Gossip
Una vita, quella di Dalila Di Lazzaro, segnata da un’infanzia da incubo
A 71 anni, sempre bellissima, l’attrice è apparsa a Verissimo, in conpagnia del suo attuale compagno, un musicista col quale condivide una felice relazione da quasi 12 anni.
L’attrice, che oggi ha 71 anni – peraltro ottimament eportati – è tornata in tv, protagonista di un’intervista a tutto tondo nel salotto Mediaset più ambito dai vip: quello della Toffanin. Inizialmente presentandosi da sola e venendo raggiunta, dopo qualche minuto di intervista, dall’uomo che attualmente frequenta – Manuel Pia – del quale non si conosce esattamente l’età ma, comunque, parecchio più giovane di lei. Lui si definisce “chitarrista, solista, compositore, cantautore, docente”, secondo alcune fonti dovrebbe avere 40 anni o poco più, anche se non c’è nessuna conferma ufficiale sulla sua età.
Per alcuni la differenza d’età è ancora un problema da nascondere
La differenza, anche se la Di Lazzaro appare in ottima forma e sempre affascinante, c’è… e si vede, come vuole l’ordine naturale delle cose. I due fanno coppia da ben quasi 12. Ma fino ad oggi, almeno in tv, non erano mai apparsi insieme: “Abbiamo tenuto un po’ nascosto per questo problema dell’età”. Poi l’attrice ha aggiunto che nella coppia è lei quella “più piccola”, che si fa accudire. Naturalmente lei si dichara felice di aver incrociato la sua vita con quella di Manuel. Addirittura lei sostiene che possa averglielo mandato suo figlio Christian, scomparso tragicamente nel 1991, a soli 22 anni, a causa di un incidente stradale.
Sugli amori che hanno preceduto quello per Pia
“E’ un miracolo perché prima ho avuto delle persone che ho amato molto, per carità, però non generose, non presenti, che ti criticavano per cambiarti. Io non voglio mai cambiare nessuno, ma quando diventano gelosi e possessivi…”, ha detto alla Toffanin.
Da quasi 12 anni insieme
Sul suo rapporto con Manuel dichiara: «La forza di questo nostro amore è che ci assomigliamo tantissimo nell’animo. Sono sicura che Manuel me lo abbia fatto conoscere mio figlio Cristian che, dall’alto, me l’ha mandato. Entrambi hanno la passione per la musica».
Lui la ammirava in tv
«Ho sempre ammirato Dalila – le ha fatto eco lui – . Quando ero piccolo, ero molto monello, vivacissimo e l’unica cosa che mi teneva fermo era la pubblicità di Dalila in tv. Mi mandava in estasi. Era l’unica cosa che mi faceva stare buono. Poi il destino ha voluto che la incontrassi e ci siamo innamorati». La Di Lazzaro ha debuttato nel mondo del cinema ne 1972 grazie al film western Si può fare… amigo. Da quel momento ha preso parte a numerose pellicole interpretando spesso ruoli da femme fatale, in funzione della sua irresistibile avvenenza.
Galeotto fu il concerto
Il musicista racconta del loro incontro ad una sua esibizione: «L’ho vista tra gli ospiti e ho chiesto di poterla incontrare ma è finita lì. Ci siamo risentiti nel tempo, poi ho scritto una canzone per lei». «Mi ha commossa», ha confessato a quel punto la Di Lazzaro che, all’inizio, ha preferito tenere nascosta la relazione «per il problema della differenza d’età, ma l’amore non ha età. Io sono più piccola di lui, mi rifugio in lui, mi dà una serenità globale».
Violenza da parte di una parente a 5 anni e mezzo, poi il rapimento a 17
Una chiacchierata – quella con la Toffanin – pervasa di dolcezza e leggerezza. Anche se prima di essere raggiunta in studio dall’attuale compagno, la Di Lazzaro ha rievocato alcuni momenti particolarmente dolorosi della sua infanzia e adolescenza. «A 17 anni sono stata sequestrata da un pazzo criminale, uno scappato fuori di testa serio – ha rivelato l’attrice, aggiungendo in seguito ulteriori dettagli legati alla sua infanzia – Ma la violenza è passata su di me cinque volte, la prima quando ero piccina, da parte di un parente. Avevo 5 anni e mezzo».
Cose che ti segnano in maniera indelebile
«A volte dico di me che sono una montagna – ha ammesso l’ex modella – Certo, qualche cicatrice resta, ho avuto crisi di panico e mi sono curata. Sono robusta, sono caduta tante volte, ma ho le spalle larghe e mi sono sempre rialzata».
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Gossip
E se la “bomba” su Signorini fosse un messaggio per Pier Silvio Berlusconi? L’ombra di Corona e il sospetto di una guerra molto più alta dei reality
E se la denuncia pubblica di Fabrizio Corona non fosse diretta davvero solo ad Alfonso Signorini? Se quello che appare come una sorta di MeToo all’italiana – con tanti giovani morti di fama costretti a passare dal letto del potente direttore di Chi per realizzare il loro sogno – fosse, in realtà, una palata di fango preparata per colpire più in alto, più in profondità, più al centro del potere di Cologno Monzese? La domanda – diciamolo – nasce spontanea.
Perchè proprio ora? Perchè mentre Tajani e Occhiuto duellano a colpi di correnti per il controllo del partito di famiglia? Perchè proprio quando Pier Silvio è uscito allo scoperto per chiedere un cambio drastico alla testa di Forza Italia? Il dubbio, se permettete, è lecito. Perché quando si parla di Signorini non si parla semplicemente di un conduttore o di un direttore di giornale: si parla, da anni, del custode di segreti, equilibri, retroscena e “omissis” della famiglia più conosciuta d’Italia, quella dei Berlusconi.
Non è un mistero, e non è nemmeno una leggenda metropolitana. Già ai tempi dei processi che coinvolsero Corona era emerso – e poi ribadito in diverse sentenze – l’esistenza di un meccanismo ben noto: quello dei “ritiri” di servizi fotografici scomodi, compromettenti, indesiderati. Materiale acquistato a peso d’oro da testate compiacenti per evitare pubblicazioni devastanti per famiglie potenti, volti noti, imprenditori, politici.
Se gli Agnelli potevano contare sulla compiacenza dei direttori delle testate da loro controllare, i Berlusconi avevano proprio in Signorini il loro giubbotto di salvataggio. Dentro questo sistema, secondo ricostruzioni giudiziarie e testimonianze agli atti, la rivista Chi e il suo direttore erano spesso il porto sicuro dove far approdare – e scomparire – fotografie imbarazzanti per la famiglia di Arcore. È una dinamica raccontata, documentata, discussa. Non una fiaba.
Si è parlato, nel tempo, di foto non gradite a Barbara fuori di una discoteca milanese, finite poi sotto controllo dopo rapide trattative. Si è raccontato di materiali riguardanti Pier Silvio, di immagini “non utili” alla narrazione del perfetto erede aziendale, gestite con cura chirurgica per evitare rumori, scosse, imbarazzi. Si è vociferato di immagini, video, registrazioni legate alle famigerate serate eleganti del Cavaliere con le Olgettine protagoniste. Voci, chiacchiere, suggestioni. Ma che questo fosse un sistema noto agli addetti ai lavori, quasi fisiologico in un Paese dove la gestione dell’immagine, è innegabile per un giornalismo rosa che, più che alla verità, badava spesso a lisciare il vero cuore del potere.
Ora però succede qualcosa. Succede che Corona, proprio lui, l’uomo che per anni quel sistema lo ha abitato, alimentato, cavalcato, vissuto e monetizzato, decide di far saltare il banco. E lo fa in un momento che difficilmente può essere considerato neutro. Perché mai oggi? Perché proprio ora che attorno a Forza Italia girano voci, scricchiolii, ipotesi di cambi di leadership? Perché proprio ora che, un giorno sì e uno no, si parla di possibili “passaggi di testimone”, di nuove centralità politiche, di scenari in cui Pier Silvio – o la sorella Marina – potrebbero trovarsi improvvisamente chiamati in causa come figure pubbliche non più solo aziendali ma potenzialmente politiche?
La sensazione – e lo si dice con tutti i condizionali del caso, perché qui parliamo di ipotesi, letture, interpretazioni – è che la “questione Signorini” possa essere qualcosa di più di un presunto scandalo personale. Potrebbe essere, se le tesi di alcuni ambienti dovessero avere anche solo un fondamento, un modo per sporcare l’aurea pulizia dell’azienda, per insinuare il dubbio di un clima, di un habitat, di una cultura aziendale che nulla avrebbe fatto, nulla avrebbe visto, nulla avrebbe fermato. Se fosse vero, questo travolgerebbe prima di tutto la reputazione della rete ammiraglia del Biscione. E inevitabilmente, il nome del suo amministratore delegato.
Perché è legittimo, a questo punto, porsi domande. Possibile che Pier Silvio non sapesse nulla? Possibile che nessun sussurro, nessuna voce, nessuna segnalazione su presunti comportamenti opachi o dinamiche poco limpide fosse mai arrivata ai piani alti? Possibile che un “metodo Signorini”, di cui nel sottobosco milanese si parlava da anni, non fosse mai emerso nei corridoi del potere aziendale, se davvero fosse stato così strutturato come viene descritto da chi oggi lo denuncia?
È innegabile che la narrazione di Corona sia devastante, se fosse confermata. Racconta – questo è ciò che lui sostiene – di favori sessuali barattati con visibilità televisiva. Racconta di desideri sfruttati, ambizioni manipolate, fragilità giovani trasformate in moneta di scambio. Le foto di Signorini vestito da crocerossina sono più che imbarazzanti. Le accuse, se provate, non sarebbero solo un problema morale o mediatico, ma un terremoto reputazionale senza precedenti per Mediaset. E qui entra in scena il nodo vero: non più Signorini, ma l’azienda.
Perché quando un colosso mediatico percepisce rischio reputazionale, non ragiona in termini di gossip, ma di stabilità. Non pensa a like e indignazioni social, pensa a inserzionisti, investitori, partner, credibilità internazionale. E allora la domanda che aleggia oggi è semplice ma spietata: se davvero una parte di ciò che viene raccontato dovesse trovare conferma, cosa farà Pier Silvio Berlusconi? Difesa d’ufficio? Distanza? Epurazione? Silenzio calcolato? O, al contrario, un intervento deciso per dire che certi territori non sono più tollerabili?
È anche per questo che qualcuno, in questi giorni, sospetta che quella di Corona non sia solo vendetta, non solo il solito protagonismo prezzolato e a buon mercato, non solo bisogno di ribalta. Potrebbe essere – ipotesi, lettura, ma difficile da scartare – una mossa chirurgica: colpire Signorini per sporcare l’aura di chi, oggi, potrebbe diventare molto più di un amministratore delegato. Potrebbe essere – se fosse davvero così – una “bomba a orologeria” politica lanciata sotto forma di scandalo televisivo.
E mentre l’ex re dei paparazzi annuncia nuove rivelazioni per le prossime ore, nuovi nomi, nuove prove, l’asse del partito – tra il cuore di Milano, la Roma di Tajani e la Calabria di Occhiuto – osserva e commenta. E nel sottobosco del gossip il sospetto serpeggia: forse il vero obiettivo non è il direttore di Chi. Forse il bersaglio è quello che, di Chi, è sempre stato sopra. Perché in certi giochi il colpo non si dà mai a caso. E questo, se davvero fosse così, non sarebbe un attacco a un uomo di spettacolo. Sarebbe un attacco a un sistema di potere. E, per qualcuno, alla futura politica.
Gossip
Pierpaolo Pretelli, il video “misterioso” e il caso Falsissimo: perché il racconto sui casting del Grande Fratello non torna
Nel programma Falsissimo, condotto dall’ex re dei paparazzi, viene suggerito che Pierpaolo Pretelli sarebbe arrivato al Grande Fratello dopo aver inviato un video intimo ad Alfonso Signorini. Ma l’ex velino di Striscia era noto al pubblico già dal 2013 e il fotogramma diffuso in rete indica che il filmato sarebbe precedente di anni ai casting del reality. Più che un “video mandato”, emergerebbe il quadro di una vecchia diretta webcam registrata e diffusa senza consenso.
Il nome di Pierpaolo Pretelli è finito, suo malgrado, nel tritacarne mediatico acceso dalle ultime puntate di Falsissimo, il format online che sta scavando tra presunti scandali, retroscena televisivi e dinamiche legate al Grande Fratello. Nella parte riservata agli abbonati, l’ex volto dei paparazzi e il manager Alessandro Piscopo evocano il suo nome. In una ricostruzione che lo collegherebbe ai casting del reality attraverso un video a sfondo intimo, presentato come inviato ad Alfonso Signorini. Un racconto ad alto potenziale scandalistico, ma che, messo sotto la lente dei fatti, comincia rapidamente a perdere consistenza.
La versione del format: il video hot e l’ingresso al reality
Nel dialogo tra conduttore e manager viene suggerito che Pretelli sarebbe arrivato al Grande Fratello quasi da perfetto sconosciuto. Grazie a una precedente “presentazione tv” e a un presunto video intimo. Piscopo sostiene di aver visto quel filmato. E lo descrive come esplicito. Mentre nel racconto viene indicato Signorini come il destinatario del contenuto, collegando in modo diretto il video e il successivo ingresso nel cast del reality. È questa la chiave narrativa su cui il programma costruisce il proprio effetto shock.
Il primo punto debole: Pretelli non era un volto sconosciuto
Già qui, però, la storia traballa. L’idea che Pierpaolo Pretelli fosse un emergente qualsiasi, bisognoso di “scorciatoie” per entrare nel meccanismo televisivo, non regge alla prova della memoria. Il suo volto è noto al pubblico fin dal 2013, quando Antonio Ricci lo sceglie come velino di Striscia la notizia, in coppia con Elia Fongaro. Quell’esperienza lo porta in prima serata su Canale 5 e ne fa, di fatto, un personaggio già riconoscibile anni prima della partecipazione al Grande Fratello Vip. Pensare che il suo accesso al reality dipenda da un singolo video, e non da una carriera già avviata nella tv generalista, è quanto meno riduttivo.
Il fotogramma che smentisce la cronologia dei fatti
Dopo la puntata incriminata, il conduttore di Falsissimo ha annunciato che il filmato sarebbe stato mostrato in una successiva puntata a pagamento, diffondendo intanto un fotogramma tratto dal video. Ed è proprio quell’immagine a spostare l’asse del racconto. Dal frame emergono dettagli tecnici e visivi che suggeriscono una collocazione temporale ben diversa da quella evocata nel programma: non siamo nel 2019-2020, a ridosso dei casting del Grande Fratello, ma in un’epoca precedente al 2013, e quindi precedente anche all’arrivo di Pretelli a Striscia la notizia.
Non un “video mandato”, ma una vecchia diretta webcam registrata
Il nodo diventa allora la natura del filmato. Più che un video privato girato con lo smartphone e inviato consapevolmente a qualcuno, si tratterebbe di una registrazione di una diretta webcam da computer. Catturata a sua insaputa e poi finita in rete.
Uno scenario purtroppo non nuovo. Negli anni in cui le piattaforme di chat e webcam erano meno regolamentate non erano rari i casi di sessioni registrate di nascosto e successivamente diffuse online. In quella fase, il video attribuito a Pretelli avrebbe già iniziato a circolare. Tanto da spingerlo – secondo quanto ricostruibile – a muoversi anche sul piano legale per tutelarsi.
Non è un’esclusiva
A questo punto la contraddizione è evidente: se il filmato è molto più vecchio dei casting del Grande Fratello, e se non è stato inviato volontariamente a nessuno, viene meno l’idea di un presunto “scambio” finalizzato all’ingresso nel reality. Quello che viene venduto come un contenuto esclusivo e decisivo, a ben vedere, somiglia di più a un episodio di diffusione non consensuale, riesumato anni dopo e piegato a una nuova narrazione.
Una storia che parla di tv, ma anche di consenso digitale
Ad oggi non risultano prese di posizione ufficiali di Pierpaolo Pretelli su questa vicenda né risposte formali che confermino la versione offerta dal format. Restano alcuni elementi verificabili: una carriera televisiva iniziata molto prima del Grande Fratello, la datazione tecnica del video, il contesto delle vecchie webcam registrate a tradimento. In mezzo, c’è lo spazio in cui il racconto si allarga, si colora, si piega alle esigenze del prodotto digitale.
Nel clima mediatico attuale, in cui accuse, allusioni e “scoop” viaggiano più veloci delle verifiche, la storia di Pretelli sembra raccontare soprattutto questo: quanto sia facile prendere un frammento di passato, estrarlo dal suo tempo e usarlo per costruire un nuovo racconto. E quanto, dietro la parola “retroscena”, possano nascondersi vicende che hanno a che fare non con i favoritismi, ma con il diritto alla propria immagine e al proprio consenso.
Gossip
Diletta Leotta di nuovo incinta: seconda gravidanza, crisi superata con Loris Karius e una nuova polemica sui social per le foto della figlia Aria
La notizia della seconda gravidanza arriva a sorpresa, ma chi segue Diletta Leotta sapeva che il progetto di un altro figlio era nell’aria da tempo. Dopo le voci di crisi con il marito Loris Karius, la coppia si mostra unita con la piccola Aria, nata nell’agosto 2023. Intanto non si spengono le polemiche per la presenza della bambina sui social, accusata da molti utenti di essere “sfruttata” nelle immagini condivise dalla madre.
È arrivata come un fulmine a ciel sereno – almeno per il grande pubblico – la notizia della seconda gravidanza di Diletta Leotta. La conduttrice, insieme al marito Loris Karius e alla piccola Aria, ha scelto i social per condividere il nuovo capitolo di famiglia: “Questo Natale non potevamo desiderare regalo più bello. Aria sta diventando una sorella maggiore, e i nostri cuori sono pronti ad amare il doppio”. Un annuncio semplice, tenero e immediatamente virale, che certifica un momento di ritrovata serenità dopo mesi di rumors su una presunta crisi di coppia.
Un annuncio di Natale che profuma di ripartenza
Diletta non ha voluto, almeno per ora, svelare né il sesso del bambino né il mese esatto di gravidanza. Basta però guardare il pancino – decisamente pronunciato – per intuire che la conduttrice sarebbe già nel pieno del secondo trimestre. Un dettaglio che rende ancora più forte la sensazione di un percorso custodito per qualche tempo nella sfera privata, prima di essere condiviso con milioni di follower.
Il sogno di una famiglia numerosa
Chi segue Diletta Leotta da vicino sa che il desiderio di allargare la famiglia non è una sorpresa. Lo aveva raccontato chiaramente a Verissimo e al Corriere della Sera: “Ho sempre desiderato avere figli, arrivo da una famiglia molto numerosa e molto presente e ho sempre pensato che questo fosse uno step che volevo fare nella vita. Ma non avevo stabilito quando”. Parole che oggi trovano un seguito naturale, anche se in molti – distratti dai gossip sulla crisi – avevano faticato a crederle davvero.
Crisi superata e nuova sfida di coppia
La relazione con Loris Karius, ex portiere del Liverpool ora allo Schalke 04, ha attraversato una fisiologica fase di assestamento. Il lavoro di lui all’estero e gli impegni di lei in Italia hanno costretto la coppia a una vita a distanza non sempre semplice da gestire. “Non vedersi tutti i giorni ha i suoi lati negativi perché è bello condividere la quotidianità, una routine ma è bello anche sentire la mancanza”, aveva raccontato lei. Una “maretta” superata durante l’estate, con un riavvicinamento che oggi sfocia in una nuova gravidanza e in una sfida ancora più grande: crescere due figli tra città, viaggi, partite e studi televisivi.
Le prime foto con il pancino sul set di Fuoriclasse
Dopo l’annuncio, Diletta ha pubblicato sui social una serie di foto che mettono in primo piano la pancia. Scatti dietro le quinte di “Fuoriclasse”, il programma sul calcio che conduce, in cui la maternità si intreccia con la vita professionale: abiti aderenti, pose di profilo, sorrisi e quella mano che corre istintivamente sul pancino. Un modo diretto per dire che la gravidanza non è un ostacolo, ma un pezzo in più del suo presente, da mostrare senza filtri.
Aria, il compleanno condiviso e il matrimonio da favola
La storia di questa famiglia è cominciata davvero con l’arrivo di Aria, nata il 16 agosto 2023, lo stesso giorno del compleanno della madre. “Sei il regalo più bello che potessimo ricevere”, aveva scritto allora Diletta. Un anno dopo, lei e Karius sono diventati marito e moglie con una cerimonia da film sull’isola di Vulcano, in Sicilia: paesaggio mozzafiato, abito da sogno, una celebrazione che aveva certificato la volontà di costruire un futuro stabile insieme.
La polemica sull’esposizione dei minori sui social
Su questa immagine di famiglia perfetta è però piombata, nelle ultime settimane, una piccola ma rumorosa polemica social. Qualche tempo fa, Diletta ha pubblicato una foto in cui tiene in braccio Aria mentre saluta il papà sul campo, al termine di una partita. Nello scatto, la bimba appare in lacrime, visibilmente agitata. Tanto è bastato per scatenare i commenti più duri: “Dovrebbero togliere i figli a chi li sfrutta sui social”, “Come si fa a postare foto di figli terrorizzati e disperati?”, “La bambina è spaventata, non sembra felice”, “Che importa se ha paura? Basta che la mamma faccia il video da mettere sui social”. Critiche che riaprono un tema ormai centrale: il confine tra racconto pubblico della maternità e tutela della privacy dei minori.
Ora, con la seconda gravidanza, la famiglia Leotta–Karius si prepara a un nuovo equilibrio tra affetti reali e racconto social. Con una certezza: ogni scelta finirà inevitabilmente sotto la lente dei follower, divisi come sempre tra entusiasmo, curiosità e giudizio.
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