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L’Althorp House, legata alla memoria di Lady Diana, non verrà ereditata dai figli

I due figli di Diana Spencer, non entreranno in possesso della storica dimora. Una decisione quantomeno sorprendente la destina ad un altro parente. Con le sue 26 camere disponibili per affitti esclusivi e spazi per eventi, la dimora resta un luogo emblematico, simbolo dell’eredità della famiglia Spencer e della figura indimenticabile di Lady Diana.

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    Vero e proprio simbolo della famiglia Spencer dal 1508, ha rappresentato per un certo periodo una sorta di “rifugio sicuro”porto sicuro” per Lady Diana, specialmente durante la sua infanzia. Situata nel Northamptonshire, questa magnifica dimora immersa in un parco di oltre 13.000 acri, ha fatto da testimone alla crescita della futura Lady Diana, soprattutto durante i suoi momenti più difficili dopo la separazione dei genitori. Trascorrendo fra quelle mura ha ritrovato gli anni che hanno preceduto al suo ingresso nella roayl family, in seguito al suo matrimonio con Carlo.

    Scopri chi sarà l’erede

    I figli William e Harry però non erediteranno la casa ma sarà Louis Spencer a farlo. Si tratta del cugino dei due principi e figlio del conte Charles Spencer. Ma perché mai una scelta di questo tip, che ha lasciato stupiti in molti?

    Seguendo le regole della primogenitura aristocratica

    Nonostante il profondo legame che lega i due figli di Diana con questa casa storica, le regole di primogenitura aristocratica sono chiare: prevedono che il titolo e la proprietà vengano ereditati dal primo figlio maschio del conte Spencer. Per questo, Louis Spencer, cugino dei principi William e Harry, è in pieno diritto destinato a diventare il decimo conte Spencer, prendendo in carico la proprietà di Althorp House.

    Qualcosa su di lui

    Nato nel 1994, si tratta del primogenito di Charles Spencer, fratello di Diana. A differenza di William e Harry, Louis ha optato per una vita più riservata. Cresciuto in Sudafrica a Città del Capo, ha studiato in prestigiose scuole private, dedicandosi successivamente alla sua grande passione: la recitazione.

    E’ la persona ideale a prenderla in carico

    Sua sorella Kitty Spencer è sicura: Louis è perfetto per il ruolo di custode della tenuta, la sua proverbiale descrizione e il sacro rispetto per le tradizioni di famiglia lo rendono l’erede ideale. Preparandosi a prendere in carico questa importante eredità, lui ha già iniziato a partecipare alle riunioni per la gestione di Althorp House. La discrezione e il rispetto per le tradizioni di famiglia lo rendono un erede ideale.

    Una parte della residenza aperta ai visitatori

    Althorp House, anche se non rimarrà legata ai due figli dell’attuale sovrano, continua a preservare il suo fascino e la sua importanza storica. Dopo una opportuna ristrutturazione, alcune aree della tenuta sono attualmente aperte al pubblico, inclusi i giardini e le stanze riservate ai ricevimenti. C’è però una zona, situato su una piccola isola nel parco, che resta strettamente privata: si tratta del mausoleo dedicato a Lady Diana. Uno spazio riservata alla memoria della principessa, per il quale è interdetto ogni ingresso ai visitatori.

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      Harry e re Carlo si rivedono dopo un anno e mezzo: primo passo verso la riconciliazione

      Il Duca di Sussex ha incontrato il padre a Clarence House, a Londra, dopo mesi di silenzi e rapporti difficili.

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        Il principe Harry e re Carlo III si sono ritrovati faccia a faccia dopo 18 mesi. Il Duca di Sussex, 40 anni, è stato visto arrivare nel pomeriggio del 10 settembre a Clarence House, la residenza londinese del sovrano. Si tratta del primo incontro tra padre e figlio dal febbraio 2024, pochi giorni dopo l’annuncio della malattia di Carlo, che aveva reso noto di essere in cura per un tumore di cui non sono mai stati diffusi i dettagli.

        Il ritorno di Harry in patria era previsto già da tempo: l’8 settembre aveva preso parte ai WellChild Awards, storica iniziativa di beneficenza che sostiene bambini e ragazzi gravemente malati, e nello stesso giorno aveva reso omaggio alla regina Elisabetta nel terzo anniversario della sua scomparsa. Il giorno seguente ha visitato Nottingham per incontrare associazioni impegnate con i giovani, a oltre 200 chilometri dalla capitale. Mercoledì, invece, è stato ospite del Centre for Blast Injury Studies dell’Imperial College di Londra, mentre Carlo rientrava da Balmoral, in Scozia, dove aveva trascorso alcune settimane di riposo.

        Un momento simbolico

        Il faccia a faccia tra i due ha un valore che va oltre la semplice cronaca. Fonti vicine al principe Harry avevano raccontato che da tempo il re non rispondeva alle sue chiamate né ai messaggi. Nonostante ciò, lo stesso Duca aveva manifestato pubblicamente la volontà di un riavvicinamento, ammettendo anche le difficoltà create dalla pubblicazione della sua autobiografia Spare, che aveva riacceso tensioni con la famiglia reale.

        A luglio, un primo segnale di distensione era arrivato da un incontro tra alcuni collaboratori di Harry e membri dello staff di Carlo. Allora un insider lo aveva definito “un buon primo passo”, interpretandolo come un’apertura verso futuri rapporti meno conflittuali.

        Viaggi senza incontri

        Nonostante le numerose trasferte in patria, fino a oggi Harry non era riuscito a rivedere i familiari più stretti. Nell’agosto 2024 aveva partecipato al funerale dello zio Lord Robert Fellowes, senza però incrociare il fratello William. A maggio dello stesso anno era tornato a Londra per il decennale degli Invictus Games, mentre re Carlo presenziava a un evento a pochi chilometri di distanza. Ad aprile, invece, era stato protagonista di una lunga battaglia legale contro la revoca della sua scorta finanziata con fondi pubblici: un tema delicato, che rendeva complesso ogni contatto diretto col padre, in quanto capo dello Stato e figura istituzionale.

        Prospettive future

        Gli storici della monarchia britannica ritengono che l’incontro del 10 settembre possa rappresentare una svolta. “Vorrei pensare che il re, prima o poi, compirà un passo decisivo verso la riconciliazione”, ha dichiarato lo storico Ed Owens, autore del saggio After Elizabeth: Can the Monarchy Save Itself?.

        Resta però irrisolta la frattura con il principe William. I due fratelli, pur trovandosi lo stesso giorno a pochi chilometri di distanza, non hanno avuto alcun contatto. “La spaccatura è profonda e durerà a lungo – ha spiegato lo storico Robert Lacey –. Non cambierà fino a quando Harry non farà un passo avanti e non offrirà delle scuse”.

        Un pensiero condiviso anche dalla storica Amanda Foreman, che ha sottolineato: “Ognuno vuole che la riconciliazione avvenga alle proprie condizioni. Ed è proprio questo che la rende così difficile”.

        L’abbraccio tra Harry e re Carlo segna comunque un momento cruciale: un segnale che, nonostante i conflitti, il dialogo non è ancora definitivamente interrotto.

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          Fuga tra le aiuole di re Carlo: undici giardinieri su dodici si sono licenziati

          Dimenticate l’immagine bucolica del re ambientalista: secondo il “Sunday Times”, a Highgrove i giardinieri fuggono a gambe levate. Lavoravano nove ore al giorno per 96 sterline, spesso anche nei weekend. Ambiente tossico, sottorganico e un sovrano che urlava: “Non fatemi più vedere quell’uomo”. Il tutto per un fiore sbagliato.

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            Altro che sovrano illuminato, ambientalista e saggio custode della natura. A giudicare da quanto riportato dal Sunday Times, Re Carlo ama le piante più degli esseri umani. E non lo dice qualche tabloid scandalistico, ma una lunga inchiesta del prestigioso settimanale inglese, che ha acceso i riflettori sul clima all’interno della sua tenuta privata di Highgrove.

            Secondo quanto ricostruito, undici dei dodici giardinieri impiegati nella proprietà si sono licenziati negli ultimi tre anni. La metà di loro guadagnava il salario minimo del Regno Unito: appena 96 sterline al giorno per 9 ore di lavoro, weekend inclusi. Ma il problema non erano solo i soldi.

            A quanto pare, i lavoratori parlano di un ambiente definito “tossico”, con continue pressioni e carenze di personale. E il re? Altro che compost e armonia: avrebbe lasciato bigliettini ovunque, con indicazioni su fiori da spostare, siepi da accorciare e vialetti da spazzare. Appunti che, più che suggerimenti, sembravano comandi rigidi, talvolta sgarbati.

            Uno degli episodi più rivelatori? Carlo avrebbe sbottato contro un giardiniere solo perché non aveva risposto correttamente a una domanda su un fiore, ordinando seccamente: “Non fatemi più vedere quell’uomo”.

            Dal 2021, la gestione dei giardini è stata affidata alla King’s Foundation, che ne ha aperto l’accesso al pubblico da aprile a ottobre, attirando ogni anno 40.000 visitatori. Tra aiuole e cespugli, si spera anche in un saluto del sovrano o una foto davanti alla casetta sull’albero che fu di William e Harry.

            Ma dietro il prato all’inglese e le siepi scolpite, le voci dei lavoratori raccontano un’altra realtà. La fondazione nega tutto e assicura di aver aumentato gli stipendi del 15-19%. Peccato che nel frattempo i giardinieri siano spariti uno dopo l’altro, come fiori potati troppo in fretta.

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              Elisabetta II e la frase su Meghan al funerale di Filippo: «Grazie a Dio non ci sarà». La nuova frattura tra Harry e i Windsor

              Un retroscena svela il sollievo della regina per l’assenza della duchessa di Sussex alle esequie del marito. Una battuta che riaccende i fantasmi della lite familiare e mina il fragile equilibrio tra Harry e il padre Carlo.

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                Non si placano le ombre sulla frattura tra i Sussex e il resto della Royal Family. L’ultima rivelazione porta la firma del giornalista investigativo britannico Tom Bower, che nel suo libro Revenge scava nei retroscena più scomodi di Buckingham Palace. Secondo l’autore, la regina Elisabetta II, in occasione del funerale del principe Filippo, avrebbe lasciato trapelare un commento destinato a pesare ancora oggi nei rapporti con il nipote Harry. «Grazie a Dio Meghan non ci sarà», avrebbe confidato a un collaboratore, sollevata dal fatto che la duchessa, al settimo mese di gravidanza, non avrebbe partecipato alle esequie.

                Il contesto era delicatissimo: appena un mese prima, l’intervista rilasciata da Harry e Meghan a Oprah Winfrey aveva scosso le fondamenta della monarchia con accuse di razzismo, mancanza di sostegno e pressioni psicologiche insostenibili. Una bufera che, secondo Bower, avrebbe offuscato gli ultimi giorni di vita del duca di Edimburgo, morto poco prima di compiere cento anni. La presenza della duchessa avrebbe potuto alimentare ulteriormente la tensione in un momento già fragile per la famiglia reale.

                Alla cerimonia, dunque, comparve solo Harry. I rapporti con il padre Carlo e con il fratello William si mostrarono gelidi: poche parole, nessun gesto distensivo. Oggi, a distanza di oltre tre anni, la ferita non sembra essersi rimarginata. Anzi, la rivelazione postuma di Elisabetta rischia di allargare ancora di più la distanza tra i due mondi.

                Il principe tornerà a Londra nei prossimi giorni per partecipare ai WellChild Awards, premio che sostiene da anni. Resterà poi nel Paese per una manciata di giorni, dividendosi tra impegni caritatevoli e la residenza di Nottingham. Non è ancora chiaro se incontrerà re Carlo III: il sovrano, in vacanza a Balmoral, dovrebbe rientrare in città per proseguire le cure oncologiche. Da ambienti vicini a Palazzo trapela che un faccia a faccia con il figlio non è escluso, ma l’agenda resta incerta.

                Meghan, ancora una volta, resterà in California con Archie e Lilibet. Una scelta che conferma la distanza, geografica e simbolica, tra i Sussex e la famiglia reale. Intanto la frase della defunta regina aleggia come un’eco scomoda, un segnale che la riconciliazione, più che un traguardo, somiglia sempre di più a un miraggio.

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