Lifestyle
La Barbie che non ti aspetti!
Miss Barbara Millicent Roberts è tra le 100 donne più influenti al mondo che aiutano a sognare in grande. Classificata come la figura numero 100 in una lista simbolica di persone che hanno definito un anno, un riconoscimento per l’impatto culturale e per la sua influenza negli anni.

Barbie è più di una semplice bambola
Icona culturale che ha plasmato l’immaginazione di generazioni di bambini in tutto il mondo, da decenni, Barbie ha definito gli standard di bellezza, moda e aspirazione, diventando uno dei giocattoli più venduti al mondo e guadagnandosi un posto di rilievo nel cuore di milioni di persone.
Posto simbolico
Il suo status di giocattolo iconico l’ha resa una candidata appropriata per un riconoscimento simbolico pubblicato su Forbes Italia. Nel corso degli anni, Barbie ha assunto numerosi ruoli e identità, interpretando carriere, stili di vita e ruoli sociali che riflettono l’evoluzione della società.
Alter ego
Da dottoressa a ballerina, da astronauta a principessa, Barbie ha incarnato una vasta gamma di professioni e passioni, offrendo ai bambini l’opportunità di esplorare una varietà di aspirazioni e identificarsi con la bambola in modi diversi, a seconda dei loro interessi personali.
Lo posso fare anche io!
La versatilità di Barbie incoraggia i bambini a sognare in grande e a immaginarsi in ruoli diversi, senza limiti alle loro ambizioni. Attraverso il gioco immaginativo con Barbie, i bambini sviluppano fiducia in se stessi, coltivano l’ambizione e aprono la porta a un futuro ricco di possibilità.
Mattel, l’azienda che produce Barbie, continua a innovare e aggiornare la linea di bambole per mantenerla rilevante e attraente per le nuove generazioni. In sintesi, Barbie non è solo una bambola, ma un simbolo di possibilità e ispirazione per i bambini di tutto il mondo.
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Lifestyle
Attenzione a Love bombing! Quando “l’amore” è solo una trappola
Dietro un’apparente pioggia di attenzioni, si nasconde una delle forme più subdole di manipolazione emotiva. Scopriamo cos’è davvero il love bombing, come riconoscerlo nelle relazioni e come liberarsi da questo ciclo tossico

Ti sommerge di affetto, ti copre di regali, ti riempie di messaggi e complimenti: all’inizio sembra amore puro, travolgente, quasi cinematografico. Ma quando qualcosa inizia a sembrare “troppo” e il disagio cresce, forse non si tratta d’amore. Si chiama love bombing, e non ha nulla a che fare con i sentimenti sani: è una forma di manipolazione affettiva, spesso messa in atto da persone con tratti narcisistici o fortemente insicuri, che cercano controllo attraverso l’illusione dell’amore perfetto.
Il love bomber non ama davvero, ma conquista, seduce e intrappola. Il suo obiettivo è creare dipendenza emotiva attraverso un’escalation di attenzioni, regali e promesse premature, che spesso vengono scambiate per romanticismo. Tutto avviene nella fase iniziale della relazione, quella in cui la vittima, ancora vulnerabile, viene “colpita” da un entusiasmo fuori misura. Si tratta di una vera e propria strategia, che si evolve in quattro fasi principali: idealizzazione, svalutazione, abbandono (ghosting) e ricattura.
Nella prima fase, la persona viene idolatrata. Gesti e parole sono sproporzionati al tipo di legame reale: regali lussuosi, dichiarazioni d’amore eccessive, contatto costante. Poi, improvvisamente, tutto cambia. Il manipolatore si raffredda, diventa critico, distante. Inizia la svalutazione, in cui la vittima cerca disperatamente di “riconquistare” l’amore iniziale. Segue il ghosting: silenzi, sparizioni, mancate risposte. Ma non finisce qui: spesso il ciclo si riavvia, quando il manipolatore riappare e tutto ricomincia da capo.
Il termine love bombing fu coniato negli anni ’70 da una setta religiosa americana, ma la psicologia moderna lo ha adottato per descrivere dinamiche tossiche nelle relazioni sentimentali. Margaret Singer, psicologa statunitense, definì il fenomeno come una forma vincolante di plagio emotivo.
Chi adotta queste dinamiche? Spesso persone con bassa autostima, bisogno di approvazione e incapacità di stabilire connessioni sane. Dall’altra parte, le vittime sono spesso empatiche, sensibili e, talvolta, attraversano momenti di fragilità personale.
Come uscirne? Il primo passo è riconoscere la manipolazione. Non si tratta di amore, ma di controllo. Interrompere la relazione, anche se doloroso, è fondamentale. La terapia può aiutare a ricostruire l’autostima, a comprendere perché si è stati vulnerabili a questo tipo di legame e a riscrivere i propri confini emotivi.
Amare non significa invadere, esagerare, affascinare a tutti i costi. L’amore autentico ha un ritmo equilibrato, fatto di rispetto reciproco, spazio, ascolto e tempo. Quando qualcosa ci travolge troppo in fretta, forse non ci sta amando… ma cercando di dominarci.
Libri
Reese Witherspoon debutta come scrittrice: “Gone Before Goodbye”, il thriller medico che ispira le nuove generazioni
L’attrice premio Oscar firma il suo primo romanzo insieme al maestro del giallo Harlan Coben. Ambientato tra ospedali militari e intrighi internazionali, il libro celebra la determinazione e il coraggio delle donne nella scienza e nella vita.

Reese Witherspoon torna a sorprendere il pubblico, ma questa volta non lo fa davanti alla macchina da presa. L’attrice statunitense, premio Oscar per Walk the Line e icona del cinema femminile contemporaneo, ha presentato il suo primo romanzo, Gone Before Goodbye, scritto a quattro mani con Harlan Coben, autore di oltre 80 milioni di copie vendute nel mondo.
Il libro, un thriller ambientato nel mondo della medicina e dell’esercito, racconta la storia di Maggie McCabe, una brillante chirurga militare che si ritrova suo malgrado coinvolta in una rete di corruzione internazionale tra oligarchi russi e cliniche private di lusso.
L’opera è stata svelata in anteprima durante Shine Away, il summit di due giorni organizzato da Hello Sunshine, la società di produzione fondata dalla stessa Witherspoon nel 2016 e dedicata a promuovere storie di donne forti, autentiche e ispiratrici.
Un debutto letterario ispirato alla famiglia
Dietro l’idea di Gone Before Goodbye c’è un legame profondo con la vita personale dell’attrice. “Il personaggio di Maggie è un omaggio ai miei genitori”, ha raccontato Witherspoon sul palco del summit.
“Mio padre era medico, mia madre infermiera, e per i primi cinque anni della mia vita ho vissuto in una base militare in Germania. A casa nostra passavano solo dottori e infermiere, e le loro conversazioni ruotavano sempre intorno a interventi, diagnosi e vite salvate.”
Una quotidianità che, pur lontana dal glamour di Hollywood, ha lasciato un’impronta indelebile.
“Da bambina volevo diventare chirurgo. Ho sempre ammirato la calma e la concentrazione dei medici, il loro modo di reagire nelle situazioni di emergenza. Questo libro è, in un certo senso, un modo per tornare a quella parte della mia infanzia.”
Due anni e mezzo di lavoro e la collaborazione con Harlan Coben
L’idea del romanzo è nata oltre due anni e mezzo fa, ma la sceneggiatura definitiva ha preso forma solo dopo l’incontro con Coben, autore di thriller di successo come The Stranger e The Woods.
“Harlan è un maestro nel costruire tensione e ritmo. Io avevo la visione del personaggio e del mondo medico, lui ha dato alla trama la struttura di un vero giallo,” ha spiegato l’attrice.
Secondo Coben, la scrittura di Witherspoon “ha la freschezza e l’intensità di chi sa raccontare la complessità umana”. “È stato un lavoro a quattro mani molto naturale — ha raccontato —, Reese ha portato profondità e autenticità alle parti più emotive della protagonista.”
Un messaggio di empowerment femminile
Oltre al mistero e all’adrenalina tipici del genere, Gone Before Goodbye è anche un racconto di resilienza e autodeterminazione femminile. Maggie McCabe, la protagonista, è un personaggio complesso: madre, chirurga, soldato e donna che non si arrende davanti all’ingiustizia.
“Spero che questo libro ispiri molte bambine a diventare chirurghi,” ha dichiarato Witherspoon, “proprio come Legally Blonde ha spinto tante ragazze a iscriversi a Giurisprudenza dopo aver visto Elle Woods credere in sé stessa.”
La scelta di ambientare la storia nel mondo della medicina militare non è casuale: “Volevo mostrare il lato umano e fragile di chi salva vite ogni giorno, anche quando è spezzato dentro.”
Un nuovo capitolo per l’attrice imprenditrice
Con questo debutto letterario, Reese Witherspoon consolida la sua evoluzione da attrice a narratrice e produttrice di contenuti femminili di qualità. La sua società Hello Sunshine, già dietro successi come Big Little Lies, The Morning Show e Daisy Jones & The Six, ha confermato che il romanzo diventerà presto una serie televisiva, prodotta per una grande piattaforma streaming.
Non è difficile immaginare la stessa Witherspoon nei panni della protagonista, ma per ora l’attrice sorride e lascia intendere che la scelta del cast “sarà una sorpresa”.
Gone Before Goodbye uscirà negli Stati Uniti a fine ottobre 2025, pubblicato da Crown Publishing Group, e sarà tradotto in oltre 20 lingue entro la fine dell’anno.
Una nuova avventura per un’artista che, dopo aver raccontato donne forti sullo schermo, ora le porta anche sulla pagina.
“Le storie ci cambiano, ci danno coraggio,” ha concluso Witherspoon. “E spero che Maggie McCabe possa fare lo stesso con chi leggerà la sua.”
Tech
Quando l’intelligenza artificiale prende corpo: cosa significa e cosa cambia per noi
Robot, droni e macchine “intelligenti” stanno entrando sempre di più nella vita quotidiana. L’intelligenza artificiale incarnata, o “embodied AI”, promette grandi aiuti ma porta anche nuove domande su sicurezza, privacy e responsabilità.

Immaginate un robot che porta la spesa a casa, un drone che consegna i pacchi o un braccio meccanico che aiuta un chirurgo in sala operatoria. Tutto questo è reso possibile da una nuova forma di intelligenza artificiale chiamata AI incarnata (“embodied AI”), cioè un’intelligenza artificiale che non resta ferma dentro un software, ma che ha anche un corpo — un robot, una macchina, un dispositivo — con cui può interagire con noi e con l’ambiente.
Fino a pochi anni fa sembrava qualcosa da film di fantascienza, ma oggi non lo è più. Già in molte fabbriche i robot lavorano accanto agli operai, i droni vengono usati dai pompieri per cercare persone durante gli incendi o da agricoltori per controllare i campi. In Giappone, alcuni robot assistono gli anziani, portano medicine o aiutano a muoversi in casa.
I vantaggi: più comodità e più aiuto nelle difficoltà
L’AI incarnata potrebbe semplificare la vita di tutti i giorni. Pensiamo a un piccolo robot domestico che ricorda di prendere le medicine, o a macchine intelligenti che aiutano nelle faccende pesanti. Nelle emergenze, un drone può raggiungere zone pericolose al posto delle persone, salvando vite. Anche nei lavori di routine, come la logistica e le consegne, queste tecnologie potrebbero rendere tutto più veloce ed efficiente.
Le paure: sicurezza e responsabilità
Naturalmente non ci sono solo vantaggi. C’è anche chi si chiede: “E se un robot si rompe o fa un errore, di chi è la colpa?” Oppure: “Se un drone con telecamera vola sopra casa mia, che fine fanno la mia privacy e i miei dati?” Sono dubbi reali. Per questo motivo, esperti e governi stanno discutendo nuove regole per stabilire limiti e responsabilità.
Un altro timore riguarda il lavoro: se macchine e robot faranno sempre più attività, che fine faranno alcuni mestieri tradizionali? È un tema aperto, che richiede attenzione per non lasciare nessuno indietro.
La necessità di nuove regole
Gli esperti dicono che è il momento di creare leggi e controlli per usare queste tecnologie in modo giusto e sicuro. Proprio come è successo quando sono arrivate le automobili o Internet, serve imparare a convivere con queste novità, proteggendo le persone ma senza bloccare l’innovazione.
Un futuro che ci riguarda tutti
L’AI incarnata non è qualcosa di lontano: riguarda la vita di tutti noi. Dalla sanità ai trasporti, dall’assistenza agli anziani fino alle consegne a domicilio, queste tecnologie cambieranno il nostro modo di vivere. L’importante sarà farlo in modo consapevole, ricordando che dietro le macchine ci devono sempre essere regole chiare e valori umani.
In altre parole: i robot e i droni possono diventare ottimi alleati, ma la responsabilità delle scelte deve rimanere nelle mani delle persone.
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