Animali
I delfini rosa, ambasciatori della biodiversità
I delfini rosa, noti anche come boto o delfini Inia dell’Amazzonia, sono creature straordinarie che abitano i fiumi e i bacini fluviali del bacino amazzonico in Sud America. Questi cetacei d’acqua dolce affascinano per la loro colorazione distintiva e per il loro comportamento sociale, rendendoli un tema di grande interesse sia per i biologi che per il pubblico in generale.

Caratteristiche Distintive
I delfini rosa sono facilmente riconoscibili per la loro pelle di colore rosa, che può variare da sfumature chiare a tonalità più vivaci, soprattutto nei maschi adulti. Questa colorazione unica è attribuita ai capillari vicini alla superficie della pelle, che si espandono quando l’animale è eccitato o si muove. A differenza dei loro parenti marini, i delfini dell’Amazzonia hanno un corpo più massiccio, un becco prominente e una fronte globosa. Un’altra caratteristica distintiva è la loro flessibilità corporea, che permette loro di muoversi agilmente tra le radici e le piante sommerse dei fiumi.
Il loro habitat
I delfini rosa vivono principalmente nei fiumi dell’Amazzonia e dell’Orinoco, tra cui il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti. Prediligono le acque tranquille e i fondali fangosi delle foreste allagate, dove cacciano pesci, crostacei e piccoli mammiferi acquatici.Questi cetacei sono noti per il loro comportamento sociale e giocoso. Sono spesso visti nuotare in piccoli gruppi o anche da soli, esibendo un’ampia gamma di vocalizzazioni. Interagiscono frequentemente con l’ambiente circostante, utilizzando l’ecolocalizzazione per navigare e cacciare nelle acque torbide.


Mitologia e cultura
I delfini rosa occupano un posto speciale nel folklore amazzonico. Molte leggende raccontano di boto che si trasformano in affascinanti esseri umani per sedurre giovani donne dei villaggi. Questa credenza, sebbene parte della mitologia, riflette l’influenza che questi animali hanno avuto sulla cultura e la vita delle popolazioni locali per secoli.
Conservazione e Minacce
Nonostante il loro fascino, i delfini rosa sono vulnerabili a diverse minacce, principalmente a causa dell’attività umana. La costruzione di dighe, l’inquinamento dei fiumi e la pesca illegale sono tra i principali pericoli che mettono a rischio il loro habitat naturale. Inoltre, le reti da pesca e la caccia diretta per l’uso come esca rappresentano ulteriori rischi per queste creature.


Numerose organizzazioni stanno lavorando per proteggere i delfini rosa e il loro ambiente. Gli sforzi includono la promozione di pratiche di pesca sostenibili, la protezione delle aree chiave del loro habitat e l’educazione delle comunità locali sull’importanza della conservazione.
I delfini rosa sono ambasciatori della biodiversità dell’Amazzonia, simboli di bellezza e mistero che ci ricordano l’importanza di preservare i nostri ecosistemi fluviali. La loro presenza continua a ispirare meraviglia e rispetto per la natura, evidenziando la necessità di proteggere questi straordinari abitanti del mondo acquatico per le future generazioni.
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Animali
Gatti e caldo: come aiutare il tuo micio a sopravvivere all’estate senza perdere la pazienza (né i baffi)
Tra ciotole sempre piene, posti freschi dove nascondersi e giochi che stimolano la curiosità, il benessere estivo del gatto passa da piccole attenzioni quotidiane. E no, non serve raparlo a zero.

Quando le temperature superano i 30 gradi, anche il più elegante dei gatti può trasformarsi in una sfinge ansimante sul pavimento del bagno. L’estate con un gatto non è un problema, ma richiede qualche accortezza. E no, non c’entra la tosatura: il pelo è un isolante naturale, guai a tagliarlo.
I gatti soffrono il caldo più di quanto pensiamo, anche se non lo dimostrano. Si muovono meno, mangiano poco, cercano angoli freschi e ombrosi. Alcuni si piazzano davanti al ventilatore, altri si infilano nel lavandino. Il segreto per affrontare il caldo estivo con un gatto? Lasciarlo fare. E dargli una mano con furbizia felina.
Prima regola: acqua fresca e ovunque. Una sola ciotola non basta. Meglio metterne almeno due o tre in punti diversi della casa, possibilmente lontani dalla lettiera. I gatti amano l’acqua pulita e, se la trovano stagnante, smettono di bere. Una fontanella a ricircolo li incuriosisce e li invoglia.
Seconda regola: niente correnti d’aria dirette. I gatti odiano il vento in faccia (chi non lo odierebbe?) e potrebbero raffreddarsi. Meglio lasciare le finestre socchiuse e abbassare le tapparelle nelle ore più calde.
Terza regola: spazio e quiete. Il micio ha bisogno di scegliere dove rifugiarsi. Una scatola in ombra, una coperta leggera, il ripiano più basso dell’armadio: lasciategli l’imbarazzo della scelta. E se non gioca, non forzatelo. Ma un pupazzetto in freezer, tirato fuori dopo un’ora, può diventare un passatempo refrigerante.
Infine: se il gatto è anziano o ha patologie, attenzione ai colpi di calore. Se notate affanno, lingua fuori, tremori o letargia, contattate il veterinario. L’estate è bella anche per loro, ma solo se noi umani impariamo a leggerli con cura.
Animali
Chi sogna di più? Non è l’uomo, né il cane: il vero sognatore della natura è l’ornitorinco
Dormire è naturale, ma sognare è un lusso. Non tutti gli animali lo fanno allo stesso modo. Il record? Se lo aggiudica l’ornitorinco: su 10 ore di sonno, ne sogna 8. I cuccioli di cane e gatto non scherzano, mentre balene e delfini vivono un mondo quasi senza sogni. E l’uomo? Solo 2 ore su 8.

Chi l’avrebbe mai detto che il più grande sognatore del regno animale non è l’uomo, né il cane o il gatto, ma… l’ornitorinco. Strano già di per sé, con quel becco d’anatra, la coda da castoro e il veleno nei piedi, l’ornitorinco vince anche la palma dell’animale che sogna di più. Dorme circa 10 ore al giorno, e per ben 8 di queste sogna. Sogna tantissimo, anche se nessuno potrà mai sapere se nei suoi sogni vola o si immagina con un fisico più credibile.
Non male anche i cuccioli di cane e gatto, che sognano per circa il 90% del tempo in cui dormono. Se avete mai visto un cagnolino muovere le zampine nel sonno o un gattino che miagola con gli occhi chiusi, ecco: erano dentro un sogno. Da adulti, però, le cose cambiano: il tempo di sonno REM, quello associato ai sogni, si riduce parecchio.
E l’uomo? Siamo decisamente più moderati. In media, sogniamo solo 2 ore su 8 di sonno. Ma attenzione: quei sogni sono intensi, articolati, talvolta veri e propri film. Con trame, emozioni, salti temporali e a volte perfino colpi di scena degni di Hollywood. Il nostro cervello, insomma, è un regista geniale. Anche se spesso si dimentica tutto appena suona la sveglia.
Poi ci sono gli animali che i sogni, a quanto pare, li sfiorano appena. Balene e delfini, ad esempio, dormono a metà. Letteralmente. Il loro cervello è diviso in due emisferi che si alternano nel sonno: mentre uno riposa, l’altro resta sveglio. Questo perché vivono in un ambiente dove fermarsi del tutto può essere pericoloso. E così, in 10 ore di riposo, riescono a sognare solo per una manciata di minuti. Appena dieci. Un micro-sonno per micro-sogni.
Ma a cosa servono i sogni? Su questo, scienziati e filosofi si scervellano da secoli. Per alcuni sono un modo per elaborare emozioni e ricordi. Per altri, una palestra mentale in cui il cervello mette in ordine le esperienze. Alcuni animali – come gli elefanti – sembrano addirittura sognare episodi del passato. Altri, come i topi, “ripassano” i percorsi fatti durante la giornata.
In ogni caso, sognare è un’attività tutt’altro che inutile. E a ben guardare, è uno dei pochi momenti in cui uomo e animale si assomigliano. Tutti, prima o poi, chiudiamo gli occhi e ci perdiamo in un mondo tutto nostro. Chi su due zampe, chi su quattro, chi con il becco. Ma sognare, si sogna. Anche se si è un ornitorinco.
Animali
Finalmente arriva una legge che tutela gli animali domestici
Il Senato approva definitivamente il ddl che inasprisce le pene per i reati contro gli animali. Un cambiamento epocale che li riconosce come esseri senzienti e rafforza la loro tutela.

Con il voto favorevole del Senato, l’Italia compie un passo decisivo nella difesa dei diritti degli animali. Il disegno di legge, già approvato dalla Camera, diventa ora definitivo e introduce pene più severe per chi li maltratta, sfrutta o abbandona. Si tratta di una riforma storica, che segna un netto cambio di paradigma. Fino ad oggi, la legislazione proteggeva gli animali in funzione del sentimento umano, ma con questa legge il loro benessere viene finalmente riconosciuto come un valore autonomo. Il cuore del provvedimento è l’inasprimento delle pene per i crimini contro gli animali. La reclusione per maltrattamenti passa fino a 2 anni, l’uccisione può costare fino a 4 anni di carcere e multe fino a 60.000 euro. Mentre i combattimenti tra animali saranno puniti con pene dai 2 ai 4 anni. Anche chi organizza spettacoli con sevizie vedrà le sanzioni raddoppiate.
Se maltratti gli animali ti confiscano la casa come ai mafiosi
La nuova normativa, però, non si ferma alle punizioni: introduce anche tutele cruciali per gli animali coinvolti in procedimenti penali. Viene vietato il loro abbattimento, garantendo la custodia fino al termine del processo. Inoltre, le associazioni animaliste potranno intervenire per chiedere una revisione dei sequestri, assicurandosi che gli animali vivano in condizioni dignitose. Grande attenzione è stata dedicata alla prevenzione. In caso di reati abituali, saranno applicate misure simili a quelle previste per la criminalità organizzata, con confische e sorveglianza speciale.
Basta catene e traffico illecito
La legge introduce anche nuovi divieti, come quello di tenere animali legati con catene, salvo casi certificati per motivi di salute o sicurezza. Il traffico illecito di animali sarà monitorato con maggiore tracciabilità, e viene vietato l’uso commerciale di pellicce di gatti domestici. Infine, per rafforzare il controllo e l’applicazione delle nuove norme, verrà creata una sezione dedicata nella banca dati delle forze dell’ordine, con un coordinamento più efficace tra le polizie per combattere questi reati.
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