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Cucina

Il riso che incontra il mais, la vivacità i colori e il gusto

Il mais, con la sua dolcezza e il suo colore dorato, è l’ingrediente che trasforma un semplice piatto di riso in un buon piatto unico e nutriente. Questo duo si adatta a infinite preparazioni, dalle insalate leggere ai piatti più elaborati, portando sempre in tavola un tocco di vivacità e gusto.

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    Le insalate di riso con verdure e mais rappresentano il perfetto connubio tra leggerezza e gusto, ideali in estate, saporite e sazianti. Le verdure croccanti si combinano con la dolcezza del mais, creando una base versatile che si presta a mille aggiunte, rendendo ogni forchettata un invito a scoprire i piaceri della cucina semplice e genuina.

    Insalata di riso con mais, olive nere e prezzemolo

    Ingredienti per 4 porzioni
    300 g di riso (tipo Arborio o Carnaroli)
    150 g di mais dolce in scatola (scolato)
    1 pomodoro costoluto da insalata
    1 peperone verde piccolo
    100 g di olive nere denocciolate
    1 mazzetto di prezzemolo fresco tritato
    Olio extravergine d’oliva q.b.
    Sale e pepe q.b.

    Preparazione
    Porta a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuoci il riso seguendo le indicazioni riportate sulla confezione. Una volta cotto al dente, scolalo e passalo sotto l’acqua fredda per fermare la cottura. Scolalo bene e lascialo raffreddare in una ciotola capiente.

    Lava il pomodoro e taglialo a pezzetti, lava, monda e riduci a dadini il peperone, aggiungi al riso raffreddato, il mais e le olive nere. Condisci l’insalata con olio e regola di sale e pepe a piacere. Mescola bene per distribuire uniformemente il condimento, poi unisci l prezzemolo, copri la ciotola con pellicola trasparente e lascia riposare l’insalata in frigorifero per almeno 30 minuti prima di servire fredda.

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      Cucina

      Torta allo yogurt: la ricetta leggera e soffice per una colazione perfetta

      Con questa ricetta semplice e veloce, preparerai una torta allo yogurt soffice e leggera, perfetta per la colazione o la merenda. Utilizzando ingredienti sani e genuini, otterrai un dolce nutriente ma leggero, che si presta a varianti creative e golose.

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        La torta allo yogurt è un dolce versatile, leggero e perfetto per la colazione. Grazie alla sua consistenza morbida e al sapore delicato, è un’ottima scelta per chi cerca un dolce sano e nutriente, senza rinunciare al gusto. Prepararla è davvero semplice, bastano pochi ingredienti e il risultato sarà irresistibile.

        Ecco la ricetta completa per realizzare una torta soffice e leggera, ideale per tutta la famiglia.

        Ingredienti per uno stampo da 22 cm

        • 2 vasetti di yogurt bianco naturale (o yogurt greco light, 250 g totali)
        • 3 uova medie
        • 150 g di zucchero di canna integrale (o zucchero semolato)
        • 80 ml di olio di semi di girasole
        • 250 g di farina 00 (oppure farina integrale o di tipo 1 per una versione più rustica)
        • 1 bustina di lievito per dolci (16 g)
        • 1 pizzico di sale
        • Scorza grattugiata di un limone non trattato (o aroma alla vaniglia)

        Procedimento

        1. Preriscalda il forno:
          Porta il forno a 180°C (statico) o 170°C (ventilato). Prepara uno stampo a cerniera di 22 cm di diametro e rivestilo con carta da forno oppure ungilo con olio e infarina leggermente.
        2. Monta le uova e lo zucchero:
          In una ciotola capiente, monta le uova con lo zucchero utilizzando una frusta elettrica per circa 5 minuti, fino a ottenere un composto chiaro, gonfio e spumoso.
        3. Aggiungi gli ingredienti liquidi:
          Unisci lo yogurt e l’olio di semi, continuando a mescolare con delicatezza per incorporare bene gli ingredienti.
        4. Incorpora gli ingredienti secchi:
          Setaccia la farina con il lievito e aggiungili gradualmente al composto, mescolando delicatamente con una spatola o un cucchiaio di legno per evitare di smontare le uova. Aggiungi un pizzico di sale e la scorza di limone grattugiata.
        5. Versa l’impasto nello stampo:
          Versa l’impasto nello stampo preparato, livellandolo con una spatola.
        6. Cuoci la torta:
          Inforna la torta nel forno già caldo e cuoci per circa 35-40 minuti. Fai la prova dello stecchino: se esce asciutto, la torta è pronta.
        7. Fai raffreddare e servi:
          Lascia raffreddare la torta nello stampo per 10 minuti, quindi trasferiscila su una gratella per raffreddarla completamente. Puoi decorarla con una spolverata di zucchero a velo.

        Varianti e consigli:

        • Al gusto: Aggiungi gocce di cioccolato, frutti di bosco o pezzetti di mela all’impasto per un tocco in più.
        • Gluten free: Sostituisci la farina 00 con farina di riso o un mix senza glutine.
        • Più proteica: Usa yogurt greco e sostituisci metà della farina con farina di mandorle.

        Valori nutrizionali (per porzione, 1 fetta su 10)

        • Calorie: 150 kcal
        • Proteine: 4 g
        • Grassi: 6 g
        • Carboidrati: 20 g
        • Fibre: 1 g
        • Zuccheri: 12 g

        La torta allo yogurt è una soluzione perfetta per iniziare la giornata con leggerezza e gusto. Provala e rendi la tua colazione speciale!

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          Cucina

          Spaghetti all’Assassina: il piatto cult che ha conquistato l’Italia

          Gli spaghetti all’Assassina rappresentano una delle ricette più audaci della cucina pugliese, una vera celebrazione della semplicità degli ingredienti combinata a una tecnica di cottura unica. La tostatura degli spaghetti conferisce loro quel sapore affumicato e croccante che li rende così irresistibili, trasformando un piatto di pasta in un’esperienza da provare almeno una volta.

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            Gli spaghetti all’Assassina sono diventati, negli ultimi anni, una ricetta cult che ha affascinato non solo i palati pugliesi, ma anche i buongustai di tutto il mondo. Questo piatto nasce a Bari negli anni ’70, nelle cucine popolari della città, come una versione “spinta” della classica pasta al pomodoro. Il nome stesso, “all’Assassina”, suggerisce un piatto audace, forte, quasi “pericoloso”, grazie al suo sapore deciso e alla particolare tecnica di cottura che gli conferisce una croccantezza unica.

            La particolarità degli spaghetti all’Assassina sta nel modo in cui vengono cotti: non sono bolliti come di consueto, ma risottati, ovvero cotti direttamente in padella con un sugo di pomodoro molto concentrato. Questa tecnica permette alla pasta di assorbire tutto il gusto del pomodoro e del peperoncino, lasciando gli spaghetti ben tostati e croccanti. La croccantezza che si ottiene sulla parte esterna della pasta è ciò che rende questo piatto unico e tanto amato, un piatto che combina il sapore intenso della cucina pugliese con una consistenza quasi “bruciata”, in perfetto stile street food.

            Proprietà nutrizionali
            Come tutti i piatti di pasta, anche gli spaghetti all’Assassina forniscono una buona quantità di carboidrati complessi, che rappresentano una fonte di energia a lungo termine per il corpo. Il pomodoro, uno degli ingredienti principali, è ricco di licopene, un potente antiossidante che favorisce la salute del cuore e della pelle. Tuttavia, è importante notare che la quantità di olio utilizzata nella preparazione potrebbe rendere il piatto piuttosto calorico. Inoltre, l’uso del peperoncino contribuisce ad accelerare il metabolismo grazie alla capsaicina, una sostanza presente in questa spezia piccante.

            Un piatto di spaghetti all’Assassina è ricco di sapore, ma va gustato con moderazione, soprattutto se si è attenti alla propria dieta. La versione tradizionale prevede un uso generoso di olio e il processo di tostatura della pasta può aumentare il contenuto calorico, rendendolo meno adatto per chi cerca piatti leggeri.

            Ricetta originale
            Gli spaghetti all’Assassina richiedono pochi ingredienti, ma la tecnica di preparazione è essenziale per ottenere il risultato giusto. Ecco i passaggi principali:

            Ingredienti:

            • 400 g di spaghetti (rigorosamente crudi)
            • 500 ml di passata di pomodoro
            • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
            • 2 spicchi d’aglio
            • Olio extravergine d’oliva (q.b.)
            • Peperoncino (a piacere)
            • Brodo di pomodoro (acqua e passata diluita)
            • Sale (q.b.)

            Preparazione:

            1. In una padella ampia, fate soffriggere l’aglio e il peperoncino nell’olio extravergine d’oliva fino a doratura.
            2. Aggiungete il concentrato di pomodoro e mescolate fino a che non si scioglie nell’olio.
            3. Unite gli spaghetti crudi direttamente nella padella e iniziate a tostarli a fuoco medio, mescolandoli spesso.
            4. A poco a poco, iniziate ad aggiungere il brodo di pomodoro, come se fosse un risotto, facendo in modo che la pasta lo assorba poco a poco. Continuate a mescolare e a tostare gli spaghetti.
            5. Quando gli spaghetti saranno cotti e croccanti all’esterno, aggiustate di sale e servite ben caldi.

            Varianti
            Nel tempo, sono nate diverse varianti di questo piatto. Alcuni preferiscono aggiungere un tocco di formaggio, come pecorino o parmigiano, per conferire una maggiore cremosità. Altri optano per un’aggiunta di olive nere o capperi per dare un tocco salato. Una versione più moderna prevede l’uso di pomodori ciliegini freschi insieme alla passata, per dare un sapore più dolce e meno concentrato.

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              Cucina

              Zafferano: l’oro rosso d’Italia che vale più dell’oro

              Dal Medioevo a oggi, il prezioso zafferano dell’Aquila è diventato un’eccellenza mondiale amata dagli chef e venduta a cifre da capogiro.

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                Ci sono prodotti che non sono solo ingredienti, ma veri e propri tesori, e tra questi lo zafferano occupa un posto d’onore. Con il suo colore intenso, il profumo inconfondibile e il sapore unico, questa spezia è stata soprannominata “l’oro rosso”, non solo per il suo colore, ma anche per il valore altissimo che raggiunge sul mercato: fino a 40.000 euro al chilogrammo per le qualità più pregiate. Lo zafferano dell’Aquila DOP, in particolare, è considerato tra i migliori al mondo. Ma prima di diventare una star della cucina gourmet, ha dovuto attraversare secoli di storia e una lotta per la sopravvivenza.

                Come è arrivato in Italia lo zafferano

                Il viaggio dello zafferano inizia molto lontano, dall’Asia Minore, per poi attraversare il Nord Africa e la Spagna, fino ad approdare in Abruzzo, precisamente a Navelli, in provincia dell’Aquila, tra il XIV e XV secolo. Secondo la leggenda, a portarlo in Italia fu un monaco domenicano della famiglia Santucci, che impiantò i primi bulbi nei campi dell’altopiano abruzzese. Le condizioni perfette della zona – terreno fertile e clima ideale – fecero il resto, trasformando la coltivazione in un’eccellenza regionale.

                Una storia di resilienza (e qualche rischio di scomparsa)

                Nel XIX secolo, lo zafferano abruzzese veniva coltivato su 500 ettari, con una produzione di oltre 4 tonnellate. Ma nel 1930, i numeri erano già calati: appena 1,5 tonnellate l’anno. Poi, negli anni ‘50, la vera crisi: la coltivazione non era più redditizia, e i bulbi venivano dati in pasto agli animali. A salvare lo zafferano è stato Silvio Salvatore Sarra, un agricoltore di Civitaretenga, che ha continuato a coltivarlo, contro ogni logica economica. Nel 1971, la sua opera di tutela ha portato alla nascita della Cooperativa Altopiano di Navelli, che ha rilanciato la produzione e attirato l’attenzione nazionale. Un passaggio chiave? La presentazione dello zafferano in TV, nello storico programma Portobello di Enzo Tortora. Grazie a questo lavoro, nel 2005 il zafferano dell’Aquila ha ottenuto la certificazione DOP, garanzia della sua qualità superiore.

                Come si coltiva e come si usa

                Lo zafferano viene prodotto in 13 comuni dell’Abruzzo, tra cui L’Aquila, Navelli, Poggio Picenze e Fontecchio, a un’altitudine fino a 1000 metri. La coltivazione segue un ciclo lungo, con i bulbi piantati ad agosto e la fioritura che avviene in ottobre. La raccolta dei preziosi stigmi rossi è completamente manuale, un lavoro lungo e meticoloso, che contribuisce al suo valore altissimo. Ma cosa rende lo zafferano così speciale? È il principale protagonista di risotti, paste e piatti raffinati, oltre a essere utilizzato in dolci, liquori e perfino nella medicina per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Lo zafferano dell’Aquila non è solo un ingrediente, ma un patrimonio culturale. Salvato dalla scomparsa, oggi è una eccellenza italiano che gli chef di tutto il mondo desiderano.

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