Reali
Re Carlo e il buen retiro in Transilvania: il rifugio segreto lontano da telefoni e wifi
Non a Balmoral né a Sandringham: il sovrano britannico trova pace tra le colline della Romania, dove da oltre 25 anni trascorre le sue vacanze in un borgo rurale senza tempo.
Altro che castelli scozzesi e tenute reali inglesi. Il vero rifugio di re Carlo III si trova a Zălanpatak, un piccolo villaggio nel cuore della Transilvania, Romania. Un luogo fuori dal tempo, dove la modernità sembra non essere mai arrivata: niente televisori, niente connessione internet, niente telefoni. Solo natura incontaminata, case color pastello e strade percorse da carri trainati da cavalli. È qui che il sovrano britannico, da oltre un quarto di secolo, si concede settimane di riposo immerso in un paesaggio che riflette la sua visione di sostenibilità e di vita a misura d’uomo.
La casa tra i prati fioriti
Per raggiungere la residenza di Carlo occorre percorrere una strada sterrata di cinque chilometri che attraversa prati in fiore e fattorie. L’abitazione, una pensione con sette stanze, è arredata con semplicità quasi monastica: un letto a castello in legno, una stufa del XVII secolo e un ritratto della regina Elisabetta II come unica concessione all’iconografia reale. Quando il re vi soggiorna, la struttura viene chiusa ai turisti e diventa un rifugio privato sorvegliato dal suo staff di sicurezza. Nei restanti mesi dell’anno, le camere vengono messe a disposizione dei visitatori, a circa 170 euro a notte, con la possibilità di aggiungere esperienze come gite in carrozza, escursioni per l’osservazione degli orsi o la preparazione di dolci tipici.
Natura e biodiversità come missione
Per Carlo la Romania non è solo un luogo di riposo, ma un laboratorio vivente che incarna i principi a cui ha dedicato gran parte della sua vita pubblica. «La Transilvania è parte della sua vita», ha spiegato il conte Tibor Kálnoky, amico e lontano parente del sovrano, intervistato dal Washington Post. Qui sopravvivono tradizioni agricole ormai scomparse altrove in Europa: coltivazioni di piccola scala, pastorizia e un equilibrio quasi intatto tra uomo e natura.
Il territorio ospita una straordinaria varietà di flora e fauna: circa 1.200 specie di piante censite solo in quest’area, oltre 200 specie di farfalle (contro le 40 presenti nel Regno Unito), e ancora lupi, linci e orsi bruni, animali ormai estinti da secoli nelle campagne britanniche. È un paesaggio che sembra dare corpo alle battaglie di Carlo per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità.
Le estati del re
Il periodo preferito da Carlo per soggiornare in Transilvania è tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, quando la natura è al culmine della sua fioritura. Per lui è l’occasione di riconnettersi con ritmi lenti e con quella vita semplice che spesso cita nei discorsi pubblici come antidoto all’alienazione del mondo moderno. «Ritrova molte delle cose in cui ha sempre creduto e che cerca di trasmettere», spiega ancora Kálnoky.
Un rifugio lontano dall’etichetta
La scelta di Carlo racconta anche la sua personalità. In Romania non ci sono cerimonie ufficiali né rigidi protocolli di corte. Ci sono invece silenzi, passeggiate nei boschi e il contatto diretto con le persone del posto. È un volto meno noto del re, ma che ben si sposa con il suo impegno ambientalista e con la ricerca di autenticità che ha guidato molte delle sue decisioni.
In un’epoca di iperconnessione, Carlo ha scelto come buen retiro un luogo senza wifi, dove l’unico lusso è la natura. Un messaggio che suona come manifesto: anche un sovrano trova la sua vera ricchezza nella semplicità.
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Reali
William e Kate vincono la causa per la privacy contro Paris Match: stop alle foto rubate della vacanza
Le foto, pubblicate ad aprile dal magazine Paris Match, ritraevano William, Kate e i tre figli sulle piste da sci durante una vacanza familiare. La Corte ha stabilito che si trattava di un momento di vita privata e ha riconosciuto la violazione della privacy, ribadendo il diritto alla riservatezza anche per i reali.
In pubblico sono la coppia più osservata del Regno Unito. In privato, però, William e Kate restano due genitori che difendono con fermezza la propria famiglia. E questa volta hanno ottenuto una vittoria piena: il tribunale francese ha accolto il ricorso dei principi di Galles contro Paris Match, che lo scorso aprile aveva pubblicato fotografie non autorizzate scattate durante una vacanza sulla neve con i tre figli.
Le immagini ritraevano la coppia con George, Charlotte e Louis sulle piste, in un contesto chiaramente familiare e lontano dagli impegni ufficiali. Uno scenario che per le autorità giudiziarie francesi rientra a pieno titolo nella sfera privata. Il verdetto ha riconosciuto la lesione della privacy e sancito che, anche quando si tratta della famiglia reale inglese, i momenti di vita quotidiana devono essere tutelati.
Una linea ferma sulla famiglia
Non è la prima volta che William e Kate difendono con decisione il diritto a crescere i propri figli lontano dai riflettori. Negli anni, i principi hanno adottato una strategia chiara: condividere immagini ufficiali, spesso scattate dalla stessa principessa del Galles, e mantenere il massimo riserbo su tutto ciò che riguarda la sfera domestica. Un equilibrio che, nella maggior parte dei casi, la stampa britannica ha rispettato, soprattutto dopo la tragica vicenda di Lady Diana.
In Francia, però, la storia è diversa: la battaglia legale dei Cambridge contro la stampa transalpina dura da anni. Celebre l’azione giudiziaria per le foto pubblicate nel 2012 mentre Kate prendeva il sole in bikini in una residenza privata. Anche allora, il giudice diede ragione ai reali.
Una sentenza simbolica
La decisione contro Paris Match non è solo una vittoria giuridica. È un segnale ribadito con forza: la popolarità non giustifica intrusioni arbitrarie. Il confine tra interesse pubblico e voyeurismo mediatico, soprattutto quando coinvolge minori, non è negoziabile.
Per William e Kate, è anche un modo per proteggere un equilibrio fragile: quello di una normalità possibile solo a patto di blindare i momenti lontani dagli eventi ufficiali. E mentre i principi continuano a rappresentare la monarchia con un’immagine moderna e misurata, i tribunali confermano che anche i futuri sovrani hanno diritto a una vacanza in pace, senza teleobiettivi nascosti nella neve.
Reali
Meghan Markle, da duchessa a “dea dell’home décor”: con As Ever lancia due candele (a 64 dollari) e racconta l’amore
Meghan Markle svela i primi prodotti della sua linea As Ever: due candele dalla poetica domestica che celebrano matrimonio e compleanno attraverso numeri simbolici. L’effetto? Tra casa profumata e storytelling sentimentale, la duchessa guarda al mercato luxury — e ai fan disposti a spendere 64 dollari per un ricordo aromatizzato.
Lontana dai corridoi reali ma non dalle luci dei riflettori, Meghan Markle torna a far parlare di sé. Questa volta non per documentari esplosivi o accuse velate, ma per due candele profumate. Sì, proprio così. Con il marchio As Ever, la duchessa del Sussex inaugura la sua nuova vita imprenditoriale partendo dall’oggetto-simbolo della casa perfetta: la candela aromatica. Due modelli, due narrazioni intime, molto pathos e una promessa di “esperienza olfattiva emozionale”. Il tutto racchiuso in una confezione curata e in un prezzo che non passa inosservato: 64 dollari. Per alcuni, poesia domestica; per altri, una rentrée da casalinga disperata versione Montecito.
Numeri, ricordi e messaggi velati
Il concept è semplice: ogni candela porta un numero e un significato affettivo. La Signature Candle No. 519 richiama il 19 maggio, la data del matrimonio reale con Harry, descritta come simbolo di “amore a prima vista”. La No. 084 richiama invece il 4 agosto, giorno del compleanno di Meghan, e celebra “rinascita e gioia personale”. Insomma, la fiamma della memoria. Niente arditi esperimenti olfattivi, niente botanica segreta: qui il focus è puro storytelling. E se il mercato del profumo di lusso vive di narrazioni, Meghan sceglie l’autobiografia aromatizzata. C’è chi lo chiama branding emotivo, chi operazione nostalgia profumata.
Tra business e realtà (post-royal)
Nel panorama delle celebrity-preneurs, Meghan sceglie la via slow, morbida, familiare. Non creme miracolose, non lezioni di stile, ma candele. Scelta rassicurante, quasi domestica, in evidente contrasto con i clamori degli ultimi anni. Eppure, la semplicità del prodotto non annulla la strategia: la duchessa punta al pubblico che sogna lifestyle californiano, ritualità del benessere e piccoli lussi quotidiani. Un percorso che potrebbe continuare tra tè, porcellane, tessuti e atmosfere da cottage chic.
Per ora, tutto parte da due candele e da un messaggio molto chiaro: rinascere è possibile, anche con un fiammifero e un profumo di casa nuova. Resta solo da capire se il pubblico rimarrà incantato… o se la fiammella rischia di spegnersi alla prima corrente d’aria social.
Reali
Il principe Andrea sfida la corona: «Lascio Royal Lodge solo se mi danno due case».
Andrea d’Inghilterra, da anni nell’occhio del ciclone, non intende abbandonare Royal Lodge senza compensazione. Sul tavolo: Frogmore Cottage, l’ex casa di Harry e Meghan, e Adelaide Cottage, residenza attuale di William e Kate.
Il principe Andrea non molla. Travolto dagli scandali, privato di incarichi pubblici e di gran parte dei suoi privilegi, continua a comportarsi come se nulla fosse cambiato. Secondo quanto rivelato dal Sun, il duca di York avrebbe posto le sue condizioni alla famiglia reale: lascerà Royal Lodge, la sontuosa residenza di 30 stanze a Windsor, solo in cambio di due nuove proprietà.
L’ex pupillo di Elisabetta II non pagherebbe l’affitto della villa da oltre vent’anni, come emerso di recente, ma non intende rinunciare al suo comfort. Le dimore richieste sono Frogmore Cottage — concessa a suo tempo come regalo di nozze a Harry e Meghan, poi revocata dopo l’addio alla Royal Family — e Adelaide Cottage, attuale residenza del principe William e di Kate Middleton, che si trasferiranno presto nella più grande Forest Lodge.
L’idea, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella di dividere le due case: Andrea si trasferirebbe a Frogmore, mentre l’ex moglie Sarah Ferguson, con cui continua a convivere nonostante il divorzio, andrebbe ad Adelaide. Una richiesta che a Buckingham Palace suona come una provocazione.
Re Carlo III da tempo spinge per un ridimensionamento del fratello, considerato un peso ingombrante dopo il coinvolgimento nello scandalo sessuale legato al finanziere Jeffrey Epstein. Il suo appannaggio annuale è stato ridotto drasticamente e i rapporti familiari si sarebbero raffreddati. Ma il duca di York, 64 anni, continua a considerarsi un membro “senior” della Corona, convinto di poter dettare condizioni.
Per il sovrano e per l’erede al trono William, la priorità è liberare Royal Lodge, simbolo di un passato imbarazzante che la monarchia vuole archiviare. Ma Andrea resiste, blindato nel suo maniero e pronto a contrattare.
A Londra qualcuno ironizza: più che un principe decaduto, ormai è un inquilino difficile da sfrattare.
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