche. Il principe e l’ex attrice hollywoodiana devono rimborsare un mutuo da 9,5 milioni di dollari contratto per acquistare la sontuosa proprietà da 14,65 milioni in cui vivono. Il prestito, da restituire entro il 2050 con relativi interessi, si aggiunge a una tassa sulla proprietà di circa 288mila dollari l’anno e a un costo operativo stimato in oltre due milioni di dollari annui. Una cifra che include stipendi, costi di produzione per i progetti media, mantenimento della casa e gestione del loro marchio.

        Il problema è che il business non decolla come previsto. Dopo il successo iniziale con Netflix e Spotify, le ultime produzioni non hanno ottenuto i risultati sperati. E con le collaborazioni in bilico e i riflettori meno accesi di un tempo, i Sussex devono fare i conti con una realtà molto meno dorata.

        Così, mentre i tabloid inglesi gongolano e i sostenitori della monarchia tornano alla carica, Harry e Meghan stringono la cinghia. Non è ancora la fine della bella vita, ma il glamour dei primi tempi sembra un lontano ricordo.

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          Reali

          Meghan Markle e la marmellata che divide: successo commerciale ma disastro gastronomico. bocciato dalla critica

          Che Meghan Markle avesse intenzione di costruire un impero lifestyle dopo aver detto addio alla vita da royal non era un mistero. Ma che la sua marmellata potesse scatenare una tale bufera, forse sì. Parliamo della “As Ever”, una confettura artigianale all’albicocca lanciata in tiratura limitata e andata esaurita in poche ore. Un prodotto che ha fatto notizia non tanto per il gusto – che in pochi hanno potuto realmente provare – quanto per le critiche feroci che ha ricevuto da un’esperta del settore.

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            Donna Collins, figura di riferimento nel mondo delle conserve con il suo marchio Jelly Queens. Collins, senza mezzi termini, ha definito la marmellata “un fallimento”, mettendo in discussione sia la consistenza che la qualità degli ingredienti. E a quel punto, il barattolo si è rotto. Secondo l’esperta, quella di Meghan non sarebbe nemmeno tecnicamente una marmellata, ma una “spread”, termine usato per indicare una conserva troppo liquida per essere spalmata con orgoglio. “È quello che succede quando una marmellata non riesce,” ha sentenziato. A nulla servirebbe l’utilizzo di buoni ingredienti, se la consistenza non è quella giusta.

            Alla faccia dell’ambiente

            Collins ha poi insinuato che le albicocche fossero coltivate “in modo convenzionale”, ovvero trattate con pesticidi, e ha criticato l’uso (o l’abuso?) della pectina, il gelificante naturale che dovrebbe garantire la giusta solidità al prodotto. Risultato? Una marmellata che per alcuni è icona del nuovo corso di Meghan, ma per altri è solo un vasetto da collezione – meglio se chiuso.

            Comunque vada… è stato un successo

            Eppure, nonostante i giudizi impietosi, la “As Ever” è riuscita in qualcosa che molte conserve sognano: diventare virale. I vasetti, venduti a 9 o 14 dollari l’uno, sono finiti nel giro di ore. Alcuni sostengono che il merito vada al nome dietro l’etichetta, più che al contenuto. Altri parlano di un’efficace strategia basata sulla scarsità, con una produzione volutamente limitata per creare attesa e desiderio. L’effetto Markle, insomma, ha funzionato ancora una volta, anche se più come fenomeno pop che come successo gastronomico.

            La polemica infuria

            Il dibattito intorno alla marmellata rivela una tensione più profonda: quella tra immagine e sostanza. Meghan Markle si sta reinventando come imprenditrice lifestyle, e il suo marchio è pensato per incarnare valori come autenticità, qualità artigianale e cura del dettaglio. Ma basta un prodotto poco riuscito a far crollare la narrazione? Non necessariamente. In fondo, ogni brand ha bisogno di tempo per trovare la propria voce, e un barattolo andato male può servire più di mille slogan per capire cosa migliorare.

            Il peso del testimonial

            È però lecito domandarsi quanto ci sia di genuino dietro a prodotti che portano il nome di una celebrità. Collins è stata molto chiara: “Tutti sappiamo che non è Meghan a cucinare la marmellata.” Una frase semplice, ma pungente, che rimette in discussione l’intera operazione. La duchessa ha davvero messo le mani in pasta o ha solo firmato un’etichetta? Finché il confine tra branding e passione personale resta sfumato, sarà difficile distinguere il business dall’autenticità.

            In arrivo nuovi prodotti

            Con il suo marchio “American Riviera Orchard”, Meghan Markle ha annunciato l’arrivo di altri prodotti: si parla di chutney, tè, oli e persino un vino – già oggetto di nuove polemiche. Riuscirà a convincere il pubblico che dietro le sue conserve c’è più sostanza che strategia? Per ora, il dibattito resta aperto. Quel che è certo è che la marmellata dell’ex duchessa ha fatto esattamente ciò che ogni prodotto sogna: farsi notare. Nel bene o nel male, di “As Ever” si parla. E tanto basta, almeno per cominciare.

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              Reali

              La cicatrice magica del principe William: “Brilla come quella di Harry Potter”

              Colpito da una mazza da golf a 8 anni, William racconta con ironia l’aneddoto dietro il segno sopra l’occhio sinistro.

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                Durante una recente visita a Cardiff, il principe William ha svelato con il suo consueto umorismo l’origine della cicatrice che porta sopra l’occhio sinistro. Un piccolo segno ormai diventato parte del suo volto e della sua storia. “La mia cicatrice? È come quella di Harry Potter, a volte brilla”, ha raccontato scherzando con i presenti, lasciando tutti divertiti e incuriositi. Ma dietro quella battuta si nasconde un episodio tutt’altro che magico.

                Un colpo inferto da una mazza da golf

                Era il 1991 e William aveva appena otto anni quando, durante una partita a golf con alcuni amici alla Ludgrove School, fu colpito accidentalmente alla testa da una mazza. L’impatto fu violento e gli causò una frattura cranica, tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale. Sua madre, la principessa Diana, rimase al suo fianco per tutta la notte, preoccupata ma presente come solo lei sapeva essere. Fortunatamente, il piccolo principe si riprese senza gravi conseguenze, ma con un segno ben visibile che ancora oggi porta con sé.

                Una cicatrice molto cool

                William non ha mai nascosto quella cicatrice, anzi, l’ha trasformata in un tratto distintivo. La paragona spesso alla celebre saetta sulla fronte del maghetto di Hogwarts, e racconta che, a seconda della luce, sembra davvero brillare. Un dettaglio che incuriosisce chi lo incontra e che lui stesso ama raccontare con autoironia. Nel tempo, quella cicatrice è diventata un simbolo di resilienza e spontaneità, un piccolo ricordo d’infanzia che il futuro re non ha mai voluto cancellare. E così, mentre il mondo lo osserva con occhi da futuro sovrano, William continua a portare con sé un frammento della sua infanzia.

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