Cocktail & Wine
La ricetta originale dello Spritz: storia e preparazione di un cocktail italiano
Lo spritz è più di un semplice cocktail; è un rito sociale che celebra il piacere di stare insieme e godersi la vita. La sua storia ricca e la sua semplicità lo rendono perfetto per qualsiasi occasione. Ora che conosci le sue origini e la ricetta originale, non ti resta che prepararlo e gustarlo in compagnia!
Lo spritz è uno dei cocktail più iconici e amati d’Italia, simbolo dell’aperitivo per eccellenza. Originario del Nord-Est, questo drink ha conquistato il mondo con il suo sapore fresco e leggero, diventando un must per gli amanti dell’happy hour. Scopriamo insieme le origini dello spritz, chi lo ha creato e come prepararlo secondo la tradizione.
Le origini dello Spritz
Lo spritz ha radici profonde nel Veneto, risalenti al XIX secolo, durante l’occupazione dell’Impero Austro-Ungarico. I soldati austriaci, trovando il vino locale troppo forte per i loro gusti, cominciarono ad allungarlo con acqua frizzante, creando una bevanda leggera chiamata “spritz,” dal verbo tedesco “spritzen,” che significa spruzzare.
L’evoluzione del cocktail
Nel corso degli anni, la ricetta dello spritz si è evoluta. Negli anni ’20 e ’30, con l’introduzione di soda e sifoni, lo spritz ha iniziato a prendere la forma moderna che conosciamo oggi. L’aggiunta di aperitivi come il Select, l’Aperol o il Campari ha dato vita a diverse varianti regionali, rendendolo un cocktail versatile e personalizzabile.
Chi ha creato lo Spritz?
Non esiste un unico creatore dello spritz, poiché si tratta di una bevanda nata dalla tradizione popolare. Tuttavia, il moderno Aperol Spritz, una delle versioni più famose, è stato promosso da Luigi e Silvio Barbieri, che nel 1919 a Padova crearono l’Aperol. Negli anni ‘50, il cocktail cominciò a diffondersi grazie anche alla pubblicità e ai bar che lo proponevano come aperitivo.
Come deve essere fatto: la ricetta originale
La ricetta originale dello spritz è semplice e richiede pochi ingredienti, ma deve essere preparata con attenzione per rispettare la tradizione. Ecco la ricetta classica:
Ingredienti:
- 3 parti di prosecco
- 2 parti di Aperol (o Campari, per una versione più amara)
- 1 parte di soda (acqua frizzante)
- Ghiaccio
- Fetta d’arancia per guarnire
Preparazione:
- Preparazione del bicchiere: Riempire un bicchiere old-fashioned o un calice da vino con ghiaccio fino a metà.
- Versare gli Ingredienti: Versare il prosecco nel bicchiere.
- Aggiungere l’Aperol: Aggiungere l’Aperol (o il Campari).
- Completare con la soda: Aggiungere un tocco di soda per completare.
- Mescolare delicatamente: Mescolare delicatamente con un cucchiaino da bar per amalgamare gli ingredienti senza far perdere le bollicine.
- Guarnire: Guarnire con una fetta d’arancia.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Cocktail & Wine
La nuova moda dei locali dove si beve solo analcolico
Atipico: il bar di Settimo Torinese che rivoluziona il concetto di aperitivo Nientealcol, solo cocktail alternativi. Ecco come Davide Piastra ha trasformato la sua attività in un successo senza alcol.
«Vorremmo due Negroni», «Qui non li facciamo, non serviamo alcol ma abbiamo dei cocktail alternativi». Questo è l’incipit di una storia unica: quella di Atipico, il bar inaugurato da Davide Piastra a Settimo Torinese, dove l’alcol è bandito. In un’epoca dove i temperance bar stanno prendendo piede all’estero, Piastra ha deciso di portare questo concetto in Italia, rivoluzionando l’approccio al bere. Ma dietro questa scelta non c’è solo innovazione, c’è anche una profonda fede e una storia di imprenditorialità.
La scelta di eliminare l’alcol
Davide Piastra, insieme ai suoi collaboratori, ha deciso di abbandonare i superalcolici a favore di cocktail rivisitati con vini, prosecchi e liquori dealcolati. «Non posso fare del male a me e agli altri. Dare dell’alcol significa danneggiare l’altro e chi gli sta intorno», spiega Piastra, che nel 2019 si è convertito all’Islam. Da qui è iniziato il suo percorso verso un locale completamente alcohol-free, una rarità in Italia.
Un progetto di innovazione
Il percorso di Davide nel mondo della ristorazione inizia oltre vent’anni fa. Dopo anni di lavoro con cocktail ad alta gradazione, ha deciso di fare un cambio radicale. «Quando oggi propongo questo prodotto so cosa bevevi prima e cosa ti sto dando adesso», dice con sicurezza. I cocktail di Atipico, fatti con prodotti dealcolati, offrono un’esplosione di sapori che l’alcol solitamente copre. La ricerca continua di ingredienti e lo studio per migliorare le bevande sono alla base del successo del bar.
L’importanza della fede
Per Davide, la scelta di non servire alcol è anche una questione di fede. Dopo la sua conversione all’Islam, ha sentito il bisogno di allineare il suo lavoro ai suoi principi. «Non c’è un obbligo religioso in tal senso, ma se si ha la possibilità economica di farlo, i musulmani che vendono alcol dovrebbero togliersi da questo sistema», spiega.
Un target nuovo e fedele
Atipico ha già conquistato una clientela fissa, composta principalmente da donne dai 35 anni in su, donne incinte e persone della terza età. «Il nostro target sono le signore dai 35 anni in su, donne incinte e amiche che fanno parte di quella cerchia», racconta Piastra. Il locale offre un luogo dove si può fare aperitivo senza il rischio di eccessi alcolici.
Una nuova visione dell’aperitivo
La filosofia di Atipico è chiara: offrire qualcosa di diverso senza obbligare nessuno. «Noi, in ogni caso, non avvisiamo prima i clienti della nostra eccezionalità, siamo qui per proporre, non vogliamo costringere nessuno», conclude Davide. E così, tra cocktail senza alcol e un’atmosfera accogliente, Atipico sta lentamente rivoluzionando il concetto di aperitivo a Settimo Torinese.
Cocktail & Wine
Vino e formaggi super gusto per il palato. Ma come abbinarli?
Il perfetto abbinamento tra vino e formaggio è un’arte che richiede di considerare attentamente le caratteristiche di entrambi. Cristian Maitan, miglior sommelier d’Italia 2023, ci offre otto accostamenti che esaltano i sapori e gli aromi sia del formaggio che del vino. Ecco i suoi consigli.
Cristian Maitan, miglior sommelier d’Italia 2023, suggerisce gli otto accostamenti vincenti tra vino e formaggi per riuscire a ottenere un sapore unico. E soprattutto dare soddisfazione al nostro palato. Del resto azzeccare il perfetto abbinamento tra vino e formaggio è un’arte con cui fare i conti. Bisogna considerare attentamente le caratteristiche di entrambi. Senza che l’uno sovrasti l’altro. Gli otto accostamenti proposti di seguito esaltano i sapori e gli aromi sia del formaggio che del vino.
Come comportarsi con i formaggi freschi
Con la ricotta e i formaggi freschi delicati il migliore vino da abbinare è il Pinot Bianco. Le note di mela, pera e agrumi del Pinot Bianco, infatti, si armonizzano con il gusto lattiginoso e delicato dei formaggi freschi.
Quando i freschi sono più caratterizzati
Con Burrata e mozzarella di bufala, va d’incanto un Prosecco o un vino bianco fresco e leggero. Il Prosecco, con la sua freschezza e leggerezza, non sovrasta il gusto delicato di questi formaggi, creando un equilibrio perfetto.
Cosa scegliere per accompagnare gli erborinati
Con un Roquefort il sommelier consiglia un Riesling Trockenbeerenauslese. Il contrasto tra il gusto corposo e speziato del formaggio erborinato e la dolcezza e persistenza del Riesling crea un abbinamento armonioso. E con un Brie? E’ consigliabile uno Chardonnay. Le caratteristiche fruttate e leggere dello Chardonnay esaltano il gusto raffinato ed elegante del Brie.
Se invece abbiamo un Groviera o Gruviera dovremmo virare verso un Sauvignon
con una impronta aromatica che si abbina perfettamente alla varietà di sapori del Groviera, a seconda della stagionatura. Con Gouda, Maitan non ha esitazioni. Va molto bene un Merlot vino che, con le sue note di frutti rossi maturi e spezie dolci, riesce esalta il sapore cremoso e delicato del Gouda.
Come comportarsi con formaggi dal gusto deciso
Con una scheggia di Cheddar la scelta cade su un robusto Cabernet Sauvignon. I sentori di frutti rossi, spezie e tannini robusti di questo vino creano un equilibrio armonioso con la complessità del Cheddar. Per un Parmigiano stagionato, invece, si punta sul classico come un Amarone o un Chianti Riserva. Tutti e due sono cosiddetti vini strutturati. L’Amarone o un Chianti Riserva di dieci anni si sposano perfettamente con la struttura e il carattere del formaggio molto saporito.
Chi si assomiglia si piglia
Se vogliamo essere certi che l’abbinamento deciso darà i suoi frutti enogastronomici bisogna tenere sempre presente che formaggi stagionati e saporiti si abbinano bene con vini altrettanto forti. Formaggi dolci e delicati, invece, vanno d’accordo con vini che non coprano il loro sapore.
Quegli opposti che si attraggono
E i formaggi cremosi e grassi? Ricordarsi che l’abbinamento dovrebbe tendere verso vini acidi o tannici. Con i formaggi erborinati intensi si abbinano di più i vini dolci. Il tutto per esaltare al meglio l’intrinseca armonia tra vino e formaggio, rendendo ogni ogni degustazione un’esperienza memorabile.
Cocktail & Wine
Dai assaggia questo brandy, ha più di 100 anni!
I distillati longevi rappresentano una ricchezza inestimabile, frutto di un processo che abbraccia il tempo come il miglior alleato. Provarli è un viaggio attraverso epoche diverse, un’esperienza che va oltre il semplice gusto per diventare poesia liquida.
La longevità è una qualità preziosa per i distillati. Una qualità che sa trasformare brandy, grappe, cognac e whisky in vere e proprie esperienze sensoriali complesse e affascinanti. I distillati più longevi sono il risultato di un lungo lavoro che coinvolge uomini e natura. Racchiudono tempi e spazi precisi, creatività e tanto protocollo. Sono la sintesi di un’attenta lavorazione e di un lungo invecchiamento, che ne arricchiscono gusto e aroma.
La magia del tempo che si riversa nel gusto
Il tempo è fondamentale per la qualità di un distillato. Come sottolineano Chicco Berta delle Distillerie Berta e Jacopo Poli delle Distillerie Poli. Il lungo invecchiamento permette di trasformare gli aromi giovanili in sensazioni più complesse e rotonde. La tecnologia e l’adattamento giocano un ruolo cruciale. Eh già ma poi alla fine è il legno a fare la differenza, influenzato dal clima e dall’umidità del luogo di invecchiamento. Ci vuole anche tanta pazienza e molta cura da parte dei mastri distillatori nel decidere il momento giusto per travasare e imbottigliare. Attimi essenziali per creare l’armonia di questi capolavori liquidi.
Abbiamo selezionato undici dei distillati più longevi al mondo che meriterebbero almeno una volta nella vita di essere testati.
Peinado – Peinado Solera 100 anni
Brandy. Nato come cognac spagnolo, ha attraversato un secolo mantenendo una notevole eleganza e complessità, con aromi persistenti e un sorso elegante.
Mortlach – Gordon & Macphail Generations 75 anni
Whisky. Distillato nel 1939, il legno non è invadente e l’assaggio rimane fresco, con note di pompelmo e ananas.
The Macallan – The Reach 81 anni
Whisky. Distillato nel 1940, ha mantenuto un profilo gustativo complesso e una delicata affumicatura tipica della distilleria.
Glenlivet – Gordon & MacPhail Generations 80 anni
Whisky. Distillato nel 1940, con sensazioni chiare e compatte che ricordano alcuni cognac di alto lignaggio.
Maison Laberdolive – Bas Armagnac ‘Domaine Juarrey’ 1946
Armagnac. Morbido al palato, con una struttura tannica attenuata e note di frutti maturi.
Glen Grant – Glen Grant 1948
Whisky. Una bottiglia rara, con un aroma e gusto ancora vivaci e un grado alcolico alto, rappresentando un’epoca del whisky passata.
Damoiseau – 1953 Rhum Vieux
Rhum Agricole. Invecchiato 31 anni in Guadalupa, con note di tabacco e cannella, mantiene vivacità e complessità.
Berta Distillerie – Brandy Legami 51 anni
Brandy. Distillato nel 1973, è il gioiello della distilleria piemontese Berta, con un equilibrio perfetto tra gusto e struttura.
Château Lafite Rothschild – Très Vieille Réserve
Cognac. Nato da distillati di oltre 50 anni, con note di legno e vaniglia, richiede tempo per esprimere tutta la sua complessità.
Nonino – Grappa Nonino Gran Riserva Aged 28 Years in Sherry Cask
Grappa. Invecchiata in botti ex Sherry, con note di frutta, arancia candita e uva sultanina, rappresenta un lungo matrimonio tra grappa e legno.
Castagner – Riserva 23 anni
Grappa. Presentata all’edizione di Vinitaly di quest’anno, ha tonalità ambrate e un’anima ricca di note di albicocca, arancia disidratata e uva passa.
-
Speciale Olimpiadi 20241 mese fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Cronaca Nera2 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Gossip6 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Moda e modi1 mese fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Gossip3 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Audio3 mesi fa
La V.I.P. (Very Important… Playlist) di Beatrice Luzzi
-
Gossip2 mesi fa
Sexy Can Yaman, pronto a brillare di nuovo a Venezia?
-
Cronaca4 mesi fa
Yara Gambirasio, si riapre il processo a Bossetti?