Lifestyle
Cleptomania, quell’impulso carico di adrenalina
Che cos’è la cleptomania? E’ un disturbo del controllo degli impulsi che porta a rubare oggetti senza una reale necessità.
Nei mesi scorsi si è scritto e letto molto sul fenomeno della cleptomania. Lo scorso mese di aprile il pretesto fu l’episodio che coinvolse Piero Fassino al duty free del Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino. Ma la cleptomania è un fenomeno serio che può sfociare in una vera e propria patologia. Da quando mondo è mondo, infatti, la cleptomania è sempre esistita. E, ne siamo certi, ci sarà anche negli anni a venire.
Che cos’è la cleptomania
Fondamentalmente si tratta di un disturbo del controllo degli impulsi che porta a rubare oggetti senza una reale necessità. È simile ad altri comportamenti compulsivi come lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo e le dipendenze da alcol o droghe. Le persone affette da cleptomania compiono furti in modo ripetitivo e incontrollato, spesso senza avere uno scopo specifico per gli oggetti rubati.
E cosa si ruba? Di tutto un po’
Contrariamente ai ladri comuni, i cleptomani tendono a rubare oggetti di poco valore o addirittura privi di utilità personale. Solitamente prediligono oggetti di piccole dimensioni, facili da nascondere nelle tasche o in borsetta, come rasoi, rossetti o CD. Dopo il furto, alcuni cleptomani accumulano gli oggetti rubati, mentre altri li buttano via o addirittura li restituiscono, poiché ciò che conta per loro è il momento del furto stesso, che provoca una sensazione di piacere e gratificazione.
L’eccitazione del ‘farla franca’
La cleptomania è considerata una patologia che colpisce circa sei persone su mille, con una prevalenza maggiore nelle donne. Di solito si manifesta durante l’adolescenza e può peggiorare in periodi di stress o difficoltà emotive. Le cause esatte della cleptomania non sono ancora completamente comprese dalla psicologia e dagli analisti dell’anima. Alcune scuole di pensiero ipotizzano che possano essere legate a anomalie nei circuiti cerebrali che regolano l’impulsività e a deficit di neurotrasmettitori come la serotonina.
E quindi che fare?
Il trattamento della cleptomania prevede spesso un approccio combinato che include la psicoterapia cognitivo-comportamentale e l’uso di farmaci come stabilizzanti dell’umore, antagonisti oppioidi e antidepressivi serotoninergici. È importante approcciare il problema con comprensione e supporto anziché con accuse o rimproveri, e cercare l’aiuto di uno specialista psichiatra il prima possibile per evitare conseguenze legali e problemi sociali e professionali.
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Cucina
Crema di nocciole fatta in casa: la ricetta genuina per una dolce coccola
Sempre più italiani scelgono alternative casalinghe alle creme spalmabili industriali, spesso troppo ricche di zuccheri e grassi saturi. Preparare in casa una crema di nocciole è semplice, veloce e permette di controllare qualità e ingredienti.
C’è chi la ama sul pane tostato a colazione, chi la usa per farcire dolci o pancake, e chi non resiste a gustarla al cucchiaio: la crema di nocciole è una delle golosità più amate in Italia e nel mondo. Nonostante il mercato proponga decine di versioni industriali, molte famiglie hanno riscoperto il piacere di realizzarla in casa, complice l’attenzione crescente per alimentazione sana e ingredienti naturali.
Il vantaggio principale di una ricetta fai da te è la possibilità di ridurre zuccheri raffinati e grassi idrogenati, prediligendo invece materie prime genuine. Preparare una crema spalmabile casalinga non richiede strumenti professionali: basta un frullatore potente e pochi ingredienti selezionati.
Gli ingredienti della ricetta base
Per ottenere circa 400 grammi di crema di nocciole bastano:
- 200 g di nocciole tostate (meglio se italiane, come le rinomate Tonde Gentili delle Langhe o le Giffoni IGP);
- 100 g di cioccolato fondente (o al latte, a seconda del gusto);
- 40 g di zucchero di canna integrale o dolcificante naturale (come miele o sciroppo d’agave);
- 30 ml di olio vegetale delicato, ad esempio di girasole o nocciola;
- un pizzico di sale per esaltare i sapori;
- facoltativo: un cucchiaino di estratto di vaniglia.
Il procedimento
- Tostare le nocciole: se non sono già pronte, metterle in forno a 170°C per circa 10 minuti, finché la pellicina non si stacca facilmente. Sfregarle con un panno per eliminarla.
- Frullare a lungo: inserire le nocciole nel mixer e tritarle fino a ottenere una pasta cremosa, simile a un burro di frutta secca. Serviranno diversi minuti, intervallando per non surriscaldare le lame.
- Unire cioccolato e zucchero: sciogliere il cioccolato a bagnomaria e aggiungerlo al composto insieme allo zucchero (o al miele), l’olio e un pizzico di sale. Continuare a frullare fino a ottenere una crema liscia.
- Conservazione: trasferire la crema in un vasetto di vetro sterilizzato. Si mantiene in frigorifero per circa due settimane.
I benefici delle nocciole
Oltre al gusto, la crema fatta in casa vanta anche valori nutrizionali più equilibrati. Le nocciole sono ricche di vitamina E, acidi grassi insaturi, magnesio e fibre, utili a proteggere cuore e sistema nervoso. Rispetto alle versioni industriali, una crema artigianale riduce l’apporto di grassi saturi e zuccheri raffinati, evitando additivi e oli tropicali spesso presenti nelle etichette commerciali.
Le varianti più amate
La ricetta può essere personalizzata in base alle preferenze. Chi desidera una versione “light” può ridurre la quantità di cioccolato e zucchero, optando per cacao amaro in polvere. Per una nota gourmet, si può aggiungere cannella, scorza d’arancia o un pizzico di peperoncino. Esistono anche versioni 100% vegane, con cioccolato senza derivati animali e dolcificanti vegetali.
Una scelta sostenibile
Preparare la crema in casa significa anche sostenere le filiere locali: acquistare nocciole italiane, come quelle piemontesi o campane, contribuisce a valorizzare prodotti di eccellenza, riducendo l’impatto ambientale legato alle importazioni.
In un’epoca in cui si cerca sempre più autenticità in cucina, la crema di nocciole fatta in casa diventa non solo un’alternativa più salutare, ma anche un gesto di cura: una coccola che profuma di tradizione e che unisce gusto e consapevolezza.
TikTok Star
Wanna Marchi e Rita De Crescenzo, la nuova “amicizia esplosiva” del web: tra complimenti, tremori e dichiarazioni d’amore
L’incontro tra Wanna Marchi e Rita De Crescenzo ha generato una valanga di commenti: la prima elogia la seconda definendola “una donna straordinaria”, la seconda la guarda come un’icona e confessa di “tremare dentro”. Un siparietto che unisce due mondi lontanissimi e che sta già diventando materiale cult per il gossip italiano.
Ci mancava solo questa, verrebbe da dire. E infatti eccola: l’amicizia che nessuno aveva previsto e che ora tutti commentano. Wanna Marchi e Rita De Crescenzo, due figure diversissime per storia, stile, generazione e traiettoria sociale, si sono incontrate e hanno dato vita a un momento surreale diventato immediatamente virale. Quando si dice: chi si somiglia si piglia.

Wanna Marchi, il sermone della “maestra”
La prima a parlare è Wanna Marchi, che sfodera un messaggio che sembra uscito da un reality parallelo. «Carissima, io non devo insegnarti niente perché tu sei una donna straordinaria così come sei», dice con enfasi da televendita d’altri tempi. Poi rincara: «Parla così, vestiti così, truccati così, ama così come hai sempre amato, perché tutti noi ti amiamo, tutta l’Italia e non soltanto». E per non farsi mancare nulla, aggiunge anche l’Albania: «Io ho casa lì e anche lì ti amano da morire».
Un endorsement che, a modo suo, è già storia.
Rita De Crescenzo, emozionata come davanti a un’icona pop
La risposta di Rita è un misto di stupore, devozione e incredulità. «Maro, ma che roba è questa? Vi giuro, sto vicino a uno spettacolo di donna», dice indicando Wanna come si farebbe con una statua sacra. «Ottantatré anni, guardate qua, tremo dentro… è una mamma, una nonna eccezionale».
Il tono è quello tipico di Rita: spontaneo, teatrale, pieno di meraviglia. E il web, ovviamente, impazzisce.
Il duo che nessuno si aspettava
L’incontro tra le due funziona proprio perché imprevedibile: è la collisione di due personaggi che hanno segnato — in modi molto diversi — l’immaginario pop italiano. Wanna Marchi, con il suo passato controverso e la sua innegabile teatralità, e Rita, che ogni giorno divide l’Italia tra chi la idolatra e chi la critica. Metterle insieme è come accendere un fiammifero vicino a un barile di benzina: inevitabile l’esplosione virale.
Una scena già diventata cult
Clip, meme, battute, remix: il materiale è infinito. I social commentano, ridono, analizzano. E il video dell’incontro si trasforma in nuovo folklore digitale, di quelli che durano più di un trend. Perché quando due personaggi così “larger than life” si incontrano, il risultato non può che essere un piccolo pezzo di storia trash-pop.
Wanna e Rita, nel bene e nel male, sono diventate il nuovo duo da osservare. E questa, sì, è davvero una brutta — o bellissima — storia tutta italiana.
Lifestyle
Reading nook: il rifugio domestico per rallentare e ritrovare sé stessi
L’autunno invita a rallentare. Il “reading nook” è lo spazio domestico che celebra calma, tessuti soffici, tazze fumanti e pagine da sfogliare. Un micro-rifugio facile da ricreare, per ritrovare il piacere del tempo lento, lontano dal rumore digitale.
Il ritorno del tempo lento
Ci sono stagioni che invitano alla corsa, altre che sembrano suggerire il contrario. L’autunno appartiene alla seconda categoria: le giornate si accorciano, l’aria si raffredda, le luci si fanno morbide. In casa nasce il desiderio di un angolo intimo, lontano dal vortice quotidiano. Il reading nook risponde proprio a questo bisogno. Non è un semplice spazio arredato: è una parentesi mentale, un modo per recuperare il ritmo della lettura, del respiro, dei pensieri che si allungano senza fretta.
Una poltrona, un plaid, una luce
La base è semplice e accessibile: una poltrona comoda, profonda, magari in tessuto bouclé o in velluto, tonalità calde come crema, ruggine o tabacco. Accanto, un tavolino basso dove appoggiare una tisana, un bicchiere d’acqua aromatizzata o un libro aperto. Un plaid in lana — morbido, pesante quanto basta — diventa immediatamente promessa di conforto. La luce gioca un ruolo decisivo: no a neon freddi o faretti violenti, sì a lampade da terra con paralume, tonalità calde e intensità regolabile. L’obiettivo è creare un’atmosfera che avvolga, non che illumini tutto.
Dettagli che fanno la differenza
La dimensione sensoriale conta quanto quella visiva. Un tappeto sotto i piedi introduce calore, una candela profumata all’ambra o alla vaniglia orientale accende la memoria emotiva. Una piccola libreria o una pila di volumi selezionati suggerisce che quello è uno spazio di cura. Chi ama il verde può aggiungere una pianta resistente all’ombra, come un pothos o una zamioculcas: la presenza vegetale migliora il tono visivo e mentale. Infine, una coperta extra o un cuscino in lana bouclé completano la scena.
L’angolo in cui stare, non solo passare
Un reading nook non è un arredo di passaggio: è una dichiarazione d’intenti. È l’idea che la casa possa proteggere, rallentare, accogliere. È il luogo dove staccare dai dispositivi, infilarsi in una storia, lasciarsi sorprendere da una pagina. In un’epoca veloce, costruire un micro-rifugio domestico significa scegliere il tempo di qualità. E ricordarsi che, spesso, il lusso più grande è potersi sedere e leggere mentre fuori il mondo corre.
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