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X segna il punto (di non ritorno): fuga di celebrità, media e istituzioni da Musk e dal suo social tossico
Dopo le elezioni USA e le dichiarazioni di Musk sui giudici italiani, numerose celebrità e testate internazionali abbandonano X. Dal Guardian a Jamie Lee Curtis, da Elio e le Storie Tese alla Berlinale, cresce il fronte contro la gestione della piattaforma da parte del miliardario sudafricano.

È il secondo esodo da X – che ai tempi del primo abbandono si chiamava ancora Twitter – da quando Elon Musk ha deciso di investirci 44 miliardi di dollari nel 2022, trasformandolo in un pulpito per la propaganda della destra estrema e, di recente, in un megafono della campagna elettorale di Donald Trump. Con un botto che non è certo passato inosservato, è ora il Guardian a togliere bandiera, comunicando che i suoi oltre 80 account non pubblicheranno più su X.
Non è che chiudano tutti i profili o che mettano il bavaglio ai propri giornalisti – liberi di continuare a “twittare” (ops, scusate, x-are) – ma basta contenuti ufficiali. In una dichiarazione pubblica il quotidiano britannico si è espresso in modo netto: «È una decisione che meditavamo da tempo, per i contenuti sempre più disturbanti della piattaforma, che includono teorie del complotto di estrema destra e razzismo.
La campagna elettorale americana non ha fatto altro che evidenziare quanto X sia diventata una piattaforma tossica e quanto il suo proprietario, Elon Musk, ne abbia abusato per manipolare e influenzare il dibattito politico».
Come ogni tempesta mediatica che si rispetti, anche questa ha il suo corteo di illustri fuoriusciti. Tra i volti noti troviamo Jamie Lee Curtis e Don Lemon, che abbandonano la piattaforma. Whoopi Goldberg ha cancellato il suo account, definendo X “un caos” dopo l’acquisizione da parte di Musk. Gigi Hadid, famosa modella, ha sospeso la sua pagina affermando che l’ex Twitter è diventato “un pozzo nero di odio e bigottismo”.
La cantante Toni Braxton ha espresso preoccupazione per l’aumento dei discorsi d’odio sulla piattaforma, decidendo di lasciarla. Trent Reznor, il frontman dei Nine Inch Nails ha dichiarato di voler lasciare Twitter per preservare la propria salute mentale, definendo il comportamento di Musk come “un imbarazzo”. Elton John, da parte sua, ha fatto sapere di non mettere più piede su X dal dicembre 2022, esprimendo preoccupazione per la diffusione incontrollata di disinformazione sulla piattaforma
Il malcontento attorno alla gestione di X da parte di Musk ha ormai un respiro internazionale. Persino il prestigioso festival della Berlinale ha chiuso i battenti sulla piattaforma, non disposta a tollerare che il festival del cinema venga associato alle posizioni promosse dal magnate di origine sudafricana.
Anche la storica stazione radio NPR ha detto addio alla piattaforma dopo che Musk ha etichettato la radio pubblica statunitense come “media affiliato allo stato”. In questo scenario, molte celebrità e figure pubbliche stanno trasferendo il proprio regno digitale altrove, su piattaforme che promettono un ambiente più sano e meno politicizzato.
Il rapper Flavor Flav dei Public Enemy, ad esempio, invita i suoi fan a passare su BlueSky, il social network fondato nel 2021 proprio dall’ex CEO di Twitter Jack Dorsey, che ha registrato un milione di nuovi utenti dopo le recenti elezioni americane. Certo, BlueSky è ancora piccola rispetto ai numeri di X, ma la crescita esponenziale mostra quanto sia forte il desiderio di una piattaforma meno polarizzata.
Il Guardian non è l’unico a puntare il dito contro Musk: Timothy Noah su The New Republic ha invitato i lettori a cancellarsi da X, dichiarando che chi resta sulla piattaforma “fa parte del problema”. Tuttavia, anche in Spagna cominciano a seguire la stessa direzione del Guardian: La Vanguardia ha chiuso i suoi account su X e il direttore Jordi Juan ha spiegato che il quotidiano ha detto addio a X lo stesso giorno in cui Trump ha reso noto che Musk guiderà il dipartimento per l’efficienza governativa.
“Non possiamo continuare a pubblicare su una piattaforma che promuove contenuti tossici,” ha affermato Juan, posizionando il quotidiano spagnolo tra gli esuli del social.
Una posizione condivisa anche dalla Berlinale, che annuncia l’uscita dalla piattaforma entro il 31 dicembre 2024, invitando i follower a seguirla altrove. E mentre gli utenti abbandonano X con tanto di scrollata di spalle, il dibattito sul destino del social infuria anche in Italia: chi rimane si sente in dovere di spiegare perché il boicottaggio sia “fallimentare” e perché – a sentir loro – non sarà certo un miliardario con deliri di grandezza a privarli della libertà di espressione.
Ma non tutti ci credono: tra i fuorusciti italiani c’è anche Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi.
In Italia, anche Piero Pelù ha detto basta, mostrando il dito medio come ultimo post su X, in segno di protesta contro le “dichiarazioni neo-imperialiste” di Musk. Al coro si sono uniti Elio e le Storie Tese e anche Vinicio Marchioni, oltre a Nicola Piovani e al giornalista e parlamentare europeo Sandro Ruotolo.
Francesco Guccini ha commentato ironicamente prima di salutare il social di Musk: “Non credo che nessuno sentirà la mia mancanza su X.” Anche Alessandro Gassmann, per anni attivo sul social, riflette sull’opportunità di abbandonare il proprio account, dichiarando che la piattaforma è cambiata molto rispetto a quando aveva deciso di entrarvi.
C’è anche chi, come Leonardo Becchetti, preferisce rimanere per portare avanti il dialogo, sostenendo che sia necessario condividere idee di progresso sociale su tutte le piattaforme.
E mentre l’Europa e gli Stati Uniti discutono se boicottare Musk, la Commissione Europea ha preso una posizione diversa. Thomas Regnier, portavoce per l’economia digitale, ha spiegato che l’esecutivo Ue continuerà a utilizzare X insieme ad altre piattaforme come Threads, Mastodon e BlueSky.
Se la Commissione non ha intenzione di ritirarsi da X, continuerà comunque a monitorare attentamente la situazione. In attesa di vedere che fine farà X, il social dei “vecchi tempi”, quello in cui si poteva twittare liberamente senza sentirsi parte di una macchinazione politica, sembra ormai solo un lontano ricordo.
E Musk? A quanto sembra – almeno per ora – ha ben poco da lamentarsi. Per quanto celebrità, testate e utenti facciano le valigie, X continua a reggere il colpo, mantenendo saldi i suoi 200 milioni di utenti. La piattaforma, nonostante tutte le diserzioni, resta al top tra le app più scaricate in Italia e negli Stati Uniti. In mezzo a tutto questo trambusto, il vero vincitore sembra essere proprio il suo proprietario, che il 6 novembre ha visto lievitare il proprio valore personale a Wall Street di ben 26,5 miliardi di dollari in un solo giorno.
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Ecco la Top 10 del sesso nel mondo, la classifica dei Paesi dove si fa di più l’amore!
Immaginatevi catapultati in una mappa del mondo che brilla di colori vivaci e cuori infuocati, mentre ci addentriamo nei luoghi dove l’energia amorosa è palpabile nell’aria. Siete pronti a lasciarvi travolgere da un mix irresistibile di curiosità, divertimento e, naturalmente, amore?

Benvenuti nell’incredibile viaggio attraverso i Paesi dove l’amore non è solo un sentimento, ma una vera e propria esplosione di passione! Preparatevi a scoprire i risultati più piccanti di uno studio condotto dalla famosa multinazionale Durex, marchio rinomato per la sua produzione di preservativi e sex toys.
E adesso, senza ulteriori indugi, mettete a fuoco i vostri sensi e preparatevi a immergervi nell’atmosfera frizzante dei Paesi più focosi del pianeta! Via, dal decimo posto fino al primo.
10. Messico
I messicani si distinguono per la loro calda passione. Secondo lo studio Durex, il 71% dei messicani ha ammesso di vivere l’amore almeno una volta a settimana. Con una media di 123 incontri intimi all’anno, i messicani mantengono vivo il fuoco della passione.
9. Spagna
La Spagna, terra di passione e flamenco, occupa il nono posto. Con il 72% degli spagnoli che fanno vibrare le lenzuola almeno una volta a settimana, questa nazione sa come mantenere accesa la fiamma dell’amore!
8. Svizzera
Nella fredda Svizzera, il 72% degli adulti non si lascia intimorire dalle temperature polari quando si tratta di amore. Con una media di 123 relazioni intime all’anno, gli svizzeri dimostrano che il freddo può essere solo un’opportunità per scaldare i cuori.
7. Malesia
L’Asia brilla di passione con la Malesia in testa. Il 74% degli adulti malesi si impegna regolarmente in incontri intimi. Con una frequenza di sei a otto volte al mese, questa nazione mostra un’impressionante dedizione all’amore.
6. Polonia
I polacchi si distinguono per la loro determinazione nell’amore. Con il 76% degli adulti che si impegna in incontri intimi almeno una volta a settimana, la Polonia si posiziona come una terra di amore appassionato e costante.
5. Italia
L’Italia, patria della passione, vanta un impressionante 76% di adulti che si dedicano all’amore settimanalmente. La cucina potrebbe essere il luogo preferito per molti, come rivelato da un sondaggio di ‘JustEat.it’!
4. Cina
In Cina, il 78% degli adulti abbraccia l’amore almeno una volta a settimana. Anche se alcuni potrebbero essere insoddisfatti, la Cina brilla ancora per la sua dedizione all’intimità.
3. Russia
La Russia si fa strada con l’80% degli adulti impegnati in incontri amorosi settimanali. Con una media di 143 volte all’anno, i russi dimostrano una passione senza limiti.
2. Brasile
Il Brasile, terra di sole e samba, si classifica al secondo posto. Con un’impetuosa frequenza del 82%, i brasiliani dimostrano di sapere come ballare al ritmo dell’amore.
1. Grecia
E infine, la Grecia si aggiudica il primo posto come il paese più appassionato del mondo! Con l’87% dei greci che si dedicano all’amore almeno una volta a settimana e una media impressionante di 164 incontri all’anno, la Grecia incendia il mondo con la sua passione infiammata!
In primo piano
Le ultime ore di Platone? A svelare la soluzione del giallo sono arrivati i papiri di Ercolano!
Le informazioni contenute nei papiri di Ercolano rivelano dettagli intriganti sulle ultime ore di vita di Platone, sulle sue manie e forniscono nuove prospettive sulla sua vita. E sulla storia antica nel suo complesso.

Le informazioni contenute nei papiri di Ercolano rivelano dettagli intriganti sulle ultime ore di vita di Platone, sulle sue manie e forniscono nuove prospettive sulla sua vita. E sulla storia antica nel suo complesso.
La musica lo faceva irritare
Platone, febbricitante e vicino alla morte, non gradì affatto le dolci note del flauto suonate da una musicista tracia. Questo dettaglio offre un’immagine vivida della sua personalità e del suo stato d’animo nelle ore finali. Grazie ai nuovi brani decifrati, è stato possibile localizzare con precisione la sepoltura di Platone nell’Accademia di Atene, nel giardino riservato a lui. Questo rappresenta un notevole contributo alla nostra comprensione della sua vita e della sua influenza. Oltre alla morte di Platone, il testo sui papiri di Ercolano rivela dettagli interessanti sulla sua presunta vendita come schiavo sull’isola di Egina, aggiungendo nuove informazioni alla sua biografia.
Papirologi, filologi e storici…
Le scoperte sono state rese possibili grazie a tecniche avanzate di diagnostica per immagini, come la tomografia a coerenza ottica e l’imaging iperspettrale a infrarossi. Queste tecniche hanno permesso di decifrare parti dei testi precedentemente considerati inaccessibili a causa dei multipli strati dei rotoli. Ma non solo. Il lavoro dei papirologi, filologi, storici e fisici continua, aprendo nuove possibilità di ricerca nel campo della storia antica. Il processo di decifratura e interpretazione dei papiri è ancora in corso, e si prevede che avrà un impatto significativo sulle nostre conoscenze nei prossimi anni.
Io decifro, tu interpreti
Questi risultati dimostrano l’importanza della collaborazione interdisciplinare e dell’uso di tecnologie innovative nel campo della ricerca storica, consentendo di far luce su dettagli preziosi del passato che altrimenti sarebbero rimasti oscuri. La tomografia a coerenza ottica e l’imaging iperspettrale a infrarossi sono due tecniche utilizzate per decifrare questi papiri. Il laboratorio dove è stato possibile questo lavoro è stato fornito dalla Nottingham Trent University. Ma non finisce qui. Il lavoro, di decifratura è ancora alle battute iniziali: l’impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni.
Gossip
Fedez svende su Vinted i suoi abiti usati, mutande comprese
Fedez ha recentemente messo in vendita una selezione dei suoi abiti usati su Vinted, con prezzi che vanno da 25 a 300 euro. La sua “collezione” ispirata al Coachella ha attirato l’attenzione e ha fatto sold out in meno di 48 ore, guadagnandosi recensioni positive e 68mila nuovi follower su Vinted. Tra i pezzi in vendita spiccano marchi come Gucci, Saint Laurent e Dior, dimostrando che Fedez non perde mai l’opportunità di far parlare di sé, anche quando si tratta di svuotare il suo armadio.


Quando si parla di Fedez, sembra che il talento per l’auto-promozione non conosca limiti. Appena atterrato dopo il suo jet-set vacanziero negli States, il rapper non perde tempo e torna subito ai suoi affari, ma stavolta non si tratta di qualche nuova hit da lanciare, bensì del suo guardaroba da sfoggiare.
Con un tocco di genialità o forse solo un pizzico di narcisismo, Fedez decide di svuotare il suo armadio e spargere il suo stile su Vinted, l’app di abbigliamento di seconda mano tanto amata dagli amanti del risparmio e della moda. E così, come se fosse il prossimo vincitore di Project Runway, il rapper mette in vetrina una collezione di “capolavori” ispirati al Coachella, il festival californiano che fa sognare tutti coloro che non hanno ancora trovato il modo di far decollare il proprio jet privato.
E quale miglior modo per far parlare di sé che mettere in vendita un giubbotto in denim di Gucci a 300 euro su una piattaforma di seconda mano? La genialità (o follia?) di Fedez non si ferma qui: dalla faccia di Jim Morrison stampata su una t-shirt a 25 euro fino ai brand più blasonati come Saint Laurent e Dior, sembra che il rapper abbia deciso di trasformare il suo armadio in una sorta di santuario della moda, dove ogni pezzo ha il potere di trasformare chi lo indossa in una diva del red carpet. Ci sono persino alcune paia di boxer, ovviamente usati.

E nonostante alcuni alzano un sopracciglio interrogativo davanti alla decisione di un milionario di vendere abiti usati su Vinted, le recensioni degli utenti non mentono: tutti a cinque stelle per il re del rap italico! E chissà, forse tra i suoi 68mila nuovi seguaci in due giorni si nasconde anche qualche fashionista in erba pronto a imitare il suo stile da “rapper di successo che sa fare shopping”. Ma alla fine, chi siamo noi per giudicare? Se Fedez vuole trasformare il suo armadio in un’attrazione turistica, ben venga! Forse, la prossima volta, potrebbe mettere in vendita anche la sua collezione di cappellini da rapper autografati. Chi lo sa, potrebbero essere l’accessorio must-have della stagione!
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