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Cucina

Budino al mandarino: la dolcezza dell’autunno in un dessert leggero e profumato

Il budino al mandarino è una dolce coccola autunnale, perfetto per chi ama i dessert semplici ma ricchi di sapore. Facile da preparare, può essere adattato a gusti diversi con piccole variazioni. La sua leggerezza e le proprietà nutrizionali lo rendono un’ottima scelta anche per chi segue un’alimentazione equilibrata.

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    Il budino al mandarino è un dolce perfetto per sfruttare al meglio i sapori dell’autunno. Il mandarino, con il suo aroma fresco e agrumato, regala un tocco speciale a questo dessert cremoso. Ideale per concludere un pasto con leggerezza, è un dolce facile da preparare, ma capace di sorprendere grazie al suo gusto intenso. Vediamo insieme come si prepara, le sue proprietà nutrizionali e alcune varianti per renderlo ancora più speciale.

    Ingredienti per il budino al mandarino (4 porzioni):

    • 500 ml di succo di mandarino (circa 10 mandarini)
    • 100 g di zucchero
    • 50 g di amido di mais (maizena)
    • 200 ml di latte intero (o latte di mandorla per una variante vegana)
    • 1 scorza di mandarino non trattato (facoltativo, per un aroma più intenso)
    • 1 bustina di vanillina (opzionale)

    Preparazione:

    1. Preparare il succo di mandarino: Spremi i mandarini fino a ottenere circa 500 ml di succo. Se vuoi intensificare il sapore, aggiungi la scorza grattugiata di uno dei mandarini, facendo attenzione a evitare la parte bianca, che potrebbe risultare amara.
    2. Mescolare gli ingredienti: In una pentola, versa il succo di mandarino, lo zucchero e la vanillina. Mescola bene e metti sul fuoco a fiamma media.
    3. Aggiungere l’amido di mais: In una ciotola a parte, mescola l’amido di mais con il latte (se hai scelto la versione vegana, usa il latte di mandorla). Una volta ben amalgamati, versa il composto nella pentola con il succo di mandarino.
    4. Cuocere il budino: Continua a mescolare sul fuoco finché il composto non si addensa, diventando cremoso. Quando raggiunge la consistenza desiderata, togli dal fuoco.
    5. Versare negli stampi: Versa il budino negli stampini o in coppette individuali. Lascia raffreddare a temperatura ambiente e poi metti in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire.
    6. Servire: Capovolgi il budino al mandarino su un piatto da portata e guarnisci con fettine di mandarino fresco o scorza grattugiata per un tocco di colore.

    Proprietà nutrizionali:

    Il budino al mandarino è un dolce leggero e nutriente, grazie soprattutto alle proprietà del mandarino:

    • Vitamina C: Il mandarino è ricco di vitamina C, un potente antiossidante che rafforza il sistema immunitario e aiuta a combattere i radicali liberi.
    • Fibre: Pur essendo un dessert, questo budino apporta una buona quantità di fibre grazie alla presenza del succo di mandarino fresco, che aiuta a migliorare la digestione.
    • Pochi grassi: Con l’uso di latte a basso contenuto di grassi o varianti vegetali, come il latte di mandorla, è un dolce povero di grassi saturi.
    • Zuccheri naturali: Il dolce può essere adattato con dolcificanti naturali per chi desidera mantenere bassa la quantità di zuccheri raffinati.

    Una porzione di budino al mandarino apporta circa 150-180 calorie, rendendolo perfetto come dolce leggero, anche per chi è attento alla linea.

    Varianti del budino al mandarino:

    1. Budino al mandarino e cioccolato: Aggiungi uno strato di cioccolato fondente fuso alla base del budino per un contrasto goloso tra il dolce del mandarino e l’amaro del cioccolato. Oppure, aggiungi gocce di cioccolato direttamente nella crema.
    2. Versione vegana: Sostituisci il latte intero con latte vegetale (mandorla o soia) e utilizza zucchero di cocco o sciroppo d’acero al posto dello zucchero raffinato. In questo modo, otterrai un dessert completamente vegano ma altrettanto gustoso.
    3. Budino al mandarino e zenzero: Per un sapore più vivace, aggiungi un pizzico di zenzero fresco grattugiato al succo di mandarino. Lo zenzero darà una nota speziata che si sposa perfettamente con l’agrume.
    4. Budino al mandarino e panna: Se vuoi una versione più ricca, puoi incorporare della panna montata al budino una volta freddo, ottenendo così una consistenza più morbida e spumosa.
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      Cucina

      Un giro per il mondo dei sapori: spiedino kebab al pollo!

      Gli spiedini hanno origini persiane e risalgono ai popoli del Medio Oriente che cucinavano carne su bastoncini e li arrostivano su fuochi aperti. Questa pratica antica si è poi diffusa in altre parti del mondo, portando alla creazione di una vasta varietà di spiedini che includono non solo carne, ma anche verdure e ortaggi.

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        Oggi, gli spiedini sono diventati un piatto molto versatile e popolare, chiamato anche “mini kebab” in alcune culture. Possono essere preparati con una combinazione di carne, verdure e spezie, o possono essere realizzati solo con verdure e ortaggi per le versioni vegetariane o vegane. La loro semplicità e versatilità li rende amati in tutto il mondo e adatti a una vasta gamma di gusti e preferenze alimentari.

        Spiedini pollo ai peperoni e cipolla

        Ingredienti per 6 spiedini
        1 petto di pollo intero tagliato a dadi
        2 peperoni puliti
        1 cipolla rossa
        Mezzo bicchiere di vino bianco
        Pomodorini ciliegia
        Olio extravergine di oliva q.b.
        Sale e pepe q.b.

        Preparazione
        Prepara gli ingredienti per gli spiedini, tagliando i peperoni a falde, la cipolla a spicchi e i pomodorini ciliegia lasciali interi, poi infilzali, alternandoli, lungo degli spiedini di legno adatti per le cotture in padella.

        Scalda dell’olio in una padella antiaderente su fuoco medio, disponici dentro gli spiedini e rosola per 5-6 minuti, girali e bagnali con il vino bianco, fai evaporare, aggiusta di sale, pepe e cucina per circa 20 minuti, aggiungendo un po’ di acqua di tanto in tanto, finché il pollo è completamente cotto e le verdure saranno tenere. Una volta cotti, trasferisci gli spiedini su un piatto e servili caldi.

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          Cucina

          Per una cena indimenticabile: cozze gratinate, il sapore del mare nel forno!

          Semplici da preparare, ma incredibilmente raffinate, le cozze gratinate sono perfette per aprire un pasto con eleganza o come base per una cena a base di pesce. Questo piatto celebra la ricchezza della cucina mediterranea e la varietà dei suoi ingredienti freschi e genuini.

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            Le cozze gratinate sono un piatto amato in molte regioni costiere, specialmente in Italia e Francia. Ecco alcune curiosità su questo delizioso antipasto:

            Origini regionali
            Le cozze gratinate sono particolarmente popolari in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia, regioni italiane famose per la loro cucina di mare. Ogni regione ha la sua variante, aggiungendo un tocco locale al piatto.

            Varianti internazionali
            Anche in Francia, soprattutto in Bretagna, esistono versioni simili conosciute come “moules gratinées”. In Spagna, le “mejillones rellenos” sono preparate con una farcitura di pangrattato e spezie.

            Semplicità e raffinatezza
            Nonostante siano un piatto relativamente semplice da preparare, le cozze gratinate sono spesso servite come antipasto in cene raffinate e nei ristoranti di alta classe.

            Ripieno
            Oltre al tradizionale mix di pangrattato, formaggio e prezzemolo, si possono aggiungere altri ingredienti come pomodori secchi, capperi, acciughe o peperoncino per variare il sapore.

            Ingredienti per 4-6 persone
            2 kg di cozze fresche pulite e aperte (conserva e filtra il liquido della schiusa sul fuoco)
            400 g di mollica fresca di pane
            4 cucchiai di pecorino grattugiato
            Metà spicchio di aglio tritato finemente
            1 mazzetto di prezzemolo fresco tritato
            Olio extravergine d’oliva q.b.
            Sale e pepe nero q.b.

            Preparazione
            Disponi le mezze cozze in una larga teglia, una accanto all’altra senza sovrapporle, versa in liquido di cottura e lascia da parte. In una ciotola, mescola la mollica, il pecorino, l’aglio tritato, il prezzemolo tritato, una macinata di pepe, mescola e non salare eccessivamente. spargi la mollica sulle cozze coprendole tutte alla perfezione, condisci con un giro di olio, informa a 175 gradi ventilato per circa 30 minuti, o fino a quando la mollica apparirà dorata e ben cotta. Servi caldo.

            Credito foto copertina – lapenisoladelgusto.it

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              Cucina

              Ma insomma sta carbonara chi l’ha inventata?

              Qualcuno dice Milano, alcuni l’Umbria, altri assicurano Roma. Ma dove nasce la pasta alla Carbonara? La ricerca delle origini della Carbonara, partono dell’Umbria. Dall’Umbria? E come mai? Abbiamo sempre saputo che fosse la protagonista della cucina romana. E la famosa diatriba guanciale o pancetta, dove nasce?

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              carbonara

                Qualcuno dice Milano, alcuni l’Umbria, altri assicurano Roma. Ma dove nasce la pasta alla Carbonara? La ricerca delle origini della Carbonara, partono dell’Umbria. Dall’Umbria? E come mai? Abbiamo sempre saputo che fosse la protagonista della cucina romana. E la famosa diatriba guanciale o pancetta, dove nasce?

                Lo sbarco degli yankee

                Qualcuno a metà del secolo scorso ipotizzava che il primo incontro tra uovo, pasta e pancetta/guanciale si rifacesse al bacon+uova liofilizzate delle razioni militari per i soldati americani che avevano liberato Roma nel 1944. L’ipotesi Umbria parte dagli strascinati di Monteleone di Spoleto, un piatto diffuso anche a Cascia, dove si incontrano pasta, guanciale/pancetta, formaggio e uovo. Tutto come nella Carbonara, ma in più la salsiccia di Norcia, tradizione che sopravvive in alcune varianti ternane del piatto. La preparazione degli strascinati di Monteleone è citata nella Guida gastronomica del Touring Club Italiano curata da Arturo Marescalchi del 1931.

                In passato le maglie interpretative erano più larghe

                La tesi che rimanda ai militari americani che hanno liberato Roma non ha alcun collegamento con il termine “carbonara”. Tutt’altro. A Monteleone di Spoleto (970 metri di quota) si trovavano le miniere da cui veniva estratta la lignite con cui i carbonai della cittadina Umbra rifornivano Roma. Se consideriamo poi che nella prima parte del Novecento molte famiglie umbre hanno raggiunto la capitale per aprire piccole trattorie e ristoranti, portando con loro la ricetta degli strascinati, il piatto è servito!

                Settembre andiamo è tempo di migrare

                Alla suggestiva “ipotesi umbra” se ne affiancano altre. La prima si riferisce ai pastori abruzzesi. La seconda si rifà alla tradizione della pasta “cacio e ove” napoletana descritta da Ippolito Cavalcanti negli Anni Quaranta dell’Ottocento. Un periodo storico in cui la provincia di Rieti che corre sul confine attiguo a Monteleone era territorio abruzzese, aggregato al Lazio solo nel 1927.

                Monteleone contro tutti

                In questo mese di agosto Monteleone dedica agli strascinati una vera e propria sagra e da decenni è impegnata in un gustoso confronto con il Metropolitan Museum di New York. Vuole ottenere la restituzione di una rarissima biga etrusca rinvenuta nel 1901 venduta agli americani da un trafficante di antichità. E così a Monteleone si scherza. Va bene per la biga ma guai a scippare l’origine della vera ricetta della carbonara. Intesi?

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