Gossip
La vita piena di avventure di Rocco Siffredi
Dopo la messa in onda di Supersex, la serie tv Netflix ispirata alla sua vita, Rocco Siffredi è ritornato alla ribalta durante una sua comparsata nel programma televisivo Forte e Chiara in onda su RaiUno, poi cancellato.
Dopo la messa in onda di Supersex, la serie tv Netflix ispirata alla sua vita, Rocco Siffredi è ritornato alla ribalta durante una sua comparsata nel programma televisivo Forte e Chiara in onda su RaiUno, poi cancellato. Intervistato dall’ironica conduttrice toscana Chiara Francini , Rocco ha voluto soffermarsi sulle sue origini. Una occasione eccellente per rivelare uno dei numerosi aneddoti che hanno costellato la sua vita, relativo a suo nonno e al mestiere da lui svolto.
Una vita burrascosa
Nel corso della trasmissione il pornoattore, originario di Ortona (Abruzzo), ha ripercorso la sua vita scorrendo i numerosi difficili momenti che ha attraversato. Il primo pensiero lo ha dedicato a sua moglie Rosa. “Aver avuto la possibilità di conoscerla è stato uno dei momenti più importanti della mia vita“, ha detto. Personalità difficile, con oltre trent’anni vissuti da pornoattore, Siffredi ha voluto rivolgere un pensiero profondo a se stesso e al suo percorso. “Spesso e volentieri mi porto in giro Siffredi anche quando non ce ne sarebbe bisogno, e questo non mi è mai piaciuto molto. Mi sono ostacolato da solo“, ha ammesso l’attore oggi 59enne. “Sono ancora alla ricerca del vero Rocco“, ha spiegato. “In me coabitano due Rocco diversi. Ciascuno di loro mi tira la giacchetta, una volta di là, una volta di qua”.

Un passato da chierichetto
Alla domanda sul perché ha deciso di diventare un attore pornografico, Rocco ha risposto ricordando qualche aneddoto. “Non è stato facile, soprattutto per mia madre. Vivevamo nelle case popolari di Ortona dove tutti si conoscevano e si parlava, ci si intratteneva di tanto in tanto. Quando incontravano mia madre qualcuno le diceva ‘Ma tu figlio? Ma è una vergogna…’. Mia mamma mi ha sempre difeso anche se una volta per controllare se ci fosse qualche cosa che non andava bene nel mio comportamento, mi portò dritto dal medico curante“.

“Il medico voleva parlarmi”
“Il medico era molto arrabbiato con mia madre perché secondo lui era lei stessa la responsabile delle mie scelte perché con me era sempre stata permissiva e mi aveva lasciato fare tutto. Ricordo che il medico mi ricevette in uno studio in penombra. Era un omone grandissimo, almeno così mi sembrava, alto, pelato, con gli occhiali… Mi fece accomodare e poi di disse: Tre cose ti ricordo, da adesso: la prima è che farai una vita da maledetto, non avrai nessun amico, nessuno che vuole stare con te. La seconda è che morirai di una grave malattia“. E la terza? “La terza cosa fu che secondo lui non avrai mai avuto una famiglia’. E forse è stata questa la cosa che mi ha fatto più male“.
Il mestiere del nonno
“Il medico mi disse queste cose sapendo che mia nonna era mamma di sedici figli, tra cui anche mia mamma“, ha proseguito Rocco, aggiungendo anche che “Mio nonno era un allevatore di tori da monta“. Una frase raccolta prontamente dall’intervistatrice Chiara Francini che sospirando ha esclamato “Va beh ma allora… di cosa stiamo parlando! Quando si dice la coerenza“. Fine della trasmissione. Applausi e risate.
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Personaggi
Luca Barbareschi si confessa a La Volta Buona: «Sono stato un padre nevrotico, egoista e pieno di colpe»
Luca Barbareschi si lascia andare a uno sfogo che scuote lo studio: ammette di essere stato «un padre inesistente e bulimico», racconta la sua dedizione totale al successo di Paolo Villaggio e difende un modello di genitorialità “imperfetto ma inevitabile”. Le sue parole sui figli — «Stronzate, la natura vuole che nascano» — scatenano un acceso dibattito.
Luca Barbareschi non usa mezze misure. Invita alla sincerità, e per primo sceglie di non risparmiarsi nulla. Quando parla del suo essere padre, l’attore apre un cassetto pieno di contraddizioni e lo rovescia in diretta, senza filtri e senza tentativi di edulcorare il passato.
«Io credo di essere stato un padre un po’ inesistente, nevrotico, bulimico», ammette. Una frase che spiazza lo studio, soprattutto quando Barbareschi aggiunge che, negli anni decisivi della crescita dei suoi figli, gran parte delle sue energie erano dedicate «a tempo pieno al successo di Villaggio», un’amicizia che per lui era missione e dedizione assoluta. Il lavoro, il teatro, la vita artistica: tutto il resto veniva dopo, persino il ruolo di genitore.
Poi affronta un altro nodo: la tentazione di fare “l’amico” dei propri figli. «Non lo fate mai se siete genitori», avverte. Un errore che dice di conoscere bene, perché porta a confondere ruoli, aspettative e — soprattutto — responsabilità. «Io sono su questa terra perché faccio l’artista», prosegue, quasi a giustificare una natura che sente più forte delle convenzioni. «È chiaro che chi è figlio di un personaggio così soffre. Però diamo tanto… togliamo anche tanto». Un altalena continua tra doni e mancanze, privilegi e ferite.
Ma la discussione si accende quando dallo studio arriva un’obiezione che molti figli, almeno una volta, hanno pensato: “Noi non vi abbiamo chiesto di metterci al mondo”. La replica di Barbareschi è un’esplosione: «Stronzate! Ma cosa vuol dire? È nella natura. Tutti fanno i figli. È un’idiozia». E ancora: «Viva i genitori dittatori, viva i genitori egoisti». Parole che dividono il pubblico e rimbalzano sui social con velocità quadrupla.
Il suo discorso, però, non è una difesa cieca dell’autoritarismo, quanto piuttosto una rivendicazione della complessità di chi vive di creatività e instabilità, tentando di conciliare sensibilità e doveri, talenti e limiti. «Stare vicino a una persona sensibile e creativa è anche un privilegio», insiste. Forse una consolazione, forse una verità.
Barbareschi lascia lo studio così come è entrato: senza paura di essere frainteso. Perché, nel bene o nel male, dice sempre quello che pensa — e il pubblico, almeno questo, glielo riconosce.
Gossip
Emily Ratajkowski beccata con Romain Gavras a New York: nuova fiamma per la modella più seguita del web
Emily Ratajkowski e Romain Gavras hanno attirato l’attenzione dei paparazzi passeggiando fianco a fianco per le vie di New York. Il regista francese, noto per le sue relazioni con star come Dua Lipa e Rita Ora, sembra essere la nuova fiamma della modella americana.
Emily Ratajkowski e Romain Gavras non si nascondono più. O, almeno, non ci sono riusciti questa volta. I due sono stati immortalati mentre passeggiavano con apparente naturalezza tra le strade di New York, dando subito il via a un’ondata di rumors sulla nascita di una nuova coppia super glam.

La modella e imprenditrice, che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé per relazioni lampo e flirt più o meno confermati, sembra aver trovato una nuova compagnia nel regista francese che, di certo, non è nuovo al mondo delle star. Gavras, figlio d’arte e nome noto nel cinema europeo, alle spalle ha storie mediatizzate con Dua Lipa e Rita Ora, oltre a una carriera costruita tra videoclip, progetti internazionali e film dal taglio visionario.
Nelle foto rubate a Manhattan Emily appare rilassata, look casual ma impeccabile, mentre Gavras le cammina accanto in atteggiamento confidenziale. Nessun gesto plateale, ma quella complicità sottile che solitamente anticipa qualcosa di più di una semplice amicizia. E per lei, sempre attenta a proteggere la sua vita privata dopo il divorzio da Sebastian Bear-McClard, mostrarsi accanto a un uomo in pubblico è già di per sé un segnale.
Il regista, alto, elegante e dall’aria da intellettuale bohémien, sembra perfettamente in sintonia con l’universo culturale che Ratajkowski ama frequentare, tra arte, cinema e moda. E non sfugge agli osservatori il fatto che Gavras abbia spesso legato le sue relazioni a donne dal forte carisma mediatico, un tratto che Emily incarna alla perfezione.
A New York intanto le voci circolano veloci: c’è chi parla di primi appuntamenti e chi giura di averli già visti insieme in occasioni più riservate. I diretti interessati, come prevedibile, tacciono. Lei continua a postare contenuti fashion e scatti del suo cane Colombo, lui mantiene un profilo riservato. Ma le immagini parlano chiaro, e gli indizi puntano tutti nella stessa direzione: tra Emily e Romain qualcosa sta nascendo.
Se la relazione troverà conferma lo dirà il tempo, ma la coppia — fotografata nella città dove tutto accade — sembra già destinata a occupare un posto di rilievo nel gossip internazionale delle prossime settimane
Gossip
Alessia Fabiani rompe il silenzio: “Assoluzione o no, ai figli ho pensato sempre e solo io”
L’assoluzione del padre dei suoi gemelli riaccende il dolore e la frustrazione di Alessia Fabiani, che sui social rivendica il suo ruolo di madre unica e presente: “La sentenza riconosce solo un’impossibilità economica, non cancella ciò che ho vissuto. Io ho lavorato, cresciuto e amato i miei figli senza aiuti. La mia vittoria è nei loro occhi”.
Lo sfogo di Alessia Fabiani arriva diretto, limpido e senza eufemismi. Dopo giorni in cui la stampa ha parlato della sentenza che assolve il padre dei suoi figli dall’accusa di omesso mantenimento, l’ex soubrette ha deciso di mettere un punto e di raccontare la sua versione, quella vissuta sulla pelle e nella quotidianità.
«In questi giorni si è parlato molto dell’assoluzione del padre dei miei figli», scrive sui social, sottolineando come la decisione del tribunale riconosca una impossibilità economica e quindi l’assenza di dolo. «Ma questo non cancella la realtà dei fatti: il dovere di contribuire ai bisogni dei figli resta, e lui non lo ha fatto». Il tono non è rancoroso, ma fermo. Fabiani non contesta la sentenza: ricorda, piuttosto, ciò che è accaduto fuori dalle aule.
Il cuore del suo messaggio è la solitudine di madre. «Mentre lui festeggia una vittoria», racconta, «io ho portato avanti tutto da sola: lavoro, cura, amore e presenza». Parole che condensano anni di responsabilità, notti difficili, scelte quotidiane fatte sempre con la priorità dei figli davanti a tutto.
Fabiani, oggi mamma di due gemelli, parla della forza che ha dovuto trovare in sé stessa. Non una forza astratta, ma quella concreta che ti tiene in piedi quando il resto traballa. «La mia forza non viene dall’esito di un’aula di tribunale, ma dagli sguardi dei miei figli». È in quegli occhi, dice, che trova ogni giorno la conferma di aver fatto la cosa giusta. «Ho vinto per loro e con loro, con l’amore».
Il suo sfogo non è un attacco personale, ma il racconto di un percorso: quello di una madre che non vuole trasformare la sua battaglia in una guerra, ma che pretende che la realtà venga riconosciuta. Una realtà fatta di lavoro, sacrifici e responsabilità affrontate senza sostegni.
Un messaggio che, nel mondo rarefatto dei social, riporta al centro un tema molto concreto: la genitorialità non si misura in sentenze, ma nella presenza quotidiana. E su questo, Alessia Fabiani non ha dubbi: «Il resto lo dirà il tempo, ma l’amore resta la mia unica vera vittoria».
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