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Premietti per gatti: ricette casalinghe per viziare il tuo micio

Preparare premietti per il tuo gatto è un modo meraviglioso per dimostrare amore e cura. Sperimenta con le ricette, osserva le preferenze del tuo gatto e goditi il piacere di vederlo gustare le tue creazioni casalinghe. Con premietti fatti in casa, ogni morso sarà un gesto d’amore per il tuo amico felino. Buon divertimento in cucina!

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    Nella cura e nell’affetto che riserviamo ai nostri amati gatti, l’alimentazione svolge un ruolo chiave. Oggi esploreremo un modo delizioso e salutare per coccolare il tuo felino: la preparazione di premietti fatti in casa! Creare queste gustose leccornie è semplice, divertente e ti consente di controllare gli ingredienti per garantire uno spuntino sano e delizioso per il tuo gatto.

    L’importanza di snack salutari per gatti: Prima di addentrarci nelle ricette, è essenziale comprendere quanto sia importante una dieta bilanciata anche nei piccoli spuntini. Gli snack industriali potrebbero contenere additivi nocivi, mentre preparare premietti in casa offre la possibilità di utilizzare ingredienti di qualità.

    Scelta degli ingredienti

    Inizia con ingredienti di prima qualità. La farina di pesce o pollo essiccato può essere una base proteica eccellente. Aggiungi erbe aromatiche come menta e prezzemolo, noti per favorire la digestione e contribuire alla freschezza del respiro.

    Ricetta base per premietti gattosi

    Ecco una ricetta di base per iniziare:

    Ingredienti:

    • 1 tazza di farina di pesce o pollo essiccato
    • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
    • 1 cucchiaino di menta essiccata
    • 1/4 tazza di brodo di pollo non salato

    Istruzioni:

    1. In una ciotola, mescola la farina di pesce o pollo, il prezzemolo e la menta.
    2. Aggiungi il brodo di pollo gradualmente fino a ottenere un impasto consistente.
    3. Forma piccoli premietti e adagiali su una teglia rivestita di carta forno.
    4. Cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 10-12 minuti o fino a quando sono dorati.

    Varianti gustose

    Sperimenta con ingredienti come erba gatta, che è un’aggiunta apprezzata da molti felini. Puoi anche provare l’aggiunta di una piccola quantità di formaggio a basso contenuto di lattosio per un sapore irresistibile.

    Conservazione e porzioni

    Conserva i premietti in un contenitore ermetico e offrili con moderazione, evitando di superare il 10% delle calorie giornaliere del tuo gatto. Questi snack sono perfetti per incoraggiare comportamenti positivi o semplicemente come gesto d’affetto.

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      Le leccate del cane: affetto, linguaggio e segnali da decifrare

      Le origini di questo comportamento risalgono al mondo dei lupi e ai rituali di cura materna. Ma oggi le leccate dei cani assumono sfumature diverse: affetto, calma, richiesta di attenzione o disagio. L’importante è leggere il gesto nel giusto contesto.

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      Le leccate del cane

        Quando una leccata dice più di mille parole

        Una lingua umida che si posa sulla mano o sul viso: molti proprietari la vivono come un gesto d’amore, un modo in cui il cane “bacia” il proprio umano. In parte è vero, ma ridurre il significato delle leccate a una semplice dimostrazione d’affetto è una semplificazione. Questo comportamento ha radici antiche e funzioni comunicative molto più ampie.

        Nei branchi di lupi — da cui discendono i cani domestici — le leccate avevano un ruolo sociale ben preciso: servivano a salutarsi, a rafforzare la gerarchia o a chiedere cibo. Oggi, nei cani, quel gesto ha mantenuto lo stesso valore di interazione e riconoscimento reciproco, ma si è evoluto per adattarsi alla convivenza con l’uomo.

        I diversi significati delle leccate

        Come spiega la veterinaria comportamentalista Francesca Serra, “le leccate sono un vero linguaggio corporeo che il cane utilizza per esprimere stati emotivi e bisogni”.
        Possono avere significati diversi a seconda del contesto:

        • Affetto e appartenenza – Leccare mani o viso è spesso un segno di legame. È un modo per dire “sei parte del mio branco”.
        • Richiesta di attenzione – Un cane che ti lecca insistentemente può chiedere coccole, gioco o semplicemente interazione.
        • Autocalmamento – Alcuni cani si leccano o leccano l’umano per ridurre l’ansia. È un comportamento che abbassa la tensione emotiva.
        • Stress o disagio – Se la leccata è compulsiva o insistente, potrebbe essere un segnale di nervosismo o disagio. In questi casi, il cane comunica che ha bisogno di spazio o tranquillità.
        • Percezione sensoriale – Il cane può anche leccare per “leggere” informazioni chimiche sulla pelle umana, percependo ormoni e stati emotivi.

        Un gesto che nasce con la mamma

        Il comportamento del leccare affonda le radici nella primissima infanzia del cane. La madre lecca i cuccioli per pulirli, stimolare la respirazione e la digestione, ma anche per trasmettere sicurezza. È un gesto di cura, che resta impresso come forma di affetto e comunicazione.

        Da adulti, i cani ripropongono questo comportamento nei confronti dei membri del gruppo familiare — umani compresi — come modo per prendersi cura dell’altro e mantenere il legame sociale.

        Non sempre è un “bacio”: il contesto fa la differenza

        Sebbene a noi piaccia interpretarle come dimostrazioni di amore, le leccate non sono sempre un equivalente dei “baci” umani. Talvolta il cane le usa per calmare se stesso o per sdrammatizzare una situazione percepita come stressante.

        “Bisogna osservare tutto il linguaggio del corpo,” spiega Serra. “Se il cane ha le orecchie basse, il corpo rigido o distoglie lo sguardo mentre lecca, probabilmente sta cercando di tranquillizzarsi più che di coccolarci.”

        In altre parole, la chiave è leggere il gesto nel contesto. Un cane rilassato, che fa le fusa canine (sbuffi, occhi semichiusi, postura morbida), probabilmente esprime affetto. Uno che lecca nervosamente, invece, sta comunicando disagio.

        Entrare nel suo mondo

        Per comprendere davvero il significato delle leccate, dobbiamo entrare nell’“umwelt” del cane — il suo mondo percettivo. I cani interpretano la realtà attraverso l’olfatto, il gusto e il linguaggio corporeo. Leccare è un modo per conoscere, comunicare e interagire.

        Rispettare questo linguaggio significa anche evitare di forzare l’interazione: se il cane si allontana o interrompe spontaneamente, è importante lasciargli spazio.

        Un gesto antico che rafforza il legame

        Le leccate sono dunque un ponte tra il linguaggio del cane e quello umano. Possono significare affetto, empatia, ma anche ansia o tensione. Imparare a distinguerne le sfumature ci aiuta a costruire una relazione più profonda e rispettosa con il nostro animale.

        Come ricorda l’etologa Patrizia Rossi, “ogni leccata è una parola nel vocabolario emotivo del cane. Sta a noi imparare a tradurla.”

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          Quando il cane non sta bene: come riconoscere i segnali di malessere fisico e mentale

          Capire i messaggi del proprio cane è il primo passo per garantirgli salute e serenità. Due esperte, la veterinaria comportamentalista Zita Talamonti e la nutrizionista Eleonora Fusi, spiegano come individuare i campanelli d’allarme e intervenire per tempo.

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          il cane non sta bene

            Il linguaggio del corpo: quando il cane ci parla senza parole

            Il benessere del cane passa anche dalla nostra capacità di ascoltarlo, non solo con le orecchie ma con gli occhi. “I cani comunicano in modo costante attraverso la postura e le micro-espressioni”, spiega la dottoressa Zita Talamonti, medico veterinario comportamentalista. “Riconoscere i segnali di disagio ci permette di rispettare le loro emozioni e prevenire situazioni di stress o conflitto.”

            Un cane stressato o infastidito può mandare segnali sottili ma inequivocabili: sbadigli improvvisi, leccarsi il muso, distogliere lo sguardo, girare la testa o irrigidirsi. Questi comportamenti non sono casuali, ma esprimono un chiaro bisogno di spazio o tranquillità. “Se insistiamo nell’interazione quando il cane non è dell’umore giusto, rischiamo di aumentare la sua tensione e compromettere la fiducia reciproca”, aggiunge la dottoressa.

            Riconoscere e rispettare questi segnali è un atto di empatia. Significa comprendere che, come noi, anche i cani hanno momenti in cui desiderano stare per conto proprio.

            I segnali fisici di un malessere

            Quando il disagio è di natura fisica, i segnali diventano più visibili. Un cane che appare spento, meno vivace o riluttante a muoversi potrebbe non sentirsi bene. “Attenzione a cambiamenti improvvisi nell’appetito, nella respirazione o nell’energia”, spiega Talamonti. “Anche mucose pallide o eccessivamente scure, tosse, starnuti, vomito e diarrea sono campanelli d’allarme che richiedono attenzione veterinaria.”

            Un cane febbricitante tenderà a isolarsi, a muoversi meno o a rifiutare il cibo. Se invece zoppica o evita di poggiare una zampa, il dolore può essere localizzato a livello muscolare o articolare. “Osservare con attenzione e non sottovalutare piccoli segnali è il primo passo per garantire una diagnosi precoce e un intervento tempestivo”, sottolinea l’esperta.

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              Snack per cani: premio, vizio o strumento educativo?

              Tra premi, coccole e rischi di eccessi, il tema degli snack per i cani divide molti proprietari. Ma secondo gli esperti, se scelti e dosati nel modo giusto, possono essere alleati preziosi del benessere e dell’educazione del nostro amico a quattro zampe.

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              Snack per cani

                Il dilemma del bocconcino

                C’è chi li considera una coccola irrinunciabile e chi, invece, teme che rovinino la dieta. Gli snack per cani — che si tratti di biscottini, bocconcini di carne o premi masticabili — sono da tempo al centro di un dibattito tra proprietari e veterinari. “Fanno bene o fanno male?”, è la domanda più frequente tra chi desidera viziare il proprio cane senza correre rischi per la salute.

                Secondo la dottoressa Zita Talamonti, medico veterinario comportamentalista, la risposta non è un semplice sì o no: “Gli snack possono essere molto utili, purché usati nel modo corretto. Sono strumenti efficaci sia nell’educazione del cane, come rinforzo positivo, sia come momento di coccola e gratificazione”.

                Il rinforzo positivo: perché funziona

                In ambito educativo, gli snack sono parte di una strategia ben precisa: il rinforzo positivo. “Il cane impara molto più velocemente quando un comportamento corretto viene premiato piuttosto che quando viene punito”, spiega la dottoressa Talamonti. “Un bocconcino nel momento giusto, unito a un ‘bravo!’ o a una carezza, rafforza la relazione con il proprietario e aiuta a fissare il comportamento desiderato”.

                Non tutti i cani, però, rispondono allo stesso tipo di stimolo. “Alcuni preferiscono il cibo, altri un gioco o un momento di attenzione. Capire cosa motiva di più il proprio cane è parte del lavoro educativo”, sottolinea la veterinaria.

                Quando e come dare gli snack

                Gli snack non devono essere distribuiti a caso. È importante farne un uso mirato, legato a un contesto preciso: un esercizio ben riuscito, un momento di calma o una routine di cura. Ecco alcune situazioni in cui il bocconcino diventa utile:

                • Addestramento: piccoli premi rendono l’apprendimento più rapido e piacevole.
                • Relax e igiene orale: snack masticabili aiutano a tenere puliti i denti e riducono lo stress.
                • Stimolazione mentale: nascondere premi in giochi interattivi favorisce la concentrazione e riduce la noia.

                Il segreto sta nelle quantità. Gli snack non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere del cane, per evitare sovrappeso e problemi digestivi. Se usati per l’addestramento, meglio sceglierli piccoli, leggeri e a basso contenuto calorico.

                Quali scegliere (e quali evitare)

                Oggi il mercato offre una vasta gamma di snack per cani, ma non tutti sono uguali. “È fondamentale leggere le etichette”, avverte la dottoressa Talamonti. “Meglio orientarsi verso prodotti naturali e specifici per cani, a base di proteine di qualità, privi di zuccheri, coloranti o conservanti artificiali”.

                Tra le alternative più sane e facili da preparare in casa ci sono:

                • Carne o pesce essiccato, senza sale né condimenti.
                • Frutta e verdura sicure, come mela, banana, carote o zucchine (senza semi).
                • Snack funzionali per l’igiene orale, approvati dal veterinario.

                Assolutamente da evitare, invece, cibi tossici come cioccolato, cipolla, aglio, uva, avocado o ossa cotte, che possono causare gravi intossicazioni.

                Il ruolo emotivo della “coccola”

                Gli snack non sono solo nutrimento o strumento educativo: hanno anche un forte valore relazionale. “Offrire un premio al cane, se fatto con equilibrio, è un gesto d’affetto e comunicazione”, spiega la veterinaria. “Diventa un momento di connessione tra animale e proprietario, rafforzando il legame di fiducia”.

                Tuttavia, è bene evitare che lo snack diventi una risposta automatica a ogni richiesta del cane. “Il rischio è viziarlo, trasformando il premio in un diritto acquisito. Lo snack deve restare un gesto consapevole, non un’abitudine compulsiva”, avverte l’esperta.

                In sintesi: sì agli snack, ma con criterio

                Gli snack possono essere alleati del benessere e dell’educazione del cane, ma solo se integrati in una dieta bilanciata e usati con moderazione. La chiave è il buon senso: scegliere prodotti naturali, premiare nei momenti giusti e non abusarne.

                Come conclude la dottoressa Talamonti: “Un bocconcino offerto con affetto e misura può dire molto di più di mille parole: è un modo per comunicare con il cane nel suo linguaggio, quello della fiducia e del rispetto reciproco”.

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