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Dalle tartarughe ai pinguini, in acqua vince lo stile libero

Dalle tartarughe marine ai polpi, ogni specie ha sviluppato il proprio metodo per muoversi nell’acqua. Un team di ricercatori ha scoperto che molte di loro seguono la “regola dei tre spessori” per nuotare con il minimo dispendio di energia. Dai marlin ai cefalopodi, la natura ha sperimentato le più incredibili strategie per affrontare un ambiente mille volte più denso dell’aria, tra velocità fulminee e tecniche di risparmio energetico.

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    Muoversi sulla terra è semplice: basta spingere contro il suolo. Ma in acqua, la questione si complica. Questo ambiente, mille volte più denso dell’aria, ha spinto l’evoluzione a sperimentare soluzioni uniche per nuotare nel modo più efficiente possibile. Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori, tra cui Paolo Luschi dell’Università di Pisa, ha rivelato che molte specie marine seguono la cosiddetta “regola dei tre spessori”: nuotano mantenendo una profondità pari a tre volte lo spessore del proprio corpo. Questa strategia consente loro di evitare i vortici e le onde superficiali, riducendo lo sforzo senza allontanarsi troppo dalla superficie per respirare.

    Le tartarughe marine Caretta caretta, per esempio, percorrono migliaia di chilometri tra le zone di accoppiamento e le aree di alimentazione. Il loro carapace si è adattato per favorire il nuoto: è più appiattito e aerodinamico rispetto a quello delle tartarughe terrestri. Le loro zampe anteriori si sono trasformate in vere e proprie pagaie, una caratteristica condivisa con i pinguini, che hanno convertito le ali in pinne. Anche le otarie e alcuni insetti acquatici, come la Notonectidae, nuotano in modo simile, utilizzando gli arti anteriori per spostarsi.

    Il metodo più diffuso tra gli abitanti dell’acqua, però, è il nuoto a propulsione caudale: la spinta viene generata dalla coda. I pesci più veloci, come i marlin, possono raggiungere i 40 km/h, mentre cetacei come delfini e balene utilizzano una coda orizzontale che si muove su e giù, anziché lateralmente come nei pesci. Tuttavia, non tutti gli animali acquatici hanno sviluppato una grande velocità. Il cavalluccio marino ha rinunciato alla coda come propulsore, sostituendola con una minuscola pinna dorsale, il che lo rende il nuotatore più lento del mondo: appena 150 cm all’ora.

    Altri animali hanno trovato soluzioni sorprendenti per muoversi sott’acqua. Le aragoste, per esempio, utilizzano un sistema di fuga rapidissimo: in caso di pericolo, battono la coda all’indietro e schizzano via con un balzo improvviso. Molti uccelli acquatici, invece, sfruttano le zampe palmate, mentre quelli che si immergono in profondità, come le sule, “volano” letteralmente sott’acqua, utilizzando le ali come propulsori.

    Uno dei metodi di nuoto più spettacolari appartiene ai cefalopodi, i veri maestri della propulsione a reazione. Polpi, seppie e calamari si muovono espellendo acqua attraverso un sifone orientabile, consentendo loro di spostarsi in qualsiasi direzione con grande agilità. Anche le meduse adottano un sistema simile, riempiendo d’acqua la propria campana per poi espellerla con forza, generando spostamenti rapidi. È un metodo poco efficiente in termini di consumo energetico, motivo per cui seppie e calamari preferiscono utilizzare le pinne laterali per i movimenti più lunghi.

    Altre specie si affidano all’ondulazione del corpo per muoversi. Anguille, murene, coccodrilli e serpenti acquatici utilizzano questo metodo per avanzare lentamente e con poco sforzo, perfetto per muoversi tra nascondigli e anfratti. In molti casi, lunghe pinne dorsali aiutano a massimizzare la spinta, rendendo questi animali estremamente agili sott’acqua.

    Alla fine, tra tutte le creature marine, il nuotatore più sorprendente è proprio l’essere umano. Sebbene non sia un animale acquatico, ha sviluppato tecniche che gli permettono di muoversi in acqua con notevole efficienza, inventando stili di nuoto che imitano quelli presenti in natura. E, a differenza di quasi tutti gli altri primati, ha le narici rivolte verso il basso, un adattamento che aiuta a evitare di ingerire acqua. Forse un retaggio del nostro passato evolutivo, trascorso lungo fiumi e coste alla ricerca di cibo.

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      Biscotti fatti in casa per cani: una deliziosa leccornia fai-da-te

      Preparare biscotti per cani in casa non solo è un gesto d’amore, ma offre anche un controllo totale sugli ingredienti. I tuoi pelosi amici apprezzeranno la tua attenzione e saranno entusiasti di assaporare queste golosità fatte in casa. Sii creativo, sperimenta con gli ingredienti e goditi il piacere di vedere il tuo cane apprezzare le tue creazioni culinarie. Buon divertimento in cucina!

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        La cura e l’amore che dedichiamo ai nostri amici a quattro zampe si riflettono anche nella loro alimentazione. Oggi esploreremo un modo delizioso e salutare per viziare i nostri cani: i biscotti fatti in casa! Preparare queste gustose prelibatezze è facile, divertente e garantisce al tuo fedele amico una scorta di golosità senza conservanti o additivi nocivi.

        L’importanza di un’alimentazione sana per cani

        Prima di immergerci nella cucina, è fondamentale capire l’importanza di una dieta equilibrata per i nostri cani. Gli snack industriali possono spesso contenere ingredienti dubbi, mentre preparare biscotti in casa permette di scegliere ingredienti di qualità.

        Scelta degli ingredienti

        Iniziare con ingredienti di alta qualità è la chiave per biscotti salutari e gustosi. Utilizza farina integrale, ricca di fibre, e scegli proteine magre come pollo o tacchino per un apporto nutrizionale bilanciato. Aggiungi ingredienti come carote grattugiate o mela per un tocco di dolcezza naturale.

        Ricetta base per biscotti canini

        Ecco una ricetta di base per iniziare la tua avventura culinaria canina:

        Ingredienti:

        • 2 tazze di farina integrale
        • 1 tazza di carne cucinata (pollo o tacchino), tritata finemente
        • 1/2 tazza di carote grattugiate
        • 1/4 tazza di mela grattugiata
        • 1 uovo

        Istruzioni:

        1. In una ciotola, mescola la farina, la carne, le carote e la mela.
        2. Aggiungi l’uovo e mescola fino a ottenere un impasto omogeneo.
        3. Stendi l’impasto su una superficie infarinata e usa forme per biscotti per creare le tue leccornie.
        4. Disponi i biscotti su una teglia e cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 15-20 minuti o fino a quando sono dorati.

        Varianti gustose

        Sperimenta con ingredienti come fiocchi d’avena, yogurt greco senza zucchero o burro di arachidi (senza xilitolo, nocivo per i cani). Questi elementi aggiungono varietà e apportano benefici nutrizionali.

        Conservazione e moderazione

        Una volta pronti, conserva i biscotti in un contenitore ermetico. Ricorda che, anche se deliziosi, gli snack fatti in casa devono essere somministrati con moderazione, integrando la loro presenza nella dieta quotidiana del tuo cane.

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          Dal guinzaglio alla ciotola: guida essenziale al benessere del tuo cane

          Una corretta alimentazione bilanciata è il fondamento della salute e del benessere del tuo cane. Con una dieta adatta alle sue esigenze specifiche, garantirai che il tuo amico peloso cresca forte, rimanga attivo e viva una vita lunga e felice.

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            La salute e la felicità del tuo cane dipendono in gran parte dalla sua alimentazione. Una dieta bilanciata è fondamentale per garantire che il tuo fedele amico peloso riceva tutti i nutrienti necessari. Questo articolo fornirà una guida completa sull’alimentazione equilibrata per il tuo cane, per assicurarti che viva una vita sana e felice.

            Regola1: Scegli ciò che è meglio per il suo benessere.

            Ogni cane ha esigenze nutrizionali diverse in base a fattori come età, taglia, livello di attività e condizioni di salute. Consulta il tuo veterinario per determinare le quantità e i tipi di cibo più adatti al tuo amico a quattro zampe.

            Regola 2: Scegli sempre alimenti di prima scelta.

            Opta per cibi che siano appropriati per la specie e l’età del tuo cane. Controlla le etichette degli ingredienti e assicurati che la prima fonte sia una proteina di alta qualità. Evita cibi con riempitivi e conservanti artificiali.

            Regola 3: Attenzione a non esagerare!

            Una corretta proporzione di proteine, grassi e carboidrati è essenziale. Le proteine supportano la crescita muscolare, i grassi forniscono energia e i carboidrati sono una fonte di fibra. Adatta le proporzioni in base alle esigenze specifiche del tuo cane.

            Regola 4: Adatta la dieta all’età.

            Le esigenze nutrizionali cambiano durante le diverse fasi della vita del tuo cane. Un cucciolo richiede una dieta diversa da quella di un cane anziano. Scegli un cibo formulato per soddisfare le esigenze specifiche della fase di vita del tuo amico peloso.

            Regola 5: Non dimenticare l’acqua.

            Assicurati che il tuo cane abbia sempre accesso a cibo fresco e acqua
            pulita. Cambia l’acqua regolarmente e osserva le indicazioni di dosaggio per
            evitare sovralimentazione o sottalimentazione

            Regola 6: Snack e ricompense salutari

            Gli snack possono essere parte integrante della dieta del tuo cane, ma opta
            per opzioni sane. Evita cibi ad alto contenuto calorico e privilegia snack
            appositamente formulati per la salute dentale. Usa le ricompense come incentivo
            durante l’addestramento.

            Regola 7: Occhio alla bilancia.

            Monitora il peso del tuo cane regolarmente. L’obesità può portare a problemi di salute, quindi adatta la quantità di cibo in base all’attività fisica e al livello di energia del tuo cane.

             

             

             

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              È tornata la regina del Mediterraneo: nuova foca monaca avvistata nel golfo di Napoli

              La foca monaca, tra i mammiferi marini più minacciati al mondo, è stata avvistata più volte in Campania tra aprile e giugno. Un evento eccezionale che conferma il lento ritorno della specie nel Mediterraneo occidentale. Ma serve rispetto: ecco cosa fare (e non fare) in caso d’incontro

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                Nuota tra le acque di Capri, si lascia avvistare nei pressi di Ischia, sbuca a sorpresa nel Cilento o davanti a Punta Campanella. Dopo decenni di assenza quasi totale, la foca monaca è tornata a farsi vedere lungo la costa campana. E non si tratta più di un caso isolato. Negli ultimi due mesi, da fine aprile a giugno, si sono moltiplicate le segnalazioni di turisti, pescatori e appassionati che hanno documentato – in alcuni casi con video – la presenza di questo mammifero elusivo e affascinante.

                La Monachus monachus, una delle specie marine più minacciate al mondo, era considerata quasi estinta in Italia. La sua popolazione globale è stimata in appena 700 esemplari, e nel Mediterraneo occidentale sembrava ormai scomparsa. Ma qualcosa, finalmente, sta cambiando. Gli esperti dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella hanno verificato i recenti avvistamenti e avviato nuove indagini scientifiche per monitorare la situazione. Un lavoro prezioso, perché ogni segnale conta.

                I numerosi incontri registrati – l’ultimo solo pochi giorni fa – fanno pensare che potrebbero esserci più di un individuo a nuotare nel golfo di Napoli, il che rafforza l’ipotesi di un ritorno non episodico, ma potenzialmente stabile. Si tratta di un evento che ha dell’eccezionale, e che racconta una piccola ma significativa storia di speranza per la biodiversità del nostro mare.

                In passato, ogni avvistamento di foca monaca in Italia era vissuto come un piccolo miracolo. Oggi, però, gli indizi si moltiplicano: Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia e ora Campania. La specie – che un tempo abitava in abbondanza tutto il Mediterraneo – sta lentamente tentando di riprendersi i suoi spazi. Un risultato che, secondo gli esperti, è frutto di anni di protezione ambientale, di un miglioramento della qualità del mare e della presenza di grotte costiere tranquille, ideali per il riposo e la riproduzione.

                Ma un ritorno del genere può reggere solo a una condizione: il rispetto. Ecco perché l’AMP Punta Campanella ha lanciato un appello a tutti coloro che vivono o navigano lungo la costa: non inseguite, non toccate, non disturbate. Le regole sono semplici: mantenere almeno 50 metri di distanza, evitare rumori forti o movimenti bruschi, spegnere il motore se ci si trova nei pressi di un avvistamento e, soprattutto, non ostacolare mai il percorso dell’animale.

                La foca monaca non è un’attrazione da spiaggia: è una specie protetta per legge, ed è essenziale trattarla come tale. Ogni comportamento irresponsabile potrebbe mettere a rischio non solo l’individuo avvistato, ma l’intero processo di ritorno della specie nelle nostre acque. Per questo motivo, in caso di incontro, è fondamentale segnalare immediatamente l’avvistamento a ISPRA, alla Capitaneria di Porto o all’Area Marina Protetta di riferimento. Ogni osservazione contribuisce a raccogliere dati fondamentali per monitorare e proteggere questa rarissima presenza.

                In un Mediterraneo sempre più fragile e sotto pressione, la ricomparsa della foca monaca è un segno potente. Un segnale che qualcosa può cambiare, che la natura può tornare, se le si concede lo spazio e la tranquillità di cui ha bisogno. Non sprechiamo questa occasione.

                Viva la foca. E viva il mare che ce l’ha restituita.

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