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Re Carlo torna in Italia: il sovrano che ama Dante, il vino toscano e non molla mai

Il re del Regno Unito e la regina consorte sono atterrati a Ciampino per una visita di Stato che segna la ripartenza dei rapporti anglo-italiani. Diciannove appuntamenti tra Quirinale, Colosseo, banchetti ufficiali e la tappa finale a Ravenna per onorare Dante, Lord Byron e la Liberazione del 1945.

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    Il sovrano britannico è arrivato ieri a Roma per una serie di incontri istituzionali, culturali e simbolici. Tra gli appuntamenti il discorso storico al Parlamento italiano e la visita a Ravenna. Salta invece l’udienza con Papa Francesco, ancora convalescente.

    Roma accoglie re Carlo III. Il sovrano britannico è atterrato ieri all’aeroporto di Ciampino nel primo pomeriggio, accompagnato dalla regina Camilla, dando ufficialmente il via alla visita di Stato che lo vedrà protagonista, insieme alla consorte, in un fitto programma di appuntamenti tra la capitale e Ravenna fino a giovedì. L’arrivo del monarca segna un momento significativo nella diplomazia tra Italia e Regno Unito: un’occasione per ribadire la solidità dei rapporti bilaterali, in un’epoca segnata da nuove sfide globali e da una rinnovata necessità di cooperazione.

    Ad accoglierli, presso il 31° Stormo dell’Aeronautica Militare, il capo del cerimoniale del Ministero degli Esteri Bruno Antonio Pasquino, il segretario agli Esteri britannico David Lammy, gli ambasciatori di entrambi i Paesi e altre autorità civili e militari. Dopo gli inni nazionali e il saluto alle bandiere, la coppia reale ha lasciato l’aeroporto per dirigersi verso il centro di Roma, dove già stamattina sono iniziati gli incontri ufficiali.

    Il programma della visita è estremamente ricco: diciannove appuntamenti in quattro giorni. In mattinata, re Carlo e la regina Camilla sono stati accolti al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la cerimonia ufficiale di benvenuto. Subito dopo, la coppia si recherà all’Altare della Patria per deporre una corona di fiori sulla tomba del Milite Ignoto. In questa occasione, c’è stato uno spettacolare sorvolo congiunto della Pattuglia Acrobatica Nazionale italiana, le Frecce Tricolori, e delle Red Arrows britanniche: un gesto altamente simbolico a conferma della cooperazione in materia di difesa tra i due Paesi, entrambi membri della NATO.

    A seguire, visita culturale al Colosseo con un cicerone di spessore come Alberto Angela. Ad attendere Carlo e Camilla, le bande della Brigata Sassari con quella delle Welsh guards che intonano la colonna sonora del Gladiatore, Dancing queen, Mamma mia e canzoni dei Queens, ma anche la colonna sonora di Star Wars e Azzurro Poi incontro con la comunità britannica a Villa Wolkonsky, residenza ufficiale dell’ambasciatore del Regno Unito a Roma.

    Il tour italiano avrebbe dovuto includere anche un’udienza con Papa Francesco, inizialmente prevista per martedì mattina. Tuttavia, le condizioni di salute del Pontefice, recentemente dimesso dopo un lungo ricovero per una polmonite bilaterale, hanno spinto le due parti a posticipare l’incontro. «Le Loro Maestà inviano al Papa i loro migliori auguri per la sua convalescenza e confidano di poterlo incontrare più avanti», ha dichiarato Buckingham Palace.

    Saltano, di conseguenza, anche la funzione prevista nella Cappella Sistina e la visita alla basilica di San Paolo fuori le Mura. Quest’ultima avrebbe rappresentato un gesto altamente simbolico: sarebbe stata la prima visita di un monarca britannico in quel luogo dalla Riforma anglicana del XVI secolo.

    Domani re Carlo incontrerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Villa Doria Pamphilj. In seguito, parteciperà a una tavola rotonda sull’energia pulita presso l’ex Mattatoio di Testaccio, insieme ai ministri degli Esteri di Italia e Regno Unito. Nel frattempo, la regina Camilla sarà impegnata con una delegazione di studenti che hanno preso parte a un concorso organizzato dal British Council.

    In serata, il momento più solenne: il discorso di re Carlo alle Camere riunite del Parlamento italiano. L’evento, che si tiene nell’Aula di Montecitorio, rappresenta un passaggio storico: è la prima volta che un monarca britannico prende la parola davanti al Parlamento italiano in sessione congiunta. Il re, secondo fonti dell’ambasciata, interverrà anche in italiano.

    Chiuderà la giornata il banchetto di Stato offerto da Mattarella al Quirinale, in occasione del ventesimo anniversario di matrimonio dei sovrani. Una serata formale, dal tono conviviale, pensata anche per sottolineare la dimensione personale di un rapporto diplomatico che, da secoli, si intreccia con la storia comune di due grandi nazioni europee.

    Giovedì ultima tappa della visita: Ravenna. Accompagnati da Federico Marchetti, imprenditore ravennate e promotore della moda sostenibile, i reali visiteranno alcuni tra i luoghi simbolo della città, come la tomba di Dante, la basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia e l’Accademia di Belle Arti. La regina Camilla farà tappa al Museo Byron, per omaggiare il poeta romantico che visse a lungo in Italia. Seguirà un ricevimento con biblioteche e librerie locali, in collaborazione con la fondazione letteraria della regina.

    Nel pomeriggio, il re prenderà parte a un incontro con il presidente Mattarella per commemorare l’80° anniversario della Liberazione di Ravenna, avvenuta il 10 aprile 1945. La giornata si concluderà con un evento dedicato alla gastronomia locale, con degustazioni di prodotti tipici e focus sulle eccellenze agroalimentari dell’Emilia-Romagna. Re Carlo, da sempre attento alle tematiche ambientali, incontrerà anche alcuni agricoltori colpiti dalle recenti alluvioni.

    La visita di Stato arriva in un momento delicato per la salute del sovrano, ma proprio per questo assume un significato ancora più forte. Re Carlo dimostra di voler onorare fino in fondo il suo ruolo, anche a fronte della malattia che lo affligge da oltre un anno. Le sue precedenti visite in Italia — ben diciassette, tra ufficiali e private — testimoniano un affetto sincero per il nostro Paese. Un rapporto coltivato anche attraverso l’amicizia con la famiglia Frescobaldi, fornitrice storica della Corona britannica e tra i pochi italiani invitati al matrimonio del principe William.

    Cultura, cooperazione, sostenibilità: questa visita è molto più di un’agenda diplomatica. È la conferma di un rapporto che, pur evolvendosi, resta saldo. E che oggi si arricchisce di nuovi significati, tra storia e futuro.

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      William e Kate vincono la causa per la privacy contro Paris Match: stop alle foto rubate della vacanza

      Le foto, pubblicate ad aprile dal magazine Paris Match, ritraevano William, Kate e i tre figli sulle piste da sci durante una vacanza familiare. La Corte ha stabilito che si trattava di un momento di vita privata e ha riconosciuto la violazione della privacy, ribadendo il diritto alla riservatezza anche per i reali.

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        In pubblico sono la coppia più osservata del Regno Unito. In privato, però, William e Kate restano due genitori che difendono con fermezza la propria famiglia. E questa volta hanno ottenuto una vittoria piena: il tribunale francese ha accolto il ricorso dei principi di Galles contro Paris Match, che lo scorso aprile aveva pubblicato fotografie non autorizzate scattate durante una vacanza sulla neve con i tre figli.

        Le immagini ritraevano la coppia con George, Charlotte e Louis sulle piste, in un contesto chiaramente familiare e lontano dagli impegni ufficiali. Uno scenario che per le autorità giudiziarie francesi rientra a pieno titolo nella sfera privata. Il verdetto ha riconosciuto la lesione della privacy e sancito che, anche quando si tratta della famiglia reale inglese, i momenti di vita quotidiana devono essere tutelati.

        Una linea ferma sulla famiglia
        Non è la prima volta che William e Kate difendono con decisione il diritto a crescere i propri figli lontano dai riflettori. Negli anni, i principi hanno adottato una strategia chiara: condividere immagini ufficiali, spesso scattate dalla stessa principessa del Galles, e mantenere il massimo riserbo su tutto ciò che riguarda la sfera domestica. Un equilibrio che, nella maggior parte dei casi, la stampa britannica ha rispettato, soprattutto dopo la tragica vicenda di Lady Diana.

        In Francia, però, la storia è diversa: la battaglia legale dei Cambridge contro la stampa transalpina dura da anni. Celebre l’azione giudiziaria per le foto pubblicate nel 2012 mentre Kate prendeva il sole in bikini in una residenza privata. Anche allora, il giudice diede ragione ai reali.

        Una sentenza simbolica
        La decisione contro Paris Match non è solo una vittoria giuridica. È un segnale ribadito con forza: la popolarità non giustifica intrusioni arbitrarie. Il confine tra interesse pubblico e voyeurismo mediatico, soprattutto quando coinvolge minori, non è negoziabile.

        Per William e Kate, è anche un modo per proteggere un equilibrio fragile: quello di una normalità possibile solo a patto di blindare i momenti lontani dagli eventi ufficiali. E mentre i principi continuano a rappresentare la monarchia con un’immagine moderna e misurata, i tribunali confermano che anche i futuri sovrani hanno diritto a una vacanza in pace, senza teleobiettivi nascosti nella neve.

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          Meghan Markle, da duchessa a “dea dell’home décor”: con As Ever lancia due candele (a 64 dollari) e racconta l’amore

          Meghan Markle svela i primi prodotti della sua linea As Ever: due candele dalla poetica domestica che celebrano matrimonio e compleanno attraverso numeri simbolici. L’effetto? Tra casa profumata e storytelling sentimentale, la duchessa guarda al mercato luxury — e ai fan disposti a spendere 64 dollari per un ricordo aromatizzato.

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            Lontana dai corridoi reali ma non dalle luci dei riflettori, Meghan Markle torna a far parlare di sé. Questa volta non per documentari esplosivi o accuse velate, ma per due candele profumate. Sì, proprio così. Con il marchio As Ever, la duchessa del Sussex inaugura la sua nuova vita imprenditoriale partendo dall’oggetto-simbolo della casa perfetta: la candela aromatica. Due modelli, due narrazioni intime, molto pathos e una promessa di “esperienza olfattiva emozionale”. Il tutto racchiuso in una confezione curata e in un prezzo che non passa inosservato: 64 dollari. Per alcuni, poesia domestica; per altri, una rentrée da casalinga disperata versione Montecito.

            Numeri, ricordi e messaggi velati
            Il concept è semplice: ogni candela porta un numero e un significato affettivo. La Signature Candle No. 519 richiama il 19 maggio, la data del matrimonio reale con Harry, descritta come simbolo di “amore a prima vista”. La No. 084 richiama invece il 4 agosto, giorno del compleanno di Meghan, e celebra “rinascita e gioia personale”. Insomma, la fiamma della memoria. Niente arditi esperimenti olfattivi, niente botanica segreta: qui il focus è puro storytelling. E se il mercato del profumo di lusso vive di narrazioni, Meghan sceglie l’autobiografia aromatizzata. C’è chi lo chiama branding emotivo, chi operazione nostalgia profumata.

            Tra business e realtà (post-royal)
            Nel panorama delle celebrity-preneurs, Meghan sceglie la via slow, morbida, familiare. Non creme miracolose, non lezioni di stile, ma candele. Scelta rassicurante, quasi domestica, in evidente contrasto con i clamori degli ultimi anni. Eppure, la semplicità del prodotto non annulla la strategia: la duchessa punta al pubblico che sogna lifestyle californiano, ritualità del benessere e piccoli lussi quotidiani. Un percorso che potrebbe continuare tra tè, porcellane, tessuti e atmosfere da cottage chic.

            Per ora, tutto parte da due candele e da un messaggio molto chiaro: rinascere è possibile, anche con un fiammifero e un profumo di casa nuova. Resta solo da capire se il pubblico rimarrà incantato… o se la fiammella rischia di spegnersi alla prima corrente d’aria social.

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              Reali

              Il principe Andrea sfida la corona: «Lascio Royal Lodge solo se mi danno due case».

              Andrea d’Inghilterra, da anni nell’occhio del ciclone, non intende abbandonare Royal Lodge senza compensazione. Sul tavolo: Frogmore Cottage, l’ex casa di Harry e Meghan, e Adelaide Cottage, residenza attuale di William e Kate.

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              principe Andrea

                Il principe Andrea non molla. Travolto dagli scandali, privato di incarichi pubblici e di gran parte dei suoi privilegi, continua a comportarsi come se nulla fosse cambiato. Secondo quanto rivelato dal Sun, il duca di York avrebbe posto le sue condizioni alla famiglia reale: lascerà Royal Lodge, la sontuosa residenza di 30 stanze a Windsor, solo in cambio di due nuove proprietà.

                L’ex pupillo di Elisabetta II non pagherebbe l’affitto della villa da oltre vent’anni, come emerso di recente, ma non intende rinunciare al suo comfort. Le dimore richieste sono Frogmore Cottage — concessa a suo tempo come regalo di nozze a Harry e Meghan, poi revocata dopo l’addio alla Royal Family — e Adelaide Cottage, attuale residenza del principe William e di Kate Middleton, che si trasferiranno presto nella più grande Forest Lodge.

                L’idea, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella di dividere le due case: Andrea si trasferirebbe a Frogmore, mentre l’ex moglie Sarah Ferguson, con cui continua a convivere nonostante il divorzio, andrebbe ad Adelaide. Una richiesta che a Buckingham Palace suona come una provocazione.

                Re Carlo III da tempo spinge per un ridimensionamento del fratello, considerato un peso ingombrante dopo il coinvolgimento nello scandalo sessuale legato al finanziere Jeffrey Epstein. Il suo appannaggio annuale è stato ridotto drasticamente e i rapporti familiari si sarebbero raffreddati. Ma il duca di York, 64 anni, continua a considerarsi un membro “senior” della Corona, convinto di poter dettare condizioni.

                Per il sovrano e per l’erede al trono William, la priorità è liberare Royal Lodge, simbolo di un passato imbarazzante che la monarchia vuole archiviare. Ma Andrea resiste, blindato nel suo maniero e pronto a contrattare.
                A Londra qualcuno ironizza: più che un principe decaduto, ormai è un inquilino difficile da sfrattare.

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