Cucina
Aspic di pollo in gelatina con verdure: un piatto fresco e colorato
Originario della tradizione francese, l’aspic di pollo in gelatina con verdure è un’opzione leggera e scenografica per i pranzi estivi. Con ingredienti colorati e freschi, questo piatto è ideale per le occasioni più esigenti. Scopri come prepararlo seguendo la nostra ricetta dettagliata, completa di storia e tradizione di questa delizia culinaria.
L’aspic di pollo in gelatina con verdure è un piatto che unisce freschezza, colore ed eleganza, perfetto per le tavole estive più esigenti. Originario della tradizione francese, l’aspic è una preparazione che risale al XVIII secolo e che ha conquistato nel tempo le cucine di tutto il mondo grazie alla sua versatilità e alla presentazione scenografica. Questo piatto, composto da ingredienti incastonati in una gelatina trasparente, è ideale per un pranzo leggero o un buffet raffinato.
La ricetta dell’aspic di pollo in gelatina con verdure
Ingredienti:
- 500 g di petto di pollo
- 1 litro di brodo di pollo
- 10 g di gelatina in fogli
- 2 carote
- 1 zucchina
- 1 peperone rosso
- 100 g di piselli freschi o surgelati
- 1 cipolla
- Sale e pepe q.b.
- Prezzemolo fresco per guarnire
Preparazione:
1. Preparazione del brodo e del pollo: 1.1. In una pentola capiente, preparate il brodo di pollo con acqua, cipolla, sale e pepe. Portate a ebollizione e lasciate cuocere per circa 20 minuti. 1.2. Aggiungete il petto di pollo al brodo e cuocete per circa 15-20 minuti, finché non sarà cotto. Una volta pronto, toglietelo dal brodo e lasciatelo raffreddare. Tagliatelo poi a cubetti.
2. Preparazione delle verdure: 2.1. Nel frattempo, pelate le carote e tagliatele a rondelle sottili. Tagliate la zucchina a rondelle e il peperone rosso a strisce sottili. 2.2. Sbollentate le carote, le zucchine, i peperoni e i piselli separatamente in acqua bollente salata per pochi minuti, in modo che rimangano croccanti e vivaci nel colore. Scolatele e raffreddatele in acqua ghiacciata per mantenere il colore brillante.
3. Preparazione della gelatina: 3.1. Ammollate i fogli di gelatina in acqua fredda per circa 10 minuti. 3.2. Scaldate 500 ml di brodo di pollo (se necessario aggiungete acqua per arrivare alla quantità giusta) senza portarlo a ebollizione. Strizzate i fogli di gelatina e aggiungeteli al brodo caldo, mescolando fino a completa dissoluzione.
4. Assemblaggio dell’aspic: 4.1. In uno stampo per aspic (o in piccoli stampini individuali), versate uno strato sottile di gelatina e lasciate rapprendere leggermente in frigorifero per circa 15 minuti. 4.2. Aggiungete uno strato di verdure miste e cubetti di pollo, poi coprite con un altro strato di gelatina. Continuate ad alternare strati di verdure e pollo con la gelatina fino a riempire lo stampo. Terminate con uno strato di gelatina. 4.3. Coprite lo stampo con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno 4 ore, o preferibilmente per tutta la notte, in modo che la gelatina si solidifichi bene.
5. Servizio: 5.1. Per sformare l’aspic, immergete brevemente lo stampo in acqua calda per pochi secondi, facendo attenzione a non far entrare l’acqua all’interno. Capovolgete lo stampo su un piatto da portata e decorate con prezzemolo fresco. 5.2. Servite l’aspic di pollo in gelatina con verdure ben freddo, accompagnato da una fresca insalata mista o da crostini di pane.
L’aspic di pollo in gelatina con verdure non è solo un piatto fresco e leggero, ma anche una vera opera d’arte culinaria che arricchirà le vostre tavole estive. La trasparenza della gelatina esalta i colori vivaci delle verdure, mentre il pollo conferisce sostanza e gusto. Un piatto perfetto per sorprendere e deliziare i vostri ospiti con un tocco di eleganza e raffinatezza. Buon appetito!
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Cucina
Marshmallow fatti in casa: la ricetta, la storia e i segreti per un risultato perfetto
Dalla pianta di altea alle cucine moderne: come preparare i celebri dolcetti soffici con pochi ingredienti e qualche attenzione tecnica.
Soffici, elastici e irresistibilmente dolci: i marshmallow sono tra i dolci più riconoscibili al mondo. Simbolo di falò, bevande calde e dessert americani, nascondono però una storia antica e una preparazione che, se ben eseguita, può essere replicata anche a casa con risultati sorprendenti.
Un dolce dalle origini antiche
Il nome “marshmallow” deriva dalla malva palustre (Althaea officinalis), una pianta utilizzata già nell’antico Egitto per preparare rimedi dolci a base di miele e linfa, destinati soprattutto a lenire il mal di gola. Nel XIX secolo, in Francia, questa preparazione si è evoluta in una versione più simile a quella attuale, con albumi montati e zucchero. La produzione industriale moderna ha poi sostituito la radice di altea con gelatina, rendendo il processo più stabile e riproducibile su larga scala.
Gli ingredienti (per circa 40 marshmallow)
- 12 g di gelatina in fogli (o in polvere)
- 150 ml di acqua (divisa in due parti)
- 250 g di zucchero semolato
- 100 g di sciroppo di glucosio (o miele chiaro)
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- Zucchero a velo e amido di mais q.b. per la finitura
(Nota: nella versione classica non sono previsti albumi; alcune varianti artigianali li utilizzano, ma non sono indispensabili.)
Il procedimento passo dopo passo
- Preparare la gelatina
Mettere la gelatina in ammollo in 75 ml di acqua fredda (o reidratarla secondo le istruzioni se in polvere). - Cuocere lo sciroppo
In un pentolino unire lo zucchero, il glucosio e i restanti 75 ml di acqua. Portare a ebollizione senza mescolare, fino a raggiungere circa 115-118 °C (fase di “palla morbida”), utilizzando un termometro da cucina. - Montare la massa
Sciogliere la gelatina ammollata nello sciroppo caldo, poi trasferire il composto in una ciotola capiente. Montare con le fruste elettriche a velocità medio-alta per 8–10 minuti, finché il composto diventa bianco, lucido e triplica di volume. Aggiungere la vaniglia negli ultimi secondi. - Colare e far rassodare
Versare il composto in una teglia rivestita di carta forno e spolverata con un mix di zucchero a velo e amido. Livellare e lasciare riposare a temperatura ambiente per almeno 4 ore (meglio tutta la notte). - Tagliare e rifinire
Sformare, tagliare a cubetti con un coltello leggermente unto e passare ogni marshmallow nel mix di zucchero e amido per evitare che si attacchino.
Consigli pratici e conservazione
- La precisione della temperatura è fondamentale per ottenere la consistenza corretta.
- I marshmallow fatti in casa si conservano fino a 2 settimane in un contenitore ermetico, lontano dall’umidità.
- È possibile aromatizzarli con cacao, caffè o coloranti alimentari, aggiungendoli durante la fase di montaggio.
Preparare i marshmallow in casa significa riscoprire un dolce iconico nella sua versione più autentica, senza conservanti e con ingredienti controllati. Un piccolo laboratorio di pasticceria domestica che trasforma pochi elementi di base in una nuvola di zucchero dal fascino intramontabile.
Cucina
Tronchetto di Natale: la ricetta del dolce simbolo delle feste
Dalla storia del “bûche de Noël” alla preparazione passo dopo passo: ingredienti, consigli e procedimento per portare in tavola un dessert scenografico e irresistibile.
Il tronchetto di Natale, conosciuto anche come bûche de Noël, è uno dei dolci più iconici delle festività. Nato in Francia alla fine dell’Ottocento, prende ispirazione da un’antica usanza contadina: bruciare un grande ceppo di legno nel camino come augurio di prosperità per il nuovo anno. Con il tempo, quel simbolo si è trasformato in un dessert che richiama la forma del tronco, decorato per ricordare la corteccia e i nodi del legno.
Oggi il tronchetto è preparato in moltissime varianti, ma la versione più diffusa resta quella a base di pan di Spagna arrotolato e farcito con crema al cioccolato, perfetta per concludere il pranzo di Natale con un tocco scenografico.
Ingredienti (per 8-10 persone)
Per il pan di Spagna:
- 4 uova medie
- 120 g di zucchero
- 100 g di farina 00
- 20 g di cacao amaro in polvere
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per la farcitura e la copertura:
- 250 ml di panna fresca da montare
- 200 g di cioccolato fondente
- 30 g di burro
Per decorare (facoltativo):
- zucchero a velo
- ribes, mirtilli o decorazioni natalizie in zucchero
Procedimento
Per prima cosa si prepara il pan di Spagna. Montate le uova con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro, gonfio e spumoso. Aggiungete la vaniglia, poi incorporate delicatamente la farina setacciata insieme al cacao, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare l’impasto.
Versate il composto su una teglia rettangolare rivestita di carta forno, livellandolo con una spatola. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per circa 10-12 minuti. Una volta cotto, sfornate il pan di Spagna e rovesciatelo ancora caldo su un canovaccio leggermente umido. Arrotolatelo delicatamente su se stesso e lasciatelo raffreddare: questo passaggio eviterà che si rompa in seguito.
Nel frattempo preparate la crema al cioccolato. Sciogliete il cioccolato fondente a bagnomaria o nel microonde, poi unite il burro e mescolate fino a ottenere una crema liscia. Montate la panna ben fredda e incorporatene una parte al cioccolato per ottenere una farcitura morbida.
Srotolate il pan di Spagna, farcitelo con la crema e arrotolatelo nuovamente con attenzione. Rivestite l’esterno con la crema rimasta, creando delle striature con una forchetta per simulare la corteccia del legno.
Il tocco finale
Trasferite il tronchetto su un piatto da portata e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un’ora. Prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo per un effetto “neve” e decorate a piacere.
Il risultato è un dolce elegante ma accessibile, capace di unire tradizione, gusto e atmosfera natalizia. Un classico che, ogni anno, riesce a mettere d’accordo tutti, grandi e piccoli, attorno alla tavola delle feste.
Cucina
Francesca Mannis e l’arte di reinventare il gusto: la chef che trasforma tecnica, visione e libertà creativa in esperienze di cucina contemporanea
Laureata in giurisprudenza, mente creativa nel food & beverage, osservatrice curiosa del mondo dell’arte e della cultura, Francesca Mannis porta in cucina una visione nuova: rispetto delle radici, sperimentazione consapevole e una Cucina Contemporanea di Pesce che diventa linguaggio e stile.
Nel panorama gastronomico contemporaneo, la figura dello chef creativo non è più soltanto legata alla tecnica o alla memoria dei sapori. Ma a una vera e propria capacità interpretativa. Qui si inserisce la personalità di Francesca Mannis, che della cucina ha fatto uno spazio di visione, libertà e racconto. La sua storia parte da un percorso non convenzionale. Una laurea in giurisprudenza, l’esperienza nel mondo del food & beverage, una formazione continua che abbraccia organizzazione aziendale. E interessi che spaziano dall’arte alla letteratura, dall’architettura alla moda. È una mente curiosa. Abituata a guardare oltre i confini, capace di trasformare suggestioni e culture in piatti che non si limitano a essere degustati, ma vissuti.




La cucina di Francesca nasce da una profonda conoscenza della tradizione e, proprio per questo, si permette di osarla. Non per snaturarla, ma per rileggerla con rispetto e coraggio. Ogni ingrediente viene scelto con cura, ogni equilibrio è studiato, ogni piatto è pensato come un frammento di racconto. Le consistenze dialogano tra loro, le presentazioni diventano parte del messaggio, la tecnica si mette al servizio dell’emozione. Il risultato è una cucina che non rompe con le radici, ma le accompagna in un’evoluzione naturale, attuale, necessaria.
Francesca rifugge da etichette e definizioni rigide. Crede nella libertà mentale come primo strumento creativo. “Se resti ancorato a ciò che già conosci o a ciò che ti è stato insegnato, perdi l’opportunità di superare i tuoi limiti. E di offrire, a chi assaggia i tuoi piatti, un’esperienza che vada oltre il consueto”, afferma. Una filosofia che trova piena espressione nella cucina contemporanea di pesce, filo conduttore del Riva Restaurant & Lounge Bar di Falerna, in provincia di Catanzaro, dove il mare diventa materia viva da interpretare con rispetto, eleganza e personalità.
Ma la cucina, per Francesca, non è mai un gesto solitario. È un progetto condiviso, una costruzione collettiva. Centrale è il rapporto con il team, la capacità di far crescere idee, armonie, professionalità. “Non cerco seguaci, ma compagni di viaggio”, dice. Perché in cucina l’armonia non è un dettaglio. Ma è la condizione necessaria affinché ogni energia, ogni talento, ogni sensibilità possa contribuire a creare qualcosa che non sia solo buono, ma significativo. È in questo equilibrio tra disciplina e libertà, studio e intuizione, che nasce la sua cucina: una cucina che racconta, emoziona, guarda avanti.
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