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Cocktail & Wine

Cinque cocktail che sanno d’estate (e che puoi preparare anche senza essere un bartender di Ibiza)

Freschi, colorati, spesso più belli da vedere che da bere, i cocktail dell’estate sono molto più di una moda. Raccontano desideri, viaggi immaginari e la voglia di rallentare. Dai classici immortali ai mix più pop, ecco cinque ricette che trasformano ogni sorso in un tramonto sul mare.

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    Ci sono estati che profumano di salsedine, altre di erba appena tagliata, altre ancora di menta pestata. E poi ci sono quelle che si ricordano per un solo sorso: ghiacciato, fruttato, leggermente alcolico e tremendamente rilassante. Sì, stiamo parlando di cocktail estivi, piccoli elisir di felicità serviti con una fettina d’arancia, una cannuccia storta e, a volte, pure un ombrellino kitsch che fa subito vacanza.

    Ecco allora cinque cocktail da tenere a portata di mano, o meglio di shaker. Facili, veloci e con quel gusto di libertà che solo luglio riesce a dare.

    1. Spritz: il re delle terrazze italiane
    Lui non ha bisogno di presentazioni. Aperol, prosecco, una spruzzata di soda e via. Da Nord a Sud, è il brindisi che mette d’accordo tutti. Perfetto alle 18, accettabile fino alle 20. Dopo… sei fuori tempo massimo, ma chi se ne importa?

    2. Mojito: Cuba in un bicchiere
    Rum bianco, zucchero di canna, lime, menta fresca e soda. Il mojito è il cocktail dell’estate per eccellenza: rinfrescante, un po’ tropicale, un po’ rivoluzionario. Bevetelo mentre cercate parcheggio a Riccione e vi sentirete a L’Avana.

    3. Gin tonic: minimal ma con stile
    Due soli ingredienti, ma infinite varianti. La base è sempre la stessa: gin e acqua tonica. Ma puoi giocarci: cetriolo, pepe rosa, rosmarino, scorze d’agrumi. È il drink perfetto per chi vuole sembrare sofisticato, anche se indossa le Crocs.

    4. Moscow Mule: lo zingaro della compagnia
    Servito nel classico boccale di rame, unisce vodka, ginger beer e lime. Spesso sottovalutato, il Moscow Mule è il cocktail che non ti aspetti: pungente, dissetante, perfetto per chi ama il brivido (e le bollicine).

    5. Hugo: la rivincita dei fiori
    Arrivato dal Tirolo qualche anno fa, è diventato il cocktail delle nonne alla moda. Prosecco, sciroppo di sambuco, soda e menta. Dolce, floreale, delicato. Lo ordini e ti senti immediatamente in un bistrot in Alto Adige a parlare di marmellate biologiche.

    Insomma, basta poco per accendere l’atmosfera. Un tagliere di salumi, la playlist giusta e il cocktail perfetto. Perché l’estate, in fondo, è una questione di ghiaccio che tintinna nel bicchiere, risate che salgono e una luce arancione che filtra tra le tende. E se poi il drink ti riesce un po’ annacquato… pazienza: sarà colpa del caldo.

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      Aperitivi solidi, affumicati e da mangiare col cucchiaino: le nuove mode da happy hour (che fanno anche un po’ ridere)

      C’è chi lo serve in forma di mousse, chi lo affumica sotto campane di vetro, chi lo trasforma in spume salate al gusto di Negroni. Il confine tra food design e baracconata è sempre più sottile. Ma tanto basta che sia Instagrammabile.

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      Aperitivi solidi, affumicati e da mangiare col cucchiaino: le nuove mode da happy hour (che fanno anche un po’ ridere)

        Altro che noccioline e patatine. L’aperitivo dell’estate 2025 ha cambiato forma, consistenza e perfino temperatura. Oggi si gusta con il cucchiaino, si addenta con forchettine d’argento o si scopre sollevando una campana di vetro piena di fumo aromatico. E no, non è una gag.

        Il nuovo mantra dei locali di tendenza è: trasformare il drink in un’esperienza multisensoriale. Tradotto: al posto del cocktail ti arriva un cubo gelatinizzato di Campari e vermouth, servito su un piattino minimal. Lo mordi e… boh. Forse è buono. Sicuramente è strano.

        A Milano c’è chi propone il “Gin Tonic destrutturato”: gin in spuma, tonic in cialda, limone in vapore. A Torino impazza il “Martini solido” servito su cucchiaini di acciaio criogenico. E a Roma, zona Pigneto, l’ultima ossessione è il “Negroni affumicato ai legni di arancia amara”, presentato sotto vetro come fosse una reliquia. L’idea è geniale. Il gusto un po’ meno.

        Ovunque, l’aperitivo è diventato un ibrido tra cucina molecolare e teatro sperimentale. Meno bevi, più guardi. Meno chiacchieri, più filmi. E soprattutto: più paghi. Un cocktail solido, oggi, può costarti anche 14 euro. Ma vuoi mettere la soddisfazione di dire “me lo sono mangiato”?

        Gli chef-bartender, nel frattempo, si atteggiano a stregoni del gusto, mescolando alcolici con agar-agar, aria di basilico e fumo di ginepro. I clienti si dividono tra chi finge entusiasmo e chi, segretamente, sogna un prosecchino con due olive.

        Eppure la moda dilaga. Perché l’aperitivo, ormai, è un contenuto. Deve stupire, scioccare, spiazzare. Anche se poi, quando esci dal locale, l’unico pensiero è: “Mi fermo al bar sotto casa per un bianco fermo”.

        Ma va bene così. L’estate è anche questo: esperimenti, sorrisi tirati, e cocktail che ti guardano mentre li guardi.

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          A Pavia il panino è social (ma senza social): se posi il telefono, ti offrono da bere

          Nel cuore di Pavia, tra il Ponte Coperto e le strade che hanno fatto da sfondo agli 883, c’è un locale che ha deciso di sfidare l’ossessione per lo smartphone: chi lo mette via, riceve un drink in omaggio. Un’idea semplice e geniale di Giuseppe Dabbene, fondatore di Miccone, che oltre a recuperare l’antico pane pavese, invita i clienti a riscoprire la bellezza della conversazione faccia a faccia.

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            A Pavia il tempo sembra essersi fermato tra le melodie di Hanno ucciso l’uomo ragno e le passeggiate sul Ponte Coperto, sotto il quale Max Pezzali e Mauro Repetto hanno lasciato tracce indelebili della loro provincia sonora. E proprio lì, dove la nostalgia incontra la modernità, dal 2014 c’è un locale che ha deciso di riportare in auge un’usanza quasi dimenticata: chiacchierare senza distrazioni. Il tutto accompagnato da una missione gastronomica altrettanto nobile: ridare dignità al miccone, l’antico pane pavese.

            Il miccone, il pane della tradizione che torna protagonista

            Parliamo di un pane bianco dalla forma generosa, pensato per durare a lungo e sfamare intere famiglie in campagna. Crosta dorata e robusta, mollica morbida ed elastica: un prodotto della tradizione pavese che negli anni ha rischiato di finire nel dimenticatoio, se non fosse stato per alcuni visionari. Tra questi, il signor Dado, storico barista di Borgo Ticino, che già negli anni ‘60 lo serviva a fette farcite nel suo locale. Ma è stato Giuseppe Dabbene a trasformarlo in un simbolo contemporaneo, costruendoci intorno un intero brand.

            Giuseppe Dabbene e il progetto Miccone: tra tradizione e innovazione

            Dabbene, classe 1988, ha un passato accademico in Giurisprudenza e Management tra Pavia e Londra, ma il richiamo delle origini è stato più forte. Nel 2014 ha rilevato il vecchio bar di famiglia con un’idea ben precisa: valorizzare il patrimonio gastronomico locale. Il miccone è diventato così il cuore pulsante del suo progetto: tagliato a fette sottili, tostato e ripiegato a metà per accogliere farciture che spaziano dai classici salumi pavesi fino a contaminazioni internazionali come salmone e avocado.

            La sua avventura è arrivata perfino a Londra, dove ha lanciato un food truck a tema miccone, salvo poi dover rinunciare a causa della Brexit. Ma la storia non finisce qui: nel 2022 ha aperto un secondo locale nel centro di Pavia, sotto il Duomo, consolidando la sua idea di cucina di qualità radicata nel territorio.

            Ciciaruma: il giovedì del “posi il telefono, bevi gratis”

            Ma Miccone non si limita alla gastronomia. Dabbene ha deciso di rilanciare anche il valore del dialogo con Ciciaruma (in dialetto pavese: “chiacchieriamo”), un’iniziativa che ogni giovedì sera premia chi rinuncia alla schiavitù dello smartphone. La dinamica è semplice quanto rivoluzionaria: all’ingresso, i clienti possono consegnare il telefono in un’apposita cassetta e, in cambio, ricevono un drink omaggio.

            L’idea nasce da una riflessione sull’iperconnessione e sulla difficoltà crescente di godersi una serata senza lo schermo in mano. “Volevamo ricreare quell’atmosfera dei bar di provincia dove si parla, si ride, si discute, senza continue notifiche a interrompere il momento”, spiega Dabbene. “E abbiamo pensato che offrire un drink potesse essere il giusto incentivo per provare”.

            Un drink per riscoprire la convivialità

            A suggellare questa filosofia è anche la scelta del drink omaggio: una Biova, birra artigianale chiara prodotta con il pane di Pavia. Un altro piccolo tassello nella missione di Miccone di unire sapori autentici e socialità genuina.

            E così, tra un sorso e una chiacchiera, il giovedì pavese si trasforma in un ritorno alle origini: niente selfie, niente stories, solo parole vere. Una scommessa che sembra funzionare, perché, diciamocelo, una serata senza notifiche, ma con un buon panino e una birra fresca, può valere più di mille like.

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              Cocktail & Wine

              Cin cin con Shirley Temple: la star degli analcolici dal cinema alla tavola

              La prossima volta che desideri un momento di dolcezza e freschezza, non dimenticare di ordinare un cocktail Shirley Temple. La sua storia ricca di fascino e il suo sapore delizioso lo rendono un’opzione perfetta per tutte le occasioni. E mentre lo gusti, immergiti nella magia del cinema e della vita glamour di Hollywood, un sorso alla volta.

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                Se c’è una bevanda che incarna l’essenza della dolcezza e dell’eleganza, è sicuramente il famoso cocktail Shirley Temple. Questa delizia analcolica ha una storia affascinante, che affonda le sue radici nel glamour di Hollywood e nella magia dei film degli anni ’30.

                L’origine del nome

                Ma chi era Shirley Temple e perché un cocktail prende il suo nome? Beh, Shirley Temple era una celebre attrice bambina durante l’epoca d’oro di Hollywood, nota per il suo sorriso contagioso e il suo talento innato. Durante le riprese dei suoi film, Shirley preferiva bere bevande analcoliche per rimanere al top della forma. Il cocktail che porta il suo nome è stato creato appositamente per lei nei ristoranti di lusso di Hollywood, per permetterle di sentirsi una vera star anche dietro al bicchiere.

                La ricetta perfetta

                Ma cosa rende così speciale questo cocktail? La sua semplicità e la sua freschezza sono sicuramente parte del suo fascino. Ecco la ricetta classica:

                Ingredienti:

                • 120 ml di ginger ale o sprite
                • 30 ml di succo di limone o lime
                • 15 ml di sciroppo di granatina
                • Ghiaccio
                • Fetta di limone o ciliegina per decorare

                Preparazione:

                1. Riempire un bicchiere alto con il ghiaccio.
                2. Versare il succo di limone o lime nel bicchiere.
                3. Aggiungere lo sciroppo di granatina.
                4. Completare con ginger ale o sprite.
                5. Mescolare delicatamente.
                6. Decorare con una fetta di limone o una ciliegina.

                Il fascino del rosso

                Uno degli elementi distintivi del cocktail Shirley Temple è il suo caratteristico colore rosso rubino, grazie allo sciroppo di granatina. Questo rende la bevanda non solo deliziosa al palato, ma anche uno spettacolo per gli occhi. Servito in un bicchiere alto con una fetta di limone o una ciliegina come decorazione, il cocktail Shirley Temple trasforma qualsiasi occasione in un’esperienza elegante e divertente.

                Dal cinema alla tavola

                Negli anni, il cocktail Shirley Temple ha lasciato il set cinematografico per conquistare il cuore e il palato di persone di tutte le età in tutto il mondo. È diventato un’icona della cultura pop, un simbolo di spensieratezza e allegria. Dai compleanni ai matrimoni, dai brunch estivi alle feste di Capodanno, il cocktail Shirley Temple è sempre il benvenuto, pronto a sollevare il morale e a creare ricordi indimenticabili.

                Una bevanda senza tempo

                Così, mentre sollevi il tuo bicchiere di Shirley Temple, ricorda che stai assaporando non solo una bevanda, ma una parte della storia di Hollywood e della magia dei film d’epoca. Questo cocktail senza tempo ci ricorda che anche le cose più semplici possono portare gioia e divertimento nelle nostre vite.

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