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Cucina

Carlo Cracco tra scontri, addii e nuovi inizi: il ristorante in Sardegna, la lite con Barbieri e l’amore per Rosa

Dal clamoroso addio a Masterchef dopo sei edizioni alle tensioni con Barbieri fino all’incontro con Rosa Fanti, madre dei suoi figli e partner nei progetti. Cracco riparte dalla Sardegna con un ristorante gourmet affacciato sul mare

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    Carlo Cracco non si ferma. Mentre la scena della cucina televisiva rallenta e la food mania mostra segni di stanchezza, lo chef stellato rilancia con un nuovo ristorante in Sardegna. Si tratta di un pop-up elegante ed esclusivo all’interno del prestigioso Forte Village di Santa Margherita di Pula: 40 coperti vista mare e un menù che racconta l’Italia costiera con accenti milanesi e vini romagnoli.

    «È la prima volta che firmo un ristorante in Sardegna e ne sono felice», ha dichiarato Cracco a La Nuova Sardegna. Il progetto arriva dopo la stagione a Portofino e in attesa di una futura apertura a Roma, consolidando la presenza dello chef lontano dagli studi televisivi ma sempre sotto i riflettori.

    Il nome di Cracco resta infatti legato a doppio filo a Masterchef, dove dal 2011 al 2017 ha condiviso il banco dei giudici con Joe Bastianich e Bruno Barbieri. Proprio con quest’ultimo i rapporti non furono sempre sereni. «Una volta litigammo forte per un piatto di passatelli con le vongole», ha raccontato Barbieri, «ma dopo quindici minuti era tutto dimenticato». Un clima teso che, forse, ha contribuito alla scelta di Cracco di abbandonare il programma dopo sei stagioni. «Che due cog***ni», confessò lo chef a Fanpage. «Il mio mestiere non è ripetere, ma interpretare».

    Dietro le scelte di Cracco c’è anche Rosa Fanti, sua moglie dal 2018, imprenditrice romagnola nel settore agricolo e vinicolo. I due si sono conosciuti nel 2008 durante un evento e non si sono più lasciati. «È venuto a casa mia con il piccione, ho pensato: se supera questa è fatta», ha raccontato lei con ironia. Da allora condividono la vita privata e quella professionale, tra figli, ristoranti e visioni comuni.

    Cracco oggi è molto più di un volto televisivo: è un brand che torna a puntare sulla cucina vera, lontano dalle luci dei talent e più vicino al mare, dove ogni piatto ha ancora qualcosa da raccontare.

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      Villa Crespi: un’esperienza stellata che costa come uno stipendio

      Tra degustazioni da sogno e prezzi da capogiro, Villa Crespi offre un viaggio gastronomico esclusivo. Dai menù degustazione ai piatti à la carte, scopriamo i costi di un pasto al ristorante di Antonino Cannavacciuolo, dove mangiare può superare i 1.100 euro per due persone.

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        Per molti, una cena al ristorante Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo è il sogno di una vita. Situato sulle sponde del lago d’Orta, in provincia di Novara, Villa Crespi è una dimora d’epoca trasformata in un hotel di lusso e in un ristorante tre stelle Michelin, dove lo chef e la moglie Cinzia Primatesta offrono un’esperienza culinaria indimenticabile. Ma qual è il prezzo per gustare i piatti stellati dello chef campano? Per una cena a due, preparatevi a investire una somma notevole.

        Antonino Cannavacciuolo: dall’investimento al successo stellato

        Prima di diventare una celebrità televisiva, Antonino Cannavacciuolo era già noto per il suo talento ai fornelli. Dal 1999, lui e Cinzia Primatesta hanno investito nel mondo della ristorazione, aprendo varie strutture di lusso in Italia. Villa Crespi, con le sue 14 suite e il ristorante premiato dalla Guida Michelin, è oggi una delle destinazioni più esclusive per chi desidera un’esperienza che unisce cucina d’autore e ospitalità di alto livello.

        Il costo dell’esperienza: tra menù degustazione e piatti à la carte

        Villa Crespi propone due menù degustazione che sono dei veri e propri “itinerari” culinari. Il primo, chiamato “Itinerario”, include piatti come la ricciola in carpione, scampi crudi alla “pizzaiola” e linguine con calamaretti, per un costo di 280 euro a persona. L’altro, “Mettici l’anima”, aggiunge alla lista piatti ancora più sofisticati come l’ostrica con caviale e granita al rapanello, arrivando a 300 euro a persona.

        Chi desidera rendere l’esperienza ancor più completa può abbinare una degustazione di vini per 40 euro aggiuntivi a persona. Questo significa che, scegliendo uno dei menù con l’abbinamento vini, una cena per due persone può facilmente raggiungere i 640/680 euro. Ma, attenzione: per chi opta per il menù alla carta, il conto può lievitare fino a 1.100 euro, come testimoniato da una cliente su TripAdvisor.

        Villa Crespi: un’esperienza per pochi

        A Villa Crespi, il lusso e l’attenzione ai dettagli sono la norma, ma questa esperienza ha il suo prezzo. Gli ospiti possono cenare circondati dall’atmosfera fiabesca di una villa d’epoca, con un servizio impeccabile e una cucina che racconta la storia dello chef Cannavacciuolo. Tuttavia, con una spesa che per una cena romantica può facilmente superare le quattro cifre, il ristorante non è accessibile a tutti. È il prezzo da pagare per un viaggio tra i sapori unici e l’eleganza esclusiva di Villa Crespi.

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          Insalata di mare: la ricetta perfetta per un’estate gustosa e leggera

          Piatto leggero e fresco, l’insalata di mare è una delle specialità più amate dell’estate. Scopriamo insieme le sue origini, i benefici nutrizionali e le varianti che la rendono un must delle tavolate estive.

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            L’insalata di mare è il piatto principe dell’estate, capace di evocare con i suoi sapori la freschezza e la brezza marina. Si tratta di una ricetta tipica della tradizione culinaria mediterranea, semplice ma ricca di gusto, perfetta per chi desidera un pasto leggero, nutriente e, soprattutto, rinfrescante. Questo piatto non solo esalta i sapori del mare, ma è anche un concentrato di benessere grazie ai suoi valori nutrizionali.

            Storia e origini dell’insalata di mare

            L’insalata di mare ha radici profonde nella tradizione gastronomica italiana, soprattutto nelle regioni costiere. È nata come un piatto povero, in cui venivano utilizzati i pesci e i frutti di mare più economici, cucinati e conditi con olio, limone e prezzemolo. Con il passare del tempo, questa semplice combinazione si è evoluta, arricchendosi di nuovi ingredienti e diventando una delle pietanze più apprezzate durante i mesi estivi.

            Valori nutrizionali e caratteristiche organolettiche

            Dal punto di vista nutrizionale, l’insalata di mare è un piatto estremamente bilanciato. I frutti di mare, come calamari, gamberi, polpo e cozze, sono ricchi di proteine di alta qualità e poveri di grassi saturi. Sono inoltre una fonte eccellente di minerali essenziali come lo zinco, il ferro, il calcio e l’iodio, fondamentali per il corretto funzionamento del metabolismo e per il benessere del sistema immunitario.

            Dal punto di vista organolettico, l’insalata di mare offre una varietà di consistenze e sapori che spaziano dalla dolcezza dei gamberi alla delicatezza del polpo, passando per il sapore più deciso delle cozze. Il tutto è esaltato da un condimento leggero e agrumato, che rinfresca il palato e rende ogni boccone un’esperienza unica.

            Ingredienti e ricetta passo passo

            Per preparare un’insalata di mare perfetta, servono pochi e semplici ingredienti:

            • 300 g di calamari
            • 300 g di polpo
            • 200 g di gamberi
            • 200 g di cozze
            • 200 g di vongole
            • Succo di limone
            • Olio extravergine d’oliva
            • Prezzemolo fresco tritato
            • Sale e pepe q.b.

            Procedimento:

            1. Pulizia e cottura dei frutti di mare: Iniziate pulendo accuratamente tutti i frutti di mare. Lessate il polpo in abbondante acqua salata per circa 30-40 minuti fino a quando non risulterà tenero. Scolatelo e tagliatelo a pezzi. Lessate i calamari per circa 10 minuti e tagliateli ad anelli. Sbollentate i gamberi per 3-4 minuti. Cuocete le cozze e le vongole in padella fino a quando non si apriranno.
            2. Assemblaggio dell’insalata: In una grande ciotola, unite il polpo, i calamari, i gamberi, le cozze e le vongole. Condite con succo di limone, olio extravergine d’oliva, prezzemolo tritato, sale e pepe. Mescolate bene per amalgamare tutti i sapori.
            3. Riposo e servizio: Lasciate riposare l’insalata di mare in frigorifero per almeno un’ora, in modo che tutti gli ingredienti si insaporiscano. Servitela fredda, guarnita con altro prezzemolo fresco.

            Varianti dell’insalata di mare

            L’insalata di mare è un piatto estremamente versatile, che può essere personalizzato in molti modi. Potete aggiungere patate lesse per un piatto più sostanzioso, oppure arricchirla con pomodorini e olive per un tocco mediterraneo ancora più marcato. Alcuni aggiungono un pizzico di peperoncino per una nota piccante, mentre altri preferiscono arricchirla con finocchio o sedano per una maggiore croccantezza.

            L’insalata di mare è il simbolo dell’estate italiana: fresca, nutriente e adattabile a qualsiasi gusto. Non resta che provarla, magari sperimentando una delle tante varianti che la rendono sempre nuova e sorprendente.

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              Giù le mani dalla carbonara! Prezzi calmierati contro i rincari durante il Giubileo

              Un “Patto della Carbonara” per garantire prezzi onesti durante il Giubileo, con un tetto massimo di 14 euro. L’iniziativa coinvolgerebbe ristoratori, istituzioni e persino il Campidoglio, con incentivi per chi valorizza i prodotti locali come il pecorino e il guanciale laziale. Ecco la proposta e i piatti da tutelare.

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                Roma si prepara al Giubileo, e mentre i pellegrini e turisti si apprestano a riempire le vie della città eterna, c’è chi già teme un “effetto rincari” sui piatti tipici romani. Tra questi, la regina indiscussa è la carbonara, il piatto simbolo della cucina capitolina. La Confesercenti, con in testa il presidente di Fiepet Roma, Claudio Pica, lancia l’allarme: senza un’intesa tra ristoratori, il prezzo della carbonara potrebbe lievitare fino a 20 euro. E così arriva la proposta di un prezzo calmierato, fissato tra i 12 e i 14 euro, per difendere la tradizione e evitare speculazioni.

                «Siamo d’accordo a promuovere, attraverso i nostri ristoranti associati, un prezzo che oscilli tra i 12 e i 14 euro. Il nostro obiettivo è preservare l’autenticità della carbonara, realizzata con ingredienti semplici ma di qualità, come il pecorino romano e il guanciale laziale», spiega Pica. Ma il piano non si limita solo alla carbonara: l’idea è di includere anche altri piatti simbolo, come l’amatriciana e la pizza con mortadella, creando così un paniere di piatti tradizionali dal prezzo controllato.

                Coinvolgere le istituzioni per difendere la tradizione

                Per rendere ancora più forte l’iniziativa, Confesercenti Roma auspica il coinvolgimento delle istituzioni locali, in particolare della Regione Lazio, che potrebbe supportare la promozione dei prodotti tipici. «Sarebbe utile coinvolgere l’assessorato all’Agricoltura della Regione, lanciando una campagna per il pecorino romano e il guanciale laziale, eccellenze del nostro territorio», prosegue Pica. Valorizzare questi ingredienti significa difendere non solo un piatto, ma l’intero patrimonio gastronomico della regione.

                Un paniere calmierato tutto romano

                La proposta di Confesercenti non si ferma alla carbonara. Tra i piatti che potrebbero rientrare nel “paniere calmierato” ci sono anche l’amatriciana e la classica pizza con mortadella, oltre a un gelato “Roma” con gusti ispirati alla tradizione locale, come zabaione, ricotta romana e nocciola del viterbese. Un’iniziativa che, secondo Pica, servirebbe anche a stimolare i turisti a provare le vere specialità locali a prezzi onesti, proteggendoli dalle trappole dei prezzi gonfiati.

                Premi e incentivi per i ristoratori virtuosi

                Confesercenti propone inoltre di coinvolgere il Campidoglio, puntando su incentivi concreti per i ristoratori che rispettano la tradizione e offrono un servizio di qualità. «Bisognerebbe creare una premialità basata sulla qualità: chi valorizza i prodotti locali potrebbe beneficiare di agevolazioni fiscali, come la riduzione della Tari o della tassa sull’occupazione del suolo pubblico», spiega Pica. Un’idea che andrebbe a premiare i ristoratori virtuosi, garantendo maggiore visibilità nelle piattaforme turistiche ufficiali di Roma Capitale.

                Un patto per proteggere i piatti tipici durante il Giubileo

                Con il Giubileo alle porte, il “Patto della Carbonara” potrebbe diventare uno strumento fondamentale per difendere la tradizione culinaria romana e tutelare i turisti. La proposta di Confesercenti mira a creare un equilibrio tra la giusta valorizzazione della cucina romana e la protezione dei consumatori. Insomma, giù le mani dalla carbonara!

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