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Benessere

Libri VS cellulare: in Italia è non cultura o produttività? Ma che succede?

Gli stranieri lettori vs gli Italiani con il telefono in treno e metropolitana. Nei Paesi dove ci sono librerie accessibili e validi programmi di promozione della lettura attivi, le persone sono più inclini a portare con sé dei libri e a leggere durante i viaggi.

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    Negli ultimi anni, è emerso un divario evidente nelle abitudini di lettura durante i viaggi in metropolitana tra gli stranieri e gli italiani. Mentre gli stranieri spesso si dedicano alla lettura di libri, gli italiani tendono a utilizzare lo smartphone per passare il tempo durante gli spostamenti. Questa disparità può essere attribuita a diversi fattori culturali e sociali.

    Differenza culturale?
    Una ragione fondamentale potrebbe risiedere nella cultura dell’istruzione alla lettura, valorizzata in molti Paesi sin dalla prima infanzia. Le persone provenienti da queste nazioni sono più propense a sviluppare l’abitudine di leggere regolarmente, anche durante i momenti di inattività come i viaggi in metropolitana. Inoltre, gli stranieri provenienti da Paesi con una forte tradizione letteraria potrebbero trasportare con sé questa abitudine quando si trasferiscono altrove.

    O solo tendenza?
    Un altro fattore da considerare è il ritmo frenetico della vita moderna. Alcune persone, avendo poco tempo libero, vedono i momenti di spostamento in treno o bus come un’opportunità per leggere e rilassarsi. Tuttavia, per gli italiani, utilizzare lo smartphone durante i viaggi può essere considerato uno strumento essenziale per comunicare e connettersi con gli altri.

    Italiani produttivi
    Mentre gli stranieri trovano nei viaggi in metropolitana un’occasione per leggere, gli italiani spesso cercano di essere produttivi, sfruttando il tempo per rispondere alle e-mail, completare scritti o leggere documenti di lavoro. In definitiva, la scelta tra leggere un libro e utilizzare lo smartphone dipende dalle preferenze individuali, dalle circostanze e dagli obiettivi personali, entrambe le attività offrono vantaggi unici e possono contribuire anche all’autocura.

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      Benessere

      Quando ogni sforzo sembra vano: come risvegliarsi dal torpore motivazionale

      Dal ripensare gli obiettivi all’agire consapevole, passando per la cura della salute mentale e del benessere: ecco le strategie più efficaci validate dalla psicologia per uscire dal blocco motivazionale.

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      motivazione

        Ci sono momenti in cui ci si sveglia e ogni cosa appare gravosa: anche le azioni più semplici sembrano prive di significato, e quella spinta interiore che prima guidava, all’improvviso sfuma. Il cronico «tutto sembra inutile» può rivelarsi più comune di quanto pensiamo, ma è anche un campanello d’allarme che merita attenzione. In molti casi, questa stasi non segna un fallimento personale, ma una fase in cui mente, corpo e circostanze sono in disallineamento. A questo punto, chiedersi cosa fare non è pigrizia: è accorgersi che qualcosa va cambiato.

        Riscoprire la direzione cambiando l’azione

        La mancanza di motivazione spesso nasce non dalla totale assenza di desiderio, ma dalla direzione mancata o dall’obiettivo ormai lontano. Come suggeriscono gli esperti di Verywell Mind, può essere utile «agire come se fossimo motivati»: vestirsi, attivarsi, avviare anche piccoli compiti e cogliere come l’azione generi, a sua volta, motivazione.
        Un altro approccio efficace è la regola dei “dieci minuti”: impegnarsi per un tempo molto breve, finalmente iniziare, e da lì verificare se si continua o si cambia.
        Infine, prendersi una pausa dal perfezionismo e accettare di rifare meno, ma meglio, può liberare energie.

        Compiti più piccoli, gentilezza verso sé stessi

        Quando si affronta un blocco motivazionale, aiutarsi con strategie delicate può cambiare il corso. La Mental Health Foundation segnala l’importanza di spezzare il lavoro in blocchi ridotti, riconoscere anche i piccoli successi e essere gentili con sé stessi: non tutte le giornate possono essere brillanti, e va bene così.
        Gestire la lista delle cose da fare riducendo le priorità e semplificando l’agenda aiuta a rimettere in moto la spinta. Anche concedersi del «me time» e accettare la propria condizione come momento transitorio – anziché segno di cedimento – rappresenta un grande passo verso una nuova motivazione.

        Verifica salute, stimola il corpo, chiedi aiuto

        La motivazione non è solo mentale: corpo, orologio biologico e salute giocano un ruolo fondamentale. Fischbach su Harvard Business Review richiama l’attenzione sui tempi in cui il corpo manda segnali: stanchezza, deficit di sonno, nutrizione carente possono mandare in tilt la motivazione.
        Un controllo medico, una valutazione del sonno, dell’alimentazione e dell’attività fisica sono tutti elementi da considerare. Inoltre, quando la motivazione manca da settimane e si accompagna a sintomi come apatia persistente o isolamento, è opportuno rivolgersi a uno specialista.

        La motivazione persa non è una condanna; è un segnale che invita al cambiamento. Ridurre lo sforzo, iniziare subito, celebrare i piccoli progressi, ascoltare il corpo e dare spazio alla cura di sé: sono passi concreti e reali. Riscoprire significato non significa ritrovare subito “la voglia di sempre”, ma avviare piccole azioni che riconnettano con ciò che conta e che può tornare a muovere.

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          Benessere

          Donne, sonno e multitasking: un’equazione difficile. Perché il riposo femminile è più fragile

          La perdita di sonno REM e la predisposizione all’ansia complicano il riposo femminile, rendendo cruciale un’attenzione medica specifica. Gli ormoni e gli impegni quotidiani i principali “ladri di sonno”.

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          multitasking

            Le giornate infinite fatte di multitasking, carico emotivo e mentale, spesso portano le donne a un punto di esaurimento tale che, una volta a letto, non riescono a riposare. Negli ultimi anni, l’attenzione scientifica sul sonno ha iniziato a considerare in modo più preciso le differenze di genere, dimostrando che uomini e donne non solo dormono in modi differenti, ma subiscono anche conseguenze diverse quando il riposo viene interrotto o ridotto. Fattori biologici, ormonali e sociali si intrecciano in un quadro complesso.

            A fare chiarezza su queste dinamiche è il professor Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano.

            Perché le donne hanno bisogno di dormire di più

            Mentre i dati epidemiologici mostrano che, in media, gli uomini tendono a dormire di più, emergono differenze nelle fasi del sonno che rendono il riposo femminile più delicato. “Un dato rilevante è che le donne, andando avanti con gli anni, perdono di più il sonno REM, mentre gli uomini perdono spesso il sonno profondo”, spiega Ferini Strambi. La fase REM è fondamentale per la rielaborazione delle emozioni e la gestione delle esperienze negative. Una sua riduzione nelle donne potrebbe portare a una “più difficile regolazione emozionale”, aumentandone la vulnerabilità agli effetti emotivi della stanchezza.

            Gli ostacoli al riposo: ansia, ormoni e multitasking

            Il riposo femminile è frequentemente compromesso da un mix di fattori. A livello quotidiano, l’esposizione a una maggiore quantità di impegni, sia lavorativi che domestici, riduce il tempo effettivo dedicato al sonno. “Le donne sono molto spesso più impegnate degli uomini”, osserva il neurologo.

            A questo si aggiunge una maggiore predisposizione ai disturbi d’ansia e ai sintomi depressivi, che influenzano direttamente la capacità di addormentarsi o mantenere il sonno. L’insonnia è infatti più comune tra le donne: l’80% delle donne depresse soffre di insonnia.

            Un ruolo cruciale è giocato anche dalla vita ormonale. Durante la menopausa, in particolare, circa il 70% delle donne sperimenta problemi di sonno, legati alle fluttuazioni ormonali e a una maggiore frammentazione del riposo. Con la perdita della protezione ormonale aumentano anche disturbi come il russare e le apnee notturne, che dopo i cinquant’anni diventano quasi frequenti quanto negli uomini.

            Consigli per migliorare la qualità del sonno

            Il professor Ferini Strambi sottolinea l’importanza di non considerare i disturbi del sonno come una condizione normale o inevitabile. “La donna deve sempre parlarne con il proprio medico di famiglia”, afferma, evidenziando come spesso questi problemi non vengano nemmeno menzionati durante le visite.

            La consapevolezza dell’impatto del sonno sul benessere emotivo, metabolico e cognitivo è il primo passo. Un dialogo costante con i professionisti della salute e, se necessario, il ricorso a centri specializzati, possono migliorare sensibilmente la qualità della vita, soprattutto in fasi delicate come la menopausa.

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              Benessere

              Infuso di alloro contro i disturbi da raffreddore: benefici, limiti e precauzioni

              Una tisana calda di foglie di alloro può aiutare a lenire congestione e malessere nei casi lievi di raffreddamento. Ma attenzione: non è una cura medica e presenta controindicazioni da non sottovalutare.

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              Infuso di alloro contro i disturbi da raffreddore: benefici, limiti e precauzioni

                Quando si affronta un raffreddore senza febbre, magari con naso chiuso, gola irritata e quella sensazione di malessere diffuso che non giustifica l’uso di antibiotici, molte persone ricorrono a rimedi naturali. Tra questi, l’infuso di alloro — preparato con le foglie essiccate della pianta Laurus nobilis — è una tradizione popolare che negli ultimi anni ha guadagnato spazio anche nelle rubriche di salute naturale.

                Perché l’alloro può aiutare

                Le foglie contengono oli essenziali (tra cui eucaliptolo, cineolo e linalolo) e composti fenolici ai quali la ricerca attribuisce proprietà balsamiche, antiossidanti e lievemente antinfiammatorie. Un infuso caldo può favorire la fluidificazione del muco, aiutare a respirare meglio e dare sollievo al mal di gola. Non a caso, alcune tisane per il benessere delle vie respiratorie includono l’alloro insieme a erbe come timo ed eucalipto.

                Va precisato però che gli studi scientifici sono ancora limitati: si parla di effetti potenzialmente benefici, ma non di cure certificate. L’alloro non “guarisce” il raffreddore — che resta di origine virale e deve seguire il suo corso naturale — ma può rendere più tollerabili i sintomi.

                Come preparare un infuso

                La ricetta è semplice: si portano a ebollizione 200 ml d’acqua, si aggiungono 2-3 foglie di alloro essiccate, si lascia in infusione per 10 minuti e poi si filtra. Si può dolcificare con miele, che aggiunge un ulteriore effetto emolliente. La tisana va bevuta calda, massimo due volte al giorno.

                Le possibili controindicazioni

                Nonostante la fama di rimedio naturale, l’alloro non è privo di rischi. Un consumo eccessivo può causare irritazioni gastriche. È controindicato in gravidanza e allattamento perché alcune sostanze possono stimolare le contrazioni uterine. Attenzione anche per chi assume anticoagulanti o farmaci per il diabete: l’alloro può interferire con il metabolismo dei medicinali.

                Fondamentale distinguere l’alloro comune dal “lauroceraso” (Prunus laurocerasus), pianta ornamentale simile ma tossica: solo il Laurus nobilis è commestibile.

                Quando consultare il medico

                Se i sintomi del raffreddore peggiorano, compaiono febbre alta, dolore persistente o difficoltà respiratorie, è necessario rivolgersi al medico. L’automedicazione naturale va bene solo nei casi lievi, e non sostituisce cure farmacologiche quando necessarie.

                L’infuso di alloro è un alleato naturale che può dare conforto durante un raffreddamento senza febbre. Offre calore, idratazione e una lieve azione balsamica. Ma non va idealizzato come panacea: resta un supporto, non una cura. Usarlo con consapevolezza significa sfruttarne i vantaggi senza cadere nei rischi delle false certezze.

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