Lifestyle
Feng-shui, arreda con la fortuna: le piante per una casa piena di buona sorte!
Nell’arte antica cinese del Feng Shui si armonizzano gli ambienti per promuovere il benessere e la prosperità e le piante sono considerate dei portafortuna. Quali specie sono di buon auspicio e come posizionarle strategicamente nella tua casa.

Come e dove posizionare le piante portafortuna
Oltre alla scelta delle piante giuste, è importante anche considerare il loro posizionamento all’interno della tua casa per massimizzare i loro effetti positivi.
Nel Feng Shui, l’arte antica cinese di armonizzare gli ambienti per promuovere il benessere e la prosperità, la direzione e la disposizione delle piante possono influenzare l’energia di un ambiente. Ad esempio, posizionare le piante portafortuna nella parte sud-est della tua casa può aiutare a stimolare la prosperità finanziaria, mentre posizionarle vicino all’ingresso principale può proteggere la tua casa dalle energie negative.
Quindi, aggiungere alcune piante portafortuna alla tua casa può essere un modo efficace per promuovere la fortuna, la prosperità e il benessere generale. Con un po’ di attenzione e cura, le piante possono diventare potenti alleate nel tuo viaggio verso una vita più felice e abbondante.


Cactus di Natale e a destra la Dracena
La Dracena conosciuta anche come “bambù della fortuna”, questa pianta è spesso associata a prosperità e buona sorte nel Feng Shui. Il suo stelo snello e le foglie rigogliose simboleggiano crescita e abbondanza. Secondo la tradizione, posizionare il bambù fortunato nella parte sud-est della tua casa può aiutare a stimolare la prosperità finanziaria. Il Cactus di Natale è una pianta succulenta popolare che fiorisce durante la stagione natalizia. Nel Feng Shui, è associata alla gioia e alla felicità. Le sue vibranti fioriture colorate portano un’energia positiva alla tua casa e possono aiutare a creare un’atmosfera di festa e celebrazione.


La Zampa d’Elefante e a destra La Pianta del Dollaro Cinese
La Pianta del Denaro è conosciuta anche come “pianta del dollaro cinese”, ed è associata alla ricchezza e all’abbondanza nel Feng Shui. Le sue rotonde foglie verdi simboleggiano monete d’oro e sono considerate ottime per attirare prosperità finanziaria. Posiziona la pianta del denaro nella parte sud-est della tua casa per massimizzare i suoi effetti positivi. La Zampa d’elefante ha le foglie simili a una chioma di capelli e il tronco rigido e robusto, è una pianta resistente e facile da curare che porta una vibrazione positiva alla tua casa. Nel Feng Shui, questa pianta è associata alla stabilità e alla protezione. Posizionala vicino all’ingresso principale della tua casa per proteggere la tua casa e la tua famiglia dalle energie negative.
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Animali
Il gatto di Pallas fotografato per la prima volta sull’Himalaya: la scoperta del Wwf India a quasi 5mila metri di quota
Con 136 fototrappole piazzate in aree impervie, gli studiosi hanno documentato per la prima volta la presenza del gatto di Pallas a quell’altitudine, insieme a leopardi e gatti selvatici. Una conferma della straordinaria ricchezza dell’Himalaya orientale.

Sguardo magnetico, corpo compatto, abitudini elusive. Il gatto di Pallas, o Otocolobus manul, è considerato uno dei felini più misteriosi al mondo. Fotografarlo in natura è già un evento raro, immortalarlo a quasi 5mila metri sull’Himalaya è stata un’impresa che segna un nuovo capitolo nella ricerca sulla fauna selvatica. A riuscirci è stato il Wwf India, durante un monitoraggio nell’Arunachal Pradesh, al confine con Bhutan e Tibet.
L’indagine, parte del progetto internazionale Reviving Trans-Himalayan Rangelands, ha richiesto mesi di lavoro e la collaborazione delle comunità locali. Tra luglio e settembre 2024 sono state installate 136 fototrappole in 83 località diverse, sparse su oltre duemila chilometri quadrati nei distretti di West Kameng e Tawang. Strumenti lasciati attivi per otto mesi, affrontando meteo estremo, lunghe marce e territori difficili da raggiungere.
Il risultato ha sorpreso anche gli esperti. Non solo la prima immagine del gatto di Pallas in India nordorientale, ma anche l’avvistamento di altri cinque felini: il leopardo delle nevi, il leopardo comune, il leopardo nebuloso, il gatto leopardo e il gatto marmorizzato. Tutti registrati a quote record, oltre i 4.200 metri. «Questi dati aprono nuove prospettive per lo studio della biodiversità himalayana», ha commentato Taku Sai, project officer del Wwf India.
La spedizione ha permesso inoltre di documentare nuovi primati di altitudine: 4.600 metri per il leopardo comune, 4.650 per il nebuloso, 4.326 per il gatto marmorizzato. Accanto ai predatori, anche specie sorprendenti come il gufo dei boschi dell’Himalaya e lo scoiattolo volante dalla testa grigia.
Le fototrappole hanno catturato pure momenti di vita quotidiana dei pastori Brokpa e dei loro greggi, testimoniando una convivenza millenaria tra comunità umane e animali selvatici. Una convivenza fragile, ma ancora possibile.
«La presenza del gatto di Pallas nell’Arunachal Pradesh ci ricorda quanto poco conosciamo delle alte vette himalayane», ha sottolineato Rishi Kumar Sharma, responsabile del Programma Himalaya del Wwf India. «Un paesaggio che ospita leopardi delle nevi, gatti selvatici e comunità pastorali è un patrimonio unico, da proteggere con urgenza».
Per Shri Ngilyang Tam, del Dipartimento Forestale locale, la scoperta è «una pietra miliare» che riafferma lo Stato come hotspot globale di biodiversità e ribadisce l’urgenza di investire in ricerca e conservazione.
L’Himalaya si conferma così non solo tetto del mondo, ma rifugio segreto di una ricchezza naturale che chiede attenzione e tutela.
Cucina
Riccardo Giraudi: «Vent’anni di Beefbar. E a Parigi ho fatto mangiare pesto con aglio a Rihanna»
Dal Black Angus “troppo caro” a un impero da 40 ristoranti. L’imprenditore genovese racconta aneddoti, sfide e successi del suo brand globale.

Ha trasformato una carne da intenditori in un marchio globale, portando la bistecca nell’Olimpo del lusso. Riccardo Giraudi, genovese di nascita e cosmopolita per vocazione, celebra i vent’anni del Beefbar, catena che oggi conta quaranta insegne sparse in tutto il mondo, da Monaco a Parigi, da Milano a New York.
«Monaco è stata l’origine, Parigi straordinaria, New York una sfida vinta. Ma la città che mi ha dato più soddisfazioni resta Milano», racconta con orgoglio. E nel ripercorrere il cammino che l’ha portato a reinventare il concetto di steakhouse, Giraudi non dimentica gli aneddoti che hanno fatto la differenza. «L’anno scorso, a Parigi, stavo aprendo Zeffirino, lo storico ristorante genovese che Frank Sinatra rese celebre negli anni Sessanta. È arrivata Rihanna, ha chiuso il locale per un after show privato. Ha mangiato pesto, quello classico con l’aglio, e A$AP Rocky, il suo fidanzato, è sceso in cucina perché non ci credeva. Si è messo a cucinarlo lui stesso. Un momento surreale e bellissimo».
Per lui, che si definisce un «eretico» della ristorazione, la chiave è stata ribaltare le regole: «Quando ho cominciato, il Black Angus era considerato troppo caro per il mercato. Io ho deciso di farne un’esperienza. Il Beefbar non è solo carne: è un modo di vivere, un viaggio tra lusso e convivialità».
Un brand che ha saputo attraversare mode e sfide. Dai prezzi discussi al confronto con i trend veg, Giraudi non si è mai tirato indietro. «Non serve inventarsi storytelling quando un marchio ce l’ha già. Mi piace risvegliare belle addormentate come Zeffirino, che hanno un’eredità forte. È più difficile che creare da zero, ma molto più affascinante».
Oggi i suoi ristoranti attraggono celebrity, imprenditori e gourmand di mezzo mondo. E il futuro? «Continuare a crescere senza perdere autenticità. La carne resta il cuore, ma l’esperienza è ciò che fa davvero la differenza».
Società
Dress code a scuola: no hot pants, jeans strappati e unghie lunghe. I presidi diventano stylist
Camicie hawaiane sì, shorts e top no. Docenti e bidelli inclusi nei divieti. Vietati anche piercing, tacchi a spillo e cappellini in aula

Altro che libri e quaderni: il primo giorno di scuola in Italia comincia con il regolamento sugli abiti. Tre parole ricorrono in tutte le circolari: “sobrio, decoroso, consono”. A Taormina hanno persino stampato un depliant con disegni e figurini: via libera a t-shirt, polo, felpe, camicie di flanella e persino il tuxedo; croce rossa su shorts, minigonne, reggiseni sportivi e jeans strappati.
Il messaggio è chiaro: la scuola non è una passerella e nemmeno una spiaggia. Ad Ugento il divieto vale pure per professori, segretarie e bidelli: tutti devono dare l’esempio, «perché il rispetto dell’istituzione passa anche dall’abbigliamento». A Pisa, al liceo Matteotti, stop totale: vietati pantaloncini e top “di qualsiasi misura e lunghezza”. A Firenze, invece, la preside del Giovanni da San Giovanni concede la deroga estiva: pantaloni corti sì, ma solo fino al ginocchio.
In palestra la lista dei no si allunga: niente collane, orologi e spille, meglio togliere persino gli occhiali da vista. A Pomigliano d’Arco bandite zeppe e tacchi vertiginosi «per motivi di sicurezza in caso di evacuazione». A Partinico è vietato mostrare piercing sull’ombelico o sfoggiare unghie a stiletto; a Varese, addirittura, la lunghezza massima è fissata a mezzo centimetro.
Poi c’è il capitolo cappelli: banditi cappucci e berretti in classe, per lasciare il volto scoperto ed evitare l’uso di cuffiette nascoste. Eccezioni ammesse solo per motivi religiosi o di salute.
Chi controlla? «Tutto il personale scolastico», spiegano a Civitavecchia. Le sanzioni vanno dalla nota sul registro fino all’allontanamento, come accade a Siracusa, dove la preside chiarisce: «Non è questione di centimetri di pelle scoperta, ma di rispetto del contesto».
La regola insomma resta la stessa, da Nord a Sud: niente look da spiaggia, niente passerelle. L’unica eccezione? Chi ha il braccio ingessato può indossare la canotta. Gli altri, tutti in fila con t-shirt e jeans integri.
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